12 novembre 2006
Telese, ex mulino: il trionfo della barbarie
Giovanni Forgione

 

 

L'affare Nardone-D'Occhio-Mulino

 

Sulla questione ex-mulino da riadattare a scuola si è toccato il fondo! E' innegabile che molti cittadini avvertono la sensazione di non essere affatto rappresentati dai propri eletti. Questa percezione è diventata una certezza con il "l'affare Nardone-D'Occhio-Mulino". Il presidente della provincia, in barba ad ogni logica civile, se ne infischia della volontà dei cittadini, dei genitori e degli studenti, degli insegnanti, e addirittura dello stesso consiglio provinciale che lui presiede.

 

L'assemblea provinciale ha mostrato in più occasioni parere negativo verso l'acquisto del mulino. Nardone non accetta questo verdetto e vorrebbe concludere "l'affare" anche per dimostrare che la sovranità del consiglio è nulla di fronte a palesi interessi privati. E' come se al novantesimo di una partita di calcio chi sta perdendo chiede di continuare ad oltranza fino a quando il risultato non cambia in proprio favore. Ogni valore civile e democratico di giustizia viene inesorabilmente soppiantato dalla barbarie.

 

Il presidente Nardone ha minacciato di sciogliere il consiglio provinciale per verificare se può ancora godere della fiducia dei consiglieri. Forse sarebbe stato meglio rinunciare al mandato e lasciare il posto a qualcuno che rappresenti realmente la volontà dei cittadini e degli stessi consiglieri di maggioranza. Allo stato attuale io cittadino non mi sento affatto rappresentato da un politico che vuole seguire solo il proprio istinto e cerca di imporre, senza alcun metodo democratico, una soluzione unica e sola: l'acquisto del mulino! Questo caso, lascia sconcertati e getta ombre sull'opera amministrativa del presidente della provincia.

 

Nardone ha osteggiato, anche pubblicamente, qualsiasi altra proposta. Ha bacchettato pubblicamente i propri consiglieri provinciali, rei di essere scesi in campo ad ispezionare il vecchio rudere del mulino. Azioni da despota che non si addicono ad un presidente di consiglio provinciale che, al contrario, dovrebbe dare sfoggio di saggezza e di rispetto dei miliardi che gli elettori gli hanno messo in mano.

 

Esistono soluzioni molto più convenienti e molto più soddisfacenti, e sia il presidente Nardone che i consiglieri della giunta provinciale ne sono sicuramente a conoscenza. Ad esempio, a Faicchio, in soli due anni e con soli 2 miliardi (di vecchie lire), si è costruito ex novo L'Istituto Tecnico per il Turismo che è bellissimo, grandissimo ed a norma per tutte le leggi vigenti in materia di sicurezza. C'è da restare allibiti per come Nardone voglia spendere più del doppio per "arrangiarsi" con una soluzione peggiore.

 

Perché spendere 8/9 miliardi, di vecchie lire, per acquistare un vecchio rudere palesemente inadatto? Sull'immobile c'è la necessità di attuare numerosissime opere di adattamento che comporterebbero tempi lunghissimi per l'adeguamento.  Personalmente a chi sperpera danaro pubblico in modo così sconcio, non affiderei nemmeno l'amministrazione delle crocchette del mio cane. Eppure, Nardone, di fatto, amministra me e tutte le risorse economiche della provincia in cui risiedo.

 

 

Ecco il riepilogo degli eventi che hanno caratterizzato lo sconcertante

"affare Nardone-D'Occhio-Mulino".

 

Nardone: presidente del consiglio provinciale di Benevento.

D'Occhio: sindaco nell'ultimo ventennio a Telese Terme ed ora assessore ai lavori pubblici, proprietario del mulino da vendere alla provincia per 8 miliardi di vecchie lire.

Ex mulino: vecchio rudere, ricco di antenne per telefonia mobile, costruito "sopra" il torrente Grassano, e su zona di demanio pubblico, in zona archeologica, senza adeguato ingresso per pullman, accanto a una centrale elettrica, direttamente sulla strada più trafficata di Telese, con la costante presenza all'ingresso della coda di auto del vicino semaforo. Incaricati di enti pubblici interessati all'acquisto dell'immobile, dopo aver ispezionato il mulino, lo hanno dichiarato non idoneo per ospitare i loro uffici.

