Da
il sannio quotidiano del 22 luglio 2007 pagina
32
Speciale sport Telese Terme
1ª
parte Telese Terme Calcio, anno zero
Investire sul settore giovanile, per le società
dilettantistiche, è diventato un dovere, l'arma
in più per potersi creare in proprio elementi da
poter poi inserire in prima squadra, evitando
esborsi economici importanti per accaparrarsi
elementi dal dubbio valore. C'è chi punta sul
vivaio come la Scuola Calcio Valle Telesina, che
concepisce ed intende il calcio solo a livello
di settore giovanile.
Saby Mainolfi diventa, così, una vera guida, un
padre putativo per un nugolo di ragazzini che
cominciano a prendere confidenza con il calcio
in tenera età ed escono dalla scuola calcio,
prima come veri uomini e poi come atleti.
Infatti, il principio fondamentale, che è
risultato negli ami il vero valore aggiunto
della società di Viale "Europa, è proprio
l'aspetto sociale. E la salvaguardia dei valori
nel calcio come nella vita, alla lunga pagano.
Poi vengono i risultati, che non sono mai
mancati. Alle finali provinciali, allievi o
giovanissimi che siano, la Valle Telesina non
manca quasi mai, segnale che oltre al sociale
c'è di più: tecnici preparati, organizzazione,
costante aggiornamento da parte di chi vuole
continuare ad essere punto di riferimento non
solo del calcio giovanile telesino, ma di tutta
la provincia sannita La Scuola Calcio Valle
Telesina nasce nel 1985, per volere del
compianto e mai dimenticato Ubaldo Mainolfi, che
grazie a validi collaboratori diede subito
un'impronta importante alla nascitura società.
Saby ha saputo proseguire nel discorso avviato
da Ubaldo, mettendo al servizio dei giovani un
curriculum calcistico di tutto rispetto, fatto
di trecento gare nel settore giovanile di
Avellino, Milan e Pavia, e duecentocinquanta
presenze tre C1, C2, Interregionale ed
Eccellenza. Così dopo anni di successi a livello
giovanile e una bacheca che stenta a contenere
rutti i trofei conquistati, la Scuola Calcio
Valle Telesina si è affacciata verso il calcio
nel mondo dilettantistico sannita, quando nel
2001, prelevando la Nuova Telesia, ha raggiunto,
nel campionato di seconda categoria il quinto
posto in classifica, che gli è valsa una
posizione privilegiata per l'imminente
ripescaggio in Prima Categoria, che a Telese
mancava da quindici anni.
E'
stato, in pratica, questo l'unico rapporto tra
la Valle Telesina e il calcio dilettantistico, e
per ora rimarrà l'unico. La società non intende
avviare alcun tipo di discorso che possa andare
oltre il settore giovanile. Quell’esperienza nel
calcio dilettantistico è stata il coronamento di
un sogno perseguito dal gruppo dirigente per
consentire soluzioni di continuità all'attività
preparatoria ed agonistica di quei ragazzi che,
per limiti di età, erano costretti a lasciare il
settore giovanile. Un intento sempre indirizzato
alla crescita dell'esperienza di giovani leve,
senza alcun tentativo di emulare società che
investono ingenti somme di denaro per
stravincere campionati, mettendo da parte un
discorso sociale e di crescita dei campioni di
domani.
Una vera e propria toccata e fuga, poi il
ritorno ai calcio giovanile, in pratica mai
abbandonato. Altre soddisfazioni e relativi
successi. Ad oggi, la credibilità della Scuoia
Calcio Telesina, è attestata da osservatori di
squadre di alto rango, e dalla concessione da
parte del comune di Telese Terme della gestione
dei due campi di calcio .
Quell’esempio di Castel di Sangro
2ª
parte
Stagione 95/96: il Castel di Sangro, espressione
calcistica di un piccolo centro dell'Abruzzo di
appena 5.800 anime, approda nel campionato di
serie B. Sembra una favola, invece e realtà. Un
centro così piccolo non era mai stato in
cadetteria nella storia del calcio moderno,
Castel di Sangro diventa l'esempio da seguire da
pane di chi non ha i mezzi per stare tra i
grandi del football nazionale, capostipite di
una dinastia di squadre che portano alla ribalta
piccoli e laboriosi centri dell'Italia pallonara
(Albinoleffe, Alzano, Pizzighettone, Castelnuovo
Garfagnana, Sansovino, Morrò d'Oro, Val di
Sangro). Estate 2007, TeleseTerme, rinomato
centro termale del Sannio, economia vivace,
(lirismo sostenuto, 5.700 abitanti, più o meno
quanti quelli di Castel di Sangro: qui, però a
dispetto di uno stadio che potrebbe sopportare
persino il peso di una categoria
professionistica, il calcio non c'è.
