5 settembre 2007
Biomasse, Marfella scrive a Nardone
dal sito valletelesinaterramia

 

 

LETTERA DI MARFELLA A NARDONE

Il dott. Antonio Marfella, tossicologo oncologo della Fondazione G. Pascale di Napoli, che ha partecipato al Convegno “Le Ragioni del NO al Termovalorizzatore” tenutosi nella Sala dei Congressi delle Terme di Telese sabato 25 agosto 2007 ed organizzato dal Comitato “Terra Mia”, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Provincia di Benevento on. Nardone che pubblichiamo integralmente.

(Fonte: La Repubblica, 28 agosto 2007)

 

Caro presidente Nardone,

non pensi a Zanotelli ma ascolti la sua gente e protegga il territorio. Alcune precisazioni d’obbligo anche in risposta alla lettera apparsa oggi su «La Repubblica»:

1) se i rifiuti solidi urbani non attengono alle “piccole” centrali a “biomasse” di San Salvatore Telesino e Reino perché questi “piccoli impianti” sono destinati a bruciare in totale circa e non meno di 250.000 tonnellate di “biomasse”? La produzione di biomassa d.o.c. stimata per la sola provincia di Benevento assomma a non più di 15.000 tonnellate/anno, e a circa 60.000 tonnellate/anno per tutta la Regione Campania (prima degli incendi di questa estate…….). Il resto delle molte migliaia di tonnellate di materiale da incenerire, da dove proverrebbero? Per una popolazione infatti di circa 287.000 abitanti della provincia di Benevento Nardone propone due “piccoli” impianti che, sommati, dovrebbero bruciare anche più dell’ormai famoso inceneritore di Vienna che serve invece circa due milioni di persone e non funziona a biomasse ma a rifiuti solidi urbani (CDR, quelli veri…..).

In tutto il resto della civile Austria esistono circa 300 impianti d.o.c. a biomasse con portata di poche tonnellate/anno ciascuno per lo più per il riscaldamento dei paesini di montagna. Se questi impianti a biomasse d.o.c. dovessero avere ciascuno la portata che Nardone invece propone per la sola provincia di Benevento, essi dovrebbero bruciare non meno di 30 milioni di tonnellate l’anno di biomasse... pressocché le intere foreste Europee! Nella zona del Chianti, altre volte citata, infatti, la portata annua delle biomasse da utilizzare per tale impianto non supera le 14.000 tonnellate/anno. Quanti miliardi di tonnellate/anno di vino Solopaca pensano di produrre per garantire biomasse d.o.c. per 230.000 tonnellate/anno da bruciare a Reino e San Salvatore Telesino?

Io sono del tutto contrario alla politica dell’incenerimento, ma la prima cosa che non io, ma i concittadini di Nardone e numerosi sindaci (Telese, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Puglianello, Faicchio, e numerosi altri), sotto la spinta dei numerosi comitati civici, hanno notato, è la assoluta e violenta discrepanza nel sovradimensionamento di impianti che di biomassa d.o.c. non impiegheranno più del 20% della loro portata complessiva. Se Nardone stesso indica nella dissociazione molecolare il destino dei rifiuti di Benevento, cosa e da dove verranno le altre migliaia di tonnellate/anno necessarie per fare funzionare quegli impianti?

2) ne discende quindi che l’unico a fare confusione tra i veri e “piccoli” impianti a biomasse che in tutta Italia hanno una portata media di 20.000 tonnellate/anno pare sia proprio l’On. Nardone, e lasci in pace il buon Padre Alex che non ha vocazione per la politica, almeno per quella cui lui appartiene. E’ mai possibile che ogni volta che un cittadino esprime un parere, come nel caso di padre Zanotelli, debba ricevere l’invito a candidarsi…? In troppi cominciano a pensare che soltanto agli eletti è permesso parlare, esprimere valutazioni. E’ questa una ben strana concezione della democrazia e del rispetto che si deve alle idee, ai cittadini; è una strana concezione che l’eletto ha del suo dovere di rappresentare gli elettori!

I suoi concittadini lo hanno eletto con larga maggioranza anche e soprattutto per quella tutela del territorio che, nonostante tutte le imprecisioni e le inesattezze fatte comparire sui giornali, gli chiedono con insistenza di continuare a perseguire anche bocciando, senza se e senza ma, i due mega-impianti proposti. Nardone non pensi a Padre Zanotelli, ma ascolti con attenzione i suoi concittadini, già suoi elettori, e faccia intelligentemente il dovuto e necessario passo indietro abiurando questi maxi-impianti che di biomasse d.o.c. non bruceranno più del 20% della loro portata, e dedichi il resto del suo mandato e delle sue energie al controllo di un territorio che, tra inceneritori e incendi, di biomasse utilizzabili, tra poco, non avrà più nulla da bruciare e allora brucerà le cosiddette “biomasse assimilate” e cioè rifiuti, e neanche provenienti dalla Campania.

La Campania infatti produce ogni anno circa 2.500.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani e ora sappiamo, dalle indagini della Magistratura, che a questi vanno ad aggiungersi non meno di un milione di rifiuti tossici industriali provenienti per lo più dal Nord. Utilizzando tutte le discariche legali e illegali, ora sappiamo sin troppo bene quali catastrofici effetti sono già stati raggiunti sulla salute del nostro popolo da questo “affare” che va avanti da oltre venti anni e che non pare finire.

Pare però che finalmente anche la Camorra cominci a capire che avvelenando il territorio avvelena se stessa. Se passasse in Campania il piano sciagurato di produzione di energia attraverso la termosvalorizzazione e non il recupero e riciclo, secondo la filosofia, dall’on Nardone evidentemente condivisa, di costruzione di mega-impianti di incenerimento e di mega-impianti a cosiddette “biomasse”, in Campania ci troveremmo ad avere maxi-inceneritori (Acerra, S. Maria La Fossa, Salerno) da non meno di due milioni di tonnellate/anno complessivi, cui dovrebbero aggiungersi non meno di 600.000 tonnellate/anno da almeno 5 “piccoli” ma in realtà maxi impianti a cosiddette “biomasse”.

Se in Campania quindi, finalmente, riuscissimo a raggiungere la quota di legge del minimo del 35% di raccolta differenziata e compostaggio, avremmo alla fine una totalità di impianti che, per funzionare a regime, dovrebbero aggiungere non meno di un milione di tonnellate/anno di materiale da incenerire (rifiuti?).

L’onorevole Nardone si ponga la semplice domanda, come un qualunque cittadino di questa martoriata Regione: da dove verranno, cosa saranno, e chi li gestirà? Alla sua coscienza la sin troppo ovvia risposta.

Napoli, 28 agosto 2007

dott. Antonio Marfella Tossicologo Oncologo

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it