22 novembre 2006
Telese, liceo: i ragazzi con il fischietto
Giovanni Malgieri

 

 

Riflessioni di un genitore e di un libero cittadino

I RAGAZZI CON IL FISCHIETTO (…una settimana dopo)

Erano lì, all’ingresso del palazzo dei congressi, armati di striscioni, fischietti, salterelli e del loro entusiasmo giovanile, orgogliosi di difendere autonomamente un loro diritto ad una scuola vivibile, moderna, sicura, condivisibile, ben strutturata per le attività educative, all’avanguardia, competitiva. Non una parolaccia, non un’offesa, non odio, ma voglia di manifestare, un senso di libertà. Erano i nostri figli (lo dico con un pizzico di orgoglio). E’ arrivato il Presidente. Sovrastava tutti in altezza e imponenza. Non era contrariato o dispiaciuto per l’accoglienza. Si è fermato una decina di minuti in silenzio a guardarli, ad ascoltare i fischi e gli slogan, forse ne è stato anche compiaciuto, forse si è ricordato di essere un uomo di sinistra, si è ricordato della sua giovinezza, di quando era più ingenuo e idealista.

I ragazzi hanno insistito per avere un confronto, per esporre le loro idee e perplessità. Alla fine ha ceduto, ha stravolto il programma della serata. Forse ha pensato che un confronto avrebbe dato un senso democratico all’incontro, oppure ha pensato di essere più forte di loro e di poterli facilmente dominare con la sua esperienza di consumato politico. L’ho apprezzato. Ha parlato per  prima. Ha detto delle cose importanti, ma più importanti ancora sono le cose che non ha detto. Ha detto che nel 1999 avevano i soldi per costruire a Telese una scuola di eccellenza, ma non ha detto che non si è potuta realizzare perché l’amministrazione comunale telesina  non ha mai individuato un suolo adeguato per al sua realizzazione. Ha detto che non ci sono soldi, ma non ha detto da quale cilindro magico usciranno allora gli 8 milioni di euro, di cui ha annunciato la disponibilità in un comunicato stampa, per adattare a scuola il Molino Capasso- Romano.   Ha detto che a decidere compete solo all’amministrazione provinciale e comunale, ma non ha detto allora che scopo avesse quell’incontro con la cittadinanza, non veniva allora a proporre qualcosa per chiedere se veniva accettata o rifiutata.  Non mi è sembrata molto democratica questa frase, ma sul senso di democrazia percepita, imperfetta, incerta e tradita ci tornerò in prosieguo.  Ha detto che i tecnici della provincia hanno lavorato molto intorno a questo progetto del  Molino Capasso-Romano, ma non ha detto che i tecnici sono pagati per questo e che il loro compito era di trovare soluzioni tecniche solo per il mulino. La rappresentazione è continuata con  la visione di 3 minuti di un video che ci proponeva   4  fotografie del mulino e 4 piante dello stesso. Poi ha parlato un rappresentante degli studenti. Non aveva la cravatta, non avrà parlato in politichese, era emozionato, ma le cose le ha dette con  spontaneità. Ha concluso logicamente dicendo che gli studenti sarebbero stati costretti allo sciopero in mancanza di risposte adeguate alle loro richieste, ma questo forse non importava a nessuno dei politici. Per i partiti politici, DS e PRC hanno detto di avere dei progetti già pronti per la costruzione di una cittadella scolastica ex novo (forse varrebbe la pena di prenderli in considerazione).

Gli altri interventi dalla platea sono stati tutti contro la proposta progettuale del mulino tranne una, ma era di facciata.

Il presidente Nardone, infine, ha concluso non apportando nessuna novità alle sue convinzioni ed ha avuto una reazione esagerata ad una voce che lo ha interrotto dal fondo della sala, ho temuto per le sue coronarie. Volevo sottolineare l’intervento del vice-presidente Grimaldi, che ha cercato di smontare le critiche al loro progetto dicendo che per legge per la scuola pensata dai DS con 40 aule ci vorrebbero 23.800 mq di suolo, mentre loro potrebbero offrire ben 51 aule nel mulino senza altro spazio annesso, essendo una ristrutturazione, al chè uno studente gli ha chiesto per 51 aule quanto suolo sarebbe necessario. E lui non ha colto o non ha voluto cogliere il senso della domanda. Se la norma  dispone che per una scuola moderna, efficiente, sicura, provvista di tutti i requisiti con 40 aule c’è bisogno di 23.800 mq (cosa da verificare, visto che Grimaldi non è un tecnico), una scuola costruita in uno spazio angusto non avrà allora tutte le caratteristiche che la norma prescrive per una moderna scuola: è una situazione arrangiata, nonostante vengano investiti ben 8 milioni di nostri euro.

