E'arrivata la troupe televisiva di "Striscia la
notizia" a Solopaca per pubblicizzare un
problema che riguarda una famiglia che vive in
un profondo disagio abitativo che
l'Amministrazione comunale ha tentato in diversi
momenti di risolvere con diverse soluzioni ma
finora invano. Sono giunti a Solopaca Fabio e
Mingo. Ultimamente la Giunta municipale con sua
delibera ha stabilito di destinare ad
appartamento con una ristrutturazione, i locali
comunali annessi alla chiesa di S.Leonardo e di
assegnarli alla famiglia. Ma attualmente il
gruppo familiare di Carlo Di Biase costituito da
quattro persone, i coniugi e due giovani figli,
vive in una abitazione non di proprietà di circa
20 metri quadrati con un enorme disagio spaziale
e di convivenza. Ma il disagio maggiore è
costituito dalla continua ostruzione, adesso
diventata definitiva, della colonna fecale che
impedisce di utilizzare in casa i servizi
igienici. Parecchie volte l'amministrazione
comunale ha fatto intervenire personale per
togliere l'ostruzione agli scarichi ma la
situazione è diventata cronica. Il presidente
del Consiglio comunale, Luigi Salomone , ha
risposto alle domande incalzanti di Mingo, i cui
cameraman hanno ripreso l'ambiente in cui vive
la famiglia , e ha assicurato che fra tre mesi
la famiglia sarà trasferita nei locali comunali
da rendere fruibili come appartamento. La troupe
televisiva di Canale 5 ritornerà a dicembre ma è
rimasto senza risposta l'interrogativo di quali
servizi igienici si serviranno i componenti
della famiglia in questi tre lunghi mesi. lu.fu.
da
Il Mattino del 3 ottobre 2006
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Vedi il filmato di Striscia la notizia |
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Il servizio registrato venerdì scorso nel
piccolo comune sannita, potrebbe andare in onda
questa sera
IL TUGURIO DEGLI ORRORI NEL MIRINO DI STRISCIA
LA NOTIZIA
Il
comune di Solopaca nel giro di un anno ancora
nel mirino del tg satirico di Ricci
Solopaca(Benevento)-
Dopo la discarica da guinness dei primati, il
comune di Solopaca finisce ancora nel mirino di
Striscia La Notizia- il tg satirico di Ricci-
incalzante difensore civico degli italiani-
richiesto a furor di popolo da tutta la
penisola.
Una storia di grande disagio- scovata e
raccontata dal direttore del mensile sannita
L'Altra Voce, Domenico Longo- poi finita
all'attenzione di Giuseppe Sangiovanni,
giornalista freelance casertano- che ha proposto
con successo - a Fabio e Mingo gli inviati di
Striscia- la casa degli orrori di Solopaca.
Una
storia fatta di immagini raccapriccianti-
provenienti dal centro cittadino solopachese .
Il tugurio abitato da un nucleo familiare,
composto da quattro persone- che da anni vivono
in condizioni allucinanti e disumane- affaccia
sul centralissimo Corso Cusani, a pochi passi
dal municipio.
Nel
girone infernale, "vivono"- Carlo Di Biase, 55
anni, la compagna, Martina Rivetti(non conosce
la sua età)- entrambi con gravissimi problemi di
salute- e due figli maggiorenni.
Venti metri quadrati, per cucinare, mangiare,
dormire, fare i propri bisogni. Uno scenario da
quarto mondo. Venti metri di orrore: due
minuscoli vani ubicati uno sull’altro e
collegati da una scala estremamente fatiscente .
Al piano terra, la cucina in uno stato igienico
meglio narrato dagli olezzi che si possono
percepire già dall’esterno. Un tavolo-per
"elaborare" e consumare i poveri pasti. Il
mobilio- sporco e rovinato. Il vecchio
lampadario- funge da appoggio ad una più modesta
lampadina pendente da un filo, la quale, per
essere accesa o spenta, va svitata o avvitata a
seconda delle esigenze.
Le
pareti completamente marce a causa delle
abbondanti infiltrazioni d’acqua(il tetto è
cadente), che hanno procurato alle pareti una
muffa nera e maleodorante ai limiti della
sopportazione.
La camera da letto-situata al "piano
superiore"- non è paragonabile neanche ad una
stalla, con all’interno una sorta di lettone sul
quale dormono i quattro componenti della
famiglia
Venti metri per riposare-dov'è impossibile per
questa sfortunata famiglia persino sognare.
