Costruite come aiuole, i cittadini le
chiamano ‘ossari’
Telese Terme / E’ tipico della cultura popolare,
avere nella sua eccezione popolaresca, la
capacità di creare delle figure retoriche di
effetto che poi si concretizzano in luoghi, cose
e persone.
(gidivi)
E’ tipico della cultura popolare, avere nella
sua eccezione popolaresca, la capacità di creare
delle figure retoriche di effetto che poi si
concretizzano in luoghi, cose e persone.
Al tempo della costruzione dell’Altare della
Patria i romani, ai quali la costruzione
appariva troppo eccentrica, coniarono per la
stessa una serie di buffe nomee: la torta
nuziale, la macchina da scrivere ed altro, allo
stesso modo il palazzo delle civiltà all’Eur (a
Roma) venne definito il colosseo quadrato.
E’ così che, dal Bertoldo di turno parte una
buffa toponomastica destinata a restare nella
storia e a tramandarsi ai posteri così che i
luoghi al di là del loro nome effettivo, sono da
molti conosciuti con il loro nome effimero, a
Telese Terme in ricordo dei fasti partenopei del
“Pibe de oro” ancora si continua a chiamare una
piazza: Piazza Maradona ed essa è riconosciuta
come tale e il suo nome si è radicato e
trasmesso anche alle nuove generazioni, del
resto l’ancor più famosa dicitura “Acqua
fetente” ancora resiste a pieno titolo pur
essendosi quel quartiere nel tempo trasformato e
nobilitato.
Diventa così curioso e divertente che dopo “La
panchina” nome con cui viene indicata la
palazzina degli uffici presso il nuovo ingresso
alle terme ricordando nella sua forma proprio
quella di una panchina e “La fossa dei sudori”
che sta ad indicare l’arena per gli spettacoli,
sempre alle terme, un nuovo epiteto è stato
coniato davanti ai bar con il quale vengono
definite le aiuole in costruzione che andranno
ad arredare il nuovo viale Minieri; ebbene per
esse è stato confezionato il nome di: L’ossario,
che scritto nero su bianco perde tutta la sua
carica di creativa, ipocondriaca irriverenza ma
che in bocca a dei fantasiosi Cacasenno da bar
assume una carica d’ilarità irrefrenabile.
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