Sannio: Ds e Udeur sconfessano presidente e
assessore
Clamoroso alla Provincia: Ds e Udeur sconfessano
Nardone e Grimaldi, presidente e assessore alla
Pubblica istruzione appartenenti, il primo, alla
Quercia, il secondo al Campanile.
L’ennesima querelle insorta alla Rocca è stata
innescata dalla proposta di acquisto di un
immobile da destinare a sede di istituti
scolastici a Telese, liceo scientifico e
classico. L’attuale sede è stata dichiarata
inidonea, vi sono problemi di sicurezza, non
potendosi rispettare la legge 626. C’è bisogno,
pertanto, di recuperare 20 aule, obiettivo
concretizzabile con l’acquisto dell’ex mulino
Capasso e Romano, come hanno spiegato sia il
presidente Nardone che l’assessore Grimaldi,
visto che si diventerebbe proprietari di una
superficie coperta di 2000 metri quadrati ed
altri 3000 sarebbero riservati ai parcheggi.
La
minoranza è convinta dalle relazioni tenute dal
presidente e dall’assessore, ma non la
maggioranza o, quantomeno, non tutta. Sono
proprio i Ds a sollevare dubbi e perplessità, in
primis il partito del presidente. Forse intuendo
la buriana, un paio di consiglieri hanno già
lasciato l’aula (Bosco e Bozzi), la parola a
Francesco Gagliardi. «L’immobile di cui si
propone l’acquisto - afferma il consigliere
della Quercia - affaccia su una strada
nazionale, molto trafficata e con marciapiedi
strettissimi. Di fronte, poi, c’è il
commissariato di polizia, in casi di emergenza
qualche pericolo le volanti delle forze
dell’ordine potrebbero procurarlo. Ma non è
tutto. A mio avviso, l’area destinata a
parcheggi è insufficiente ed, inoltre, nella
parte inferiore c’è il torrente Grassano ad
essere fonte di ulteriori insidie, per non
parlare dell’adiacente centrale elettrica e
relativo rischio di elettrosmog, oltre a dover
considerare i vincoli apposti dalla
Soprintwendenza alla vicina Torre longobarda».
Insomma, tutte queste motivazioni potrebbero
giustificare un breve rinvio di quattro giorni,
proposta sponsorizzata pure dalle sezioni
telesine di Ds e Rifondazione. Ma Nardone e
Grimaldi non sono d’accordo, gatantiscono che è
tutto a posto, essendo state effettuate tutte le
verifiche necessarie. Gagliardi formalizza la
proposta di rinvio, il capogruppo uduerrino
Borrelli si associa, destando non poca
meraviglia poiché è la prima volta che non è in
sintonia con Nardone. Si vota: 13 si dichiarano
contro il rinvio, appena 8 quelli a favore (6
dell’Udeur); si spaccano gli stessi gruppi della
Quercia e del Campanile in quanto Nicola Damiano
vota contro lo slittamento e pure Donato
Agostinelli. A questo punto, diessini ed
udeurrini se la squagliano, ma il numero legale
c’è ancora, in aula vi sono 13 consiglieri,
tutti favorevoli all’acquisto. Il centrosinistra
è sull’orlo del baratro: se Nardone accetta che
l’argomento passi con il voto più che
determinante delle minoranze, si aprirebbe una
questione politica difficile da sanare. Sono gli
uomini della Margherita a trarre d’impaccio la
coalizione, qualche consigliere diellino
sgaiattola fuori facendo venir meno il numero
legale: il centrosinistra, almeno
apparentemente, è salvo. Se la cava con un’altra
figuraccia. |