Alla Voce della Campania,
all’attenzione del Direttore Cinquegrani e
Condirettore Pennarola
Mi
chiamo Luigi Giuseppe Colella, abito a San
Salvatore Telesino, provincia di Benevento,
faccio come lavoro il portalettere e sono una di
quelle persone (per Voi faccio parte
“dell’ignoranza popolare”, per Rutelli sono un
“fondamentalista”) che hanno costituito i
Comitati civici contro i cosiddetti “Impianti a
biomasse” che dovranno essere costruiti, uno
proprio a San Salvatore Telesino, l’altro a Reino. Sono stato sempre di sinistra o di
estrema sinistra, ho votato il Presidente della
Provincia di Benevento Carmine Nardone al primo
mandato, ed anche al secondo, pur essendo lui in
una coalizione che non mi piaceva. Ė venuto lui
stesso a ringraziarci nel nostro paese, ma
quando è stato il momento di decidere
dell’Inceneritore non ci ha degnato della minima
considerazione. Ho appoggiato e votato
referendum progressisti, ho sempre appoggiato i
movimenti e i Comitati civici (sempre ritenuti
il sale della democrazia e della partecipazione
popolare diretta ai problemi non risolti dai
nostri cari politici o per porre rimedio ai
disastri degli affaristi in combutta con i
politici).
Leggo “La Voce della Campania” dai primissimi
numeri e li conser(vavo) tutti quasi come
reliquie. Quando è uscito nel mio paese il
giorno 07 settembre 2007 il numero 9 anno XXIV,
sono corso in edicola sperando di trovarvi
qualche articolo sul nostro caso. L’ho trovato
nelle ultime righe di di un articolo a pagina 3
a firma di Andrea Cinquegrani e a pagina 22
nell’articolo a firma di Rita Pennarola.
(Nota
di ViviTelese: articolo completo in questa
pagina)
Il
mio primo principio è quello di rispettare
l’opinione di tutte le persone, di discutere
insieme e, se possibile, raggiungere una
mediazione, o, se impossibile, mantenere le
proprie posizioni con rispetto reciproco. Ma
leggere delle affermazioni come: «è il classico
esempio della fusione fra ignoranza popolare e
rozza strumentalizzazione politica» oppure:
«basterebbe che la popolazione di San Salvatore
Telesino e delle località limitrofe ora riunita
in Comitato contro l’impianto, prendesse fra le
mani un testo di scienze delle scuole
elementari: potrebbe …» mi ha fatto crollare il
mondo addosso.
Ė
un discorso molto simile a quello del sig.
Rutelli che una lotta contro un inequivocabile
INCENERITORE sotto la finzione delle “biomasse”
lo chiama «ritorno al Medioevo». Sarebbe bastato
un vostro giornalista, una telefonata al
Comitato per avere notizie anche dalla
controparte di Nardone. Sono tre mesi che leggo
la Convenzione di Arhus, sono tre mesi che leggo
la Carta di Aalborg, sono tre mesi che leggo
(l’ho imparato a memoria!) il PEA (per
chi non lo conosce: Piano Energetico Ambientale
della Provincia di Benevento voluto dal
Presidente Nardone) e
non c’è traccia delle Centrali che ci vogliono
propinare.
Sono tre mesi che leggo le Carte della Vocem
(sta per Cementificio Vozza di Casagiove, CE ora
acquisita dalla ABM di Bergamo) la ditta che
dovrebbe costruire l’impianto a “biomasse” a San
Salvatore Telesino. In queste carte leggo sempre
che la ditta, chiede le autorizzazioni ai sensi
degli artt. 27 e 28 del D.Lgs 22/97 (Decreto
Ronchi sui RIFIUTI) invece di presentare istanza
di autorizzazione ai sensi del D.Lgs 387/03 come
ci si sarebbe aspettati da un impianto per la
produzione di energia da biomasse. E non fa
altro che parlare di RIFIUTI (Cdr, speciali ed
altri) da bruciare.
