29 aprile 2007
Cerreto, problemi per la scuola elementare
Giovanni Pio Marenna

 

 

Fra due mesi saranno trascorsi mille giorni da quando la scuola Elementare di Cerreto è stata chiusa per motivi di agibilità. Il sindaco aveva promesso che i lavori di adeguamento sarebbero terminati nel giro di qualche mese. Era il 2004…

 

 

 

Conto alla rovescia

 

Fra circa due mesi, e precisamente domenica 17 giugno, diventeranno mille i giorni da quando, nel settembre 2004, la scuola Elementare di Cerreto (in piazza Mazzacane) venne chiusa dall'amministrazione Barbieri per motivi di agibilità. Per la precisione ne sono trascorsi 938.

 

Riassunto delle puntate precedenti per chi non conosce la vicenda

 

Fatti evacuare in fretta e furia dalle loro classi (Anno Domini 2004), i bambini vennero mandati nelle aule dell’Istituto “Leone XIII” in piazza Roma. Proprio quest’ultimo edificio creò parecchie polemiche perché alcune aule erano strette e totalmente disagiate per i bambini. Talmente strette che, quando un bambino doveva andare in bagno, dovevano alzarsi tutti gli altri per consentirgli di passare. Una situazione, a dir poco, scomoda e d’emergenza. Quando quell’emergenza stava diventando normalità, i genitori sollevarono il problema, ma le loro proteste inizialmente non vennero ascoltate. Ma avevano ragione da vendere. Tanto è vero che quelle aule fatiscenti da quest’anno non sono più in funzione. Ne hanno guadagnato i bambini, vittime innocenti di una situazione che fa concorrenza al cubo di Rubik. Vennero avanzate varie proposte, sia dal gruppo di minoranza consiliare sia da parte del Comitato Genitori “Scuolanuova”.

 

Tra le tante idee lanciate, il “Blocco per Cerreto” propose di ricostruire “ex novo” la scuola (casomai anche in un altro luogo) perché, se il motivo della chiusura riguardava l’agibilità della struttura, fare degli interventi di miglioramento non sarebbe servito a risolvere il problema. Mettere delle “toppe” avrebbe soltanto fatto spendere dei soldi inutili. C’erano delle valide motivazioni di fondo che sostenevano la soluzione avanzata dalla minoranza e degli esempi pratici. Come quello del Comune di Faicchio che, per realizzare l’Istituto Turistico, spese circa 1.500.000 euro. Meno di quelli che ha già previsto di spendere l’Amministrazione Barbieri per gli interventi di “rinforzo”: 1.483.600 euro, salvo imprevisti vari che i più individuerebbero principalmente nelle prove di carico dei solai. Senza contare le spese per l’adeguamento dei locali dell’edificio “Leone XIII” (37.643 euro), per l’affitto degli stessi (3.000 euro al mese fino all’anno scorso) e per la registrazione del contratto (620 euro).

 

Ma il sindaco non prese in considerazione la proposta del “Blocco”, sostenendo che, poiché era già stato stanziato e speso un milione di euro per riparare quella vecchia, sarebbe stato inutile parlare della costruzione di una scuola nuova. Scuola nuova che comunque, sempre ad avviso del sindaco, sarebbe costata di più. Inoltre venne prospettata l’idea di trasferire i bambini in un edificio più sicuro come l’Istituto Tecnico “M. Carafa” o le case parrocchiali. Anche il Comitato Genitori propose dei luoghi alternativi all’Istituto “Leone XIII”, giudicato inadatto e poco idoneo. I dubbi erano legittimi alla luce del fatto che i bambini, in un bel giorno di settembre, erano stati fatti uscire in tutta fretta dalle aule perché la scuola non era agibile, per essere trasferiti in una struttura costruita 300 anni fa, come l’Istituto Leone “XIII”, che non era (e non è) in possesso di un certificato di antisismicità e che sicuramente, avendo tre secoli di vita, era (ed è) sicuramente più a “rischio” dello stesso istituto di piazza Mazzacane. Insomma se il motivo della chiusura della scuola elementare era stato l’inagibilità, lo stesso si poneva (allora come oggi) per l’Istituto che attualmente ospita i bambini. Questi concetti vennero ribaditi nel corso, prima, di un incontro organizzato dal “Blocco” (5 novembre 2005), e, in seguito, di un Consiglio Comunale aperto, convocato dal sindaco in colpevole ritardo dopo un anno e tre mesi dalla chiusura della scuola (5 dicembre 2005).

