28 novembre 2007
Inceneritore, se di democrazia si tratta
Maria Pia Cutillo

 

 

Comitato Civico contro la costruzione

di un inceneritore

a San Salvatore Telesino

 

 

“Se di Democrazia si Tratta”

 

Il 19 novembre presso la casa comunale di San Salvatore Telesino si è tenuto un Consiglio Comunale Straordinario, convocato su richiesta del gruppo di minoranza che ha posto all’Assemblea Consiliare la necessità di modifica dell’art. 36 dello Statuto Comunale.

L’articolo dello statuto riguarda il diritto popolare al Referendum e cita che : “un numero di elettori residenti non inferiore al 51% degli iscritti nelle liste elettorali può chiedere che vengano indetti referendum in tutte le materie di competenza comunale”.

Evidentemente chi ha scritto tale articolo,e Salvatore Pacelli non faceva mai nulla per caso, non aveva nessuna intenzione di dare la possibilità ai cittadini di S.Salvatore T. di fare una proposta per una consultazione popolare in quanto è palese che se si richiede un referendum e per richiederlo si obbliga a raccogliere il 51% delle firme dei cittadini, non sarebbe  più necessario, successivamente, fare il referendum. L’ esito è scontato.

Inoltre per potersi avvalere di tale possibilità, nell’ art. 36 si fa riferimento ad un regolamento che non è mai stato né scritto, né approvato. In effetti indire un referendum a San Salvatore non è proprio possibile.

A noi del “Comitato Civico di San Salvatore Telesino contro il Termovalorizzatore” la proposta della minoranza è sembrata una proposta giusta e l’ abbiamo accolta  e sostenuta favorevolmente.

Cosa è successo in Consiglio Comunale?

La maggioranza ha riconosciuto la validità della proposta.

A questo punto ci saremmo aspettati la sua accettazione, il voto favorevole e la modifica dell’ art.36. Niente di tutto questo è successo.

La maggioranza ha fatto notare che anche altri articoli  dello Statuto necessitano di una revisione per cui occorre modificare il tutto. Ha dichiarato, inoltre, di impegnarsi alla stesura del nuovo statuto e non appena esso sarà pronto verrà sottoposto nuovamente al Consiglio Comunale. Quando?

Alla fine si è votato contro la proposta di  modifica dell’ art. 36.

La maggioranza ha dichiarato che, comunque,  i tempi tecnici impediscono che concretamente si riesca a proporre il nuovo statuto prima di 6 mesi ( non si può convocare un Consiglio Comunale sullo stesso argomento se non dopo 6 mesi).

La conclusione di questa vicenda è assurda.

La logica avrebbe suggerito di cominciare, intanto,  a cambiare l’ art.36 e  scrivere il regolamento che ne stabilisce le modalità di esecuzione e poi modificare anche il resto dello statuto con calma.

In questo modo si sarebbe aperta una fase nuova, di collaborazione reciproca tra maggioranza e opposizione su argomenti come quello della partecipazione popolare dei cittadini alla vita politica che non è appannaggio di nessuna delle due compagini. Il referendum è una manifestazione di democrazia  e nient’ altro.

Lo spettacolo offerto in Consiglio Comunale non è degno di un paese Democratico.

Si è potuto notare solo una contrapposizione netta e forte tra i due schieramenti e l’ argomento di discussione è passato in subordine.

L’ importante è sempre e  solo non dar ragione all’ avversario.

La possibilità di poter indire un referendum per ribadire la volontà popolare alla contrarietà all’ Inceneritore è svanita in quanto i tempi dei cambiamenti dello statuto sono quasi certamente molto più lunghi dei tempi dell’ iter autorizzativo dell’ impianto dell’ Inceneritore.

La maggioranza avrebbe fatto sicuramente una bella figura nei confronti dei cittadini e avrebbe dato una reale manifestazione di democrazia, a prescindere da chi aveva fatto la proposta di modifica dell’ art.36, perché i principi di  Democrazia e partecipazione popolare non dovrebbero avere né partiti né  fazioni.

Si è preferito, invece, articolare una complessa giustificazione degna di un testo di filosofia. Inoltre la maggioranza ha voluto sancire il principio del più forte con la dichiarazione che la stesura del nuovo statuto verrà eseguita da loro stessi e non in collaborazione col resto del consiglio.

Giusto per far capire a tutti  chi comanda nel nostro paese: il Sindaco e qualcun altro della giunta, magari entratovi anche da poco.

Tutto sommato era stato sollevato un problema reale: uno Statuto comunale che impedisce, di fatto, di indire un referendum popolare, ed era stata fatta una proposta ragionevole per risolverlo (ridurre in modo adeguato il numero di firme da raccogliere per poter procedere all’indizione di un referendum), ma l’arroganza di chi pensa di non doversi mai confrontare, ancora una volta, è stata più forte del buon senso.

La nostra speranza di cittadini è quella di veder rispettati i diritti alla partecipazione alla vita politica del nostro paese e sicuramente questo statuto non lo consente.

 

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 Valle Telesina


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