Comitato tecnico: doppio gioco e contraddizioni
Il
Consiglio comunale aperto a Puglianello si è
svolto alla presenza dei vertici politici
sanniti.
Assenti Margherita e Ds, Borrelli fischiato.
Deliberato il ‘no’ espresso dall’assemblea dei
sindaci
Il
Consiglio comunale aperto di Puglianello fa
proprio quanto deliberato qualche giorno
addietro dell’assemblea dei sindaci. La vicenda
termovalirizzatore si arricchisce di nuovo
materiale di dibattito, quello emerso dalla
lunga discussione che l’altra sera si è
registrata a Puglianello.
A
questo particolare consesso erano stati
invitati, ricordiamo, i sindaci dei comuni
limitrofi, i rappresentanti dei vari comitati
sorti contro la realizzazione della struttura
nonché i rappresentanti provinciali dei vari
partiti.
Presenti: Popolari Udeur, Partito dei Comunisti
Italiani, Sdi, Rifondazione Comunista, Alleanza
Nazionale, Forza Italia e Udc. Assenti la
Margherita ed i Democratici di Sinistra. Con
loro anche l’Italia dei Valori. All’incontro,
poi, ha partecipato anche il presidente della
Coldiretti sannita.
A
fare gli onori di casa il sindaco Antonello
Pacelli ed il presidente del Consorzio rifiuti
Bn2 Tonino Bartone. Tra i punti inseriti
nell’atto deliberato dall’assemblea dei sindaci
l’invito ai consiglieri provinciali a “mantenere
ferma la decisione assunta con il voto espresso
nella seduta del consiglio provinciale del 20
agosto, che ribadiva la contrarietà alla
costruzione di termovalorizzatore sul territorio
provinciale”.
Una questione al centro del dibattito apertosi
dopo il consiglio provinciale della settimana
scorsa, quando quasi l’intera maggioranza ha
voltato le spalle a quanto deliberato
precedentemente istituendo un tavolo tecnico
sulle centrali a biomasse.
Da
qui anche il ritiro delle dimissioni che Nardone
aveva presentato in seguito al consiglio del 20
agosto, quando si trovò di fronte la contrarietà
unanime del consesso provinciale.
Il
6 settembre scorso il sindaco di San Salvatore
Telesino Giuseppe Creta ha riformulato voto
contrario. Atteggiamento diverso da quello
assunto dal sindaco di Faicchio Mario Borrelli,
che proprio per quanto verificatosi è stato
accolto l’altra sera tra i fischi e le
contestazioni. Proprio Borrelli ha parlato per
primo. “So di essere l’imputato”, ha esordito
riferendosi al suo atteggiamento in consiglio
provinciale ed ha motivato il voto a favore del
comitato tecnico scientifico affermando “che il
procedimento va attaccato da un punto di vista
tecnico e come procedimento amministrativo”. In
merito alla sua scelta ha sottolineato di aver
ritenuto opportuno garantire la continuità
dell’amministrazione alla Provincia, in quanto
il suo commissariamento sarebbe stato un grave
danno in virtù del fatto che il commissario può
fare solo scelte relative alla gestione
ordinaria.
E’
stata comunque una posizione isolata la sua,
rispetto agli altri sindaci che ritengono, come
sottolineato in tutti gli interventi successivi,
che la soluzione passi attraverso la politica.
“Anche se il comitato tecnico scientifico
dovesse esprimersi per il si, noi diremmo – ha
precisato Borrelli e qualcun altro – subito no”.
Da
qui il giudizio pressoché unanime avanzato da
più voci a margine dell’incontro: “A che serve
il comitato scientifico?”.
In
merito, il sindaco telesino Capasso ha rimarcato
l’assurdità di una nomina di un comitato tecnico
scientifico con il compito di valutare un
termovalorizzatore che non rientra nella
pianificazione territoriale, sia provinciale che
regionale. Aspetto, questo, evidenziato dallo
stesso consiglio provinciale nel deliberato del
20 agosto.
In
sostanza Capasso non lo ha detto ma lo ha
lasciato intuire: in questa storia ci sono
alcuni che fanno il doppio gioco.
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