Guardia Sanframondi: “Chi amministra è incapace
di ricordare”
ASSENZA DI INIZIATIVE PER RIEVOCARE ALFREDO
PARENTE,
che donò la sua biblioteca al Comune
“Mille tristi pensieri”. Era il titolo di un
articolo scritto nel 1961 da un giornalista
beneventano, che fu anche un noto uomo politico,
male interpretando il valore religioso dei
nostri riti penitenziali.
“Mille tristi pensieri”, ma per motivi più seri
e veri, mi sono venuti leggendo il bell’articolo
scritto da Rito Martinetti su IL SANNIO del 7
agosto scorso per ricordare (l’unico a farlo)
il centenario della nascita del nostro
concittadino Alfredo Parente.
Tristezza resa ancora più profonda
dall’abbandono in cui mi è capitato a volte di
vedere la tomba (non so se vi sia ancora) dove
riposano i suoi resti mortali nel cimitero di
Guardia.
Ancora una volta Guardia, o meglio, chi la
rappresenta, ha dimostrato la sua incapacità di
ricordare e di rendere omaggio a chi nei tempi
passati l’ha onorata con la sua arte, con la sua
cultura, con la sua scienza…..Alfredo Parente è
uno di questi. Ma non l’unico. Né altri hanno
avuto sorte migliore.
Anche se Parente avrebbe meritato un minimo
segno di gratitudine in più da quando è stata
donata al nostro Comune la sua ricca e preziosa
biblioteca
Le
poche iniziative di rilievo prese nel passato
sono state opera di pochi veri cultori e amanti
della nostra storia locale.
L’ultima, nel 2002, è quella del prof. Enrico
Garofano, con un libro e una mostra su un altro
illustre guardiese, Alfonso Selleroli. Ma la sua
proposta del prof. Garofano e di altri amici,
sottoscritta da tantissimi cittadini, di
intitolare al Sellaroli una strada o una piazza
del paese, è caduta nell’oblio.
Precedentemente, anni addietro, per merito del
dott. Amedeo Ceniccola, è stata riproposta al
ricordo, alla stima e all’attenzione del
guardiesi la figura del dr. Carlo Tessitore
medico guardiese nel Congo Belga “impegnato
nella ricerca e nella solidarietà”.
Bisogna poi risalire alla fine degli anni 60 per
ricordare la solenne commemorazione del P.
Domenico Bruno, missionario poliglotta, grande
apostolo delle Puglie, voluta dal sottoscritto.
È
triste, davvero molto triste
È
vero che Guardia ha tanti e ben gravi problemi.
È sotto gli occhi di tutti,
tranne di chi non ha occhi per vedere, lo stato
di abbandono e di degrado, non solo ambientale,
in cui si trova. Si sente ripetere sempre più
frequentemente e da un numero sempre maggiori di
cittadini di ogni estrazione politica e
culturale che Guardia sta morendo” o “Guardia
è morta”
Se
ciò è vero, resta sempre la speranza che dalla
morte si può risorgere, dal coma si può uscire,
dal baratro, anche il più profondo, si può
risalire.
Però… un popolo che non ha memoria del suo
passato, quale speranza può avere per il suo
futuro?
Un
popolo che non riesce a rievocare le glorie
passate, a quale futura grandezza potrà
aspirare?
Mi
tornano alla mente alcune espressioni che Ugo
Foscolo scrisse nella lunga lettera indirizzata
all’abate francese Amato Guillon che sul
“Giornale Italiano” del 22 giugno 1807 aveva
recensito con toni malevoli e sarcastici il
carme “I Sepolcri”.
Alcune idee e concetti sono
ancora oggi validi e attuali e dovrebbero farci
riflettere, come quando afferma che solo i
malvagi, che si sentono immeritevoli di memoria,
non la curano e che sono
infelici gli individui e i popoli
che non sentono il dovere di perpetuare, per
quanto è in loro, la memoria dei loro morti.
“Ma così va il mondo, Monsieur Guillon! la colpa
è d'altri, pur troppo, e noi n'abbiam l'onta e
la pena”
Prof. Vincenzo Di Crosta
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