4 novembre 2007
Provincia, assemblea dei Sindaci sui rifiuti
Antonio De Lucia

 

 

PROVINCIA di BENEVENTO - L’Ufficio Stampa

http://www.provincia.benevento.it

E-mail: ufficiostampa@provinciabenevento.it

Tel. 0824774502 - 082421390 – 3488723812 - fax 0824319510

 

Comunicato Stampa n. 2483 del 03 novembre 2007

Il presidente della Provincia di Benevento comunicherà lunedì prossimo al Commissariato di governo un sito di discarica per ecoballe per una quantità di 300.000 tonnellate. Inoltre la Provincia accetta la proposta del Commissariato per sperimentare la gestione di cinque tonnellate di rifiuti con la tecnologia della dissociazione molecolare.

E’ questa la conclusione dell’Assemblea dei sindaci del Sannio di oggi, 3 novembre, alla Rocca dei Rettori, presenti il prefetto di Benevento Giuseppe Urbano, l’on. Erminia Mazzoni, l’on. Costantino Boffa, l’on. Sandra Lonardo, i sindaci e amministratori del Sannio, i consiglieri e gli assessori provinciali, riunita sotto la presidenza del presidente della Provincia Carmine Nardone.

L’Assemblea è stata l’occasione per affrontare una nuova emergenza rifiuti, ma alla fine del confronto, a tratti anche aspro, non è emersa una indicazione univoca da parte dell’Assemblea circa il sito di discarica di ecoballe da indicare al Commissariato rifiuti e, pertanto, la decisione è stata demandata a Nardone, il quale farà sapere la propria scelta sulla base della indicazione già effettuata dalla Giunta provinciale lo scorso 16 aprile, dopo un’altra Assemblea dei sindaci, e sulla base delle indicazioni presentate dai sindaci stessi nella seduta di oggi e nelle prossime ore. In quella occasione, come si ricorderà furono individuati possibili siti di stoccaggio di rifiuti non trattati: pertanto gli stessi siti meglio potrebbero accogliere le ecoballe, che sono un prodotto semilavorato.

La nuova (ennesima) emergenza insorge a seguito del saturarsi degli impianti di produzione di ecoballe. La Provincia sannita, come le altre quattro della Campania, è stata invitata a Napoli nei giorni scorsi presso il Commissariato di governo per prendere atto dell’avvenuta indicazione, “quale contributo alla scelta delle aree”, di alcuni siti “potenzialmente utilizzabili” per discarica, cioè per deposito del quantitativo di ecoballe attualmente stoccato senza protezioni presso l’impianto CDR di Casalduni. E’ importante appunto sottolineare che nel sito non confluiranno rifiuti non trattati, ma ecoballe, che danno maggiori garanzia di gestione. Tali possibili siti di stoccaggio provinciale di discarica, secondo il Commissariato, non precludono ulteriori e differenti scelte di siti da parte della Provincia stessa. I siti, comunque, sono tutti delle antiche cave e sono state individuate dal Commissariato in: Reino, Torrecuso, Solopaca, Dugenta, Benevento, Apice e Montesarchio. Alle Province è stata data dunque la possibilità di una certa discrezionalità decisionale e su questo punto il presidente Nardone aveva deciso di chiamare tutti i sindaci e la deputazione parlamentare al confronto odierno. Il presidente ha iniziato la riunione con questa dichiarazione: “sono pronto ad assumermi la responsabilità istituzionale di indicare un sito alternativo, se non avrò indicazioni diverse da questa Assemblea”. Il presidente ha anche contestato subito la indicazione di Montesarchio perché essa è in contrasto con gli accordi a suo tempo assunti con lo stesso commissariato circa la non immissione a re Ponti di altri rifiuti e per il fatto che a Montesarchio sta partendo la rinaturalizzazione dell’area.

Il quantitativo di stoccaggio immediato nel sito da individuare è stato indicato in 600.000 tonnellate di ecoballe in provincia di Benevento; ma a questo la Provincia ha opposto che le tonnellate, per il Sannio, non possono essere più di 300.000. Tale ridimensionamento è stato più volte assicurato come possibile dallo stesso Prefetto presente in sede di Assemblea oggi alla Rocca dei Rettori. La indicazione del sito o dei siti, comunque, come ha comunicato Nardone, deve essere data entro il prossimo lunedì mattina. Entro il 12 novembre, invece, si dovrà valutare la questione di Sant’Arcangelo Trimonte, che era stata indicata dal Governo centrale come sede di discarica.

