29 settembre 2007
Non tutti sanno che... c'è l'auto ad aria
Giovanni Forgione

 

 

La prima auto ad aria compressa, raggiunge i 100 Km/h ed ha una autonomia di 200 Km. L'idea, sviluppata da Guy Negre, già progettista di motori da Formula 1, è della società MDI.

 

La nuova auto è misteriosamente scomparsa per qualche periodo dalla scena. Si parla di complotti da parte di chi non avrebbe interesse a liberarci della dipendenza dal petrolio.

 

Il nome dato all'auto è Eolo. Il suo motore in alluminio non utilizza la combustione ma l'espansione d'aria, senza fiamme e senza mai superare i 40 °C. In questo modo si diminuiscono l'usura meccanica e la manutenzione, mentre aumenta la durata.

 

L'aria che esce dal tubo di scarico è  priva di gas nocivi e molto fredda. L'assenza di combustione consente di impiegare come lubrificante olio alimentare.

 

Il rifornimento d'aria compressa può avvenire attraverso compressori da 5,5 o 3 Kw integrati nel veicolo che permettono di fare il pieno, rispettivamente in 4 o 7 ore, collegandosi a qualsiasi presa di corrente.

 

 

>>> Guarda il video dell'auto ad aria compressa

 


Eolo auto scomparsa     20.3.06     di Paolo Attivissimo
 
Che fine ha fatto Eolo, l'auto ad aria?


Circolano da moltissimo tempo (alcuni anni) appelli diffusi tramite e-mail che parlano di Eolo, un'auto ad aria compressa che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato automobilistico con il suo sistema di propulsione ultraecologico ma che è misteriosamente scomparsa dalla scena. C'è chi ipotizza complotti da parte di chi non avrebbe interesse a liberarci della dipendenza dal petrolio.

Ecco un esempio di testo di uno di questi appelli. Ho evidenziato in grassetto i concetti salienti....

Leggi il seguito:

http://attivissimo.blogspot.com/2006/03/eolo-auto-scomparsa.html
 


Il commento di Fulvio Del Deo

 

Purtroppo non si tiene mai conto del fatto che l'energia che sfrutti nell'auto (sia essa elettrica a batterie, o ad aria compressa) è energia prodotta da centrali elettriche e che queste ultime spesso son la causa del maggior inquinamento.

 

Pertanto, con macchine di questo genere, ossia che non producono energia ma sfuttano solo quella immagazzinata dalla rete elettrica, si sposta semplicemente la fonte inquinante dalla marmitta dell'auto alla ciminiera della centrale elettrica; in più, considerando che ogni passaggio di energia non ha mai rendimento del 100%, si può concludere che questo tipo di vetture inquina di più di quelle convenzionali.

 

Avete notato che si parla spesso di motori a idrogeno, ma solo per quanto riguarda le auto? Un'ulteriore cazzata, perché il motore a idrogeno rappresenta un pericolo enorme su di un'autovettura, in quanto quest'ultima si sposta ed è soggetta a incidenti e il motore a idrogeno in caso di impatto violento si trasforma in una vera e propria bomba incendiaria!

 

Una cosa di cui non si parla mai invece è l'applicazione del motore a idrogeno per la produzione di energia elettrica! In quel caso, il motore a idrogeno impiegato per mettere in moto i generatori di corrente, lavorerebbe in una sede statica in cui non esisterebbe alcun rischio di impatto e di conseguente esplosione.

 

Ho paura che -almeno in Italia- le favolette sulle auto alternative siano sempre alimentate da un lato dalla speranza di liberarsi dalla schiavitù del petrolio, ma dall'altro da chi ha interesse a maggiori consumi elettrici sulla rete, per giustificare un INGIUSTIFICABILE RITORNO AL NUCLEARE.

 

Altre favole, come quella dell'olio di colza messa in giro da Dario Fo, somigliano alla storia della centrale a biomasse di San Salvatore: per produrre una quantità di olio di colza sufficiente al nostro parco macchine, in Italia bisognerebbe coltivare solo colza!

 


Motore ad aria compressa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il motore ad aria compressa è un particolare tipo di motore che sfrutta l'espansione dell'aria fortemente compressa.

L'aria compressa esce da serbatoi a pressione elevata, circa 300 bar. L'espansione dell'aria viene quindi utilizzata per muovere un pistone o una turbina collegati ad un albero.

