18 dicembre 2006
Telese, riflessioni di un cittadino
Gino Di Vico

 

 

Ho trovato, leggendo qua e la, una massima di un certo Zamir: «Lo stupido ideale è colui che incessantemente pretende di intervenire, riparare, correggere, aiutare chi non lo chiede».

 

Vedo su Vivitelese che il buon Peppe Grimaldi segnala alcune incongruenze dovute alla superficialità (a voler credere alla buona fede), alla imbecillità ( a voler essere un tantino cattivi) e subito qualcuno  corre a riparare ai danni (potenza del quarto o “quinto” potere).

 

Il primo articolo che scrissi per il “Sannio Quotidiano”, mise in evidenza che nel bel mezzo di una via era stato lasciato un palo della corrente elettrica in posizione pericolosa soprattutto per chi si fosse trovato a percorrerla di notte in auto, sarebbe potuto andarci a sbattere con le relative, disastrose, conseguenze: due giorni dopo, tutto rimesso a posto!

 

Lo stupido ideale e chi non chiede di essere aiutato sono quasi tutti gli altri che, bontà loro, credono di vivere bene e felici, comportandosi come bestie allo stato brado o selvaggio.

 

Credo che il pensiero di Zamir vada letto sotto due aspetti: quello privato e quello pubblico. Nei fatti privati, è giusto che ognuno sia libero di impostarsi la propria vita come meglio gli aggrada, senza che altri gli dicano cosa, come e quando farlo. Ognuno col suo fa quel che gli pare e piace ed è inutile perdere tempo a cercare di aiutare chi non lo chiede e non lo vuole.

 
Zamir va interpretato in modo diverso quando gli interventi, le riparazioni, le correzioni, gli aiuti afferiscono gli affari della comunità, della collettività. In questo caso, chi lo fa, non è uno “stupido ideale”, ma un “volontario sociale”, “missionario di virtù civiche”, un “sollecitatore di impegno collettivo”.

 

Sarà anche una “voce che clama nel deserto”, un “donchisciotte” o una “cassandra” o uno “scassacá”, ma è fondamentale per tenere deste le coscienze, per catalizzare l’attenzione di chi, pur non avendo i mezzi e le occasioni per gridare il proprio dolore per il paese che muore, ha gli stessi sentimenti, le stesse speranze, gli stessi sogni.

 

Dinanzi ai problemi della comunità, non c’è nessun singolo che possa dire di non aver chiesto gli interventi, le riparazioni, le correzioni e d’essere disturbato da chi le chiede incessantemente, perché i guasti provocati da quella parte incivile della popolazione, diventano i guasti di tutti i cittadini, ed i danni si ripercuotono su tutti indistintamente, su chi abusa e su chi subisce quegli abusi. E i cittadini responsabili non possono, e non devono star zitti al cospetto di scempi e manomissioni.

 

Soffermiamoci, per approfondire il concetto, sulla storia recente del nostro paese. Chi ha sta usando il danaro pubblico per offrirci questi continui scempi dove le cose si fanno, si disfanno e si rifanno li sta caricando sul bilancio della società, quindi anche sulle tasse di tutti gli altri. 

 

Cari amici di Vivitelese continuate a denunciare incessantemente queste cose, io quando potrò vi darò una mano.

 

Buon Natale a voi tutti.

 

 

 

     

 Valle Telesina


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