Cari amici di ViviTelese,
si
tratta di un documento originale contenente un
"contratto preliminare" di matrimonio (promessa
di matrimonio) siglato con il Vescovo Vincenzo
Lupoli.
Non sono ancora riuscito a datarlo. Da notare
che l'intestazione riporta: "EPISCOPUS
THELESINUS", quindi non S. Agata e non Cerreto
(anche se la firma appare posta, alla fine,
proprio a Cerreto) che in genere appaiono
insieme all'indicazione della nostra cittadina.
Molto bello il simbolo vescovile in testa al
documento.
Michele Selvaggio
Caro Michele,
leggo sempre con interesse le tue “scoperte”.
Per quanto mi è possibile ti fornisco qualche
ulteriore informazione per collocare il
documento entro limiti temporali.
Alla morte di Mons. Filiberto Pascale, Vescovo
Telesino ordinato nel 1771 e morto in seguito ad
un’epidemia influenzale il 26 ottobre del 1787,
la cattedra telesina rimase priva di una guida
fino al 1791 quando, per volere di papa Pio VI,
fu nominato Vincenzo Lupoli, che può essere
considerato il 54° vescovo di Telese.
Qualche breve cenno biografico:
Mons. Vincenzo Lupoli nacque a Frattamaggiore il
7 novembre 1723 da don Silvestro e donna
Alessandra Spena, una famiglia ricca e blasonata
che avviò il giovane primogenito agli studi
letterari. Fu educato nel seminario
arcivescovile di Aversa dove conseguì la laurea
in teologia e filosofia.
Ciò si evince anche dalla “carta intestata” che
tu mostri in foto ove vengono riportati i suoi
titoli: «Theologus Civitatis Neapolitanae,
Sacrae Teologia Magister».
Insegnò nello stesso istituto fino al 1764 anno
in cui si trasferì a Roma dove nel 1774 insegnò
Diritto Civile presso la Regia Università degli
Studi. Diede alle stampe anche alcune
pubblicazioni di Diritto Canonico e di Diritto
Civile.
Nel 1784 fu nominato Teologo della città di
Napoli; perfezionò i suoi studi classici
specializzandosi in Epigrafia latina e nel 1789
ebbe l’incarico di tradurre in latino le «Leggi
Ferdinandee» destinate al Regolamento della
«Colonia Reale di S. Leucio».
Intrattenne rapporti cordiali con il Re
Ferdinando I di Borbone. Pare che il 23 aprile
1791 il Re, di ritorno dalla Germania, chiese
udienza al pontefice Pio VI per sottoporgli le
problematiche relative ad alcune sedi vescovili
del Regno di Napoli rimaste vacanti. In quella
occasione caldeggiò il nome di Mons. Lupoli per
la Cattedra telesina. Il 3 giugno 1791 il papa
nominò Lupoli a Telese ed altri 13 vescovi in
tutto il Regno borbonico.
Il
vescovo, dimorante a Roma, prese possesso della
sua chiesa il 19 marzo 1792 e si recò per la
prima volta a Cerreto il 3 aprile successivo. Si
preoccupò subito di dare nuovo impulso al
seminario telesino chiamando dal Seminario di
Aversa e di Capua persone idonee
all’insegnamento ed alla conduzione della
Diocesi.
Fece traslare presso la Chiesa Cattedrale di
Cerreto Sannita le reliquie di S. Palerio e di
S. Equizio, dono dell’arcivescovo beneventano
Cardinale Banditi (trattasi di due clavicole
ritrovate casualmente in una teca sotto le
macerie di una chiesa abbandonata posta nel
territorio del comune di San Martino). La
solenne cerimonia si tenne il 5 novembre 1797.
Mons. Lupoli governò la chiesa telesina fino al
1799 quando, per ragioni di salute, fu costretto
a tornare a Roma. Morì il giorno 8 gennaio 1800
alla veneranda età di 76 anni. La chiesa
telesina rimase priva di vescovi per altri 18
anni.
Breve digressione:
S.
Palerio fu vescovo di Telese nel IX secolo e S.
Equizio, suo diacono, lo seguì fino alla morte.
Palerio visse l’epoca tragica del saccheggio di
Telesia ad opera dei saraceni al comando
dell’emiro Abu Mashar che, nel 876, bruciò
l’antica città romana e disperse i suoi
abitanti. In tale occasione anche il Vescovo fu
costretto a fuggire riparando sui monti irpini.
Le sue spoglie mortali furono ritrovate
casualmente (nel 1712) tra le macerie di un
antico luogo di culto nel comune di San Martino
Valle Caudina e furono traslate presso la chiesa
metropolita di Benevento dove il Cardinale
Orsini ne decretò l’autenticità.
Ciao, Emilio.
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