30 maggio 2007
Spigolatura: "uno strano parroco"
Raffaele Pacifico

 

 

Il nuovo prete della parrocchia era molto nervoso per il suo esordio pubblico.

 

Quella era la sua prima messa ! …

 

L'emozione e la presenza dell'Arcivescovo gli impedivano quasi di parlare.

 

Facendosi coraggio si avvicinò all'Arcivescovo facendogli presente le sue apprensioni.

 

Questi gli sorrise benevolmente e, in via del tutto  eccezionale, gli suggerì di mettere un pochino di vodka nell'acqua del calice della messa, per ottenere un effetto corroborante e rilassante.

 

Il giovane prete ringraziò e seguì il consiglio.

 

Quindi svolse la sua funzione ed alla fine si sentì molto contento per com'erano andate le cose: l'emozione era scomparsa ed il suo officiare e parlare era stato fluido e brillante.

 

Passò il resto della giornata sentendosi intimamente soddisfatto e la sera, quando andò a letto, si addormentò felice come un cherubino.

 

Il giorno dopo gli fu recapitata una lettera.

 

Era dell'Arcivescovo e diceva, testualmente:

 

 

Caro Don Angelo, sento il dovere di evidenziarle qualche aspetto della funzione di ieri, che è opportuno correggere al fine di migliorare la celebrazione di quelle successive.

 

Dunque, mi presti bene attenzione:

 

  • la prossima volta, metta un po' di vodka nell'acqua e non viceversa, tenendo presente che non sta bene mettere limone e zucchero sul bordo del calice e, quindi, di non usare la manica della tonaca come se fosse un tovagliolo;

  • rammenti che i comandamenti sono 10 e non 12 e, per contro, ci sono 12 discepoli e non 10;

  • i vizi capitali non sono i peccati degli abitanti di Roma;

  • in particolare, non ci si riferisce alla Croce come "quella grande T di legno" ed a Gesù Cristo ed i suoi Apostoli come "JC e la sua rockband";

  • né tantomeno è opportuno riferirsi a Giuda come a “quel figlio di ….. ed inoltre non risulta da nessuna parte che sua madre sia stata una donna di malaffare;

  • si ricordi che Davide uccise Golia con una fionda, non a calci nel … sedere;

  • rammenti anche che Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono "Il Vecchio, lo Junior ed il Fantasmino";

  • notazione particolare devo farle per il fatto che la toilette dove si è recato a metà messa per un'improvvisa urgenza, in realtà era il confessionale e capirà quanto sia stato inutile imprecare perché non c'era lo sciacquone;

  • credo che meriti lode l'iniziativa di chiamare il pubblico a battere le mani, però ballare la macarena e fare il trenino mi è parso un tantino esagerato;

  • ricordi che l'acqua Santa serve per benedire, e non per rinfrescarsi la nuca sudata ed, inoltre, che le Ostie vanno distribuite ai fedeli che si comunicano e non considerate alla stregua delle patatine, come antipastini accompagnati dal Vin Santo;

  • quello sulla croce, anche se con la barba gli assomiglia, non è Che Guevara, ma Nostro Signore Gesù Cristo;

  • i peccatori quando muoiono vanno all'inferno, non a "farsi fottere";

  • proseguendo, la messa deve durare 1 ora circa, e non due tempi da 45 minuti e quello che girava vestito di nero era il sagrestano, non "quel cornuto dell'arbitro";

  • la cosa che più mi ha rammaricato è stata che quello che stava seduto al suo fianco ero io, il suo Arcivescovo, non "una checca in gonna rossa";

  • infine, la formula finale corretta è "la Messa è finita, andate in pace" e non "che mal di testa, andate tutti fuori dai marroni !".

Per il resto, mi pare che sia andato tutto bene.

                                                       S.E. l’Arcivescovo

 

 

   

 

     

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