Sono tre mesi che, insieme al mio Comitato e ad
altri, organizziamo e partecipiamo a Convegni
con persone (a cui abbiamo chiesto aiuto e
consiglio invece di consultare un “semplice e
banale testo di scienze delle scuole
elementari”) ritenute degnissime e preparate
sull’argomento:
Padre Zanotelli, missionario
Comboniano,
Donato Ceglie, Sostituto Procuratore
di Santa Maria Capua Vetere,
Vito Amendolara,
direttore Coldiretti Regione Campania,
Antonio Marfella, tossicologo oncologo “G. Pascale” di
Napoli,
Antonio Coppola, Università degli Studi
della Basilicata,
Nicola Capone, segretario
dell’Assise della città di Napoli e del
Mezzogiorno,
Giuseppe Comella, primario oncologo
di Napoli “G. Pascale”, e tanti altri per fare
in modo che persone come noi, “ignoranti e
medievali” vengano consigliate.
Poi arrivano
articoli del genere da un giornale come il
Vostro, e arrivano dopo che il giorno 6
settembre 2007, il Consiglio Provinciale, a
maggioranza, meno alcuni, ha riconfermato
Nardone, riconfermato anche da quelli da Voi (e
non solo da Voi) tanto vituperati consiglieri
dell’UDEUR. Vorrei continuare, ma ne sortirebbe
un testo troppo lungo, vorrei spedirVi le copie
del PEA e dei progetti della Vocem ma lo ritengo
inutile per chi ha già deciso dove stanno i
buoni e dove i cattivi.
L’unica mia premura sarebbe quella di
sapere se persone come Voi due, da me sempre
stimate, hanno scritto i loro articoli perché
informati e a conoscenza dei documenti o hanno
solo firmato articoli da altri inviati?
Ė
un dubbio che vorrei mi fosse chiarito, per non
perdere del tutto quel po’ di fiducia e di
speranza che avevo nel giornalismo serio e di
vera informazione. Come dice Marco Travaglio,
non possiamo pretendere l’obiettività e la
neutralità, ma l’imparzialità sì, quella è un
nostro diritto.
Non so se una semplice persona, “ignorante” e
“fondamentalista” e che ha cercato in tutti i
modi, insieme ad altre persone (contadini,
disoccupati, casalinghe, medici, avvocati,
ingegneri, insegnanti, giornalisti, politici,
letterati, anche loro tutti “ignoranti” e
“fondamentalisti” ma quasi tutti senza un
partito alle spalle) può essere degna di una
risposta, non fosse altro che per avervi letto e
fatto leggere da più di vent’anni.
Vi
ringrazio e vi saluto,
San Salvatore Telesino, 9 settembre 2007
Luigi Giuseppe Colella
appartenente al Comitato civico di San Salvatore
Telesino
contro l’INCENERITORE
La
Voce della Campania - numero 9 anno XXIV
Mezzogiorno - Il caso Sannio
Masse e Biomasse
La
vecchia politica di stampo clientelare prova a
fermare il cammino del Sannio, che sotto la
guida del presidente della Provincia Carmine
Nardone sta raggiungendo primati assoluti nel
campo dell'innovazione.
RITA PENNAROLA
Curioso. La bagarre sui due impianti per
biomasse (che in Paesi come l'Austria e la
Finlandia generano energia pulita coprendo fino
al 18% del fabbisogno nazionale) scoppia nel
Sannio proprio nelle stesse settimane in cui il
territorio è scosso dalla durissima inchiesta
della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che
porta allo scoperto i traffici di rifiuti
tossici al veleno su quelle fertili terre e vede
coinvolti fino al collo esponenti mastelliani di
primissimo piano.
Curioso che a capitanare la rivolta politica
sfociata nelle dimissioni del presidente della
Provincia Carmine Nardone siano stati due
fedelissimi del ministro Clemente Mastella: il
locale segretario Udeur Fernando Errico e il
sindaco di San Salvatore Telesino Giuseppe
Creta, anche consigliere alla Provincia.
Curioso che tutto questo sia accaduto nelle ore
che procedevano la kermesse annuale di Telese,
che rischiava di restare appannata,
nell'edizione 2007, dalle brutte pagine
dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal
pubblico ministero Donato Ceglie a carico di vip
ceppalonesi di provata fede mastelliana.
