7 dicembre 2006
Telese, 193 bollette ENEL non pagate
da Il Corriere del Mezzogiorno

 

 

da il Corriere del Mezzogiorno allegato al Corriere della Sera del 06 dicembre 2006 pag. 1-3

 

(pag. 1) Non solo Asl e Regione: in Campania sono tanti gli enti morosi.

Che rischiano di restare senza corrente Bollette Enel? Da Nola a Telese non paga quasi nessuno

In Campania ci sono gli enti più morosi d'Italia. Quelli che cioè non pagano le bollette all'Enel. L'Asl Napoli 1 ha un debito di 11 milioni di euro, Palazzo Santa Lucia di 9 milioni. Ma non sono gli unici. Rischiano, infatti, di rimanere senza corrente tanti piccoli comuni, da Massa Lubrense a Procida, da Nola a Telese Terme. In questo caso sono partiti già i provvedimenti di distacco. Orologi, fontane e campi sportivi potrebbero rimanere senza luce. L'assessore al Bilancio, Valiante: «I debiti delle Asl li pagherà la Soresa entro il 2007».

Brandolini, Cuozzo, Cappetta

(pag. 3) I Comuni non pagano nemmeno le luci dei cimiteri

Maxidebiti con l'Enel: Napoli deve 6 milioni, l'Asl Na Uno 14 milioni e mezzo

NAPOLI — Morosi d'Italia, morosi campani. Quelli che non pagano le bollette, a cui, però, le lampadine restano sempre accese. Succede negli enti pubblici, nelle amministrazioni da cui dipendono le sale operatorie oppure i depuratori. Fino a prova contraria anche molto semplicemente ai municipi che posseggono un orologio, una pompa (e non chiedetevi cosa sia) o un centro sportivo. I record sono stati raccontati, ieri, da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sulle pagine del Corriere della Sera. Ecco che spiccano, a livello nazionale, l'Asl Napoli 1 che deve, per bollette non pagate, all'Enel la cifretta di 14 milioni e mezzo di euro. Segue a ruota Palazzo Santa Lucia con i suoi 9 milioni di arretrati, Palazzo San Giacomo con 6 milioni, l'Asl di Salerno con 3 milioni e 200 mila, il comune di Salerno con 1 milione e 300 mila e quello di Benevento con 372 mila 106 euro di debiti.

Ma tra gli enti campani morosi ci sono due categorie. Le amministrazioni a cui non potrà mai essere staccata la corrente elettrica (è il caso dell'Asl oppure della Regione, in gergo vengono definiti distacchi sensibili) e quelli, invece, per cui sono stati già avviati i provvedimenti di distacco. È il caso per esempio del comune di Salerno a cui, se non paga, l'Enel taglierà la luce ad una sala congressi, ad un museo e ad una fontana. È il caso anche dei piccoli enti. Per esempio ad Alife, nel casertano, potrebbero rimanere al buio la biblioteca, la cappella e il centro sportivo per i 95 mila e 900 euro non pagati. Idem per Barano debitrice nei confronti dell'Enel di 147 mila 738 euro per lo stadio e la camera mortuaria, per Massa Lu-brense che non ha pagato i 131 mila euro per illuminare la biblioteca, il cimitero e una fontana, per Precida (166mila994 euro per stadio, fontana e macello), per Benevento (372mila 106 euro per una pompa, cimitero, teatro e villa), per Telese Terme (88mila 125 euro per il campo sportivo e la palestra), per Roccamonfina (440mila 710 euro per il cimitero), per Nola (214mila 888 euro per cimitero, macello e campo sportivo), per Riardo (114mila 609 euro per il campo sportivo e un orologio).

Effettivamente, però, passi la fontana, ma un debito di 14 milioni e mezzo o 9 milioni è ben altra cosa. Il vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Campania, Antonio Valiante, in serata dirama una nota: «Per quanto riguarda i debiti delle Asl, tutti quelli contratti al 31 dicembre 2005 sono stati assorbiti dalla Soresa, società regionale per la sanità, e, come annunciato già ieri, saranno saldati entro marzo del 2007». Ma non chiarisce come si arriva ad avere un debito di 14 milioni e mezzo di euro. Non è il suo compito. Si deve chiedere all'azienda sanitaria, la più grande e indebitata d'Europa. Ma più che una richiesta formale di spiegazioni, comincia una via crucis telefonica. Perché una notizia del genere stuzzica la fantasia giornalistica.

In un'Asl da 11 mila dipendenti, è il sogno perverso, si vorrebbe scoprire l'omino deputato a pagare le bollette. Primo tentativo il manager Mario Tursi. Non è materia sua, ma dell'amministra zione, guidata dal direttore Pasquale Corcione. Irrintracciabile per tutta la giornata. Allora si riparte dal centralino, Ufficio provveditorato. Non è di competenza loro. Ufficio economato. Altro buco nell'acqua. Affari generali. Ritenta, sarei più fortunato. Ufficio bilancio. Tombola. Un dipendente del settore fa outing: «I mandati di pagamento li facciamo noi. Ma non posso rispondere ad altro». Attendendo il direttore amministrativo, da Vallante sappiamo che anche questo debito lo pagherà la Sore-sa, insieme a quello nei confronti dei farmacisti, dei privati convenzionati, delle supposte e delle siringhe. Ma finora l'Asl Napoli 1 cosa ha pagato?

Quanto a Palazzo Santa Lucia, in questo caso, è sempre Valiante a dare spiegazioni. «Per i debiti verso l'Enel — spiega — a carico della Regione Campania, si specifica che si tratta di vecchi debiti non definiti, derivanti dal trasferimento alla Regione delle competenze della ex Cassa del Mezzogiorno e composti in gran parte da interessi di mora, per i quali sono in corso incontri con l'ente per la determinazione della loro effettiva entità. Saranno naturalmente liquidati appena verrà completato il lavoro del tavolo cui è stato affidato il compito di determinare l'ammontare delle somme e le modalità di pagamento». Insomma c'è un contenzioso tra Regione e Enel. Ma non per sfiducia, abbiamo verificato con i funzionari, cosa voglia dire Valiante. Si scopre che la burocrazia regionale è ben più ostica di come si racconta. Per capirci, non esiste ,a Santa Lucia l'omino che va a pagare le bollette dell'Enel. Né esiste una centralizzazione del servizio. Ogni area (e sono 20), divisa in altrettanti settori, invia la specifica di pagamentoall’ufficio bilancio. A cui non risultano morosità, perché paga ciò che i settori gli dicono di pagare. Ma i settori chi li controlla se non pagano? Bella domanda senza risposta. Una cosa è certa. La Regione non deve nulla all'Enel per quanto riguarda l'illuminazione dei propri immobili, sparsi sul territorio. L'ufficio demanio e patrimonio ha sborsato fino all'ultimo centesimo.

Allora come si arriva a 9 milioni di debito pregresso? Il settore di competenza, pare, sia l'Ambiente. I debiti risalgono alla gestione Casmez di acquedotti e depuratori. Una voragine. E si tratta soltanto di interessi, maturati su debiti passati. E anche questo è vero. Perché da due anni, intanto, il fornitore non è più l'Enel. Dunque, la questione si risolverà con una transazione.

Simona Brandolini

 

 

 

     

 Valle Telesina


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