Politica: La Cdl: «Vergognosi»
Reazioni a raffica dopo la seduta di Consiglio
provinciale che ha sancito il ritorno alla Rocca
di Carmine Nardone. Chiaramente critico il
centrodestra: “Le ragioni della campagna
elettorale e gli interessi di bottega hanno
prevalso sul buon senso – commenta il presidente
provinciale di Alleanza Nazionale, Reazioni a
raffica dopo la seduta di Consiglio provinciale
che ha sancito il ritorno alla Rocca di Carmine
Nardone. Chiaramente critico il centrodestra:
“Le ragioni della campagna elettorale e gli
interessi di bottega hanno prevalso sul buon
senso – commenta il presidente provinciale di
Alleanza Nazionale, Salvatore Verrillo - Il voto
del Consiglio provinciale di oggi ha
definitivamente certificato, semmai ve ne fosse
stato bisogno, che l’unica opposizione è
costituita da Alleanza Nazionale con il
consigliere Teodoro De Cianni cui va il plauso
per aver tenuto coerentemente le posizioni già
assunte. I consiglieri hanno operato una
sostanziale e clamorosa retromarcia che
smentisce il loro deliberato del 20 agosto. La
coerenza non è di tutti. Abbiamo dovuto
apprendere che le delibere, lungi dal costituire
atti qualificati propri del Consiglio,
necessitano di interpretazione autentica. Non si
spiegherebbe altrimenti perché la esplicita
contrarietà alla realizzazione delle centrali di
San Salvatore e Reino é stata reinterpretata con
la necessità di costituire comitati scientifici
per la valutazione della pericolosità e
dell’impatto ambientale. Ma il comitato
scientifico – domanda il leader provinciale di
An - non era già previsto nella delibera di
Giunta del 31 luglio 2007? L’unica certezza è
che un ciclo si è chiuso e che gli alchimisti e
i manipolatori della lingua italiana dovranno
tornare al giudizio degli elettori con Nardone o
senza Nardone”.
Il
portavoce del comitato No inceneritori di San
Marco, Piero Mancini, motiva la non eccezionale
presenza al corteo di protesta con il fatto che
“molti sindaci si sono accontentati dei
risultati raggiunti alla Regione nell’ambito
della Conferenza dei Servizi, che ha sospeso
l’iter autorizzativo per verificare le
compatibilità territoriali e ambientali. Molti
pensando ad una prossima vittoria hanno
disertato il corteo e la stessa manifestazione
sotto la Provincia”. Per il vicecapogruppo di
Forza Italia in Consiglio regionale, Luciano
Passariello, “andrebbe spiegata la ragione per
la quale i consiglieri provinciali sanniti che
ad agosto hanno detto no oggi dicono ‘ni’
sostenendo la relazione del presidente Nardone
manifestamente favorevole alle centrali. Così
come andrebbe spiegata agli elettori sanniti del
centrosinistra la clamorosa sceneggiata politica
delle dimissioni presentate dal presidente della
Provincia oggi tempestivamente ritirate senza
una ragione plausibile. Il teatrino della
politica del centrosinistra non finirà mai di
stupirci”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere
regionale di An, Mario Ascierto Della Ratta. “Mi
stupisco – dichiara il finiano - di questa
incoerenza generale e se fossi nei panni di
Nardone mi vergognerei. Nel corso dell’audizione
in Regione è stato messo in evidenza in modo
chiaro ed univoco che l’impianto di San
Salvatore Telesino è stato concepito dalla
Vo.cem. non come centrale a biomasse bensì come
un termovalorizzatore di rifiuti da CDR. A
fronte di questa evidente circostanza, vorrei
capire a cosa serva oggi varare un comitato
tecnico-scientifico dal momento che è sotto gli
occhi di tutti, sindaci compresi, che a San
Salvatore Telesino si intende costruire un vero
e proprio termovalorizzatore”.
Per il segretario provinciale Udc, Gennaro
Santamaria, “L’esito del Consiglio provinciale
di oggi lascia, sul piano dei contenuti, tutti
insoddisfatti. Infatti, sia i consiglieri
provinciali di maggioranza, sia gli
amministratori dei Comuni coinvolti dalla
vicenda delle centrali a biomassa, e soprattutto
i rappresentanti dei comitati civici hanno
lasciato il Consiglio provinciale con un senso
di frustrazione ed insoddisfazione. Patetico il
tentativo dei vari consiglieri provinciali di
maggioranza che, dovendosi rimangiare la
deliberazione del 20 agosto, hanno cercato di
fare integrare l’ordine del giorno approvato
nella seduta odierna con puntualizzazioni e
precisazioni. Insomma, la vicenda è finita nel
più classico dei modi all’Italiana. Infatti, di
fronte ai problemi che pretendono una soluzione
chiara e precisa, ci si inventa la classica
commissione di saggi o di esperti. Sono questi –
conclude il centrista - gli atteggiamenti che
allontanano i cittadini dalle istituzioni e
dalla politica. Quella che si è data oggi è la
risposta più sbagliata rispetto alla spontanea e
genuina partecipazione che è emersa dal
territorio”. L’Udc ha presentato ieri in
Consiglio un proprio documento di netta
contrarietà ai progetti. Curiosità: a presentare
l’atto è stato Raffaele Barricella, dichiaratosi
indipendente in Consiglio provinciale dopo aver
rotto i rapporti con i vertici del partito.
Per il consigliere regionale sannita, Luca
Colasanto, la vicenda non rappresenta una
novità, essendo stato tra i primi a renderla
nota alla pubblica opinione: “Ben conosciamo –
dichiara Colasanto - le strategie dei mestatori
sugli affari che sconvolgono il Sannio e quindi
tutti noi dovremmo stare sempre attenti al detto
popolare ‘Piatto ricco mi ci ficco’. Non mi
attendevo che persone serie e responsabili
perdessero la faccia in così pochi giorni. Non
mi aspettavo un triplo salto mortale di questo
genere da parte di un folto numero di
rappresentanti istituzionali eletti direttamente
dai cittadini. Nardone ieri (due giorni fa
n.d.r.) in audizione in Regione ha confermato la
decisione di dimettersi, sbattendo la porta e
andandosene. A mio avviso il non rispetto di
questa decisione è uno schiaffo insopportabile
perchè viene dato a tre presidenti di
commissione, al presidente del Consiglio
regionale e ai consiglieri regionali dei vari
partiti presenti, oltre al gran numero di
sindaci convocati”.
Ma
le critiche non giungono solo da esponenti del
centrodestra. In una nota diramata a margine
della seduta, la Federazione provinciale di
Rifondazione comunista contesta duramente
l’esito della seduta consiliare. “Esprimiamo
costernazione e rammarico per il voto in
Consiglio provinciale, frutto di un accordo tra
centrodestra e centrosinistra. Non avremmo mai
pensato che i consiglieri provinciali, tranne
qualche lodevole eccezione, smentissero se
stessi e il voto del 20 agosto, facendo carta
straccia di quella delibera. Avevamo ritenuto
che le aperture di Nardone tese al
coinvolgimento di tutti i comuni interessati e
dei comitati civici potessero rappresentare una
buona base di partenza, ma il voto di oggi
preclude invece la partecipazione alla gran
parte dei comuni e dei comitati e serve
evidentemente solo a superare la crisi
politica”.
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