Sabato scorso i fischietti si sono fatti sentire ancora, ma non sono stati ascoltati dalle stanze del potere, perché era già tutto deciso. Il giorno prima era stato già detto di trasferire le classi del Liceo Classico al Mulino nel più breve tempo possibile. Mi sembra un copione già scritto da tempo.  Questo è un esempio di democrazia tradita.

Democrazia... è stata la frase più ripetuta durante la serata di martedì  e anche successivamente. Ognuno ha cercato di farsi maestro di democrazia. La nostra è una democrazia imperfetta. Il nostro sistema democratico è di tipo rappresentativo. Chi viene eletto dovrebbe farsi carico  di rappresentare le esigenze, gli interessi, le necessità dei suoi elettori. Purtroppo questo non succede sempre, anzi chi viene eletto (e di solito il voto  viene dato per clientelismo, parentele, amicizie, disciplina di partito, convenienze personali, situazioni contingenti, simpatia personale e più raramente per opinione convinta) molto spesso rappresenta i soli suoi interessi e convincimenti, non rispettando la volontà degli elettori.

Nessuno può dare lezioni di democrazia alla spontaneità, agli incontaminati entusiasmi, alla sete di giustizia, agli ideali di vedere riconosciuti i propri diritti . Non è segno di inciviltà rappresentare il proprio dissenso con il fischietto, cercare di fare ascoltare il proprio pensiero, anzi penso che sia una conquista democratica, sicuramente non era possibile nell’era fascista e nei regimi comunisti dell’est, inoltre con la contestazione pacifica proprio in alcune nazioni dell’est si è riusciti a conquistare la democrazia. I ragazzi con il fischietto si sono guadagnati la possibilità di essere ascoltati e tutti coloro che vogliono dare lezioni di democrazia dovrebbero ascoltarli. Ognuno dovrebbe avere un fischietto per esprimere la propria voglia di democrazia.

Il pericolo è che i ragazzi lasciati soli  sono facile preda di critiche pretestuose: sono ragazzate, non vogliono andare a scuola, sono strumentalizzati dai partiti politici, ogni anno prima di Natale fanno sciopero per allungare le vacanze natalizie. Bisogna fare, però, molta attenzione a pulirsi le mani  sul candore dei nostri figli, perché la società degli uomini onesti, di quelli che rispondono solo alla propria coscienza, potrebbe un giorno svegliarsi dal comodo torpore in cui si è rifugiata timorosa di contrariare i potenti (democrazia incerta) e chiedersi:

Quousque tandem abutere patientia nostra?’ (Cicerone, Cat. 1,1).

Telese, città viva, in espansione,  merita una scuola moderna, all’avanguardia,  che abbia tutte le caratteristiche possibili per offrire ai nostri figli il meglio, perché dobbiamo accontentarci di una soluzione pasticciata ed inadeguata?

E’ tanto illogico chiedere di spendere questi 8 milioni di euro (soldi nostri) nella costruzione di una cittadella scolastica al di fuori del caos cittadino, con ampi necessari spazi di vivibilità ed opportunità  didattiche confacenti le esigenze del loro futuro (sala computer, palestra, auditorium, biblioteca, sala di musica, laboratorio linguistico, teatrale,  ecc…)?

I palazzinari trovano il suolo per costruire dappertutto, continuamente, e gli organismi competenti in 7 anni non sono riusciti a trovare uno spazio necessario per un’opera di fondamentale utilità?

L’ubicazione del liceo non è un problema solo dei ragazzi e della scuola, è un problema sociale, un problema di coscienza civile che investe i cittadini di Telese Terme e della valle telesina e che peserà gravemente sugli anni a venire.

Per concludere voglio rappresentare brevemente due proposte che già ho espresso in altre occasioni: la difficoltà in cui versa la scuola dell’obbligo, ormai al limite per il sovraffollamento, e non solo, e che potrebbe trovare spazio nella cittadella scolastica (argomento di competenza comunale);

l’utilizzazione del molino Capasso – Romano (opera di pregevole imponenza e che appartiene alla storia di Telese, posto in vicinanza della torre campanaria di epoca altomedievale)  come sito museale di reperti archeologici, arte contadina, artigianato locale, importante per uno sviluppo culturale, turistico ed economico della cittadina, risparmiando i soldi per la ristrutturazione, che porterebbe oltretutto alla sua deturpazione.

 

     

 Valle Telesina


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