Non basta un semaforo posto lungo il rettilineo.
A breve dovrebbe entrare in funzione l’autovelox
Sono trascorsi diversi anni dalle tante parole
spese sul caso del semaforo di contrada San
Tommaso. Il dispositivo luminoso mostra ormai
totale efficienza dal punto di vista della
funzionalità, ma pur tuttavia non basta ad
arginare il fenomeno alta velocità. Ed ecco che
i cittadini della popolosa contrada
castelvenerese (circa trecento) che vivono lungo
la strada provinciale Telese-Cerreto ritornano a
far sentir la propria voce per portare a
conoscenza i rischi che quotidianamente si
vivono lungo quest’arteria. Un tratto di strada
rettilineo di circa due chilometri che,
soprattutto nella parte alta, vede spesso
sfrecciare automobili ad altissima velocità.
Nonostante i numerosi accessi delle abitazioni,
ben due esercizi commerciali e soprattutto,
nonostante, una scuola. E nonostante un limite
di velocità ben evidente ai lati della
carreggiata.
Una situazione di grande pericolosità se si
considera il fatto che si tratta di una strada
ad alta densità di circolazione. Nei giorni
feriali trafficata dai pendolari della valle
Telesina, in quelli festivi “affollata” dai
turisti che prendono di mira le mete più
interessanti della provincia: Cerreto Sannita,
Cusano Mutri, Bocca della Selva…
A
dire il vero, qualche mese addietro i cittadini
della popolosa contrada si sono già attivati
(anche con una petizione popolare) per chiedere
sulla strada provinciale l’utilizzo
dell’autovelox. Il consenso della Rocca dei
Rettori è arrivato da tempo, il comune è
impegnato per installare l’adeguata segnaletica.
Ma a preoccupare gli abitanti è la convinzione
che neanche l’utilizzo (come deterrente) del
dispositivo antivelocità potrà servire ad
eliminare lo stato di pericolo (è ovvio,
infatti, che l’autovelox sarebbe attivato solo
per limitate fasce orarie e non tutti i giorni).
Occorrerebbe, dunque, un adeguato sistema di
sorveglianza stradale, con tutte le
problematiche collegate alla privacy,
soprattutto per le persone che abitano lungo la
strada e che di fatto si troverebbero a vivere
quotidianamente sotto gli occhi indiscreti di
telecamere.
Sguardo rivolto alle possibili soluzioni
individuabili attraverso interventi di
“architettura stradale”. Le bande sonore?
Servirebbero quasi a niente dal punto di vista
della limitazione della velocità e soprattutto
aumenterebbero i disagi degli abitanti a causa
dell’inquinamento sonoro derivante da
un’eventuale installazione. I dossi artificiali?
Sarebbe la soluzione più efficiente, almeno
nell’immediato, e che incontrerebbe forse anche
i favori della maggior parte dei cittadini della
zona. Ma l’installazione (possibile solo
attraverso dopo l’assenso del palazzo
provinciale) causerebbe non pochi disagi visto
che l’arteria collega, come detto, il centro
della vallata telesina con il bacino titernino
ed è l’unica percorribile per i mezzi di
soccorso: da qui sono costrette a passare le
ambulanze dell’ospedale di Cerreto Sannita, i
mezzi dei vigili del fuoco di Telese Terme e
l’elenco potrebbe continuare. Una situazione di
particolare sconforto, dunque, per tantissimi
cittadini che quotidianamente sembrano vivere ai
margini di un lungo rettilineo di una pista
automobilistica.
E
qui entrano in scena soluzioni (a medio e lungo
termine) quasi ancora sconosciute nel Sud e nel
Sannio ma particolarmente frequenti lungo le
arterie del Centro e del Nord della Penisola: la
realizzazione di rotatorie. Soluzioni, del
resto, che si mostrano efficienti: lungo le
strade provinciali dove sono sorte rotatorie le
stime parlano, infatti, di un decremento dei
decessi più netto e costante rispetto alle altre
arterie della rete stradale. Lungo questa strada
bisognerebbe studiare se ancora esistono margini
di manovra in tal senso, visto la densità
abitativa che si registra. Ma proprio questo
caso, tuttavia, dovrebbe stimolare chi è
chiamato alla gestione ad affrontare le
questioni con ottica di maggiore lungimiranza.
Come dire: sarebbe stato certamente più semplice
anni addietro trovare delle soluzioni efficienti
per la “questione-San Tommaso”. Intanto non
resta che attendere l’entrata in azione
dell’autovelox.
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