La riunione dei Sindaci e dei parlamentari è cominciata con una relazione di Nardone. Questi ha affermato che, al di là delle dispute tra i partiti su questo dato di fatto e sui suoi antecedenti, le esternazioni più o meno avvedute che rischiano, come al solito, di essere sterili, appare utile richiamare all’attenzione degli amministratori pubblici i seguenti dati forti del problema:

·        i sub Commissari (cioè i presidenti delle Province) non hanno alcun potere: nessuna delega reale è stata mai loro concessa, né sono mai stati interpellatti sul cosa fare;

·        avevamo chiesto la riqualificazione del sito di compostaggio di Molinara dopo l’uso scriteriato fatto dal Commissariato: “avevamo chiesto alla Procura della Repubblica un intervento per favorire il ripristino, ma non è stato possibile fare nulla – ha precisato Nardone” ;

·        in tredici anni sono state ammassate in più punti del territorio campano cinque, forse sette milioni di ecoballe di rifiuti: è l’unico caso nel pianeta che vede i rifiuti stoccati e non smaltiti;

·        fino ad oggi nessuna delle Autorità commissariali succedutesi ha mai anche soltanto ipotizzato una possibile soluzione per il problema rappresentato dalle ecoballe stivate in tutta la Campania (a Toppa Infuocata, Difesa Grande, Giugliano, etc.): quale sarà il loro destino?; che tipo di trattamento dovrà essere usato per il loro smaltimento e la loro messa in sicurezza?;

·        il termovalorizzatore di Acerra, in corso di costruzione, una volta andato a pieno regime, tratterà 2.000 tonnellate al giorno di rifiuti, cioè una quota che assolutamente non è bastevole a smaltire l’attuale livello di produzione di rifiuti (pari ad oltre 7.500 tonnellate);

·        per lo stesso termovalorizzatore si sono innescati altri problemi, in quanto occorre allontanare nel tempo la data della sua entrata in funzione a ragione di una lievitazione dei costi;

·        per quanto riguarda il termovalorizzatore di S. Maria La Fossa non è nemmeno partita la gara d’appalto per la sua costruzione e dunque non è nemmeno ipotizzabile, stante l’esperienza di Acerra, la data della sua entrata in esercizio;

·        l’Ambito Territoriale Ottimale per i rifiuti, previsto con la legge regionale in materia di rifiuti e per il quale la Regione aveva sollecitato le Province per l’insediamento, sta per essere cancellato dalla legge finanziaria 2008, che invece intende assegnare tutte le competenze della filiera alle Province;

·        la dissociazione molecolare che la Provincia sannita voleva realizzare senza pesare sul denaro pubblico (il Commissariato doveva solo autorizzare a conferire i rifiuti ad un prezzo inferiore della metà) non ha ricevuto il via libero sperato dal Commissariato medesimo, il quale ha autorizzato il trattamento solo per 5 tonnellate di rifiuti, il che blocca completamente l’intera operazione;

·        la dissociazione era stata prevista ed auspicata dalla provincia di Benevento in quanto essa si rivela essere la tecnologia di trattamento rifiuti meno impattante e meno inquinante per l’ambiente ed il territorio, nonché la più gestibile tenendo conto della struttura del territorio. Ampiamente sperimentata in molti Paesi, la dissociazione molecolare abbassa potentemente il residuo umido e consegna un prodotto finito assolutamente inerte e non pericoloso come quello rilasciato dal termovalorizzatore;

·        l’unica condizione posta dal “project financing” per la dissociazione molecolare era un contenimento del costo di vendita del rifiuto;

·        il Sannio è stato anche visitato da una apposita Commissione di sei esperti ministeriali i quali hanno affermato che si poteva sperimentare solo per cinque tonnellate – quantità del tutto insufficiente alla bisogna;

·        i debiti dei comuni per lo smaltimento dei rifiuti saranno risolti con la rimodulazione delle tariffe a carico dei cittadini, pena lo scioglimento dei Consigli comunali, secondo le impostazioni della legislazione vigente: cosa fare allora su questo punto?;

·        c’è il pericolo che la discarica debba ospitare la FOS a Sant’Arcangelo Trimonte: si pensa dunque ancora una volta ad una discarica tradizionale.

