Comunicato Stampa n. 2483 del 03 novembre 2007
Il presidente della Provincia di Benevento
comunicherà lunedì prossimo al Commissariato di
governo un sito di discarica per ecoballe per
una quantità di 300.000 tonnellate. Inoltre la
Provincia accetta la proposta del Commissariato
per sperimentare la gestione di cinque
tonnellate di rifiuti con la tecnologia della
dissociazione molecolare.
E’ questa la conclusione dell’Assemblea dei
sindaci del Sannio di oggi, 3 novembre, alla
Rocca dei Rettori, presenti il prefetto di
Benevento Giuseppe Urbano, l’on. Erminia Mazzoni,
l’on. Costantino Boffa, l’on. Sandra Lonardo, i
sindaci e amministratori del Sannio, i
consiglieri e gli assessori provinciali, riunita
sotto la presidenza del presidente della
Provincia Carmine Nardone.
L’Assemblea è stata l’occasione per affrontare
una nuova emergenza rifiuti, ma alla fine del
confronto, a tratti anche aspro, non è emersa
una indicazione univoca da parte dell’Assemblea
circa il sito di discarica di ecoballe da
indicare al Commissariato rifiuti e, pertanto,
la decisione è stata demandata a Nardone, il
quale farà sapere la propria scelta sulla base
della indicazione già effettuata dalla Giunta
provinciale lo scorso 16 aprile, dopo un’altra
Assemblea dei sindaci, e sulla base delle
indicazioni presentate dai sindaci stessi nella
seduta di oggi e nelle prossime ore. In quella
occasione, come si ricorderà furono individuati
possibili siti di stoccaggio di rifiuti non
trattati: pertanto gli stessi siti meglio
potrebbero accogliere le ecoballe, che sono un
prodotto semilavorato.
La nuova (ennesima) emergenza insorge a seguito
del saturarsi degli impianti di produzione di
ecoballe. La Provincia sannita, come le altre
quattro della Campania, è stata invitata a
Napoli nei giorni scorsi presso il Commissariato
di governo per prendere atto dell’avvenuta
indicazione, “quale contributo alla scelta delle
aree”, di alcuni siti “potenzialmente
utilizzabili” per discarica, cioè per deposito
del quantitativo di ecoballe attualmente
stoccato senza protezioni presso l’impianto CDR
di Casalduni. E’ importante appunto sottolineare
che nel sito non confluiranno rifiuti non
trattati, ma ecoballe, che danno maggiori
garanzia di gestione. Tali possibili siti di
stoccaggio provinciale di discarica, secondo il
Commissariato, non precludono ulteriori e
differenti scelte di siti da parte della
Provincia stessa. I siti, comunque, sono tutti
delle antiche cave e sono state individuate dal
Commissariato in: Reino, Torrecuso, Solopaca,
Dugenta, Benevento, Apice e Montesarchio. Alle
Province è stata data dunque la possibilità di
una certa discrezionalità decisionale e su
questo punto il presidente Nardone aveva deciso
di chiamare tutti i sindaci e la deputazione
parlamentare al confronto odierno. Il presidente
ha iniziato la riunione con questa
dichiarazione: “sono pronto ad assumermi la
responsabilità istituzionale di indicare un sito
alternativo, se non avrò indicazioni diverse da
questa Assemblea”. Il presidente ha anche
contestato subito la indicazione di Montesarchio
perché essa è in contrasto con gli accordi a suo
tempo assunti con lo stesso commissariato circa
la non immissione a re Ponti di altri rifiuti e
per il fatto che a Montesarchio sta partendo la
rinaturalizzazione dell’area.
Il quantitativo di stoccaggio immediato nel sito
da individuare è stato indicato in 600.000
tonnellate di ecoballe in provincia di
Benevento; ma a questo la Provincia ha opposto
che le tonnellate, per il Sannio, non possono
essere più di 300.000. Tale ridimensionamento è
stato più volte assicurato come possibile dallo
stesso Prefetto presente in sede di Assemblea
oggi alla Rocca dei Rettori. La indicazione del
sito o dei siti, comunque, come ha comunicato
Nardone, deve essere data entro il prossimo
lunedì mattina. Entro il 12 novembre, invece, si
dovrà valutare la questione di Sant’Arcangelo
Trimonte, che era stata indicata dal Governo
centrale come sede di discarica.
