9 settembre 2007
Biomasse, Capocefalo: «Ricorso al Tar»
Sannio Quotidiano   08-09-2007

 

 

Il consigliere provinciale e vicesindaco di Pesco Sannita annuncia:

«La delibera di giovedì non muta la nostra contrarietà»

«Il tavolo tecnico? Le comunità locali si sono già fatte un’idea chiara: le centrali non vanno realizzate»

La rinnovata fiducia a Nardone da parte dei consiglieri di centrosinistra non sgombera affatto il campo dalle perplessità di merito.

Le comunità locali non sono soddisfatte dall’esito dell’assise provinciale che ha anticipato la istituzione di un tavolo tecnico – scientifico allargato alla partecipazione di esperti indicati dai comuni e dai comitati civici delle zone interessate dall’insediamento delle due centrali. Un organismo che dovrà essere istituito nei prossimi giorni dalla Giunta provinciale, rimodulando la delibera numero 509 varata dallo stesso Esecutivo Nardone il 31 luglio scorso, ma che non viene mai menzionato nel corpo del deliberato votato giovedì dal Consiglio.

E la circostanza non è certamente casuale. E’ noto infatti che le comunità locali sono contrarie alla realizzazione degli impianti, e non intendono certo cambiare idea di fronte a una promessa di maggior coinvolgimento giunta solo in seguito alle loro vibranti proteste.

I cittadini si sono ormai formati una idea molto chiara su ciò che rappresentano realmente i due impianti definiti a biomasse, per cui il varo di un comitato scientifico “allargato”, non richiesto e non voluto dalle comunità locali, è servito solo a far rientrare la crisi politica interna al centrosinistra.

Il deliberato, peraltro, è stato approvato anche da consiglieri che continuano però a ribadire la netta contrarietà all’insediamento delle due centrali.

Tra questi il sindaco di San Salvatore Telesino, Giuseppe Creta, che ha addirittura votato contro il documento di sostegno a Nardone, con una presa di posizione che dovrebbe dunque collocarlo fuori dal perimetro della maggioranza.

Il diessino Francesco Gagliardi ha ribadito di ritenere confermata la delibera del 20 agosto, con la quale si esprimeva contrarietà alle centrali. Sulla stessa linea il capogruppo udeurrino e sindaco di Faicchio, Mario Borrelli, che ha definito “devastante” l’eventuale realizzazione della centrale di San Salvatore Telesino.

In sostanziale sintonia anche il consigliere sammarchese del Campanile, Angelo Pozzuto. Questi ha condiviso integralmente l’intervento dell’indipendente pescolano Spartico Capocefalo, che ha riproposto nella seduta di Consiglio di giovedì la netta contrarietà ai progetti già espressa nel corso della riunione consiliare del 20 agosto.

E non a caso è proprio Capocefalo, attuale vicesindaco e per due volte primo cittadino di Pesco Sannita, ad annunciare che le comunità locali non intendono subire i processi e sono anzi più intenzionate che mai a opporsi alla realizzazione degli impianti. “Insieme ai comitati costituiti e ad altri cittadini – dichiara il consigliere provinciale - abbiamo deciso di rivolgerci al Tar impugnando le delibere con cui il Consiglio comunale di Reino si è espresso a favore della realizzazione degli impianti. Il deliberato approvato due giorni fa dal Consiglio provinciale, infatti, non cambia di una virgola il problema.

Resta immutata la contrarietà alle centrali di Reino e di San Salvatore, perché si tratta in entrambi i casi di impianti non utili al territorio, dannosi per la salute, e che si vorrebbe realizzare attraverso una mistificazione della realtà.

Si tratta infatti di inceneritori che bruceranno anche frazioni di rifiuti. Lo dicono i progetti presentati dalla ditta, ma lo dice anche la semplice logica: dove si andrebbero a prendere in provincia di Benevento tonnellate e tonnellate di biomasse?

I contadini già utilizzano per la gran parte la paglie, le stoppie e gli sfalci di potatura che il presidente Nardone dice di voler bruciare negli impianti. E se anche volessimo credere che si voglia realmente bruciare solo biomasse nelle centrali, per il trasporto sarebbero necessarie decine e decine di camion ogni giorno, su una strada che certamente non lo consente.

Molto più probabile, come è scritto nelle relazioni progettuali della ditta, che tra i materiali da bruciare finisca anche la frazione secca dei rifiuti.

Perchè non si ha il coraggio di dirlo con chiarezza ai cittadini? Per questo – conclude Capocefalo – non possiamo che confermare la nostra più ferma contrarietà ai progetti, che andrebbero solo a danneggiare la nostra terra”.

 

 

     

 Valle Telesina


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