·        il Commissariato ritiene che la dissociazione possa essere considerata “innovativa” e non “sperimentale” se viene approvato un ordine del giorno da parte del Parlamento,

·        comunque sia, Nardone intende ritirare la propria proposta della dissociazione molecolare a causa degli insulti pervenuti alla sua persona;

·        la Regione aveva detto in un primo momento che dovevamo prevedere la pianificazione provinciale per lo smaltimento dei rifiuti, compreso il tipo di tecnologia da adottare, ma non è stato evidentemente così;

·        la Provincia sannita è stata invitata a Napoli per ascoltare la possibile indicazione di un sito di stoccaggio provinciale per la discarica, senza precludere però ulteriori e differenti scelte dei siti in maniera autonoma: si tratta di discariche da realizzarsi in cava in Reino, Torrecuso, Solopaca, Dugenta, Benevento, Apice e Montesarchio. Il quantitativo di stoccaggio immediato era di 600.000 tonnellate di ecoballe in provincia di Benevento.

·        A questo la Provincia oppone che le tonnellate non possono essere più di 300.000 tonnellate. La indicazione deve essere data entro lunedì 5.11.2007. Entro il 12.11.07 dovremmo valutare la questione di Sant’Arcangelo Trimonte. Sono pronto ad assumermi la responsabilità di indicare un sito alternativo, se non avrò indicazioni diverse da questa Assemblea.

Ecco di seguito un resoconto sommario degli interventi.

Il prefetto di Benevento: “Si tratta di liberare l’impianto di Casalduni, non di ricevere altre ecoballe da fuori provincia. Sono comunque dell’opinione che sarebbe tanto di guadagnato se si realizzasse la dissociazione molecolare.”

Romeo Pisani, vice sindaco di Sant’Arcangelo Trimonte: ancora una volta veniamo indicati come sede di discarica. Il presidente Nardone ha detto che era preferibile tra i due mali quello delle ceneri inerti. Ma non è stata accettata la procedura della dissociazione molecolare. Ma a Sant’Arcangelo abbiamo già avuto due discariche regionali e provinciali.”

Antonio Izzo, sindaco di Montesarchio: “Chiedo solo il rispetto degli accordi sottoscritti a suo tempo, per l’insediamento della discarica in Montesarchio. Noi strappiamo gli attributi a chi afferma il contrario”.

Il Prefetto: “Si può tenere gli attributi”.

Nardone: “abbiamo un compito: eliminare l’emergenza rifiuti. Dobbiamo individuare un sito o più siti di stoccaggio delle ecoballe di Casalduni. Possiamo fare una mozione d’ordine: cioè rifiutare la scelta del Commissariato e fare una scelta nostra. Secondo me, dobbiamo fermare la quota dei rifiuti di ecoballe a 300.000 tonnellate.  Esiste una infinitesimale possibilità di fare una scelta condivisa a tutela del territorio oppure mi devo assumere la responsabilità di fare autonomamente una scelta come presidente della Provincia”.

Nicola De Camillis, sindaco di Fragneto Monforte: “io sono favorevole al metodo scelto in data 16 aprile 2007 per la individuazione delle discariche possibili sul territorio. Sono favorevole a rimuovere le ecoballe di Casalduni, ma chiedo che le stesse non vi vengano riportate nella zona”.  

Antonio Di Maria, consigliere provinciale: “noi abbiamo già scelto con una delibera della Giunta provinciale; condividiamo la scelta delle 300.000 tonnellate, anche perché quelli della discarica da noi indicate erano per la FOS, a maggior ragione vanno bene per le ecoballe”.