 

E, se su un problema così serio, si ritenne di ascoltare i genitori solamente dopo più di un anno, è evidente che ci fu una marea di insensibilità sul tema da parte dell’amministrazione Barbieri. La quale si sarà anche prodigata per trovare dei finanziamenti, ma il dialogo con i diretti interessati andava fatto almeno contemporaneamente all’azione di reperimento dei quattrini, se non prima. Quantomeno per dare loro delle risposte, quantomeno per rassicurarli. Terminati i lavori del primo lotto, nell’attuale anno scolastico i bambini della Materna sono potuti tornare nella scuola di piazza Mazzacane, mentre gli altri sono rimasti nel “Leone XIII”.

 

Ma, e qui torniamo ai giorni nostri, i lavori del resto della struttura quando termineranno? Anzi, sarebbe il caso di dire, quando ricominceranno? Attualmente, infatti, sono fermi al palo. Come le promesse del sindaco Barbieri, che quasi 3 anni fa assicurava che i lavori sarebbero finiti nel giro di qualche mese. Non aveva specificato di quale anno, però. Il nocciolo della questione, dunque, è tuttora attuale. Insensibilità degli amministratori verso le legittime perplessità sollevate dai genitori, bambini in aule inadatte per due anni, promesse che non sono state mantenute, cantiere chiuso a tempo indefinito con i soldi già finanziati. Il problema relativo alla scuola, dunque, resta vivo più che mai. E’ partito un conto alla rovescia. Che, a questo punto, non riguarderà certo la lunga attesa per la fine dei lavori, ma piuttosto il numero di giorni che mancano dal fatidico numero mille. “Cinque giorni che ti ho perso”, cantava Michele Zarrillo. Se questa situazione non si risolverà a breve, si continuerà a cantare anche a Cerreto questo motivo. Con l’aggiunta di altri 995 giorni.

 

I genitori del Comitato Scuolanuova: “Attendiamo risposte anche dal nuovo Consiglio di Istituto”.

 

Nel numero di marzo del periodico interno “L’Arcobaleno” del Comitato Genitori Scuolanuova, i componenti del Comitato chiedono risposte sul problema relativo alla scuola non solo all’amministrazione comunale di Cerreto, ma anche al nuovo Consiglio di Istituto insediatosi tre mesi fa. “Ora – scrivono i genitori del Comitato – i genitori che non si sono fermati mai in questi lunghi mesi, affinché si tenesse sempre alta l’attenzione verso i problemi dei nostri bambini e che hanno permesso il superamento di situazioni di disagio gravissime, attendono risposte anche (e soprattutto) dal nuovo Consiglio di Istituto. Nel discorso di insediamento del neo presidente Michele Pelosi, è stato posto, tra le priorità del suo mandato, il superamento dell’emergenza, non solo facendo leva sulle competenze proprie dell’Istituto, ma anche sensibilizzando le altre Istituzioni coinvolte.

 

Noi genitori – conclude l’articolo – auspichiamo che a questi lodevoli ed ambiziosi propositi seguano fatti concreti: il tempo passa velocemente, non si può più aspettare. Volge al termine, ormai, il terzo anno scolastico per questi bambini, ancora costretti a studiare in ambienti inidonei, superati, inadeguati, non sicuri ed ai quali è ancora negata la possibilità di frequentare il tempo pieno, la palestra, i laboratori”.

 

 

Giovanni Pio Marenna

 

 

 

     

 Valle Telesina


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