19 luglio 2006
Telese, AN: partito con familiarismo di vertice
da Il Sannio Quotidiano del 18 luglio 2006

 

 

Fuschini accusa il commissario del circolo di puntare sul cugino consigliere per un posto in Giunta

L’assessore spiega le ragioni che lo hanno indotto a lasciare il gruppo consiliare e conferma: esco dalla formazione

di Antonio Vecchiarelli

Vincenzo Fuschini, l’assessore fuoriuscito dal gruppo consiliare di An, ha deciso di rompere il silenzio. Si tratta solo di una parentesi, avverte, sull’argomento non tornerà più. E non è tenero nei confronti del gruppo dirigente del suo ormai ex partito. “Finalmente il mio caso – esordisce - ha fatto venire alla luce un partito che per anni era rimasto nell’oblio. Che la forza politica, poi, avesse anche un commissario, lo si è appreso solo a seguito di questa vicenda. Così questi, evidenziando una posizione di parte (e non poteva essere diversamente) ha espresso il Verrillo-pensiero. Perché di questo si tratta, visto che sull’intera questione gli iscritti non sono stati minimamente interpellati”.

Se l’aspettava Fuschini: “le mie posizioni sono state subito strumentalizzate per estromettermi dal partito e, quindi, lasciare un vuoto che qualcuno ha pensato subito di colmare per il tramite del commissario che già sta tentando di porre un ultimatum al sindaco. D’altronde questo aut aut – insiste l’assessore - era già stato posto prima dell’insediamento dell’amministrazione allorquando si voleva portare il partito su posizioni strettamente personali. Gli obiettivi e le strategie sono state smascherate, dunque”. Decide di essere ancora più circostanziato Fuschini: “nel giugno 2004 la richiesta di assessorato al consigliere Salvatore Verrillo, era il veto alla sua presenza al primo consiglio comunale della legislatura. La posizione fu mitigata dall’intervento di numerosi iscritti che pur non ricoprendo un ruolo di primo piano, riuscirono a spuntare per An un assessorato, due presenze nel consorzio idrotermale, tre nelle commissioni e due deleghe a ciascun consigliere escluso dalla giunta. Ma questo evidentemente non bastava.

Ciò che si chiedeva esplicitamente, non era un assessorato ad An, ma un assessorato alla persona. L’obiettivo venne alla luce ancora nel novembre 2004, quando il circolo votò il nuovo presidente cittadino. Anche in quella sede le posizioni personali divennero chiare. Il ritorno alla presidenza del partito (il riferimento è al consigliere Verrillo, ndr) doveva servire a condizionare l’amministrazione per ottenere l’incarico in giunta. Ma anche quella volta andò a buca perché il circolo votò Malgieri, non senza dissidi e lacerazioni. Ricordo che le ingerenze provinciali e dell’attuale commissario non furono tanto velate in suo favore”.

La strategia di ricatto al sindaco, secondo Fuschini, si sarebbe concretizzata con la nomina del commissario Verrillo, cugino del consigliere, dopo le dimissioni del presidente Malgieri. Nomina che è stata comunicata attraverso la stampa, ricorda l’assessore. Aspetto, questo, che gli consente una stoccata: “Del buonsenso a cui qualcuno si erge a paladino, non ve n’è traccia – dichiara - nonostante le mie dimissioni dal gruppo consiliare siano state formalmente comunicate al presidente provinciale”.

Nell’affrontare questo specifico aspetto della questione, il componente della giunta Capasso, riferisce: “Non mi aspettavo un plauso verso la mia posizione, ma che si aprisse un dibattito interno con i vertici e, soprattutto, con gli iscritti. Invece l’obiettivo che si voleva perseguire non era il coinvolgimento della base, ma l’ottenimento di un nuovo assessorato non al partito ma alla persona. Ritengo che se questo avverrà, il presidente provinciale e il commissario in carica si guarderanno bene dal riunire gli iscritti perché il nome è già dato, ovviamente dimenticandosi che esiste anche il consigliere Tommaselli che per quanto sta dando all’amministrazione meriterebbe la nomina in giunta.

Non ero d’accordo sulla costituzione di un gruppo autonomo – insiste - perché, questo, in una lista civica, poteva comportare attriti con gli altri amici della maggioranza che non si riconoscono nel centrodestra: trattatasi di una questione di bon ton sulla quale, però, ho dovuto fare retromarcia per un diktat del partito: se non avessi aderito ero fuori dallo stesso”. Il gruppo consiliare, poi, e il partito, secondo l’assessore, non si sarebbero mai occupati delle vicende amministrative, né avrebbero tentato di portare il loro contributo in termini di idee e di proposte per discuterlo con gli alleati. “Negli ultimi tre mesi – precisa - su questioni che interessano il vivere quotidiano dei cittadini, ho più volte sollecitato il gruppo a prendere posizioni, ma più volte mi è stato risposto che queste erano questioni personali.

Oggi, pubblicamente mi chiedo: in che si sostanzia l’operato di un partito se non in quello di indirizzare la politica dell’amministrazione?” Infine i suoi rapporti con An. “Oggi il mio contributo – dichiara - lo porto direttamente all’interno del gruppo “Per Telese per il Sannio”, restituendo la tessera al partito che ritiene, nell’economia globale, di perdere un consigliere che è stato il quarto tra gli eletti. Chi ha voluto fare della becera speculazione politica resterà a bocca asciutta perché checché ne voglia dire il commissario Verrillo in questo partito a Telese sono gli uomini che restano ma il partito passa, anche quando i risultati elettorali non li vedono premiati”.

 

 

 

     

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