9 settembre 2007
Biomasse, domande a VoCem e Nardone
Diego Ruggiero

 

 

Scopriamo oggi, con sorpresa e grazie alle parole di Maria Pia Cutillo (leader del comitato per il no di San Salvatore), che l'impianto di San Salvatore dovrebbe bruciare rifiuti invece di biomasse in quanto l'autorizzazione alla Regione Campania è stata richiesta ai sensi del D.lgs 22/97 (decreto Ronchi sui rifiuti). Che dire?

 

La vicenda sansalvatorese si fa sempre più sconcertante anche alla luce degli eloquenti silenzi della ditta VOCEM, costruttore e gestore del futuro impianto da ubicare a San Salvatore. Addirittura pare, ce lo dice Gianluca Aceto (Rifondazione Comunista) su www.vivitelese.it, che a suo tempo (lontano maggio 2005) si sia ipotizzata la possibilità di bruciare il CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) prodotto nella provincia di Benevento.

 

La vicenda si fa sempre più inquietante e poco trasparente anche alla luce del fatto che fino ad oggi Nardone ha assicurato che a San Salvatore sarebbe stata bruciata solo biomassa.

 

Alla luce di questi fatti sono d'obbligo tre considerazioni e alcune domande.

 

La prima.

Urge una estrema chiarezza da parte della Vocem.

Per quali codici di rifiuto CER è stata chiesta dalla Vocem l'autorizzazione presso la Regione Campania? 

Visto che tali codici si distinguono in pericolosi e non-pericolosi e che non tutto ciò che ha un codice CER è rifiuto pericoloso e tossico (allegato A al DM GAB/DEC/104/06) in quanto rifiuto (dotato di codice CER) è solo "qualsivoglia sostanza di cui il detentore si disfi o abbia l'obbligo di disfarsi" (art 1 lett.a Direttiva 75/442/CE), quale sarebbe la tossicità del processo di smaltimento dei rifiuti per I quali si è chiesta autorizzazione all'incenerimento?

 

La seconda.

Sembrerebbe adombrata la possibilità che possa essere utilizzato come combustibile il CDR a norma che sarà prodotto in futuro nella provincia di Benevento, non certamente I tre milioni di eco-balle non a norma in gestione della FIBE. Nell'ottica della cd "provincializzazione del ciclo dei rifiuti", quali iniziative immediate intende prendere la Provincia di Benevento oltre a quella "lontana" (ci vorrà qualche anno per realizzarla)  dell'impianto di dissociazione molecolare? Prevede la realizzazione di un impianto di produzione del CDR nella provincia? Dove? Se realizzato tale impianto, il FOS (lo scarto di produzione del CDR) dove sarebbe stoccato?

 

La terza.

Nardone ha sempre ribadito che la centrale di San Salvatore avrebbe bruciato solo ed esclusivamente biomassa. Perchè? E' stato ingannato dalla Vocem?

Infine a margine di questi interrogativi mi piacerebbe fare una valutazione personale e corrosiva.

 

Nella nostra regione si parla da anni dell'emergenza rifiuti. Tra politici e "semplici" elettori lo sport del "gallo 'ngoppa a munnezza" ha preso veramente piede. Qualunque proposta è osteggiata portando sempre un poco più in alto l'asticella delle cose che dovrebbero farsi per ovviare all'emergenza e che "naturalmente" non si fanno. I commenti e le panacee si sprecano nel giustificare le proprie battaglie: "L'incenerimento è idiota", meglio la politica "rifiuti zero di San Francisco"; "bisogna creare una mentalità" ,  "ciascuno cominci dal suo piccolo"; "ci vorrebbe una seria politica di raccolta differenziata"; "ma non ci sono gli impianti di smaltimento dei rifiuti differenziati".

 

Pare addirittura che la provincializzazione del ciclo dei rifiuti sia la panacea di ogni male nella gestione dei rifiuti campana, tuttavia proprio nessuna delle comunità sannite finora toccate dal problema ha voluto nel giardino di casa impianti o discariche!

 

Infine  c'è chi dice che mancherebbe il "buon senso"... e ha proprio ragione! 

Intanto si vive in un continuo stato di emergenza e nessuno si fida di nessuno, mentre le comunità locali risultano sempre più disgregate e atomizzate nella difesa del proprio territorio dal "teorizzato e terrorizzante" inquinamento da rifiuti che sono "ontologicamente" tossici.

 

L'anno scorso "Tre ponti", oggi "San Salvatore e Reino"....domani chi si sveglierà dal letargo della propria coscienza?

 

Ma come è possibile continuare a comportarsi così se, per fare un esempio a noi vicino, nel Sannio (trecentomila abitanti) i rifiuti sono un dosso mentre a Napoli (più di due milioni di abitanti) sono una montagna di eco-balle ancora da smaltire e di rifiuti che continuano a prodursi?! Fino a quando potremo allegramente infischiarcene gli uni degli altri?

 

Diego Ruggiero - Airola

 

 

     

 Valle Telesina


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