La riunione dei Sindaci e dei parlamentari è
cominciata con una relazione di Nardone. Questi
ha affermato che, al di là delle dispute tra i
partiti su questo dato di fatto e sui suoi
antecedenti, le esternazioni più o meno avvedute
che rischiano, come al solito, di essere
sterili, appare utile richiamare all’attenzione
degli amministratori pubblici i seguenti dati
forti del problema:
· i sub Commissari (cioè i presidenti
delle Province) non hanno alcun potere: nessuna
delega reale è stata mai loro concessa, né sono
mai stati interpellatti sul cosa fare;
· avevamo chiesto la riqualificazione del
sito di compostaggio di Molinara dopo l’uso
scriteriato fatto dal Commissariato: “avevamo
chiesto alla Procura della Repubblica un
intervento per favorire il ripristino, ma non è
stato possibile fare nulla – ha precisato
Nardone” ;
· in tredici anni sono state ammassate in
più punti del territorio campano cinque, forse
sette milioni di ecoballe di rifiuti: è l’unico
caso nel pianeta che vede i rifiuti stoccati e
non smaltiti;
· fino ad oggi nessuna delle Autorità
commissariali succedutesi ha mai anche soltanto
ipotizzato una possibile soluzione per il
problema rappresentato dalle ecoballe stivate in
tutta la Campania (a Toppa Infuocata, Difesa
Grande, Giugliano, etc.): quale sarà il loro
destino?; che tipo di trattamento dovrà essere
usato per il loro smaltimento e la loro messa in
sicurezza?;
· il termovalorizzatore di Acerra, in
corso di costruzione, una volta andato a pieno
regime, tratterà 2.000 tonnellate al giorno di
rifiuti, cioè una quota che assolutamente non è
bastevole a smaltire l’attuale livello di
produzione di rifiuti (pari ad oltre 7.500
tonnellate);
· per lo stesso termovalorizzatore si
sono innescati altri problemi, in quanto occorre
allontanare nel tempo la data della sua entrata
in funzione a ragione di una lievitazione dei
costi;
· per quanto riguarda il
termovalorizzatore di S. Maria La Fossa non è
nemmeno partita la gara d’appalto per la sua
costruzione e dunque non è nemmeno ipotizzabile,
stante l’esperienza di Acerra, la data della sua
entrata in esercizio;
· l’Ambito Territoriale Ottimale per i
rifiuti, previsto con la legge regionale in
materia di rifiuti e per il quale la Regione
aveva sollecitato le Province per
l’insediamento, sta per essere cancellato dalla
legge finanziaria 2008, che invece intende
assegnare tutte le competenze della filiera alle
Province;
· la dissociazione molecolare che la
Provincia sannita voleva realizzare senza pesare
sul denaro pubblico (il Commissariato doveva
solo autorizzare a conferire i rifiuti ad un
prezzo inferiore della metà) non ha ricevuto il
via libero sperato dal Commissariato medesimo,
il quale ha autorizzato il trattamento solo per
5 tonnellate di rifiuti, il che blocca
completamente l’intera operazione;
· la dissociazione era stata prevista ed
auspicata dalla provincia di Benevento in quanto
essa si rivela essere la tecnologia di
trattamento rifiuti meno impattante e meno
inquinante per l’ambiente ed il territorio,
nonché la più gestibile tenendo conto della
struttura del territorio. Ampiamente
sperimentata in molti Paesi, la dissociazione
molecolare abbassa potentemente il residuo umido
e consegna un prodotto finito assolutamente
inerte e non pericoloso come quello rilasciato
dal termovalorizzatore;
· l’unica condizione posta dal “project
financing” per la dissociazione molecolare era
un contenimento del costo di vendita del
rifiuto;
· il Sannio è stato anche visitato da una
apposita Commissione di sei esperti ministeriali
i quali hanno affermato che si poteva
sperimentare solo per cinque tonnellate –
quantità del tutto insufficiente alla bisogna;
· i debiti dei comuni per lo smaltimento
dei rifiuti saranno risolti con la rimodulazione
delle tariffe a carico dei cittadini, pena lo
scioglimento dei Consigli comunali, secondo le
impostazioni della legislazione vigente: cosa
fare allora su questo punto?;
· c’è il pericolo che la discarica debba
ospitare la FOS a Sant’Arcangelo Trimonte: si
pensa dunque ancora una volta ad una discarica
tradizionale.