Nessuna squadra iscritta a campionati seniores,
la passione calcistica soffocata e costretta a
mordere il freno. Non basta il sacrificio della
Scuola Calcio Valle Telesina, che ha abbandonato
da tempo le mire di allestire una formazione
seniores per tuffarsi anima e corpo, e con
successo bisogna dire, nel puro settore
giovanile, non basta il calcio a 5 in C2,
protagonista nell'ultima stagione di una
sofferta salvezza, ed ora costretto
probabilmente ad emigrare nella vicina
Castelvenere per sopravvivere, non bastano le
esibizioni di attori, cantanti, sacerdoti,
politici e quant'altri si improvvisano Del Piero
e Totti, per rispondere alle voglie di calcio di
un paese intero. Il footbal è null'altro. V,
potrebbe essere un veicolo sorprendente per un
centro bello e accogliente come Telese Terme.
Già, potrebbe...
Telese in C2, ma ora è senza campo
Mister Fasano ha lasciato. Ora è tutto nelle
mani del presidente Di Gioia
3ª
parte
Vivere il calcio a 360° può anche significare
fare a meno di una squadra di primo piano. Il
fiorente settore giovanile del calcio a 11 fa il
paio da cinque anni, con lo sviluppo del calcio
a 5.
È
datata 2002 la nascita del cosiddetto calcetto
nel centrò telesino, avvenuta grazie ad
un'intuizione del tecnico Fasano, proprietario
del centro Sporting Club Glassano, che fu
incoraggiato all'impresa da Pietro Desiato ed
Amedeo Ceniccola. E la nascita fu una grande
festa anche perché si riuscì a creare un settore
giovanile con le categorie Allievi e Juniores e
con tutti ragazzi del posto. Punto di partenza
fu !a Serie D, il tecnico era Franco Bozzi, che
alla prima esperienza riuscì ad ottenere uno
splendido terzo posto.
Nell'anno successivo altri soci entrarono a fare
parte del sodalizio telesino: Di Gioia, Giuseppe
Votto e Alfonso Grillo, mentre lo stesso Fasano
diventava responsabile tecnico e cominciava a
sfornare atleti di sicuro avvenire come
Selvaggio che tutt'ora è conteso dalle due
squadre capitoline di Serie Adi calcio a 5. I
restanti tre anni di vita furono quelli più
interessanti e palpitanti da un punto di vista
emozionale.
LA
C2 - Si passò in serie C2 grazie all'acquisizione
del titolo del Beltiglio. Fasano è il tecnico,
soci erano Alberto Pilla, Nicola Altera, Lelio
Alfano e Armando Rinaldi. La prima esperienza,
però, non fu soddisfacente, perché la compagine
telesina dopo un buon avvio e le dimissioni del
tecnico, finì per retrocedere nuovamente in
serie D.
Il
tecnico dimissionario, l'anno successivo, rimase
alla finestra, ma poi fu richiamato dal
presidente e portò la squadra nuovamente in
categoria superiore. Quest'anno, storia dei
giorni nostri, la formazione telesina è riuscita
a salvarsi ed a mantenere la serie con molta
soddisfazione, ma alcune incongruenze con i soci
subentrati hanno portato a scelte clamorose,
come l'addio del tecnico Fasano e del presidente
Desiato, due autentiche istituzioni per il
calcio a cinque telesino.
La
carica del presidente, adesso, è in mano a Di
Gioia ed è questa, forse, la decisione migliore
per mantenere quel filo di continuità per quel
bel progetto sviluppatosi nel tempo e caduto
solo per problemi legati al fattore economico e
di acquisizione degli atleti. Resta comunque il
fatto che l'attuale presidente è, con questa,
alla sua sesta stagione da dirigente e quindi
rappresenta un po' l'istituzione del calcio a 5
a Te lese. Di certo al momento si sa che la
squadra telesina è molto attiva sul mercato e
che, quasi sicuramente, sposterà il suo quartier
generale dallo Sporting Club Grassano ad un
centro limitrofo "Con Desiato e Di Gioia sono
stati cinque anni bellissimi - racconta l'ex
tecnico Fasano - e c'è grosso rammarico nel non
aver continuato. Mi dispiace maggiormente per il
primo che a Telese è una persona conosciuta per
la sua correttezza e bontà. Ma abbiamo lasciato
la società in mani più che sicure e fidate».
Di
Gioia al momento rappresenta il filo conduttore
tra il vecchio ed il nuovo e sappiamo che è ima
persona altrettanto corretta. Da parte mia posso
dire di aver dato l'anima in questo lavoro e mi
fa piacere ricordare il bell’abbraccio con
Desiato quando vincemmo il campionato. Devo
anche dare atto che questa esperienza mi è molto
servita anche per farmi conoscere e crescere in
vista delle mie prossime avventure e non porto
rancore per nessuno visto che mi sono lasciato
in buoni rapporti con tutti".
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