Tra Rifondazione comunista e Nardone è rottura
totale, determinata del tentativo di acquisto
dell'ex mulino Capasso e Romano a Telese Terme.
Al punto che, per rendere ancor più chiara ed
evidente la distanza che separa il partito del
presidente della Camera dal presidente della
Provincia, Gianluca Aceto ha rassegnato le
dimissioni dal Distretto industriale di Sant'Agata
dei Goti, una decisione maturata «essendo venuto
meno il rapporto fiduciario per il quale Ella mi
aveva nominato», scrive l'ex segretario di
Rifondazione, oggi consigliere a Telese.
Per sancire la rottura, il Prc ha chiamato alla
conferenza stampa il capogruppo in consiglio
regionale, Vito Nocera, oltre che i dirigenti
Giuseppe Addabbo e Alfonso Grillo. La
contestazione all'indirizzo di Nardone trae
origine, come noto, dalla delibera di Giunta
provinciale laddove si richiama il protocollo di
intesa stipulato tra la Provincia di Benevento e
il Comune di Telese Terme, per realizzare un
polo scolastico per le scuole medie superiori e
un centro di eccellenza per i servizi di
formazione e innovazione.
Nel predetto protocollo veniva richiamato lo
studio “Sannio Network”, redatto dal Parco
Scientifico e Tecnologico di Salerno, in cui
venivano individuati due impianti industriali
dismessi da poter riutilizzare per la
realizzazione delle due strutture. Dopo le
divisioni che hanno interessato la maggioranza
di centrosinistra in consiglio, con i Ds e l'Udeur
schierati contro l'idea sponsorizzata dai
maggiori rappresentanti di questi due partiti
alla Rocca, il presidente Nardone ed il vice
Grimaldi, ora il senatore di Rifondazione,
Tommaso Sodano, ha presentato una interrogazione
parlamentare, le cui motivazioni sono state
sintetizzate da Aceto.
Alla base dell’iter procedurale non esiste alcun
bando o avviso pubblico; l'ex mulino
industriale, denominato “Capasso & Romano”,
verso cui, dopo l’istruttoria
tecnico-finanziaria, la Provincia ha orientato
la propria scelta, è in buona parte fatiscente e
sul tetto sono localizzati numerosi ripetitori
per la telefonia mobile; in riferimento alla
regolarità contabile della proposta, la delibera
di cui trattasi è priva della firma del
Dirigente del Settore finanze; il presidente non
ha inteso prendere in considerazioni delle
proposte alternative sicuramente più adatte, ha
rilevato poi Aceto.
Il
quale ha rimarcato pure l'indiscutibile
conflitto di interessi riguardante l'ex sindaco,
ora assessore, Pino D'Occhio, che risulterebbe
tra i proprietari dell'ex mulino. Tutto questo,
secondo Nocera, altro non è se non
«un'operazione ingiustificabile» da parte di
Nardone, «un modo di governare che Rifondazione
non può condividere, ma in questa battaglia, che
è di tipo politico e non personale, non siamo
soli, al punto che il presidente sta rischiando
di rompere con gli alleati». |