· il Commissariato ritiene che la
dissociazione possa essere considerata
“innovativa” e non “sperimentale” se viene
approvato un ordine del giorno da parte del
Parlamento,
· comunque sia, Nardone intende ritirare
la propria proposta della dissociazione
molecolare a causa degli insulti pervenuti alla
sua persona;
· la Regione aveva detto in un primo
momento che dovevamo prevedere la pianificazione
provinciale per lo smaltimento dei rifiuti,
compreso il tipo di tecnologia da adottare, ma
non è stato evidentemente così;
· la Provincia sannita è stata invitata a
Napoli per ascoltare la possibile indicazione di
un sito di stoccaggio provinciale per la
discarica, senza precludere però ulteriori e
differenti scelte dei siti in maniera autonoma:
si tratta di discariche da realizzarsi in cava
in Reino, Torrecuso, Solopaca, Dugenta,
Benevento, Apice e Montesarchio. Il quantitativo
di stoccaggio immediato era di 600.000
tonnellate di ecoballe in provincia di
Benevento.
· A questo la Provincia oppone che le
tonnellate non possono essere più di 300.000
tonnellate. La indicazione deve essere data
entro lunedì 5.11.2007. Entro il 12.11.07
dovremmo valutare la questione di Sant’Arcangelo
Trimonte. Sono pronto ad assumermi la
responsabilità di indicare un sito alternativo,
se non avrò indicazioni diverse da questa
Assemblea.
Ecco di seguito un resoconto sommario degli
interventi.
Il prefetto di Benevento: “Si tratta di liberare
l’impianto di Casalduni, non di ricevere altre
ecoballe da fuori provincia. Sono comunque
dell’opinione che sarebbe tanto di guadagnato se
si realizzasse la dissociazione molecolare.”
Romeo Pisani, vice sindaco di Sant’Arcangelo
Trimonte: ancora una volta veniamo indicati come
sede di discarica. Il presidente Nardone ha
detto che era preferibile tra i due mali quello
delle ceneri inerti. Ma non è stata accettata la
procedura della dissociazione molecolare. Ma a
Sant’Arcangelo abbiamo già avuto due discariche
regionali e provinciali.”
Antonio Izzo, sindaco di Montesarchio: “Chiedo
solo il rispetto degli accordi sottoscritti a
suo tempo, per l’insediamento della discarica in
Montesarchio. Noi strappiamo gli attributi a chi
afferma il contrario”.
Il Prefetto: “Si può tenere gli attributi”.
Nardone: “abbiamo un compito: eliminare
l’emergenza rifiuti. Dobbiamo individuare un
sito o più siti di stoccaggio delle ecoballe di
Casalduni. Possiamo fare una mozione d’ordine:
cioè rifiutare la scelta del Commissariato e
fare una scelta nostra. Secondo me, dobbiamo
fermare la quota dei rifiuti di ecoballe a
300.000 tonnellate. Esiste una infinitesimale
possibilità di fare una scelta condivisa a
tutela del territorio oppure mi devo assumere la
responsabilità di fare autonomamente una scelta
come presidente della Provincia”.
Nicola De Camillis, sindaco di Fragneto
Monforte: “io sono favorevole al metodo scelto
in data 16 aprile 2007 per la individuazione
delle discariche possibili sul territorio. Sono
favorevole a rimuovere le ecoballe di Casalduni,
ma chiedo che le stesse non vi vengano riportate
nella zona”.
Antonio Di Maria, consigliere provinciale: “noi
abbiamo già scelto con una delibera della Giunta
provinciale; condividiamo la scelta delle
300.000 tonnellate, anche perché quelli della
discarica da noi indicate erano per la FOS, a
maggior ragione vanno bene per le ecoballe”.
L’on. Erminia Mazzoni: “noi abbiamo già
sperimentato un metodo di condivisione, ma io
auspicherei da parte di qualcuno una assunzione
di responsabilità e dunque io plaudo al coraggio
di Nardone per assumersi responsabilità. Ma il
problema è che il Commissariato non tiene conto
della delibera della Provincia, sia pure assunto
con la condivisione di tutti. Un altro guaio è
che non abbiamo una strategia per il futuro. Non
sappiamo se la gestione sarà provincializzata.
