Comitato civico di Guardia Sanframondi
contro la costruzione del termovalorizzatore a
San Salvatore Telesino
A
proposito di disinformati comitati civici e
istituzioni
Ieri c’è stata la tanto attesa audizione in
Regione con varie Commissioni, tra cui
Ambiente e Attività produttive, sulla questione
dei termovalorizzatori da costruire nella nostra
Provincia. A prescindere dagli esiti che avrà, e
che purtroppo non riusciamo a prevedere, visto
ormai la complessità delle procedure dietro cui
si nascondono i nostri Amministratori, ci viene
spontaneo fare delle considerazioni sul rapporto
cittadini/amministratori. A partire dal fatto
che ormai nessuno può più negare che a San
Salvatore Telesino si tratta di un inceneritore
di rifiuti e a Reino è un impianto
sovradimensionato rispetto alle biomasse
disponibili in provincia, con tutti i rischi
conseguenti.
Le
preoccupazioni e le denunce dei Comitati non
erano poi infondate e strumentali, fatte senza
conoscenza della illuminata e avanzata
programmazione della nostra Provincia. Non serve
fare la cronistoria di questi mesi, che pensiamo
tutti conoscano per la rilevanza che ha avuto
sulla stampa locale e nazionale.Ciò che ci preme
ribadire ancora una volta è il fatto che ormai
le scelte che i nostri amministratori fanno
sono guidate da motivi che niente hanno a che
fare con i bisogni della gente, anche se sono
spacciate per scelte imprescindibili per il
progresso e lo sviluppo dei territori. Due mesi
fa i cittadini della Valle Telesina vengono a
conoscenza di un progetto di termovalorizzazione
a biomasse e dei fondati sospetti che si tratti
in realtà di un inceneritore.
I
Sindaci e i Consiglieri comunali apparentemente
non sapevano niente. La Provincia sapeva?
Apparentemente solo il Presidente Nardone.
Infatti nella seduta del Consiglio provinciale
del 20 agosto 2007 tutti i Consiglieri presenti
votano contro la realizzazione degli impianti,
dichiarando di non essere a conoscenza della
loro natura. Il Presidente si dimette,
dichiarando di non poter comprendere come si
possa bloccare lo sviluppo di tutto il Sannio
facendosi influenzare dalla protesta di poche
decine di cittadini disinformati e pieni di
pregiudizi. Nella conferenza stampa successiva
alle sue dimissioni, il Presidente Nardone con
forza ribadisce che si tratta di impianti
avanzati per la produzione di energia da fonti
rinnovabili.
Nel corso dell’audizione deve, però, ammettere
che sapeva dei progetti di incenerimento rifiuti
da parte della Vocem-ABM ma, invece di dare
spiegazioni sulle contraddizioni delle sue
affermazioni, si vanta dei suoi sforzi per far
fronte all’annoso problema rifiuti con il
ricorso alle tecnologie più avanzate. A fronte
delle obiezioni sulla mancanza di biomasse si
ostina a ripetere la storiella degli scarti,
della paglia e dei campi di tabacco incolti. Il
Presidente tanto innamorato della tecnologia e
dei tecnici non sembra proprio notare lo studio
commissionato all’Enea dalla Regione sulle fonti
di energia rinnovabili che al massimo prevedono
la possibilità di un impianto da 4 MW per
l’intera provincia. Continua a ribadire che i
termovalorizzatori a biomasse sono impianti
sicuri e meno inquinanti di tutti gli incendi
che questi criminali contadini sanniti
continuano a causare con gli scarti delle
attività agricole.
Ciò che colpisce un cittadino normale è la
facilità con cui il Presidente elude le domande
e continua diritto per la sua strada accusando
lo stesso cittadino di non comprendere la
grandezza della sua opera e gli sforzi da lui
fatti per dare credibilità al territorio e
renderlo appetibile per investimenti di imprese
nazionali e internazionali. Un cittadino normale
si sarebbe aspettato quantomeno l’ammissione di
aver avuto problemi a comunicare sulla realtà
delle cose. Durante la conferenza stampa, però,
aveva detto che su tutta la questione non era la
Provincia a dare autorizzazioni ma la Regione.
Quindi chi veramente sa è la
Regione! Cosa capisce
il cittadino chiamato all’audizione alla
Regione, e speranzoso di avere finalmente
l’interlocutore giusto? Che gli Assessori
vogliono capire e farsi un’idea della questione!
Dal 2004 è cominciata questa
storia e gli Assessori regionali non sanno
niente? Chi autorizza?
Ma naturalmente i tecnici e funzionari della
Regione. Allora i
politici non controllano quello che devono
firmare?
Dicono che esamineranno le relazioni dei
Comitati,frutto di due mesi di ricerche e studi
di cittadini che, preoccupati, hanno rinunciato
alle loro vacanze per cercare di difendere i
propri diritti calpestati dall’incuria e
ambiguità dei politici. Dopo le loro “ meritate
“ vacanze i politici si preoccupano di esaminare
progetti e procedure che avrebbero dovuto già
conoscere e fatto conoscere ai cittadini.
Nel frattempo, visto che a giugno, in Regione,
hanno trovato il tempo di approvare una legge
sulle emissioni in atmosfera, evidentemente
perché costretti da obblighi internazionali, ciò
che possono fare è esaminare i due progetti alla
luce delle nuove regole.
E nel Consiglio provinciale di
oggi? Chi aveva votato
contro le centrali il 20 agosto, ha votato la
fiducia a Nardone nonostante il suo non
rispondere alle domande e la sua ferma volontà
di far costruire le centrali!
Bella coerenza e dimostrazione di responsabilità
da parte di chi ha cominciato a leggere qualcosa
ed informarsi solo dopo le denunce dei Comitati
e la loro mobilitazione.
