26 novembre 2006
Telese, edilizia scolastica assente da 20 anni
Ezio Esposito

 

 

Le cellette, dove le api depositano il miele, sono così unite che a voler elucubrare su una sola di esse porterebbe inevitabilmente a considerare tutto l’alveare. Forse l’esempio non calza a quanto si dirà in seguito ma con un po’ di fantasia… anche gli avvenimenti umani, racchiusi in un certo periodo storico, presi uno per uno, possono dare un quadro dell’insieme.

 

Partendo dalla cronaca di questi giorni, inerente l’ex mulino Capasso&Romano, facciamo un passo indietro nel tempo…

 

L’edilizia scolastica pubblica, in Telese, risale agli anni ’50 quando la popolazione scolastica era circa un quarto di quella attuale… una edilizia ben prima del terremoto dell’80, costruita con i criteri di allora e già solo per questo inadatta ai nostri giorni, malgrado tutte le pezze e le ristrutturazioni intervenute ai giorni nostri…

 

Al potere, negli anni ’50 c’era la Democrazia Cristiana dei De Gasperi e Don Luigi Sturzo e la classe dirigente di Telese, in testa la buona memoria di Gerardino Romano, era ancora portatrice dei valori e dei principi etici ereditati dalla cultura fascista: rispetto della Cosa Pubblica e delle risorse dello Stato.

Il fatto poi che le opere pubbliche portassero appiccicata la lastra di marmo “questa opera è stata realizzata dall’Amministrazione democratica cristiana” induceva soltanto a qualche sorriso.

 

Proseguendo a volo, fino al 1980, si possono via via piantare delle pietre miliari. Il Fascismo mise in quarantena  le associazioni camorristiche, mafiose e massoniche: lo Stato Etico, nato dalla ricerca filosofica di Giovanni Gentile e adottato dal Fascismo, non consentiva altra autorità che non fosse propria dello Stato. Con la scomparsa del fascismo tutte le più bieche e criminali consorterie rialzarono la testa e cominciarono a proliferare.

 

A partire dal 1960, governo Tambroni, quando le sinistre impedirono al Movimento Sociale, partito di governo, di tenere il congresso nazionale a Genova (fatti di Reggio Emilia e di Genova con morti e feriti) in Italia, artefice Amintore Fanfani, nacquero e si succedettero numerosi e brevi governi di centrosinistra con sporadiche presenze del P.L.I.

 

Qualcuno si chiederà: perché spostarsi dalle vicende telesine a quelle nazionali? Perché Telese, seppur piccola, è una cella dell’alveare, ancora più importante, come tante altre, perché parte di quella Campania Infelix  e di tutto il Sud dello Stivale.

 

Con i governi di centrosinistra, proseguiti con l’arco costituzionale, creato da De Mita per chiudere in un recinto  il M.S.I. e gettare la chiave, si fece in modo di interagire anche con il P.C.I, non potendo quest’ultimo Partito, Yalta ricordando, poter entrare organicamente nell’area del potere governativo anche se l’inciucio non mancava.

 

Diventata la Repubblica Italiana un coacervo di partiti e di correnti all’interno degli stessi, e di caporioni in lotta all’arma bianca gli uni contro gli altri per accaparrarsi fette di potere… A tal punto le varie cosche mafiose e criminali in cerca anch’esse di potere e di danari si infiltrarono nella classe dirigente portando un messaggio semplice e chiaro: scusate, vi servono i voti, il consenso… e noi possiamo darvi una mano… . In tal modo la mentalità criminale entrò a far parte del bagaglio culturale di buona parte delle classi dirigenti… - ed è per questo che la criminalità organizzata non può essere distrutta… .

 

“…Ministri, deputati, professori, artisti, finanzieri, industriali: quella che si suole chiamare la classe dirigente. E che cosa dirigeva in concreto, effettivamente? Una ragnatela nel vuoto, la propria labile ragnatela. Anche se di fili d’oro.”

Così Leonardo Sciascia  nel ’71 in Todo Modo.

 

Peccato che il grande scrittore dimenticasse le banche e l’alta finanza, e che non potesse sapere che la ragnatela di fili d’oro si sarebbe allargata sempre più a governatori regionali, a presidenti provinciali, a sindaci, agli assessorati, ai tecnici, e alle imprese di fiducia…

 

Quanta gentaglia, ormai, è dedita a saccheggiare e sperperare la ricchezza estorta ai cittadini mentre opere pubbliche essenziali come le scuole restano sempre le stesse di sessanta  anni fa.

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Dall’annuario del Liceo Scientifico Statale di Telese si ricava che nel 1985 – inizio dell’era D’Occhio – nel Liceo, sommando tutte le sezioni, dalle prime ai maturandi, erano presenti 268 studenti! Ora soltanto al Liceo  gli studenti  sono Circa 1000. Cosa ha prodotto, il ventennio di D’Occhio al potere, in materia di edilizia scolastica? Lo sa l’assessore ai lavori pubblici che nelle Scuole Medie, in tempi di multirazzialità, ci sono stivati più di trenta ragazzi per aula? C’è la coscienza per capire che anche l’ambiente condiziona e forma quei ragazzi che saranno il nostro domani?

 

Ma come fanno questi governanti che hanno fatto “faccia e culo una cosa” salvo le doverose eccezioni, a blaterare: oh, ah!: di colossale debito pubblico e di parametri di Maastricht. Mani Pulite a cosa è servita se poi è peggio di prima? O forse si sa?

 

Ormai quasi quotidianamente in contemporanea al teatrino della politica che recita la sua farsa – destra, sinistra, centro – chissenefrega, coraggiosi giornalisti d’inchiesta, sulla stampa e in televisione, documentano sterminati sperperi di pubbliche risorse.

 

Quello che si sa, riguardo l’orticello Telese, sembra sia nata finalmente l’idea di progettare una cittadella scolastica. Si spera. Di solido c’è, si dice, che di 30miliardi elargiti alla filiera termale  14 sono già stati spesi, senza risultati di rilievo. E questa è un’altra storia.

 

 

Ezio Esposito

 

 

 

     

 Valle Telesina


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