Scopriamo oggi, con
sorpresa e grazie alle parole di Maria Pia
Cutillo (leader del comitato per il no di San
Salvatore), che l'impianto di San Salvatore
dovrebbe bruciare rifiuti invece di biomasse in
quanto l'autorizzazione alla Regione Campania è
stata richiesta ai sensi del D.lgs 22/97
(decreto Ronchi sui rifiuti). Che dire?
La vicenda sansalvatorese
si fa sempre più sconcertante anche alla luce
degli eloquenti silenzi della ditta VOCEM, costruttore
e gestore del futuro impianto da ubicare a San
Salvatore. Addirittura pare, ce lo dice Gianluca
Aceto (Rifondazione Comunista) su
www.vivitelese.it, che
a suo tempo (lontano maggio 2005) si sia
ipotizzata la possibilità di bruciare il CDR
(Combustibile Derivato da Rifiuti) prodotto
nella provincia di Benevento.
La
vicenda si fa sempre più inquietante e poco
trasparente anche alla luce del fatto che fino
ad oggi Nardone ha assicurato che a San
Salvatore sarebbe stata bruciata solo biomassa.
Alla luce di questi fatti sono d'obbligo tre
considerazioni e alcune domande.
La prima.
Urge una estrema chiarezza da parte della Vocem.
Per quali codici di rifiuto CER è stata chiesta
dalla Vocem l'autorizzazione presso la Regione
Campania?
Visto che tali codici si distinguono in
pericolosi e non-pericolosi e che non tutto ciò
che ha un codice CER è rifiuto pericoloso e
tossico (allegato A al DM GAB/DEC/104/06) in
quanto rifiuto (dotato di codice CER) è
solo "qualsivoglia sostanza di cui il detentore
si disfi o abbia l'obbligo di disfarsi" (art 1
lett.a Direttiva 75/442/CE), quale sarebbe la
tossicità del processo di smaltimento dei
rifiuti per I quali si è chiesta autorizzazione
all'incenerimento?
La seconda.
Sembrerebbe adombrata la possibilità che possa
essere utilizzato come combustibile il CDR a
norma che sarà prodotto in futuro nella
provincia di Benevento, non certamente I tre
milioni di eco-balle non a norma in gestione
della FIBE. Nell'ottica della cd
"provincializzazione del ciclo dei rifiuti",
quali iniziative immediate intende prendere la
Provincia di Benevento oltre a quella "lontana"
(ci vorrà qualche anno per
realizzarla) dell'impianto di dissociazione
molecolare? Prevede la realizzazione di un
impianto di produzione del CDR nella provincia?
Dove? Se realizzato tale impianto, il FOS (lo
scarto di produzione del CDR) dove sarebbe
stoccato?
La terza.
Nardone ha sempre ribadito che la centrale di
San Salvatore avrebbe bruciato solo ed
esclusivamente biomassa. Perchè? E' stato
ingannato dalla Vocem?
Infine a margine di questi interrogativi mi
piacerebbe fare una valutazione personale e
corrosiva.
Nella nostra regione si parla da anni
dell'emergenza rifiuti. Tra politici e
"semplici" elettori lo sport del "gallo 'ngoppa
a munnezza" ha preso veramente piede. Qualunque
proposta è osteggiata portando sempre un poco
più in alto l'asticella delle cose che
dovrebbero farsi per ovviare all'emergenza e che
"naturalmente" non si fanno. I commenti e le
panacee si sprecano nel giustificare le proprie
battaglie: "L'incenerimento è idiota", meglio la
politica "rifiuti zero di San Francisco";
"bisogna creare una mentalità" , "ciascuno
cominci dal suo piccolo"; "ci vorrebbe una seria
politica di raccolta differenziata"; "ma non ci
sono gli impianti di smaltimento dei rifiuti
differenziati".
Pare addirittura che la
provincializzazione del ciclo dei rifiuti sia la
panacea di ogni male nella gestione dei rifiuti
campana, tuttavia proprio nessuna delle comunità
sannite finora toccate dal problema ha
voluto nel giardino di casa impianti o
discariche!
Infine c'è chi dice che mancherebbe il "buon
senso"... e ha proprio ragione!
Intanto si vive in un continuo stato di
emergenza e nessuno si fida di nessuno, mentre
le comunità locali risultano sempre più
disgregate e atomizzate nella difesa del proprio
territorio dal "teorizzato e terrorizzante"
inquinamento da rifiuti che sono
"ontologicamente" tossici.
L'anno scorso "Tre ponti", oggi "San Salvatore e
Reino"....domani chi si sveglierà dal letargo
della propria coscienza?
Ma come è possibile continuare
a comportarsi così se, per fare un esempio a
noi vicino, nel Sannio (trecentomila abitanti) i
rifiuti sono un dosso mentre a Napoli (più di
due milioni di abitanti) sono una montagna di
eco-balle ancora da smaltire e di rifiuti che
continuano a prodursi?! Fino a quando potremo
allegramente infischiarcene gli uni degli altri?
Diego Ruggiero - Airola
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