2 agosto 2006
Telese, mulino: salta l’acquisto, scoppia la polemica
fonti varie

 

 

da Il Mattino  -  01/08/2006

Mulino: salta l’acquisto, scoppia la polemica

Consiglio provinciale, non va in porto l’acquisto del mulino in disuso a Telese per adibirlo a polo scolastico.

E alla Provincia torna a tirare aria di crisi: ieri pomeriggio il presidente Nardone, proprio in considerazione di quanto emerso in Consiglio, ha inviato una lettera ai partiti della maggioranza. Nella nota, il presidente, preso atto della stato di lacerazione e di crisi nei rapporti tra i partiti della maggioranza e tra la maggioranza medesima, la Giunta e lo stesso presidente, ha chiesto l’apertura di una verifica politica da svolgersi in tempi brevissimi.

 

Ma partiamo dalla seduta di ieri mattina. Dopo una lunga riunione a porte chiuse dei capigruppo i consiglieri si sono ritrovati in aula in dieci: troppo pochi per varare l’operazione, intorno alla quale nei giorni scorsi si era già creato un clima di polemica. In proposito Nardone, a inizio dei lavori, ha anche preannunciato azioni in sede giudiziaria nei confronti di chi ha messo in dubbio la correttezza dell’operato dell’Ufficio Tecnico della Rocca: «Il rispetto della legalità – ha detto – è stata ed resta la chiave interpretativa dell’azione di governo di questa Provincia». Alla movimentata seduta erano presenti anche cittadini ed esponenti politici di Telese, e il deputato di Rifondazione Francesco Caruso. E Rifondazione, con una nota della segreteria provinciale, ha manifestato la propria soddisfazione per l’accaduto, senza lesinare critiche al numero uno della Rocca: «La mancata approvazione dell’acquisto dell’ex molino Capasso & Romano è una buona notizia per quanti credono nella programmazione politica e nelle istituzioni. Purtroppo il presidente Nardone ancora non coglie il senso e lo spirito di una mobilitazione territoriale che ha coinvolto non solo i partiti ma la gente comune, gli studenti, gli insegnanti, il personale Ata. La comunità telesina si è mobilitata contro un’ipotesi irrazionale e incomprensibile, per i motivi evidenziati negli ultimi mesi».

Quanto all’immobile al centro della vicenda, Rifondazione plaude al sopralluogo effettuato dall’assessore Grimaldi e da alcuni dei consiglieri della Commissione provinciale Lavori pubblici: «È stato proprio quel sopralluogo a far capire qual è il rale stato delle cose. Al punto che sorge il dubbio che Nardone quell’immobile non lo veda da tempo. Tra l’altro nell’occasione si è potuto constatare che nell’immobile sono in corso dei lavori di ristrutturazione di cui nessuno sa nulla: né il Comune di Telese (secondo cui si tratta di semplici pulizie), né i vigili urbani, né i Consiglieri comunali. Non esiste nemmeno la tabella di cantiere. Sarebbe bello che Nardone consentisse ai cittadini, agli studenti, agli insegnanti di visitare il luogo che vorrebbe far diventare il ”nuovo” liceo, per poi ascoltare la loro opinione».

In definitiva, secondo Prc, «bisogna ripensare l’intervento, partendo dall'obiettivo comune di dare una struttura degna e funzionale al liceo, che deve rimanere a Telese».

m.s.p.


da Il Sannio Quotidiano -  01-08-2006

Un mulino fa tremare la Rocca

Nuova spaccatura ieri in Consiglio provinciale sulla delocalizzazione del Liceo Scientifico di Telese. Nardone chiede la verifica

Il Presidente: «Basta ingiurie, ora partono le querele». Rifondazione: «Anzichè minacciare, pensi a dialogare»

Che sia Telese il capolinea del centrosinistra alla Provincia? E' ancora presto per dirlo ma certamente la situazione si è fatta incandescente alla Rocca dei Rettori, dopo la infruttuosa seduta di Consiglio di ieri mattina e la immediata richiesta di verifica politica formulata dal presidente Nardone. Casus belli all'interno del centrosinistra è il progetto di delocalizzazione del Liceo Scientifico di Telese Terme nell'ex mulino 'Capasso e Romano', nella stessa cittadina termale.

