Sannio Quotidiano 07-11-2006
Tabella di marcia dei treni, il 13 dicembre
entra in vigore quella invernale. Altri tagli al
trasporto ferroviario
di
Antonio Vecchiarelli
Nuovo orario delle Ferrovie, nuova
penalizzazione per la stazione di Telese Terme e
il suo hinterland. Continua il trend in discesa
delle fermate presso la stazione. Continua
l’assottigliamento dell’attenzione del gestore
verso le esigenze di una realtà in espansione
come quella telesina. Ormai non fanno più
notizia i tagli procurati al settore, visto che
si tratta di una costante: ogni anno, in questo
periodo, viene propinato il solito
ridimensionamento del servizio. Vediamo cosa
cambia a partire dal 13 dicembre giorno di
entrata in vigore dell’orario invernale Fs. I
mutamenti dell’orario sono stati desunti dal
sito internet di Trenitalia.
Scompare l’intercity 674 “Sannio” delle 5.54 con
destinazione Roma. Confermato il regionale per
Caserta delle 6,13, quello per Napoli Centrale
delle 6,44, quello delle 7,22 per Caserta e
quello delle 8,38 sempre per Caserta. Nelle
fascia oraria pomeridiana, tutto invariato o
quasi: soppressa la corsa per Caserta delle
17.16. Confermato l’intercity plus per Roma
Termini delle ore 19,58; resta il regionale
delle 20,39 per Caserta.
Soppresso l’intercity diretto a Milano delle
21,38. Chi deve raggiungere il capoluogo
lombardo a quell’ora può servirsi del regionale
delle 21,37 con cambio obbligato a Caserta (eurostar)
e a Roma ( Biz – busniss). Per Benevento
confermato il regionale delle 7,37, soppresso
quello delle 8,37; confermato quello delle 11,07
e l’intercity plus delle 11,26.
Una sola variante nella fascia pomeridiana:
soppressa la corsa delle ore 14,59. Soppresso
l’intercity 679 “Sannio” proveniente da Roma che
a Telese Terme arrivava alle 18,01.
Nella restante fascia oraria solo conferme con
qualche spostamento di orario: è il caso del
regionale 8225 delle 21,22 che nel nuovo orario
è posticipato alle 21,38. Trenitalia conferma,
attraverso il suo management, la vocazione per i
tagli.
D’altronde è comprensibile visto il deficit in
cui versa l’azienda. Ciò che è meno accettabile
è la ripercussione dell’indirizzo (ripetitivo,
quasi un accanimento) sul territorio. La valle
Telesina, un’area da trentanila anime, in
crescente espansione non può finire anche nella
disattenzione di un treno soppresso. Già troppe
ne subisce complice l’indifferenza - certo non
generalizzabile ma in ogni caso notevole – degli
amministratori.
Tagli Fs, Di Mezza: «E’ ora di alzare la voce»
Sannio Quotidiano 08-11-2006
Telese T. - Soppressione di treni nel nuovo
orario, critico il presidente dell’Università
Popolare del Sannio
L’invito ai sindaci del comprensorio: creare un
fronte unico contro le penalizzazioni subite dal
territorio
“Un altro schiaffo al territorio”. Il commento
rende bene l’idea di una condizione di disagio
indotta da penalizzazioni esterne che non fanno
ben sperare sul futuro di un’area tutt’altro che
considerata nel confronto con quella costiera
della regione. Antonio Di Mezza, docente
universitario, presidente di quella Università
Popolare del Sannio operante a Telese Terme che
cerca, faticosamente, di dare il proprio
contributo allo sviluppo – culturale e non - del
comprensorio, è amareggiato. La causa di cotanta
delusione è determinata dai tagli al settore
ferroviario praticati a partire del 13 dicembre,
giorno di entrata in vigore del nuovo orario
delle Ferrovie dello Stato.
“C’è la consapevolezza di una indifferenza verso
le esigenze di un territorio già costretto a
fare i conti con penalizzazioni ataviche. E’
inconcepibile la logica della soppressione di un
treno considerata solo nell’ottica di una
riduzione dei costi di gestione. Il riflesso
sociale, l’impatto che il taglio può avere su di
un territorio come quello telesino che
faticosamente considera iniziative per favorire
lo sviluppo e che, nonostante le difficoltà,
riscuotono interesse, portando ad incrementare
anche il flusso turistico, è decisamente
accantonato, ininfluente per le logiche di
gestione. Eppure – continua Di Mezza – il
trasporto in genere non può prescindere dalla
realtà in cui è contestualizzato, non può non
farsi carico della funzione che esercita sullo
sviluppo di un comprensorio. Chiudere gli
sbocchi dell’area Telesina con la Capitale,
sacrificare tutti gli altri, significa
penalizzarla oltremodo, quasi azzerare tutte
quei tentativi di risalita che sono in atto.
Credo che i politici, i sindaci soprattutto, non
debbano più perdere tempo nel fare fronte unico
verso questo tipo di penalizzazioni. Non ci
perde solo Telese Terme, ci perde tutta l’area”.
Di
Mezza lancia l’idea di un tavolo di confronto
tra le fasce tricolori del comprensorio per
trovare forme di proteste civili verso simili
provvedimenti che minano il futuro. “Non è più
pensabile affidare ad un dispaccio, ad un
comunicato, il disappunto degli amministratori.
Occorre porre la “questione valle Telesina”,
occorre rivendicare strade, linee veloci,
metropolitane leggere e quant’altro serva per la
fruibilità del territorio. Occorre farsi
sentire. Non serve più a nessuno che l’anno
prossimo, di questi tempi, staremo a lamentarci
ancora per gli altri tagli che Trenitalia
certamente farà. Vorrebbe dire incoraggiare la
società a far finta che la stazione di Telese –
Cerreto non esista più”. |