 

Nel gennaio 2006, grande enfasi viene data alla "spontanea protesta" degli studenti del Liceo telesino, (guidati dal sindaco telesino Capasso e dal vice Caporaso) che vengono ricevuti dal presidente Nardone il quale assicura che in un breve lasso di tempo, si provvederà alla realizzazione di una sede più idonea. Il giorno successivo alla protesta, l'amministratore Nardone rende noto che il nuovo polo scolastico "si farà" nell'ex mulino Capasso & Romano. Qualche giorno dopo l'assessore provinciale Grimaldi, assessore al patrimonio ed edilizia scolastica, smentisce il proprio presidente Nardone: «Stiamo valutando tre possibilità». Pochi giorni dopo Grimaldi, chissà per quale sconosciuto arcano, inesorabilmente ritratta.

 

La polemica cresce nella privavera-estate del 2006 fino a rendere necessario un sopralluogo dei consiglieri provinciali. Nella dichiarazione del consigliere Gagliardi le risultanze della visita: “Il sopralluogo effettuato giovedì scorso ha confermato ulteriormente il convincimento che l'immobile prescelto è inadeguato alla realizzazione di un polo scolastico di eccellenza. Si trova su una strada statale a scorrimento veloce, dunque pericolosa, vicino al commissariato di polizia e alla Torre longobarda, sito di interesse storico – archeologico. Nei pressi sorge anche una centrale elettrica. Ma soprattutto – aggiunge Gagliardi – non bisogna dimenticare che siamo in zona fortemente sismica e che sotto l'immobile scorre il Grassano, per cui occorrerebbero somme consistenti.

 

Dal giorno del sopralluogo dei consiglieri provinciali e fino alla data odierna, c'è un susseguirsi di proteste di cittadini, studenti, insegnanti e politici per scongiurare l'acquisto del mulino. Nel tentativo di contrastare la volontà plebiscitaria della popolazione, Nardone si è anche reso protagonista di una gravissima scorrettezza: una bugia pubblica; dichiara sulle pagine de Il Sannio Quotidiano di aver ricevuto "una richiesta del preside per presentare agli allievi, ai docenti, al personale non docente e ai genitori il progetto elaborato dagli Uffici per la ristrutturazione dell'ex Molino".

 

La preside, Assunta Fiengo, il giorno dopo, dichiara di non aver mai chiesto di conoscere progetto legato al Mulino. Ha semplicemente chiesto, all'ufficio provinciale, una struttura idonea per il Liceo diversa da quella attuale. Che figura! E pensare che Nardone con la sua faccia va a rappresentare il Sannio nel mondo!

 

Il 20 settembre sul caso "Nardone-mulino" viene richiesto l'intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Tommaso Sodano.

 

 

Si parla di polo scolastico di eccellenza! Che parolone! Con la scuola nel mulino altro che eccellenza! Si dovrà penare per parlare di polo scolastico della mediocrità.

 

Senza entrare nei dettagli sull'adattamento pasticciato delle aule, esempio lampante è l'assenza della palestra, fulcro di una comunità scolastica. Gli studenti, nell'ora di attività motoria dovrebbero attraversare la strada trafficatissima per recarsi ad una palestra distante 20 minuti di cammino. Con l'andata ed il ritorno l'ora è bella che saltata ed i vantaggi di una sana attività psicofisica completamente annullati. Senza una adeguata cura del corpo, anche gli insegnamenti fanno fatica ad entrare nella mente; lo dicevano anche gli antichi. Ma cosa gliene frega a Nardone del benessere degli studenti?  Il presidente della provincia ha evidenziato, in questo caso, di amminstrare in direzione opposta rispetto alle esigenze degli utenti.

 

In questo clima di barbarie, arroganza, testardaggine, pessima amministrazione, il presidente Nardone, nonostante l'opposta volontà dei cittadini e del consiglio provinciale, insiste ed organizza per il giorno martedì 14 novembre (alle ore 17:00 al palazzo dei congressi di Telese Terme) la presentazione della "proposta progettuale" per spiegare che l'acquisto del rudere con miliardi (di vecchie lire) pubblici è cosa buona e giusta, quasi un opera pia.

 

E' motivo di grande gioia sapere che la popolazione si sta già mobilitando per farsi trovare al di fuori del palazzo dei congressi e per avere diritto alla parola nel pacchetto preconfezionato della presentazione.

Comunque vada "l'affare Nardone-D'Occhio-Mulino", la sola proposta dell'acquisto del mulino è già segno di palese inciviltà. Mi auguro un futuro migliore, con una classe politica più attenta e meno sfacciata.

 

     

 Valle Telesina


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