18 settembre 2007
Inceneritore, i politici sono avversari da combattere
Nicola Pacelli

 

 

E' necessario l'intervento alla Comunità Europea, per i soprusi da parte delle istituzioni locali o nazionali.

 

Il popolo telesino e sannita deve chiedere il risarcimento dei danni a Rutelli, Bassolino, Nardone e La Monaca

 


 

Un po' di chiarezza.

 

      Gli unici dati certi, riguardanti l’inceneritore in Valle Telesina, sono:

 

- che si tratta effettivamente di un inceneritore di rifiuti, come si era detto e scritto all’inizio, e come è stato confermato dai funzionari regionali e dalla Società realizzatrice, e non di impianto a biomasse, come si voleva far credere;

 

-  che nell’impianto dovranno bruciare 110.000 tonnellate di materiale all’anno, che verrà inviato da altre Regioni, con un traffico di 20.000 Tir ed una sicura paralisi della viabilità sulla Statale Telesina e la neo inaugurata Fondo Valle Isclero;

 

-  che il Consiglio Superiore della Sanità, in una nota pubblicata la settimana scorsa, ha dichiarato che, in tutti i paesi della Campania, e in particolare nel casertano, ove sono già in funzione impianti simili, sono in aumento i casi di tumore e di malformazioni in bambini appena nati.

 

A fronte di una tale tragica realtà, non si registra purtroppo una adeguata azione di contrasto. Ciò che emerge, al contrario, dai tanti convegni che settimanalmente vengono organizzati, è piuttosto una sensazione di impotenza, rispetto ad un evento che si preannuncia terribile, ma inevitabile.

 

E’ vero, vari Sindaci hanno riunito il Consiglio comunale ed hanno deliberato il loro deciso no alla realizzazione dell’impianto, ma ora essi si rendono conto che, evidentemente, nel loro stesso territorio comunale, non sono in grado di difendere i diritti e la volontà dei loro concittadini, perché scavalcati da poteri politici ed istituzionali gerarchicamente più forti.

 

Anche i rappresentanti dei comitati civici, ai quali va comunque la nostra riconoscenza, per l’impegno e l’attività svolta, del tutto disinteressata, in difesa dei cittadini e del territorio, appaiono inadeguati, non per loro personale incapacità, ma perché l’unica forza su cui possono contare è la mobilitazione popolare, fin qui apparsa alquanto improbabile.

 

Inoltre, essendo essi, per loro stessa natura, genuini e sinceri, ma conseguentemente privi di malizia, non riescono a lottare adeguatamente con “avversari” che, per vocazione, risultano professionisti della politica e quindi maestri nell’ordire trame.

 

Lo si è visto nell’ultimo Consiglio provinciale allorché, con un banale trucchetto, hanno riconquistato facilmente la posizione persa appena due settimane prima. Poiché, diciamo la verità, qui si tratta di veri e propri avversari da combattere.

 

Tutte le favole sulla presunta “sovranità” del popolo, di colpo sono svanite.

 

Risulta invece che un’intera comunità, la quale dichiara di essere contraria ad un provvedimento decretato dai suoi rappresentanti, votati a suo tempo con il compito di tutelare i propri interessi, si trova ora a combattere contro gli stessi soggetti, i quali si rifiutano di ascoltare.

 

E’ una situazione paradossale, del tutto assurda, ma che in ogni caso, esiste ed è fin troppo reale. L’unica soluzione possibile, a questo punto, potrebbe essere quella di scavalcare le gerarchie politiche, a tutti i livelli, e presentare subito una richiesta di intervento alla Comunità Europea, la quale contempla appunto, tra le proprie norme, casi del genere, in cui comunità di persone, appartenenti ad uno Stato membro, lamentano soprusi o lesioni di diritti da parte delle istituzioni locali o nazionali.

 

In tal caso viene delegata una Commissione la quale, una volta accertata la fondatezza della protesta, ha il potere di annullare l’intera procedura relativa al provvedimento incriminato, consentendo altresì agli interessati anche una richiesta di risarcimento per i danni subiti.

 

Un altro dato che emerge dai numerosi convegni è che, puntualmente, alla fine della serata, i partecipanti si chiedono: “Ma chi sarà stato mai a concepire una cosa del genere?” E’ questa una domanda del tutto pleonastica, poiché non solo si conoscono bene i responsabili, ma lo confermano pubblicamente essi stessi, in ogni occasione.

 

Ora, se è vero che in Valle Telesina tutti i cittadini si sono dichiarati contrari, chi sono coloro che insistono ancora nel perorare la causa del termovalorizzatore?

 

Sicuramente il Presidente della Provincia Nardone, il quale, tra l’altro, ha affermato, pochi giorni fa, che il suo sogno è bruciare tutte le sterpaglie del territorio beneventano; quindi il Presidente dell’Ekoclub La Monaca; poi l’onorevole Francesco Rutelli; infine il Presidente della Regione Bassolino il quale, come ha affermato un suo collega di partito, in seno al Consiglio Regionale, è stato il primo a volere i termovalorizzatori in Campania, ed è l’unico ad esserne ancora fermamente convinto.  

 

Ecco, sono questi i personaggi che cercate. Ad essi soltanto, quando questa triste vicenda sarà conclusa, l’intero popolo telesino, dovrà chiedere il risarcimento per i tutti danni subiti.

 

Nicola Pacelli

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it