Non abbiamo un Piano provinciale. Abbiamo un ATO
secondo la Regione, ma il Governo nazionale
ritiene che l’ATO non sia produttivo o utile.
Dubito fortemente che il Commissariato di
governo sarà soppresso. Chiedo ai citatdini di
costituirsi parte civile contro chi ha promosso
questo scempio. Credo di non poter votare
l’ordine del giorno proposto dal Commissariato
sulla dissociazione molecolare perché non sono
convinto della bontà della dissociazione
molecolare. Il presidente si assuma la
responsabilità di scegliere, visto che c’è
l’atto deliberativo formale della Provincia”.
L’on. Sandra Lonardo ha detto: “siamo chiamati a
dare una indicazione. Ci sono dubbi sulla
ordinarietà e sulla straordinarietà della
gestione rifiuti. Se siamo tutti d’accordo
possiamo accettare 300.000 tonnellate perché
dobbiamo liberare il CDR di Casalduni, così come
sostiene il prefetto secondo il quale tale è il
quantitativo di tonnellate da assegnare al
Sannio”.
L’on. Costantino Boffa: “un conto è avere gli
ATO, un conto è la provincializzazione. Propongo
una riunione apposita, magari ristretta, per la
definizione degli obiettivi del POR 2007-2013,
cioè delle risorse aggiuntive da destinare a
raggiungere gli obiettivi di sviluppo del
territorio. Il Commissariato sceglie i siti in
base al censimento della Regione sulle cave
inattive: oggi dobbiamo liberare le piazzole dei
CDR per garantire il loro ciclo di
funzionamento. Le soluzioni tecniche adottate
dalla Provincia il 16 aprile andavano bene per
la FOS, meglio potrebbero andare per le
ecoballe. Io sono per ribadire quella decisione,
così come sono favorevole a presentare un ordine
del giorno in Parlamento”.
Il sindaco di Benevento Fausto Pepe: “Contesto
la indicazione delle 300.000 tonnellate di
ecoballe perché tale quota è quasi il triplo
della produzione provinciale annua. La cave,
oggi chiuse, sono state individuate per
allocarvi FOS o ecoballe, mentre i piani
regolatori indicano che debbano essere riaperte.
La contrada Lamia viene indicata per tre diverse
opzioni tutte diverse l’una dall’altra. Il
problema delle ecoballe da stoccare non può
porsi in maniera così drammatica perché le
ecoballe abbisognano solo di una piazzola – cosa
che è ben diversa dalla FOS. Io propongo di
indicare più comuni quali sedi insediative di
ecoballe, anche 30 comuni per 10.000 tonnellate
ciascuno. Sono anche per escludere quei comuni
che hanno già ospitato discariche regionali”.
Antonio Meola, sindaco di Ponte si associa alla
contestazione dei numeri del Commissariato fatta
dal sindaco Pepe.
Angelo Pozzuto, consigliere provinciale,
contesta la individuazione della Giunta
provinciale e ricorda che c’è stata la
contestazione da parte dei cittadini di San
Marco dei Cavoti. “Il consiglio provinciale non
ha mai discusso di questo problema ed anzi -
ricorda Pozzuto - io non votai il Bilancio di
previsione della Provincia per protesta, anche
perché non ci sono a San Marco dei Cavoti le
cave che vengono indicate”.
Il vice sindaco di San Marco dei Cavoti Cocca
ricorda che il Consorzio di rifiuti ha avuto la
responsabilità di intervenire sul territorio.
Abbiamo il problema della plastica che è stata
impropriamente portata a Molinara: l’impianto di
compostaggio potrebbe essere salvato mediante un
semplice impianto grazie ad un “project
financing”, ma questa ipotesi non è mai stata
accolta. San Marco dei Cavoti è fermamente
contrario alla individuazione della cava che
ricade in una zona attraversata da una strada
(la Franzese), da un agriturismo e da un parco
eolico”.
Il sindaco di Cusano Mutri Giuseppe Maturo crede
sia eccessivo una tutela delle cave e chiede di
autorizzare l’aumento della raccolta rifiuti nel
comune.
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