Impianto di S. Salvatore non si ferma la
polemica
Si
torna a parlare della questione relativa alla
realizzazione di una centrale a biomassa a San
Salvatore Telesino con due interventi,
rispettivamente di Rifondazione Comunista e del
Comitato civico che si batte contro la
costruzione dell’impianto.
Rifondazione, in un documento, afferma:
«Nel convegno tenutosi a Telese lo scorso 15
settembre, il presidente della commissione
Ambiente del Senato, Tommaso Sodano, ha avanzato
alcune proposte riguardo la questione biomasse
in provincia di Benevento. La federazione di
Benevento di Rc accoglie le indicazioni del
senatore che rappresentano dei punti fermi dai
quali non si può prescindere.
Il
presidente della commissione Ambiente ritiene,
innanzitutto, indispensabile una moratoria
regionale che sospenda ogni tipo di
autorizzazione alla costruzione di centrali a
biomasse in attesa di approfondimenti sulla
questione energetica e comunque fin quando la
Regione Campania non si sarà dotata del Piano
Energetico regionale.
L’altro punto è la necessità di raccogliere e
inviare gli atti, specie quelli relativi
all’impianto di San Salvatore, al Commissario
straordinario per l’emergenza rifiuti della
Regione Campania, l’unico che ha la possibilità
di prendere decisioni in materia di trattamento
e smaltimento dei rifiuti».
Il Comitato civico contro la costruzione
di un inceneritore a San Salvatore Telesino,
invece, sostiene: «Nel Consiglio comunale di
Puglianello dello scorso 12 settembre scorso, si
è giunti a conclusioni positive e convincenti.
Apparentemente.
Innanzitutto è stata ribadita all’unanimità
l’inutilità del tavolo tecnico votato nel
Consiglio provinciale del 6 settembre. Il
consigliere provinciale Borrelli, che aveva
allora proposto il tavolo tecnico, prendeva atto
dell’esito della discussione tenutasi a
Puglianello, e prometteva la pubblicazione di un
documento sull’argomento.
L’inutilità del suddetto tavolo tecnico è stata
comprovata dalla presa di coscienza che la
costruzione dei due inceneritori dipende
soprattutto (per non dire esclusivamente) da una
decisione politica.
Il
terzo punto, il più importante, è stato il
ribadire che la delibera provinciale del 20
agosto non è stata mai cancellata. Ma se il
tavolo tecnico venisse sostenuto, malgrado
l’impegno formale preso a Puglianello dagli
intervenuti (politici ed amministratori), si
darebbe al presidente Nardone la possibilità di
riaffermare, ancora una volta, che gli
inceneritori sono previsti dal Pea».
Proprio alla luce di tali considerazione, il
Comitato ribadisce che: «In effetti si vuole
solo questo: incontrare le parti contrarie ad un
tavolo ove si possa giungere ad un accordo, un
impianto più piccolo, offerte più vantaggiose
per i cittadini della Valle, e tutti quelli che
fanno finta di essere contro si accorderanno.
Quindi, per quanto siano ad oggi consolidate le
posizioni circa la pericolosità e l’inutilità
degli impianti, per quanto sia unanime la
protesta di tutti i cittadini contro la loro
costruzione, manca ancora il tassello
fondamentale che chiuda definitivamente la
pratica inceneritori: il secco e inequivocabile
no della classe politica che ci governa».
|