E'
necessario l'intervento alla Comunità Europea,
per i soprusi da parte delle istituzioni locali
o nazionali.
Il
popolo telesino e sannita deve chiedere il
risarcimento dei danni a Rutelli, Bassolino,
Nardone e La Monaca
Un
po' di chiarezza.
Gli unici dati certi, riguardanti
l’inceneritore in Valle Telesina, sono:
- che
si tratta effettivamente di un inceneritore di
rifiuti, come si era detto e scritto all’inizio,
e come è stato confermato dai funzionari
regionali e dalla Società realizzatrice, e non
di impianto a biomasse, come si voleva far
credere;
- che
nell’impianto dovranno bruciare 110.000
tonnellate di materiale all’anno, che verrà
inviato da altre Regioni, con un traffico di
20.000 Tir ed una sicura paralisi della
viabilità sulla Statale Telesina e la neo
inaugurata Fondo Valle Isclero;
- che
il Consiglio Superiore della Sanità, in una nota
pubblicata la settimana scorsa, ha dichiarato
che, in tutti i paesi della Campania, e in
particolare nel casertano, ove sono già in
funzione impianti simili, sono in aumento i casi
di tumore e di malformazioni in bambini appena
nati.
A
fronte di una tale tragica realtà, non si
registra purtroppo una adeguata azione di
contrasto. Ciò che emerge, al contrario, dai
tanti convegni che settimanalmente vengono
organizzati, è piuttosto una sensazione di
impotenza, rispetto ad un evento che si
preannuncia terribile, ma inevitabile.
E’
vero, vari Sindaci hanno riunito il Consiglio
comunale ed hanno deliberato il loro deciso no
alla realizzazione dell’impianto, ma ora essi si
rendono conto che, evidentemente, nel loro
stesso territorio comunale, non sono in grado di
difendere i diritti e la volontà dei loro
concittadini, perché scavalcati da poteri
politici ed istituzionali gerarchicamente più
forti.
Anche i rappresentanti dei comitati civici, ai
quali va comunque la nostra riconoscenza, per
l’impegno e l’attività svolta, del tutto
disinteressata, in difesa dei cittadini e del
territorio, appaiono inadeguati, non per loro
personale incapacità, ma perché l’unica forza su
cui possono contare è la mobilitazione popolare,
fin qui apparsa alquanto improbabile.
Inoltre, essendo essi, per loro stessa natura,
genuini e sinceri, ma conseguentemente privi di
malizia, non riescono a lottare adeguatamente
con “avversari” che, per vocazione, risultano
professionisti della politica e quindi maestri
nell’ordire trame.
Lo
si è visto nell’ultimo Consiglio provinciale
allorché, con un banale trucchetto, hanno
riconquistato facilmente la posizione persa
appena due settimane prima. Poiché, diciamo la
verità, qui si tratta di veri e propri avversari
da combattere.
Tutte le favole sulla presunta “sovranità” del
popolo, di colpo sono svanite.
Risulta invece che un’intera comunità, la quale
dichiara di essere contraria ad un provvedimento
decretato dai suoi rappresentanti, votati a suo
tempo con il compito di tutelare i propri
interessi, si trova ora a combattere contro gli
stessi soggetti, i quali si rifiutano di
ascoltare.
E’
una situazione paradossale, del tutto assurda,
ma che in ogni caso, esiste ed è fin troppo
reale. L’unica soluzione possibile, a questo
punto, potrebbe essere quella di scavalcare le
gerarchie politiche, a tutti i livelli, e
presentare subito una richiesta di intervento
alla Comunità Europea, la quale contempla
appunto, tra le proprie norme, casi del genere,
in cui comunità di persone, appartenenti ad uno
Stato membro, lamentano soprusi o lesioni di
diritti da parte delle istituzioni locali o
nazionali.
In
tal caso viene delegata una Commissione la
quale, una volta accertata la fondatezza della
protesta, ha il potere di annullare l’intera
procedura relativa al provvedimento incriminato,
consentendo altresì agli interessati anche una
richiesta di risarcimento per i danni subiti.
Un
altro dato che emerge dai numerosi convegni è
che, puntualmente, alla fine della serata, i
partecipanti si chiedono: “Ma chi sarà stato mai
a concepire una cosa del genere?” E’ questa una
domanda del tutto pleonastica, poiché non solo
si conoscono bene i responsabili, ma lo
confermano pubblicamente essi stessi, in ogni
occasione.
Ora, se è vero che in Valle Telesina tutti i
cittadini si sono dichiarati contrari, chi sono
coloro che insistono ancora nel perorare la
causa del termovalorizzatore?
Sicuramente il Presidente della Provincia
Nardone, il quale, tra l’altro, ha affermato,
pochi giorni fa, che il suo sogno è bruciare
tutte le sterpaglie del territorio beneventano;
quindi il Presidente dell’Ekoclub La Monaca; poi
l’onorevole Francesco Rutelli; infine il
Presidente della Regione Bassolino il quale,
come ha affermato un suo collega di partito, in
seno al Consiglio Regionale, è stato il primo a
volere i termovalorizzatori in Campania, ed è
l’unico ad esserne ancora fermamente convinto.
Ecco, sono questi i personaggi che cercate. Ad
essi soltanto, quando questa triste vicenda sarà
conclusa, l’intero popolo telesino, dovrà
chiedere il risarcimento per i tutti danni
subiti.
Nicola Pacelli
|