Dopo la clamorosa spaccatura verificatasi in Consiglio qualche giorno fa, ieri la maggioranza è riuscita a fare addirittura peggio: seduta sciolta dopo pochi minuti per mancanza del numero legale. Determinanti anche in questo frangente le assenze dei consiglieri diessini e dell'Udeur, che hanno abbandonato l'aula nel momento topico della riunione, alla ripresa dopo la pausa chiesta dal riformista Lamparelli. Un lungo briefing che avrebbe dovuto uniformare le opinioni all'interno della maggioranza e che invece ha palesato ancora una volta le distanze esistenti tra le forze del centrosinistra. Al rientro in aula, tra i banchi non c'erano i due consiglieri diessini che avevano risposto presente all'appello iniziale, Francesco Gagliardi e Nicola Damiano, e il capogruppo udeurrino, Mario Borrelli. Assenze pesantissime, del resto già verificatesi nella seduta del 10 luglio, che confermano la frattura esistente nella maggioranza e all'interno delle stesse forze che la compongono.

“Presidente, è arrivato il momento che si dimetta”, ha detto senza mezzi termini Spartico Capocefalo al presidente Carmine Nardone. “Non ha più una maggioranza – ha argomentato il consigliere indipendente, da sempre vicino a Nardone - e il suo stesso gruppo non la segue”. Capocefalo ha inoltre evidenziato la contraddittorietà della condotta dei Ds e dell'Udeur, ricordando la delibera di Giunta provinciale del 13 gennaio, varata all'unanimità dagli assessori, con la quale si ratificava il protocollo d'intesa tra Provincia e Comune di Telese.

Inviti alla “riflessione” sono giunti anche dai consiglieri di minoranza: “Va stigmatizzato – denuncia il capogruppo di Forza Italia, Lucio Rubano - il comportamento poco decoroso e rispettoso del Consiglio tenuto dai rappresentanti dell'Udeur e dei Ds. Dopo la sospensione, infatti, non hanno avuto il coraggio di venire a esporre le proprie posizioni in aula e di assumersi le loro responsabilità. E' il segno che questa maggioranza, malgrado abbia conseguito oltre il 70 per cento dei consensi alle elezioni, non è in grado di governare e di affrancarsi dai 'ricatti' posti da qualche singolo esponente o da qualche associazione. E non si può assolutamente tollerare – ha aggiunto il forzista – che si accenni impunemente ad affari e interessi poco chiari dietro l'operazione. Chi fa simili affermazioni dovrebbe avere il coraggio di argomentarle e, se il caso, rivolgersi alle autorità competenti”.

E non a caso il presidente Nardone nel suo intervento ha annunciato “la tutela in sede giudiziaria dell'onorabilità dei funzionari pubblici, ingiuriati in maniera del tutto ingiustificata. Il rispetto della legalità – ha aggiunto Nardone – è stato e resta la chiave interpretativa dell'azione di governo di questa Provincia”. Presente nel pubblico anche il parlamentare eletto nelle liste di Rifondazione Comunista, Francesco Caruso. La questione sta particolarmente a cuore ai bertinottiani sanniti, che sulla questione avevano già minacciato di togliere il proprio sostegno a Nardone.

“Il Presidente Nardone – si legge nella nota diramata ieri dalla Federazione provinciale - minaccia querele contro chi si è mobilitato per far comprendere l'irrazionalità delle scelte che si apprestava a far votare dal Consiglio provinciale: come mai non si chiede perché la sua ostinata volontà non convince la maggioranza?La mancata approvazione dell'acquisto dell'ex molino Capasso & Romano è una buona notizia per quanti credono nella programmazione politica e nelle istituzioni. Purtroppo il Presidente Nardone ancora non coglie il senso e lo spirito di una mobilitazione territoriale che ha coinvolto non solo i partiti organizzati ma la gente comune, gli studenti, gli insegnanti, il personale ATA. Il Presidente ha perfino giudicato “inopportuno” il sopralluogo effettuato dall'assessore Grimaldi e da alcuni dei consiglieri che compongono la Commissione provinciale Lavori pubblici. Eppure è stato proprio quel sopralluogo a far capire qual è il reale stato delle cose ed è stata anche l'occasione perché i consiglieri provinciali constatassero che nell'immobile sono in corso dei lavori di ristrutturazione di cui nessuno sa nulla: né il Comune di Telese (secondo cui si tratta di semplici pulizie), né i vigili urbani, né i consiglieri comunali. Non esiste nemmeno la tabella di cantiere. Sarebbe bello – aggiungono i bertinottiani - che Nardone consentisse ai cittadini, agli studenti, agli insegnanti di visitare il luogo che vorrebbe far diventare il “nuovo” liceo, per poi ascoltare la loro opinione”.

