Fra due mesi saranno trascorsi mille giorni da
quando la scuola Elementare di Cerreto è stata
chiusa per motivi di agibilità. Il sindaco aveva
promesso che i lavori di adeguamento sarebbero
terminati nel giro di qualche mese. Era il 2004…
Conto
alla rovescia
Fra circa due mesi, e precisamente domenica 17
giugno, diventeranno mille i giorni da quando,
nel settembre 2004, la scuola Elementare di
Cerreto (in piazza Mazzacane) venne chiusa
dall'amministrazione Barbieri per motivi di
agibilità. Per la precisione ne sono trascorsi
938.
Riassunto delle puntate precedenti per chi non
conosce la vicenda
Fatti evacuare in fretta e furia dalle loro
classi (Anno Domini 2004), i bambini vennero
mandati nelle aule dell’Istituto “Leone XIII” in
piazza Roma. Proprio quest’ultimo edificio creò
parecchie polemiche perché alcune aule erano
strette e totalmente disagiate per i bambini.
Talmente strette che, quando un bambino doveva
andare in bagno, dovevano alzarsi tutti gli
altri per consentirgli di passare. Una
situazione, a dir poco, scomoda e d’emergenza.
Quando quell’emergenza stava diventando
normalità, i genitori sollevarono il problema,
ma le loro proteste inizialmente non vennero
ascoltate. Ma avevano ragione da vendere. Tanto
è vero che quelle aule fatiscenti da quest’anno
non sono più in funzione. Ne hanno guadagnato i
bambini, vittime innocenti di una situazione che
fa concorrenza al cubo di Rubik. Vennero
avanzate varie proposte, sia dal gruppo di
minoranza consiliare sia da parte del Comitato
Genitori “Scuolanuova”.
Tra le tante idee lanciate, il “Blocco per
Cerreto” propose di ricostruire “ex novo” la
scuola (casomai anche in un altro luogo) perché,
se il motivo della chiusura riguardava
l’agibilità della struttura, fare degli
interventi di miglioramento non sarebbe servito
a risolvere il problema. Mettere delle “toppe”
avrebbe soltanto fatto spendere dei soldi
inutili. C’erano delle valide motivazioni di
fondo che sostenevano la soluzione avanzata
dalla minoranza e degli esempi pratici. Come
quello del Comune di Faicchio che, per
realizzare l’Istituto Turistico, spese circa
1.500.000 euro. Meno di quelli che ha già
previsto di spendere l’Amministrazione Barbieri
per gli interventi di “rinforzo”: 1.483.600
euro, salvo imprevisti vari che i più
individuerebbero principalmente nelle prove di
carico dei solai. Senza contare le spese per
l’adeguamento dei locali dell’edificio “Leone
XIII” (37.643 euro), per l’affitto degli stessi
(3.000 euro al mese fino all’anno scorso) e per
la registrazione del contratto (620 euro).
Ma
il sindaco non prese in considerazione la
proposta del “Blocco”, sostenendo che, poiché
era già stato stanziato e speso un milione di
euro per riparare quella vecchia, sarebbe stato
inutile parlare della costruzione di una scuola
nuova. Scuola nuova che comunque, sempre ad
avviso del sindaco, sarebbe costata di più.
Inoltre venne prospettata l’idea di trasferire i
bambini in un edificio più sicuro come
l’Istituto Tecnico “M. Carafa” o le case
parrocchiali. Anche il Comitato Genitori propose
dei luoghi alternativi all’Istituto “Leone XIII”,
giudicato inadatto e poco idoneo. I dubbi erano
legittimi alla luce del fatto che i bambini, in
un bel giorno di settembre, erano stati fatti
uscire in tutta fretta dalle aule perché la
scuola non era agibile, per essere trasferiti in
una struttura costruita 300 anni fa, come
l’Istituto Leone “XIII”, che non era (e non è)
in possesso di un certificato di antisismicità e
che sicuramente, avendo tre secoli di vita, era
(ed è) sicuramente più a “rischio” dello stesso
istituto di piazza Mazzacane. Insomma se il
motivo della chiusura della scuola elementare
era stato l’inagibilità, lo stesso si poneva
(allora come oggi) per l’Istituto che
attualmente ospita i bambini. Questi concetti
vennero ribaditi nel corso, prima, di un
incontro organizzato dal “Blocco” (5 novembre
2005), e, in seguito, di un Consiglio Comunale
aperto, convocato dal sindaco in colpevole
ritardo dopo un anno e tre mesi dalla chiusura
della scuola (5 dicembre 2005).
