8 settembre 2007
Provincia, CDL: consiglieri vergognosi
Sannio Quotidiano   07-09-2007

 

 

 

Politica: La Cdl: «Vergognosi»

Reazioni a raffica dopo la seduta di Consiglio provinciale che ha sancito il ritorno alla Rocca di Carmine Nardone. Chiaramente critico il centrodestra: “Le ragioni della campagna elettorale e gli interessi di bottega hanno prevalso sul buon senso – commenta il presidente provinciale di Alleanza Nazionale, Reazioni a raffica dopo la seduta di Consiglio provinciale che ha sancito il ritorno alla Rocca di Carmine Nardone. Chiaramente critico il centrodestra: “Le ragioni della campagna elettorale e gli interessi di bottega hanno prevalso sul buon senso – commenta il presidente provinciale di Alleanza Nazionale, Salvatore Verrillo - Il voto del Consiglio provinciale di oggi ha definitivamente certificato, semmai ve ne fosse stato bisogno, che l’unica opposizione è costituita da Alleanza Nazionale con il consigliere Teodoro De Cianni cui va il plauso per aver tenuto coerentemente le posizioni già assunte. I consiglieri hanno operato una sostanziale e clamorosa retromarcia che smentisce il loro deliberato del 20 agosto. La coerenza non è di tutti. Abbiamo dovuto apprendere che le delibere, lungi dal costituire atti qualificati propri del Consiglio, necessitano di interpretazione autentica. Non si spiegherebbe altrimenti perché la esplicita contrarietà alla realizzazione delle centrali di San Salvatore e Reino é stata reinterpretata con la necessità di costituire comitati scientifici per la valutazione della pericolosità e dell’impatto ambientale. Ma il comitato scientifico – domanda il leader provinciale di An - non era già previsto nella delibera di Giunta del 31 luglio 2007? L’unica certezza è che un ciclo si è chiuso e che gli alchimisti e i manipolatori della lingua italiana dovranno tornare al giudizio degli elettori con Nardone o senza Nardone”.

Il portavoce del comitato No inceneritori di San Marco, Piero Mancini, motiva la non eccezionale presenza al corteo di protesta con il fatto che “molti sindaci si sono accontentati dei risultati raggiunti alla Regione nell’ambito della Conferenza dei Servizi, che ha sospeso l’iter autorizzativo per verificare le compatibilità territoriali e ambientali. Molti pensando ad una prossima vittoria hanno disertato il corteo e la stessa manifestazione sotto la Provincia”. Per il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Luciano Passariello, “andrebbe spiegata la ragione per la quale i consiglieri provinciali sanniti che ad agosto hanno detto no oggi dicono ‘ni’ sostenendo la relazione del presidente Nardone manifestamente favorevole alle centrali. Così come andrebbe spiegata agli elettori sanniti del centrosinistra la clamorosa sceneggiata politica delle dimissioni presentate dal presidente della Provincia oggi tempestivamente ritirate senza una ragione plausibile. Il teatrino della politica del centrosinistra non finirà mai di stupirci”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere regionale di An, Mario Ascierto Della Ratta. “Mi stupisco – dichiara il finiano - di questa incoerenza generale e se fossi nei panni di Nardone mi vergognerei. Nel corso dell’audizione in Regione è stato messo in evidenza in modo chiaro ed univoco che l’impianto di San Salvatore Telesino è stato concepito dalla Vo.cem. non come centrale a biomasse bensì come un termovalorizzatore di rifiuti da CDR. A fronte di questa evidente circostanza, vorrei capire a cosa serva oggi varare un comitato tecnico-scientifico dal momento che è sotto gli occhi di tutti, sindaci compresi, che a San Salvatore Telesino si intende costruire un vero e proprio termovalorizzatore”.

Per il segretario provinciale Udc, Gennaro Santamaria, “L’esito del Consiglio provinciale di oggi lascia, sul piano dei contenuti, tutti insoddisfatti. Infatti, sia i consiglieri provinciali di maggioranza, sia gli amministratori dei Comuni coinvolti dalla vicenda delle centrali a biomassa, e soprattutto i rappresentanti dei comitati civici hanno lasciato il Consiglio provinciale con un senso di frustrazione ed insoddisfazione. Patetico il tentativo dei vari consiglieri provinciali di maggioranza che, dovendosi rimangiare la deliberazione del 20 agosto, hanno cercato di fare integrare l’ordine del giorno approvato nella seduta odierna con puntualizzazioni e precisazioni. Insomma, la vicenda è finita nel più classico dei modi all’Italiana. Infatti, di fronte ai problemi che pretendono una soluzione chiara e precisa, ci si inventa la classica commissione di saggi o di esperti. Sono questi – conclude il centrista - gli atteggiamenti che allontanano i cittadini dalle istituzioni e dalla politica. Quella che si è data oggi è la risposta più sbagliata rispetto alla spontanea e genuina partecipazione che è emersa dal territorio”. L’Udc ha presentato ieri in Consiglio un proprio documento di netta contrarietà ai progetti. Curiosità: a presentare l’atto è stato Raffaele Barricella, dichiaratosi indipendente in Consiglio provinciale dopo aver rotto i rapporti con i vertici del partito.

Per il consigliere regionale sannita, Luca Colasanto, la vicenda non rappresenta una novità, essendo stato tra i primi a renderla nota alla pubblica opinione: “Ben conosciamo – dichiara Colasanto - le strategie dei mestatori sugli affari che sconvolgono il Sannio e quindi tutti noi dovremmo stare sempre attenti al detto popolare ‘Piatto ricco mi ci ficco’. Non mi attendevo che persone serie e responsabili perdessero la faccia in così pochi giorni. Non mi aspettavo un triplo salto mortale di questo genere da parte di un folto numero di rappresentanti istituzionali eletti direttamente dai cittadini. Nardone ieri (due giorni fa n.d.r.) in audizione in Regione ha confermato la decisione di dimettersi, sbattendo la porta e andandosene. A mio avviso il non rispetto di questa decisione è uno schiaffo insopportabile perchè viene dato a tre presidenti di commissione, al presidente del Consiglio regionale e ai consiglieri regionali dei vari partiti presenti, oltre al gran numero di sindaci convocati”.

Ma le critiche non giungono solo da esponenti del centrodestra. In una nota diramata a margine della seduta, la Federazione provinciale di Rifondazione comunista contesta duramente l’esito della seduta consiliare. “Esprimiamo costernazione e rammarico per il voto in Consiglio provinciale, frutto di un accordo tra centrodestra e centrosinistra. Non avremmo mai pensato che i consiglieri provinciali, tranne qualche lodevole eccezione, smentissero se stessi e il voto del 20 agosto, facendo carta straccia di quella delibera. Avevamo ritenuto che le aperture di Nardone tese al coinvolgimento di tutti i comuni interessati e dei comitati civici potessero rappresentare una buona base di partenza, ma il voto di oggi preclude invece la partecipazione alla gran parte dei comuni e dei comitati e serve evidentemente solo a superare la crisi politica”.

 

 

     

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