L’on. Erminia Mazzoni: “noi abbiamo già sperimentato un metodo di condivisione, ma io auspicherei da parte di qualcuno una assunzione di responsabilità e dunque io plaudo al coraggio di Nardone per assumersi responsabilità. Ma il problema è che il Commissariato non tiene conto della delibera della Provincia, sia pure assunto con la condivisione di tutti. Un altro guaio è che non abbiamo una strategia per il futuro. Non sappiamo se la gestione sarà provincializzata. Non abbiamo un Piano provinciale. Abbiamo un ATO secondo la Regione, ma il Governo nazionale ritiene che l’ATO non sia produttivo o utile. Dubito fortemente che il Commissariato di governo sarà soppresso. Chiedo ai citatdini di costituirsi parte civile contro chi ha promosso questo scempio. Credo di non poter votare l’ordine del giorno proposto dal Commissariato sulla dissociazione molecolare perché non sono convinto della bontà della dissociazione molecolare. Il presidente si assuma la responsabilità di scegliere, visto che c’è l’atto deliberativo formale della Provincia”.

L’on. Sandra Lonardo ha detto: “siamo chiamati a dare una indicazione. Ci sono dubbi sulla ordinarietà e sulla straordinarietà della gestione rifiuti. Se siamo tutti d’accordo possiamo accettare 300.000 tonnellate perché dobbiamo liberare il CDR di Casalduni, così come sostiene il prefetto secondo il quale tale è il quantitativo di tonnellate da assegnare al Sannio”.

L’on. Costantino Boffa: “un conto è avere gli ATO, un conto è la provincializzazione. Propongo una riunione apposita, magari ristretta, per la definizione degli obiettivi del POR 2007-2013, cioè delle risorse aggiuntive da destinare a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del territorio. Il Commissariato sceglie i siti in base al censimento della Regione sulle cave inattive: oggi dobbiamo liberare le piazzole dei CDR per garantire il loro ciclo di funzionamento. Le soluzioni tecniche adottate dalla Provincia il 16 aprile andavano bene per la FOS, meglio potrebbero andare per le ecoballe. Io sono per ribadire quella decisione, così come sono favorevole a presentare un ordine del giorno in Parlamento”.

Il sindaco di Benevento Fausto Pepe: “Contesto la indicazione delle 300.000 tonnellate di ecoballe  perché tale quota è quasi il triplo della produzione provinciale annua. La cave, oggi chiuse, sono state individuate per allocarvi FOS o ecoballe, mentre i piani regolatori indicano che debbano essere riaperte. La contrada Lamia viene indicata per tre diverse opzioni tutte diverse l’una dall’altra. Il problema delle ecoballe da stoccare non può porsi in maniera così drammatica perché le ecoballe abbisognano solo di una piazzola – cosa che è ben diversa dalla FOS. Io propongo di indicare più comuni quali sedi insediative di ecoballe, anche 30 comuni per 10.000 tonnellate ciascuno. Sono anche per escludere quei comuni che hanno già ospitato discariche regionali”.

Antonio Meola, sindaco di Ponte si associa alla contestazione dei numeri del Commissariato fatta dal sindaco Pepe.

Angelo Pozzuto, consigliere provinciale, contesta la individuazione della Giunta provinciale e ricorda che c’è stata la contestazione da parte dei cittadini di San Marco dei Cavoti. “Il consiglio provinciale non ha mai discusso di questo problema ed anzi -  ricorda Pozzuto - io non votai il Bilancio di previsione della Provincia per protesta, anche perché non ci sono a San Marco dei Cavoti le cave che vengono indicate”.

Il vice sindaco di San Marco dei Cavoti Cocca ricorda che il Consorzio di rifiuti ha avuto la responsabilità di intervenire sul territorio. Abbiamo il problema della plastica che è stata impropriamente portata a Molinara: l’impianto di compostaggio potrebbe essere salvato mediante un semplice impianto grazie ad un “project financing”, ma questa ipotesi non è mai stata accolta. San Marco dei Cavoti è fermamente contrario alla individuazione della cava che ricade in una zona attraversata da una strada (la Franzese), da un agriturismo e da un parco eolico”.

Il sindaco di Cusano Mutri Giuseppe Maturo crede sia eccessivo una tutela delle cave e chiede di autorizzare l’aumento della raccolta rifiuti nel comune.

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it