Un motore del genere è privo di qualsiasi emissione inquinante (non avendo alcun tipo di combustione) e deve essere rifornito con aria compressa. L'aria compressa è utilizzata come vettore di energia; l'inquinamento possibile viene spostato nella produzione di energia che serve a generare il vettore, cioè a comprimere l'aria.

 


Eolo (auto)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Eolo è la prima autovettura ad aria compressa inventata da Guy Nègre e la cui produzione è stata prevista da parte della MDI; quest'ultima, a sua volta, ha ceduto la licenza per la costruzione e la commercializzazione della stessa ad altre società, ad esempio in Italia alla Eolo Italia. Fu presentata nel 2001 al Motorshow di Bologna.

 

Funzionamento teorico

Utilizza l'espansione d'aria come vettore di energia. L'aria compressa esce da serbatoi a temperatura estremamente bassa e con pressione elevata, circa 300 bar. L'espansione dell'aria viene quindi utilizzata per muovere un pistone o una turbina collegati ad un albero.

 

La costruzione in condizioni reali di utilizzo provoca però un problema tecnologico difficilmente superabile, l'aria compressa, decomprimendosi da così alte pressioni si raffredda fino a -40°C e fa congelare la condensa presente sempre nell'aria anche se essiccata, all'interno dell'impianto del motore bloccandolo dopo pochi minuti di utilizzo. Non vi è al momento notizia di auto prodotte con questa tecnologia che siano state in grado di funzionare in condizioni normali per più di pochi minuti.

 

Eolo si dovrebbe collegare ad una normale presa di corrente elettrica e in 5 ore circa il compressore riempirebbe le bombole di aria compressa.

 

Caratteristiche dichiarate

Il costo previsto per percorrere 100 Km sarebbe di 0,77 euro. Dovrebbe avere una autonomia di 300 Km. Dallo scarico esce solo aria, ad una temperatura di circa -10° (l'aria può essere riciclata per il sistema di condizionamento). Ha il vantaggio d'essere totalmente non inquinante, salvo ovviamente l'inquinamento generato nella produzione di energia elettrica 3 minuti per fare un pieno (novanta metri cubi di aria) Velocità massima 110 km/h Olio vegetale da cambiare ogni 50.000 km

 

Problemi di produzione

Al momento attuale non esiste ancora nessuna produzione di questo tipo di veicolo, seppure l'inizio della stessa fosse stata inizialmente promessa addirittura per il 1997 ed in seguito posticipata una prima volta al 2002 ed in seguito al 2004. Risultano solamente allo studio da parte della MDI due modelli, MiniCAT quale micro vettura da città (sulla falsariga della Smart Fortwo) e la CityCAT per le percorrenze maggiori.

Sarebbe dovuta essere stata costruita già dal 2003 anche in Italia nel paese di Broni ma per problemi di varia natura con la MDI non si è riusciti né a costruirle né a metterle in commercio. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo furono messi in cassa integrazione e nel 2005 furono infine licenziati data l'impossibilità di iniziare la produzione.

 

Problemi tecnici

Sembra che siano sopraggiunti dei problemi tecnici che abbiano quasi fermato lo sviluppo della Eolocar. Tra questi il più importante è la formazione di ghiaccio nel motore a causa della forte espansione dell'aria per cui la macchina non poteva viaggiare per più di pochi minuti.

È da notare che l'energia necessaria per comprimere l'aria a pressioni elevate non è trascurabile e quindi l'automobile sposterebbe l'inquinamento dall'automobile vera e propria all'impianto che produce l'energia utilizzata per alimentare il compressore che ricarica l'automobile.

Un altro problema tecnico dell'automobile è legato alla ridotta potenza del motore. Essendo il motore di ridotta potenza l'automobile è realizzata principalmente in fibra di vetro, un materiale leggero ed economico ma anche fragile. Quindi in caso di incidente la scocca fornirebbe una ridotta protezione al passeggero della vettura.

 

Ritorno in produzione

Il 7 febbraio 2007 il gruppo MDI ha annunciato di aver concesso al costruttore automobilistico indiano Tata Motors la licenza per la costruzione di prodotti che sfruttino la tecnologia del suo motore ad aria compressa. Su tutti i modelli, rispetto a quelli precedenti, si avrà un telefono vivavoce Gsm incorporato e un Gps ed, inoltre, una scheda elettronica per l'accensione. La messa in commercio in India è prevista per il 2008.

 


 

 

 

     

 ...forse non tutti sanno che...


Per intervenire: invia@vivitelese.it