10 settembre 2007
Voce della Campania, articolo da non credere!
Luigi Giuseppe Colella

 

 

Alla Voce della Campania,

all’attenzione del Direttore Cinquegrani e Condirettore Pennarola

 

Mi chiamo Luigi Giuseppe Colella, abito a San Salvatore Telesino, provincia di Benevento, faccio come lavoro il portalettere e sono una di quelle persone (per Voi faccio parte “dell’ignoranza popolare”, per Rutelli sono un “fondamentalista”) che hanno costituito i Comitati civici contro i cosiddetti “Impianti a biomasse” che dovranno essere costruiti, uno proprio a San Salvatore Telesino, l’altro a Reino. Sono stato sempre di sinistra o di estrema sinistra, ho votato il Presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone al primo mandato, ed anche al secondo, pur essendo lui in una coalizione che non mi piaceva. Ė venuto lui stesso a ringraziarci nel nostro paese, ma quando è stato il momento di decidere dell’Inceneritore non ci ha degnato della minima considerazione. Ho appoggiato e votato referendum progressisti, ho sempre appoggiato i movimenti e i Comitati civici (sempre ritenuti il sale della democrazia e della partecipazione popolare diretta ai problemi non risolti dai nostri cari politici o per porre rimedio ai disastri degli affaristi in combutta con i politici).

 

Leggo “La Voce della Campania” dai primissimi numeri e li conser(vavo) tutti quasi come reliquie. Quando è uscito nel mio paese il giorno 07 settembre 2007 il numero 9 anno XXIV, sono corso in edicola sperando di trovarvi qualche articolo sul nostro caso. L’ho trovato nelle ultime righe di di un articolo a pagina 3 a firma di Andrea Cinquegrani e a pagina 22 nell’articolo a firma di Rita Pennarola. (Nota di ViviTelese: articolo completo in questa pagina)

 

Il mio primo principio è quello di rispettare l’opinione di tutte le persone, di discutere insieme e, se possibile, raggiungere una mediazione, o, se impossibile, mantenere le proprie posizioni con rispetto reciproco. Ma leggere delle affermazioni come: «è il classico esempio della fusione fra ignoranza popolare e rozza strumentalizzazione politica» oppure:

«basterebbe che la popolazione di San Salvatore Telesino e delle località limitrofe ora riunita in Comitato contro l’impianto, prendesse fra le mani un testo di scienze delle scuole elementari: potrebbe …» mi ha fatto crollare il mondo addosso.

 

Ė un discorso molto simile a quello del sig. Rutelli che una lotta contro un inequivocabile INCENERITORE sotto la finzione delle “biomasse” lo chiama «ritorno al Medioevo». Sarebbe bastato un vostro giornalista, una telefonata al Comitato per avere notizie anche dalla controparte di Nardone. Sono tre mesi che leggo la Convenzione di Arhus, sono tre mesi che leggo la Carta di Aalborg, sono tre mesi che leggo (l’ho imparato a memoria!) il PEA (per chi non lo conosce: Piano Energetico Ambientale della Provincia di Benevento voluto dal Presidente Nardone) e non c’è traccia delle Centrali che ci vogliono propinare.

 

Sono tre mesi che leggo le Carte della Vocem (sta per Cementificio Vozza di Casagiove, CE ora acquisita dalla ABM di Bergamo) la ditta che dovrebbe costruire l’impianto a “biomasse” a San Salvatore Telesino. In queste carte leggo sempre che la ditta, chiede le autorizzazioni ai sensi degli artt. 27 e 28 del D.Lgs 22/97 (Decreto Ronchi sui RIFIUTI) invece di presentare istanza di autorizzazione ai sensi del D.Lgs 387/03 come ci si sarebbe aspettati da un impianto per la produzione di energia da biomasse. E non fa altro che parlare di RIFIUTI (Cdr, speciali ed altri) da bruciare.