Tutte "coincidenze" che è impossibile non
rimarcare. «Chi ha seguito fin qui - dicono
alcuni attenti osservatori politici - l'impegno
di Nardone a favore del Sannio e della sua gente
non intende assistere inerte a quella che appare
come una manovra politica messa in atto con un
duplice intento: non solo coprire col
pretestuoso clamore della vicenda biomasse
l'autentico scandalo determinato dall'inchiesta
sul, traffico di rifiuti, ma soprattutto
allontanare dalla Rocca dei Rettori il fautore
di una politica rigorosa, improntata unicamente
all'interesse della collettività ed artefice di
una autentica rivoluzione nel Sannio, divenuto
luogo privilegiato d'innovazione scientifica e
di investimenti, con primati a livello campano,
nazionale ed internazionale».
Un
caso su tutti, il Marsec, la moderna stazione
satellitare di controllo del territorio, polo
strategico di protezione ambientale per la
regione e per l'intero Paese. Quello dei due
impianti a biomasse - il tema che ha fatto
registrare l'improvvisa spaccatura all'interno
del Consiglio provinciale - è il classico
esempio della fusione fra ignoranza popolare e
rozza strumentalizzazione politica.
«Basterebbe che la popolazione di San Salvatore
Telesino e delle località limitrofe, ora riunita
in comitato contro l'impianto, prendesse se fra
le mani un testo di scienze delle scuole
elementari: potrebbe leggervi cha da oltre
cinquant'anni, nei territori del mondo a
vocazione agricola, le biomasse rappresentano la
fonte di energia pulita che tutti auspicano e
realizzano».
L'osservazione di una docente di biologia
circolava nel corso dell'affollatissima
conferenza stampa convocata dallo stes-so
Nardone per ribattere con una corretta
informazione - anche e soprattutto scientifica -
alla "disinformazia" dei torridi giorni di fine
agosto.
Qualcuno si fa portavoce degli sbigottiti
commenti che arrivano da alcuni fra i tanti
giornalisti e studiosi esteri che in questi anni
avevano seguito e supportato il cammino del
Sannio nell'innovazione tecnologica guidato da
Nardone.
«E' incredibile - commenta ad esempio
l'italianista Thomas Behan, docente
all'Università di Canterbuty e presente a
Benevento in occasione della recentissima
kermesse Futurity - che il presidente più votato
in Italia (73,6% di consensi, ndr) non venga
mandato a casa dalla sua gente, della, quale
anzi ho visto ed apprezzato il caloroso
sostegno, ma da questi tranelli partitici e
correntizi.
E'
l'ennesima prova che in Italia il Palazzo si
allontana sempre più dai cittadini per
arroccarsi dentro le torri delle sue logiche
spartitone». Agronomo, allievo di Manlio Rossi
Doria ed autore di ricerche sulla fame e
sull'alimentazione di rilevanza mondiale,
Carmine Nardone collabora con l'Università di
Napoli Federico Il dove insegna una disciplina
aderente al suo agire politico e morale:
"Ecologia del paesaggio".
Difficile impartire ad un ricercatore come lui,
con un'etica della politica messa in pratica per
anni sotto gli occhi di tutti, lezioni di
ambientalismo in materia di biomasse e
termovalorizzatori. I due impianti contestati
rientrano infatti nell'articolato Piano
Energetico Provinciale frutto di anni di studi,
elaborato dall'Enea di concerto con l'Università
del Sannio, approvato da 47 associazioni
ambientaliste e sottoposto alla valutazione dei
cittadini per il sì definitivo, arrivato nei
mesi scorsi con il plenum del Consiglio
provinciale.
Quello stesso organismo che il 20 agosto ha
detto no, provocando di fatto le dimissioni di
Nardone. «Gli investitori pubblici e privati,
per portare risorse nel Sannio, hanno bisogno di
credibilità nelle istituzioni, nella certezza di
supporti logistici che abbiamo dato loro. Se
tutto questo cade, e senza un vero motivo, viene
meno l'intera logica del processo avviato. E non
ci sono più le condizioni per andare avanti».
Così Nardone ha spiegato il suo rifiuto a
revocare le dimissioni. Ma intanto, dopo la
figuraccia a livello nazionale ed
internazionale, a provare ad innestare la
retromarcia sono proprio gli artefici del grande
tranello: Ds e Udeur locali. Gli stessi che
quattro anni fa non volevano nemmeno
ricandidarlo.
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