Piena solidarietà a Nardone giunge dal leader provinciale della Margherita, il coordinatore Mario Pepe: “Condivido lo sfogo del Presidente. Si appalesa chiaro un tentativo di destabilizzare l'Amministrazione al quale siamo fermamente contrari perchè bisogna completare un disegno programmatico – strategico e rilanciare le questioni vere che sono sul territorio. Occorre fare una verifica rigorosa e chiara – aggiunge Pepe – finalizzata non a chiudere ma, al contrario, a rilanciare l'Amministrazione guidata dal Presidente Nardone”.


da Il denaro.it  -  1-08-2006

http://www.denaro.it/go/a/_articolo.qws?recID=246949  

Polo scolastico di Telese Terme: maggioranza consiliare spaccata Consiglio provinciale, si sfiora di nuovo la crisi: la seduta viene sospesa per mancanza di numero legale e quindi viene rimandata la discussione sull’acquisto del mulino di Telese Terme da adibire a liceo.

di Margherita Merone

Fumata nera al Consiglio provinciale sull’acquisto di un mulino in disuso in Telese Terme al fine di adibirlo, dopo la necessaria ristrutturazione, a polo scolastico. L’argomento ha di fatto bloccato la seduta dell’Assemblea: dopo una lunga riunione di capigruppo a porte chiuse, la seduta è andata deserta per mancanza di numero legale, e alla conta da parte del segretario generale i presenti tra i banchi della Sala consiliare risultano solo dieci, mentre gli assenti quindici.

E’ la seconda volta che si verifica l’impasse della maggioranza sullo stesso argomento: già nel corso dello scorso Consiglio, infatti, i gruppi Ds e Udeur avevano votato a favore del rinvio della discussione, quindi contro l’indicazione del presidente diessino Carmine Nardone e del vice presidente udeurrino Pasquale Grimaldi , che avevano corso il rischio di far passare la proposta con il sostegno delle minoranze. Pericolo scongiurato solo in extremis, con l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di centro-sinistra. In merito alla questione,

Rifondazione sostiene da tempo che l’acquisto dell’ex molino di Telese rappresenta una scelta irrazionale per l’ubicazione della struttura ed eccessivamente onerosa per la Provincia, proponendone una alternativa.

La vicenda rischia di avere, oltre che ovvi contraccolpi politici, anche ripercussioni legali perché il presidente della Provincia Carmine Nardone si è espresso, ad apertura dei lavori, con durezza nei confronti di chi nei giorni scorsi ha messo in dubbio sulla stampa e in riunioni pubbliche la correttezza dell’operato dell’Ufficio Tecnico sulla questione ed ha annunciato la tutela in sede giudiziaria dell’onorabilità dei funzionari pubblici, ingiuriati in maniera del tutto ingiustificata, secondo il presidente. “Il rispetto della legalità , precisa Nardone, è stata ed resta la chiave interpretativa dell’azione di governo di questa Provincia”.

La seduta, cominciata alla presenza di alcuni cittadini ed esponenti politici di Telese Terme, nonché del deputato del Prc Francesco Caruso, è stata subito sospesa su richiesta del Consigliere Giuseppe Lamparelli per una riunione dei capigruppo, allargata anche ai consiglieri, al fine di verificare le possibilità di una chiarificazione sulla vicenda; la richiesta, pur respinta dal Consigliere Lucio Rubano, secondo il quale il Consiglio non poteva essere ostaggio delle decisioni prese da due segreterie politiche, si è regolarmente svolta, ma non ha dato esiti positivi.

Al termine della riunione, infatti, non si è raggiunta una intesa politica tale da rendere possibile continuare la discussione in Aula e, di conseguenza, è venuto a mancare il numero richiesto dalla legge per la validità della seduta.

 

     

 Valle Telesina


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