 

Sono tre mesi che, insieme al mio Comitato e ad altri, organizziamo e partecipiamo a Convegni con persone (a cui abbiamo chiesto aiuto e consiglio invece di consultare un “semplice e banale testo di scienze delle scuole elementari”) ritenute degnissime e preparate sull’argomento:

Padre Zanotelli, missionario Comboniano,

Donato Ceglie, Sostituto Procuratore di Santa Maria Capua Vetere,

Vito Amendolara, direttore Coldiretti Regione Campania,

Antonio Marfella, tossicologo oncologo “G. Pascale” di Napoli,

Antonio Coppola, Università degli Studi della Basilicata,

Nicola Capone, segretario dell’Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno,

Giuseppe Comella, primario oncologo di Napoli “G. Pascale”, e tanti altri per fare in modo che persone come noi, “ignoranti e medievali” vengano consigliate.

 

Poi arrivano articoli del genere da un giornale come il Vostro, e arrivano dopo che il giorno 6 settembre 2007, il Consiglio Provinciale, a maggioranza, meno alcuni, ha riconfermato Nardone, riconfermato anche da quelli da Voi (e non solo da Voi) tanto vituperati consiglieri dell’UDEUR. Vorrei continuare, ma ne sortirebbe un testo troppo lungo, vorrei spedirVi le copie del PEA e dei progetti della Vocem ma lo ritengo inutile per chi ha già deciso dove stanno i buoni e dove i cattivi.

 

L’unica mia premura sarebbe quella di sapere se persone come Voi due, da me sempre stimate, hanno scritto i loro articoli perché informati e a conoscenza dei documenti o hanno solo firmato articoli da altri inviati?

 

Ė un dubbio che vorrei mi fosse chiarito, per non perdere del tutto quel po’ di fiducia e di speranza che avevo nel giornalismo serio e di vera informazione. Come dice Marco Travaglio, non possiamo pretendere l’obiettività e la neutralità, ma l’imparzialità sì, quella è un nostro diritto.

 

Non so se una semplice persona, “ignorante” e “fondamentalista” e che ha cercato in tutti i modi, insieme ad altre persone (contadini, disoccupati, casalinghe, medici, avvocati, ingegneri, insegnanti, giornalisti, politici, letterati, anche loro tutti “ignoranti” e “fondamentalisti” ma quasi tutti senza un partito alle spalle) può essere degna di una risposta, non fosse altro che per avervi letto e fatto leggere da più di vent’anni.

 

Vi ringrazio e vi saluto,

 

San Salvatore Telesino, 9 settembre 2007

 

Luigi Giuseppe Colella

appartenente al Comitato civico di San Salvatore Telesino

contro l’INCENERITORE

 

 


 

La Voce della Campania - numero 9 anno XXIV

 

Mezzogiorno - Il caso Sannio

Masse e Biomasse

 

La vecchia politica di stampo clientelare prova a fermare il cammino del Sannio, che sotto la guida del presidente della Provincia Carmine Nardone sta raggiungendo primati assoluti nel campo dell'innovazione.

 

RITA PENNAROLA

 

Curioso. La bagarre sui due impianti per biomasse (che in Paesi come l'Austria e la Finlandia generano energia pulita coprendo fino al 18% del fabbisogno nazionale) scoppia nel Sannio proprio nelle stesse settimane in cui il territorio è scosso dalla durissima inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che porta allo scoperto i traffici di rifiuti tossici al veleno su quelle fertili terre e vede coinvolti fino al collo esponenti mastelliani di primissimo piano.

 

Curioso che a capitanare la rivolta politica sfociata nelle dimissioni del presidente della Provincia Carmine Nardone siano stati due fedelissimi del ministro Clemente Mastella: il locale segretario Udeur Fernando Errico e il sindaco di San Salvatore Telesino Giuseppe Creta, anche consigliere alla Provincia.

 

Curioso che tutto questo sia accaduto nelle ore che procedevano la kermesse annuale di Telese, che rischiava di restare appannata, nell'edizione 2007, dalle brutte pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal pubblico ministero Donato Ceglie a carico di vip ceppalonesi di provata fede mastelliana.

