22 agosto 2005
Guardia, l'amministrazione non ricorda
Vincenzo Di Crosta

 

 

Guardia Sanframondi: “Chi amministra è incapace di ricordare”

 

ASSENZA DI INIZIATIVE PER RIEVOCARE  ALFREDO PARENTE,

che donò la sua biblioteca al Comune

 

“Mille tristi pensieri”. Era il titolo di un articolo scritto  nel 1961 da un giornalista beneventano, che fu anche un noto uomo politico, male interpretando il valore religioso dei nostri riti penitenziali.

“Mille tristi pensieri”, ma per motivi più seri e veri,  mi sono venuti leggendo il bell’articolo scritto da Rito Martinetti su IL SANNIO  del 7 agosto scorso per ricordare (l’unico a farlo) il  centenario della nascita del nostro concittadino Alfredo Parente.

 

Tristezza resa ancora più profonda dall’abbandono in cui mi è capitato a volte di vedere la tomba (non so se vi sia ancora) dove riposano i suoi resti mortali nel cimitero di Guardia.

 

Ancora una volta Guardia, o meglio, chi la rappresenta, ha dimostrato la sua  incapacità di ricordare e di rendere omaggio a chi nei tempi passati l’ha onorata con la sua arte, con la sua cultura, con la sua scienza…..Alfredo Parente è uno di questi. Ma non l’unico. Né altri hanno avuto sorte migliore.

Anche se Parente avrebbe meritato un minimo segno di gratitudine in più da quando è stata donata al nostro Comune la sua ricca e preziosa biblioteca

 

Le poche iniziative di rilievo prese  nel passato sono state opera di pochi veri cultori e amanti della nostra storia locale.

 

L’ultima, nel 2002, è quella del prof. Enrico Garofano,  con un libro e una mostra su un altro illustre guardiese, Alfonso Selleroli. Ma la sua proposta del prof. Garofano e di altri amici, sottoscritta da tantissimi cittadini, di intitolare al Sellaroli una strada o una piazza del paese, è caduta nell’oblio.

Precedentemente, anni addietro, per merito del dott. Amedeo Ceniccola, è stata riproposta al ricordo, alla stima e all’attenzione del guardiesi la figura del dr. Carlo Tessitore medico guardiese nel Congo Belga “impegnato nella ricerca e nella solidarietà”.

Bisogna poi risalire alla fine degli anni 60 per ricordare la solenne commemorazione del P. Domenico Bruno, missionario poliglotta, grande apostolo delle Puglie, voluta dal sottoscritto.

 

È triste, davvero molto triste

 

È vero che Guardia ha tanti e ben gravi problemi.

È sotto gli occhi di tutti, tranne di chi non ha occhi per vedere, lo stato di abbandono e di degrado, non solo ambientale, in cui si trova. Si sente ripetere sempre più frequentemente e da un numero sempre maggiori di cittadini di ogni estrazione politica e culturale che Guardia sta morendo” o “Guardia è morta”

Se ciò è vero, resta sempre la speranza che dalla morte si può risorgere, dal coma si può uscire, dal baratro, anche il più profondo, si può risalire.

 

Però… un popolo che non ha memoria del suo passato, quale speranza può avere per il suo futuro?

Un popolo che non riesce a rievocare le glorie passate, a quale futura grandezza potrà aspirare?

                

Mi tornano  alla mente alcune espressioni che Ugo Foscolo scrisse nella lunga lettera  indirizzata all’abate francese Amato Guillon che sul “Giornale Italiano” del 22 giugno 1807 aveva recensito con toni malevoli e sarcastici il carme “I Sepolcri”.

Alcune idee e  concetti sono ancora oggi validi e attuali  e dovrebbero farci riflettere, come quando afferma che solo i malvagi, che si sentono immeritevoli di memoria, non la curano  e che sono infelici gli individui e i popoli che non sentono il dovere di perpetuare,  per quanto è in loro, la  memoria dei loro morti.

 

“Ma così va il mondo, Monsieur Guillon! la colpa è d'altri, pur troppo, e noi n'abbiam l'onta e la pena”

 

Prof. Vincenzo Di Crosta

 

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