Sognare un giorno di svegliarsi, accendere la
luce, andare in un bagno decente, fare una
doccia, fare i propri bisogni, tirare la
"catenella", fare un bidè, riscaldarsi; volendo
esagerare, bere un po di acqua fresca di
frigorifero, rispondere al telefono.Tra le
povere cose disperse nella "suite", spicca
l'effigie di Padre Pio. Non riuscito
nell'occasione a fare il miracolo.
In
una rientranza della scala, su una sorta di
pianerottolo c’è il cosiddetto bagno, privo di
porta(chi si posiziona sul water, lo fa “in
assoluta trasparenza” rispetto agli altri
componenti del nucleo familiare, essendo ben
visibile sia dalla camera da letto che dalla
cucina).
L'otturazione della colonna fecale, avvenuta da
mesi- ha creato altro gravissimo problema
all'intero nucleo familiare- costretto - quando
il water raggiunge un “buon livello”, a
travasare gli escrementi in un secchio con una
sorta di mestolo adattato per la circostanza,
per essere infine versato ogni due giorni nella
griglia della fognatura esistente sul Corso, nei
pressi dell’abitazione.
Esposti, denunce-finora a nulla servite.
Silenzio totale delle istituzioni, civili e
religiose.
Chi ha rilasciato il certificato di abitabilità?
Il sindaco responsabile della salute pubblica,
gli assistenti sociali- perchè non sono ancora
intervenuti? Gli interrogativi- posti dagli
inviati di Striscia- al presidente del consiglio
comunale, Luigi Salomone- che ha riconosciuto ed
apprezzato il giornalismo di servizio e di
denuncia della banda di Striscia- ribadendo in
più occasioni la grande difficoltà a risolvere
il problema della famiglia Di Biasio.
Il
servizio - realizzato dalla troupe di Ricci- che
cerca di sensibilizzare enti ed istituzioni,
spesso alla finestra- che cerca di dare voce ai
più deboli- con un giornalismo ricco di denunce,
inchieste su sperperi di danaro pubblico,
condotte e trattate con il sorriso sulle labbra-
andrà in onda nelle prossime sere su Canale 5.
CURIOSITA', RETROSCENA E PARTICOLARI INEDITI
DELLA REGISTRAZIONE
Con il notes dietro la troupe di Striscia
Tripudio scontato, per Fabio e Mingo, inviati di
Striscia, arrivati a Solopaca alle 10.00 di
venerdì scorso.
La
venerazione per i due “santi” mediatici,
comincia all'altezza del (poco)civico 188-
davanti al tugurio della famiglia De Biase
Succede di tutto, completamente travolti dalla
gente: uomini, donne e bambini, stupiti
dall’improvvisa apparizione. Il delirio è
collettivo, in tanti a stropicciarsi gli occhi,
per il “miracolo”. Miracolo del tubo catodico.
Accerchiati, acclamati, osannati a gran voce, a
seguire abbracci, baci- ma il dovere li chiama,
foto-ricordo e autografi, rimandati a dopo.
Devono girare il servizio. Lo fanno- e
all'uscita scoprono la ruota bucata del
monovolume che li ha portati a Solopaca.
“
Siete forti, vi vediamo ogni sera, continuate
così”- il coro ricorrente della gente che li
accompagna al comune- dove la troupe si reca per
intervistare l'introvabile sindaco- volato per
impegni nella capitale.
“Fabio allora parli?”- grida un giovane- rivolto
all’inviato sempre muto- fine autore e
redattore Mediaset - che accenna a ridere.
Parla Domenico Longo, il giornalista che ha
scoperto la casa degli orrori di Corso Cusani
IL
DRAMMA UMANO NOTO ALLE ISTITUZIONI: NESSUNO SI
E' MOSSO
Diceva bene Rosenthal, il vecchio direttore del
New York Time: “Noi non siamo preti o suore, ma
abbiamo dei valori etici e questi sono dettati
soprattutto dal rispetto di se stessi e dalla
professione.Il nostro ruolo è di far sì che gli
altri non abusino del potere, il nostro compito
è quello di andare, guardare e raccontare in
nome e per conto dei lettori, che sono anche
elettori.