E,
se su un problema così serio, si ritenne di
ascoltare i genitori solamente dopo più di un
anno, è evidente che ci fu una marea di
insensibilità sul tema da parte
dell’amministrazione Barbieri. La quale si sarà
anche prodigata per trovare dei finanziamenti,
ma il dialogo con i diretti interessati andava
fatto almeno contemporaneamente all’azione di
reperimento dei quattrini, se non prima.
Quantomeno per dare loro delle risposte,
quantomeno per rassicurarli. Terminati i lavori
del primo lotto, nell’attuale anno scolastico i
bambini della Materna sono potuti tornare nella
scuola di piazza Mazzacane, mentre gli altri
sono rimasti nel “Leone XIII”.
Ma, e qui torniamo ai giorni nostri, i lavori
del resto della struttura quando termineranno?
Anzi, sarebbe il caso di dire, quando
ricominceranno? Attualmente, infatti, sono fermi
al palo. Come le promesse del sindaco Barbieri,
che quasi 3 anni fa assicurava che i lavori
sarebbero finiti nel giro di qualche mese. Non
aveva specificato di quale anno, però. Il
nocciolo della questione, dunque, è tuttora
attuale. Insensibilità degli amministratori
verso le legittime perplessità sollevate dai
genitori, bambini in aule inadatte per due anni,
promesse che non sono state mantenute, cantiere
chiuso a tempo indefinito con i soldi già
finanziati. Il problema relativo alla scuola,
dunque, resta vivo più che mai. E’ partito un
conto alla rovescia. Che, a questo punto, non
riguarderà certo la lunga attesa per la fine dei
lavori, ma piuttosto il numero di giorni che
mancano dal fatidico numero mille. “Cinque
giorni che ti ho perso”, cantava Michele
Zarrillo. Se questa situazione non si risolverà
a breve, si continuerà a cantare anche a Cerreto
questo motivo. Con l’aggiunta di altri 995
giorni.
I
genitori del Comitato Scuolanuova:
“Attendiamo risposte anche dal nuovo Consiglio
di Istituto”.
Nel numero di marzo del periodico interno
“L’Arcobaleno” del Comitato Genitori
Scuolanuova, i componenti del Comitato
chiedono risposte sul problema relativo alla
scuola non solo all’amministrazione comunale di
Cerreto, ma anche al nuovo Consiglio di Istituto
insediatosi tre mesi fa. “Ora – scrivono i
genitori del Comitato – i genitori che non si
sono fermati mai in questi lunghi mesi, affinché
si tenesse sempre alta l’attenzione verso i
problemi dei nostri bambini e che hanno permesso
il superamento di situazioni di disagio
gravissime, attendono risposte anche (e
soprattutto) dal nuovo Consiglio di Istituto.
Nel discorso di insediamento del neo presidente
Michele Pelosi, è stato posto, tra le priorità
del suo mandato, il superamento dell’emergenza,
non solo facendo leva sulle competenze proprie
dell’Istituto, ma anche sensibilizzando le altre
Istituzioni coinvolte.
Noi genitori – conclude l’articolo – auspichiamo
che a questi lodevoli ed ambiziosi propositi
seguano fatti concreti: il tempo passa
velocemente, non si può più aspettare. Volge al
termine, ormai, il terzo anno scolastico per
questi bambini, ancora costretti a studiare in
ambienti inidonei, superati, inadeguati, non
sicuri ed ai quali è ancora negata la
possibilità di frequentare il tempo pieno, la
palestra, i laboratori”.
Giovanni Pio
Marenna
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