E’
solo questo che si offre ai cittadini che hanno
denunciato inganni e procedure poco chiare? Ma
perché votiamo i nostri rappresentanti politici
se a decidere sono imprese e gruppi finanziari
che ovviamente lavorano per i propri profitti e
non per l’interesse generale?
L’unica cosa che ancora una volta si dimostra è
come mai nella nostra regione ci ritroviamo con
problemi mai risolti di mancato sviluppo, di
degrado sociale e culturale, di illegalità e con
un disastro sanitario ed ambientale legato alla
eterna emergenza rifiuti. I politici hanno
delegato ad imprese e tecnici e non si sono
neanche preoccupati di controllare il loro
lavoro, come, del resto, non hanno predisposto
controlli e azioni contro la gestione
camorristica dello smaltimento dei rifiuti.
Nonostante tutto ciò, ancora ci ritroviamo con
amministratori che votano senza leggere cosa
votano e senza informarsi.
L’opposizione alle centrali a biomasse nasce
dalla consapevolezza che dietro queste parole
così innocue dal punto di vista ambientale si è
scatenato un giro d’affari colossale, favorito
da leggi in apparenza positive ma con ritocchi
evidentemente dettati da poteri forti che usano
la politica per fare affari. La nostra legge che
assimila il CDR a biomasse ne è un esempio
lampante e spiega il fiorire di tanti cosiddetti
termovalorizzatori di biomasse.
Ci
hanno colpito molto i Consiglieri provinciali e
regionali che nei loro interventi hanno tenuto a
ribadire la loro non contrarietà a questa forma
di energia rinnovabile.
Evidentemente se non leggono le leggi che
votano , non leggono neanche i giornali, che
molto spesso riportano notizie di centrali a
biomasse non a norma o che usano materiale
nocivo per la salute e che la magistratura
chiude. Li hanno mai letti questi articoli i
Consiglieri o il Presidente?
Pensiamo che politici del genere dovrebbero
avere il buon gusto di tornarsene a casa,
a fare il loro lavoro, se ne hanno mai avuto
uno, o ad impararne uno: farebbero meno danni!
E forse il Presidente Nardone tornerebbe ad
occuparsi di agricoltura e si ricorderebbe delle
difficoltà che incontra e della necessità di
governare processi in grado di rilanciarla e non
di pensare a politiche per attrarre investimenti
in questo territorio che nulla hanno a che fare
con la sua vocazione e che promettono solo la
sua definitiva distruzione.
Tutta la tecnologia vantata dal Presidente che
relazioni ha con l’agricoltura e le sue
possibilità di sviluppo ? Conclusioni
dell’ingenuo cittadino: visto che abbiamo
tanta materia prima, i “ rifiuti “, i nostri
Amministratori locali,ai vari livelli, faranno
un gran servizio all’economia nazionale e
internazionale trasformandoli in energia a
servizio di imprese private e di un sistema che
non mira a preservare le condizioni di vita
delle popolazioni di questo territorio ma ad
aumentare i profitti di qualche azienda e,
presumibilmente, di qualche politico e tecnico
accondiscendente.
A conclusione di queste
riflessioni sullo spettacolo indecoroso che la
politica ha dato in questi due giorni, vogliamo
ricordare ai signori politici che
il giochetto dei tecnici
imparziali con noi non ha più effetto.
Abbiamo imparato a nostre spese che dietro
l’esaltazione della tecnologia e dei tecnici
spesso si nasconde un inganno. I tecnici
liberi non sono mai chiamati da politici che
vogliono far passare scelte dubbie.
Abbiamo avuto già esperienza di
politici che si
nascondono dietro pareri tecnici che non è
possibile contraddire, e di tecnici che si
nascondono dietro politici che non possono
contraddire.
Avremmo voluto avere la possibilità di dare
credito a qualcuno capace di dar prova di
maggiore autonomia. Così non è stato.
Ci
prendiamo la libertà di condannare tutti coloro
che vogliono continuare a prendere in giro i
cittadini che finora hanno mostrato la voglia di
credere nelle istituzioni.
Le istituzioni locali hanno
dimostrato di non meritare la nostra fiducia.
Ci
confermano in conclusioni che qualcuno ancora
aveva resistenza ad accettare: i nostri politici
non valgono niente, non rispondono a noi
elettori ma ad interessi al di sopra di noi e di
loro. Noi lo abbiamo finalmente capito e lo
faremo capire alle persone libere. Basta con
politici incapaci, falsi e pericolosi. I
comitati civici danno fastidio perché si
chiedono delle cose e cercano di rispondere. I
politici nascondono le cose e cercano di
screditare chi cerca di capire e difendere i
diritti fondamentali delle persone.
Questo è ciò che abbiamo capito da questi due
giorni e che cercheremo di far capire a tutti.
La
prosopopea di chi pensa che può ricattare tutti
non ci spaventa. Può ricattare maggioranze ed
alleati, non cittadini liberi e indipendenti dal
sistema di privilegi e prebende. Siamo ancora
convinti che la conoscenza e l’indipendenza
pagano. Sappiate che continueremo nella
nostra battaglia per il nostro diritto a
partecipare alle decisioni che riguardano il
nostro ambiente e la nostra salute.
Ci
auguriamo che i molti che prenderanno coscienza
vi toglieranno le poltrone che avete dimostrato
di non meritare.
E
confidiamo nella magistratura che già ha
bloccato le ecoballe e un’impresa privata che i
nostri politici non avevano trovato il tempo di
controllare!
Maria Mucci
Comitato civico di Guardia Sanframondi
contro il termovalorizzatore
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