 

Tutte "coincidenze" che è impossibile non rimarcare. «Chi ha seguito fin qui - dicono alcuni attenti osservatori politici - l'impegno di Nardone a favore del Sannio e della sua gente non intende assistere inerte a quella che appare come una manovra politica messa in atto con un duplice intento: non solo coprire col pretestuoso clamore della vicenda biomasse l'autentico scandalo determinato dall'inchiesta sul, traffico di rifiuti, ma soprattutto allontanare dalla Rocca dei Rettori il fautore di una politica rigorosa, improntata unicamente all'interesse della collettività ed artefice di una autentica rivoluzione nel Sannio, divenuto luogo privilegiato d'innovazione scientifica e di investimenti, con primati a livello campano, nazionale ed internazionale».

 

Un caso su tutti, il Marsec, la moderna stazione satellitare di controllo del territorio, polo strategico di protezione ambientale per la regione e per l'intero Paese. Quello dei due impianti a biomasse - il tema che ha fatto registrare l'improvvisa spaccatura all'interno del Consiglio provinciale - è il classico esempio della fusione fra ignoranza popolare e rozza strumentalizzazione politica.

 

«Basterebbe che la popolazione di San Salvatore Telesino e delle località limitrofe, ora riunita in comitato contro l'impianto, prendesse se fra le mani un testo di scienze delle scuole elementari: potrebbe leggervi cha da oltre cinquant'anni, nei territori del mondo a vocazione agricola, le biomasse rappresentano la fonte di energia pulita che tutti auspicano e realizzano».

 

L'osservazione di una docente di biologia circolava nel corso dell'affollatissima conferenza stampa convocata dallo stes-so Nardone per ribattere con una corretta informazione - anche e soprattutto scientifica - alla "disinformazia" dei torridi giorni di fine agosto.

 

Qualcuno si fa portavoce degli sbigottiti commenti che arrivano da alcuni fra i tanti giornalisti e studiosi esteri che in questi anni avevano seguito e supportato il cammino del Sannio nell'innovazione tecnologica guidato da Nardone.

 

«E' incredibile - commenta ad esempio l'italianista Thomas Behan, docente all'Università di Canterbuty e presente a Benevento in occasione della recentissima kermesse Futurity - che il presidente più votato in Italia (73,6% di consensi, ndr) non venga mandato a casa dalla sua gente, della, quale anzi ho visto ed apprezzato il caloroso sostegno, ma da questi tranelli partitici e correntizi.

 

E' l'ennesima prova che in Italia il Palazzo si allontana sempre più dai cittadini per arroccarsi dentro le torri delle sue logiche spartitone». Agronomo, allievo di Manlio Rossi Doria ed autore di ricerche sulla fame e sull'alimentazione di rilevanza mondiale, Carmine Nardone collabora con l'Università di Napoli Federico Il dove insegna una disciplina aderente al suo agire politico e morale: "Ecologia del paesaggio".

 

Difficile impartire ad un ricercatore come lui, con un'etica della politica messa in pratica per anni sotto gli occhi di tutti, lezioni di ambientalismo in materia di biomasse e termovalorizzatori. I due impianti contestati rientrano infatti nell'articolato Piano Energetico Provinciale frutto di anni di studi, elaborato dall'Enea di concerto con l'Università del Sannio, approvato da 47 associazioni ambientaliste e sottoposto alla valutazione dei cittadini per il sì definitivo, arrivato nei mesi scorsi con il plenum del Consiglio provinciale.

 

Quello stesso organismo che il 20 agosto ha detto no, provocando di fatto le dimissioni di Nardone. «Gli investitori pubblici e privati, per portare risorse nel Sannio, hanno bisogno di credibilità nelle istituzioni, nella certezza di supporti logistici che abbiamo dato loro. Se tutto questo cade, e senza un vero motivo, viene meno l'intera logica del processo avviato. E non ci sono più le condizioni per andare avanti».

 

Così Nardone ha spiegato il suo rifiuto a revocare le dimissioni. Ma intanto, dopo la figuraccia a livello nazionale ed internazionale, a provare ad innestare la retromarcia sono proprio gli artefici del grande tranello: Ds e Udeur locali. Gli stessi che quattro anni fa non volevano nemmeno ricandidarlo.

 

 

 


 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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