Si
sa, quando un giornalista dice le cose come
stanno, quando attacca, è sempre un brutto
guaio- se poi “si spara” su soggetti
istituzionali iperinadempienti, tutto diventa un
gioco, un bersaglio facile. Un cronista, se dice
la verità, puo’ infastidire, non farsi gradire
“dalla cricca locale”, puo’ godere di cattiva
fama, non è amato perché dice la verità. In
tutto il mondo civile, sono i giornali, che
giudicano l’operato dei politici, in nome e per
conto dei lettori- informare, per le autorità
solopachesi, diventa un crimine. Denigratori,
demonizzatori, killer spietati: questi, i
cronisti che informano- i cronisti la
considerano una notizia, le menti Nobel
solopachesi, opinioni omicida. Se fai sì che gli
altri non omettono o non adempiono, diventi
“wanted” con taglia.Buonista e di regime,
altrimenti diventi un cecchino che imbraccia una
penna-mitra. E' il caso di Domenico Longo,
giornalista d'assalto, un giornalista scomodo-
direttore del mensile "L'Altra Voce"- che
"vanta" una gambizzazione(ferito a colpi di
pistola)- forse figlia di una delle tante
agguerrite inchieste pubblicate sul suo
giornale.
A
Solopaca, non amano il suo ruolo, quello di un
giornalista libero, senza tessere, senza
padroni- il diritto di critica- da queste
parti è optional prezioso. Quì è vietato
raccontare quello che i politici fanno, non
fanno, che potrebbero fare, che ignorano. Ma lui
è un giornalista "libero" - e tranquillamente
attacca(con motivazion) gli illusionisti
politici cittadini, che nel loro non senso,
trovano senso”, con una sarabanda di intrecci
dialettici, con parole che nascondono quasi
sempre “il nulla”, il vuoto di contenuti, come
per il teatro di “Ionesco”. Verità amare, non
metabolizzate dal "regime", beato spettatore da
anni dell'odissea vissuta dalla famiglia Di
Biase.
Da
anni tutti sapevano della difficile condizione
della derelitta famiglia : sindaco, assistenti
sociale, assessori, chiesa locale.
Poi la denuncia di Longo sul suo giornale- e
quelle presentate alla Procura della Repubblica,
Prefettura, Asl e Presidente della Provincia.
Una voce-denuncia che ha gridato nel deserto!
Aveva sperato fino alla fine di evitare la
vergogna nazionale-per il suo amato luogo natio.
Nulla. Nessuno si è mosso. E' prevalsa
l'indifferenza- delle istituzioni- che mai
avrebbero immaginato l'arrivo di Striscia.
"Non sapevo più a chi rivolgermi- rivela Longo-
finora le avevo provate tutte. Senza risultati.
Qualche mese fa- ho raccontato la triste vicenda
al collega giornalista Gianni Gosta - che dopo
qualche giorno mi ha messo in contatto con
Giuseppe Sangiovanni, giornalista freelance- che
collabora con trasmissioni Rai e Mediaset- che
dopo un sopralluogo a Solopaca-con realizzazione
di un fotoservizio- ha programmato l'arrivo di
Fabio e Mingo, inviati di punta del tg satirico.
Dopo appena cinque giorni- dalla partenza del
programma(in onda da 25 settembre )- la
telefonata sul mio cellulare di Sangiovanni- che
annunciava l'imminente sbarco di Striscia a
Solopaca. Mi piace ripetere che con il mio
giornale ho cercato di sensibilizzare le
istituzioni: ho scritto al Prefetto di
Benevento, al Procuratore della Repubblica ed al
Presidente della Provincia. Nulla, non è
successo nulla. Ho scritto all'Asl- che è
intervenuta- constatando l'allucinante
situazione. Ma, nulla è cambiato. Una vergogna
inaudita- che doveva(deve) essere cancellata
all'istante-visto l'incombente pericolo che
attenta la salute pubblica.
Appaiono ravvisabili- conclude Longo- per
quanto denunciato, ipotesi di reato e di
omissioni gravi da parte di alcuni
rappresentanti delle istituzioni preposti alla
soluzione di detto problema.
Un
mix di responsabilità condivisa tra istituzioni
locali e provinciali, Asl e chiesa locale- che
in questa vicenda non hanno fatto nulla- e che
sicuramente non faranno una bella figura dopo la
messa in onda del servizio.
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