Ho trovato, leggendo qua e la, una massima
di un certo Zamir: «Lo stupido ideale è
colui che incessantemente pretende di
intervenire, riparare, correggere, aiutare
chi non lo chiede».
Vedo su Vivitelese che il buon Peppe
Grimaldi segnala alcune incongruenze dovute
alla superficialità (a voler credere alla
buona fede), alla imbecillità ( a voler
essere un tantino cattivi) e subito
qualcuno corre a riparare ai danni (potenza
del quarto o “quinto” potere).
Il primo articolo che scrissi per il “Sannio
Quotidiano”, mise in evidenza che nel bel
mezzo di una via era stato lasciato un palo
della corrente elettrica in posizione
pericolosa soprattutto per chi si fosse
trovato a percorrerla di notte in auto,
sarebbe potuto andarci a sbattere con le
relative, disastrose, conseguenze: due
giorni dopo, tutto rimesso a posto!
Lo
stupido ideale e chi non chiede di essere
aiutato sono quasi tutti gli altri che,
bontà loro, credono di vivere bene e felici,
comportandosi come bestie allo stato brado o
selvaggio.
Credo
che il pensiero di Zamir vada letto sotto
due aspetti: quello privato e quello
pubblico. Nei fatti privati, è giusto che
ognuno sia libero di impostarsi la propria
vita come meglio gli aggrada, senza che
altri gli dicano cosa, come e quando farlo.
Ognuno col suo fa quel che gli pare e piace
ed è inutile perdere tempo a cercare di
aiutare chi non lo chiede e non lo vuole.
Zamir va interpretato in modo
diverso quando gli interventi, le
riparazioni, le correzioni, gli aiuti
afferiscono gli affari della comunità, della
collettività. In questo caso, chi lo fa, non
è uno “stupido ideale”, ma un “volontario
sociale”, “missionario di virtù civiche”, un
“sollecitatore di impegno collettivo”.
Sarà
anche una “voce che clama nel deserto”, un
“donchisciotte” o una “cassandra” o uno “scassacá”,
ma è fondamentale per tenere deste le
coscienze, per catalizzare l’attenzione di
chi, pur non avendo i mezzi e le occasioni
per gridare il proprio dolore per il paese
che muore, ha gli stessi sentimenti, le
stesse speranze, gli stessi sogni.
Dinanzi ai problemi della comunità, non c’è
nessun singolo che possa dire di non aver
chiesto gli interventi, le riparazioni, le
correzioni e d’essere disturbato da chi le
chiede incessantemente, perché i guasti
provocati da quella parte incivile della
popolazione, diventano i guasti di tutti i
cittadini, ed i danni si ripercuotono su
tutti indistintamente, su chi abusa e su chi
subisce quegli abusi. E i cittadini
responsabili non possono, e non devono star
zitti al cospetto di scempi e manomissioni.
Soffermiamoci, per approfondire il concetto,
sulla storia recente del nostro paese. Chi
ha sta usando il danaro pubblico per
offrirci questi continui scempi dove le cose
si fanno, si disfanno e si rifanno li sta
caricando sul bilancio della società, quindi
anche sulle tasse di tutti gli altri.
Cari amici di Vivitelese continuate a
denunciare incessantemente queste cose, io
quando potrò vi darò una mano.
Buon Natale a voi tutti.