Il
consigliere provinciale e vicesindaco di Pesco
Sannita annuncia:
«La delibera di giovedì non muta la nostra
contrarietà»
«Il tavolo tecnico? Le comunità locali si sono
già fatte un’idea chiara: le centrali non vanno
realizzate»
La
rinnovata fiducia a Nardone da parte dei
consiglieri di centrosinistra non sgombera
affatto il campo dalle perplessità di merito.
Le
comunità locali non sono soddisfatte dall’esito
dell’assise provinciale che ha anticipato la
istituzione di un tavolo tecnico – scientifico
allargato alla partecipazione di esperti
indicati dai comuni e dai comitati civici delle
zone interessate dall’insediamento delle due
centrali. Un organismo che dovrà essere
istituito nei prossimi giorni dalla Giunta
provinciale, rimodulando la delibera numero 509
varata dallo stesso Esecutivo Nardone il 31
luglio scorso, ma che non viene mai menzionato
nel corpo del deliberato votato giovedì dal
Consiglio.
E
la circostanza non è certamente casuale. E’ noto
infatti che le comunità locali sono contrarie
alla realizzazione degli impianti, e non
intendono certo cambiare idea di fronte a una
promessa di maggior coinvolgimento giunta solo
in seguito alle loro vibranti proteste.
I
cittadini si sono ormai formati una idea molto
chiara su ciò che rappresentano realmente i due
impianti definiti a biomasse, per cui il varo di
un comitato scientifico “allargato”, non
richiesto e non voluto dalle comunità locali, è
servito solo a far rientrare la crisi politica
interna al centrosinistra.
Il
deliberato, peraltro, è stato approvato anche da
consiglieri che continuano però a ribadire la
netta contrarietà all’insediamento delle due
centrali.
Tra questi il sindaco di San Salvatore Telesino,
Giuseppe Creta, che ha addirittura votato contro
il documento di sostegno a Nardone, con una
presa di posizione che dovrebbe dunque
collocarlo fuori dal perimetro della
maggioranza.
Il
diessino Francesco Gagliardi ha ribadito di
ritenere confermata la delibera del 20 agosto,
con la quale si esprimeva contrarietà alle
centrali. Sulla stessa linea il capogruppo
udeurrino e sindaco di Faicchio, Mario Borrelli,
che ha definito “devastante” l’eventuale
realizzazione della centrale di San Salvatore
Telesino.
In
sostanziale sintonia anche il consigliere
sammarchese del Campanile, Angelo Pozzuto.
Questi ha condiviso integralmente l’intervento
dell’indipendente pescolano Spartico Capocefalo,
che ha riproposto nella seduta di Consiglio di
giovedì la netta contrarietà ai progetti già
espressa nel corso della riunione consiliare del
20 agosto.
E
non a caso è proprio Capocefalo, attuale
vicesindaco e per due volte primo cittadino di
Pesco Sannita, ad annunciare che le comunità
locali non intendono subire i processi e sono
anzi più intenzionate che mai a opporsi alla
realizzazione degli impianti. “Insieme ai
comitati costituiti e ad altri cittadini –
dichiara il consigliere provinciale - abbiamo
deciso di rivolgerci al Tar impugnando le
delibere con cui il Consiglio comunale di Reino
si è espresso a favore della realizzazione degli
impianti. Il deliberato approvato due giorni fa
dal Consiglio provinciale, infatti, non cambia
di una virgola il problema.
Resta immutata la contrarietà alle centrali di
Reino e di San Salvatore, perché si tratta in
entrambi i casi di impianti non utili al
territorio, dannosi per la salute, e che si
vorrebbe realizzare attraverso una
mistificazione della realtà.
Si
tratta infatti di inceneritori che bruceranno
anche frazioni di rifiuti. Lo dicono i
progetti presentati dalla ditta, ma lo dice
anche la semplice logica: dove si andrebbero a
prendere in provincia di Benevento tonnellate e
tonnellate di biomasse?
I
contadini già utilizzano per la gran parte la
paglie, le stoppie e gli sfalci di potatura che
il presidente Nardone dice di voler bruciare
negli impianti. E se anche volessimo credere che
si voglia realmente bruciare solo biomasse nelle
centrali, per il trasporto sarebbero necessarie
decine e decine di camion ogni giorno, su una
strada che certamente non lo consente.
Molto più probabile, come è scritto nelle
relazioni progettuali della ditta, che tra i
materiali da bruciare finisca anche la frazione
secca dei rifiuti.
Perchè non si ha il coraggio di dirlo con
chiarezza ai cittadini? Per questo – conclude
Capocefalo – non possiamo che confermare la
nostra più ferma contrarietà ai progetti, che
andrebbero solo a danneggiare la nostra terra”.
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