Lettera aperta al Sindaco di Telese Terme,
Gennaro Capasso.
Ill.mo signor Sindaco, è la prima volta che
leggo una presa di posizione così violenta e
spropositata da parte di una persona con
responsabilità istituzionali. In sintesi, lei
imputa al sottoscritto, a Giovanni Liverini e
Michele Selvaggio di commettere «azioni vili» ed
essere orientati da «stolte convinzioni»: non ci
esprimiamo sulla politica, a suo modo di vedere,
ma sparliamo nei bar nell’intento di denigrarla
e offenderla.
Perbacco! E dire che non si può nemmeno invocare
il caldo: in queste sere inusualmente fresche
tocca mettere la maglia di filo…
Nel merito, a me spiace che, nel feroce
profluvio di accuse e contumelie, lei si sia
scordato di dire come quello stesso parere che
riporta a sua difesa ci dia pienamente ragione
sulla secretazione degli atti della commissione.
Glielo spiego meglio, così la prossima volta
eviterà altre figuracce: lei non è il Presidente
del Consiglio, per cui non può impedire ai
consiglieri comunali di accedere ai documenti
invocando una sorta di segreto di stato. Certo,
io capisco le sue difficoltà: anche i muri sanno
a che cosa doveva servire quella commissione,
nata dopo i gravi problemi che condussero alla
revoca delle deleghe all’assessore Grimaldi, per
motivi che ancora oggi non è dato di sapere.
Però, diamine, lei è comunque il sindaco:
dovrebbe essere il primo a dare l’esempio,
mantenendo toni sobri. O no?
Contrariamente a ciò che lei afferma, io non ho
alcun dubbio sulla sua buona fede. Ma la buona
fede non basta ad amministrare un comune
complesso come il nostro. Riconosco che lei ha
ereditato una situazione difficile, ma del resto
nessuno le aveva imposto di candidarsi in luogo
del suo capo, l’ingegner D’Occhio, che è il
principale responsabile dello sfacelo economico
e del disastro dei lavori pubblici, e al quale
lei ha conferito proprio questa delega: scherzi
del destino…
Mi
rendo conto che lei è anche molto nervoso,
egregio signor sindaco, perché la filiera
termale rischia di tramutarsi da grande
occasione in grande insuccesso, le casse
comunali piangono e il paese sembra versare in
uno stato di palpabile declino; mi rendo conto
che è saltato anche l’assurdo acquisto dell’ex
molino “Capasso & Romano”, di cui è proprietario
il suo capo, che sicuramente le aveva chiesto
garanzie in tal senso; so bene che la
programmazione urbanistica è fallimentare,
poiché il piano particolareggiato del lago da
due anni viene bocciato dalla Provincia e il
Centro pastorale sembra allontanarsi
definitivamente; ma tutto ciò non giustifica la
scompostezza, la sguaiataggine e l’isteria con
cui parla dei suoi avversari.
Mentre scrivo, ho davanti l’articolo con cui, un
paio di mesi fa, lei stesso affermava che il
gruppo INSIEME PER TELESE in più occasioni ha
votato le proposte della maggioranza. Il suo
intento era di denigrarci, ma non si rese
nemmeno conto del favore che ci faceva: lei ha
certificato, in quella occasione, che il nostro
gruppo non agisce in modo sterile e
pregiudiziale, ma al contrario ha il coraggio di
appoggiare le scelte che condivide nel merito.
In altri termini, facciamo politica.
E
mica è colpa nostra se ci viene facile: dopo due
anni di sua amministrazione è chiaro a tutti
che, nonostante la sua buona volontà, lei non è
capace di fare politica e di amministrare. Sarà
pure un bravo tecnico, ma tra lei e la “cosa
pubblica” esiste un’insuperabile distanza.
Purtroppo, di questo pagano le conseguenze tutti
i cittadini.
Ne
prenda atto, signor sindaco, e poi vada un po’
in vacanza, mentre noi continueremo ad
affannarci in mezzo al traffico paralizzato e ai
cantieri selvaggi: ci aveste ascoltato almeno su
questo, un po’ di tempo fa, avreste evitato di
consegnarci al caos nella stagione estiva.
Abbia il coraggio di disfarsi di quei cattivi
consiglieri che fingono di esserle amico e che
non esiteranno ad abbandonarla quando D’Occhio
farà un fischio. Ascolti questo suggerimento: è
gratuito e sincero.
Telese Terme, 07 agosto 2006
Gianluca Aceto
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