CENTRODESTRA Fi e An: Unione è il solito
teatrino
Il
vice presidente del gruppo di Fi alla Regione,
Luciano Passariello, ha così commentato: «La
sospensione dell'iter delle autorizzazioni
regionali alle centrali a biomasse di San
Salvatore e Reino è propedeutica ad una verifica
tecnica resasi necessaria con l'approvazione
della legge regionale sulla qualità dell'aria.
Dunque nessuna ragione politica, nessuna svolta
decisiva che giustifichi granché. Andrebbe
invece spiegata la ragione per la quale i
consiglieri provinciali, che ad agosto hanno
detto no oggi dicono 'ni' sostenendo la
relazione del presidente Nardone favorevole alle
centrali Il teatrino della politica del
centrosinistra non finirà mai di stupirci».
An
- «Mi stupisco dell’incoerenza generale e sono
esterefatto dalle motivazioni adottate dal
presidente Nardone per giustificare il
dietrofront alle sue dimissioni: se fossi nei
suoi panni me ne vergognerei tanto». Così il
consigliere regionale Mario Ascierto Della Ratta
ha commentato l’esito della seduta di Consiglio
provinciale. «Dall’Udeur - continua Ascierto
Della Ratta - non mi sarei aspettato questo tipo
di comportamento. Da un lato, si è fatto finta
di ascoltare le proteste dei comitati e dei
cittadini e, dall’altro, poi, si sostiene il
presidente Nardone pur di non perdere la
gestione del potere in questi mesi che ci
separano dalle elezioni». Per Salvatore Verrillo,
presidente di An, «il voto di oggi ha
certificato che l'unica opposizione è costituita
da An, con De Cianni cui va il plauso per aver
tenuto coerentemente le posizioni già assunte.
Con una operazione di alchimia politica i gruppi
di maggioranza hanno miscelato l'ordine del
giorno accorpandone i punti, risolvendo
maldestramente l'appuntamento consiliare in un
referendum pro o contro Nardone. I consiglieri
hanno operato una sostanziale e clamorosa
retromarcia».
Rifondazione comunista attacca i consiglieri
«Esprimiamo costernazione e rammarico per il
voto del Consiglio provinciale di stamane,
frutto di un accordo che ha interessato
centrodestra e centrosinistra. Non avremmo mai
pensato che i consiglieri provinciali, tranne
qualche lodevole eccezione, smentissero se
stessi e il voto del 20 agosto, facendo carta
straccia di quella delibera. In effetti, già la
mancata convocazione di un consiglio provinciale
in forma aperta era stata un pessimo viatico». È
la reazione di Rifondazione comunista. «Il voto
di oggi preclude la partecipazione alla gran
parte dei comuni e dei comitati e serve
evidentemente solo a superare la crisi».
Udc - Questo è il commento del segretario
provinciale dell'Udc, Gennaro Santamaria:
«L'esito del consiglio provinciale di oggi
lascia, sul piano dei contenuti, tutti
insoddisfatti. Infatti, sia i consiglieri
provinciali di maggioranza, sia gli
amministratori dei Comuni coinvolti dalla
vicenda delle centrali a biomassa, e soprattutto
i rappresentanti dei comitati civici hanno
lasciato il consiglio provinciale con un senso
di frustrazione ed insoddisfazione. Patetico il
tentativo dei vari consiglieri provinciale di
maggioranza che, dovendosi rimangiare la
deliberazione del 20 agosto, hanno cercato di
fare integrare l'ordine del giorno approvato
nella seduta odierna con puntualizzazioni e
precisazioni. Insomma, la vicenda è finita nel
più classico dei modi all'italiana. Infatti, di
fronte ai problemi che pretendono una soluzione
chiara e precisi, ci si inventa la classica
commissione di saggi o di esperti».
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