L’assessore
sul piede di guerra: «L’impianto si
farà? Mi dimetto dalla mia carica il
giorno stesso»
Rompe il
silenzio l’assessore all’ambiente del
comune di San Salvatore Telesino. E lo
fa con un intervento dal tono durissimo.
La realizzazione della centrale a
biomasse in territorio sansalvatorese da
un paio di mesi è alla ribalta della
cronaca. E dopo due mesi si registra la
voce di Leucio La Fazia che lancia un
messaggio ben preciso: basta con le
parole, bisogna passare ad azioni
“forti”.
A
distanza di qualche mese dall’inizio del
caso come giudica la situazione?
“La giudico preoccupante, la
sospensione delle procedure per
l’installazione dell’impianto è
purtroppo, solo un mezzo successo per le
popolazioni, i comitati civici e gli
amministratori locali che si sono
opposti. Non bisogna abbassare la
guardia: per usare una metafora di boxe,
abbiamo vinto un round, non certo
l’incontro…”.
Eppure, c’è stata
l’apertura del tavolo delle trattative
agli esperti, agli stessi rappresentanti
della protesta, enti comunali e comitati
civici. “
E’
proprio questo che mi preoccupa. La
decisione definitiva, come si sa, spetta
alla Regione. Non vorrei che tutto si
risolvesse nel classico “contentino”. Li
ascoltiamo, questi comitati civici, in
qualche modo li lasciamo “sfogare”, e
poi decidiamo lo stesso come piace a
noi, come abbiamo già deciso di fare.
Purtroppo, in Italia paesi dei furbi per
eccellenza, questo è successo e può
ancora succedere: si ascolta o meglio,
si fa finta di ascoltare, e poi
“democraticamente” si delibera di fare
quello che si era stabilito di fare già
prima del “confronto”. Le procedure sono
legittime; la democrazia è salva…
ovviamente in apparenza, non nella
sostanza”.
Secondo Lei, in questa
complicata querelle tra provincia di
Benevento e quella di Bergamo, tra
centrale biomasse e termovalorizzatori
per rifiuti, di chi è la responsabilità?
“Per quanto mi riguarda,
mi sono insediato come assessore
all’Ambiente appena da tre mesi: non
posso rispondere per situazioni e
decisioni pregresse, e misteriose
“carteggi segreti” di qualche anno fa.
Ma, comunque, non penso sia questo il
momento di creare eventuali colpevoli da
“inchiodare” alla loro colpe. Adesso,
bisogna essere compatti nel portare
avanti la battaglia contro la
costruzione dell’impianto, anche se i
segnali non sono positivi…”.
In che senso?
“Veniamo da una campagna
elettorale per le Comunali molto aspra.
Un’altra si pronuncia, ancora più aspra,
per le Provinciali del prossimo maggio…
Ho l’impressione che qualcuno è già in
campagna elettorale, fregandosene del
vero problema (termovalorizzatore) e
avallando la protesta ad esclusivo
beneficio della propria parte politica.
Invece, adesso, dobbiamo essere
compatti. Dobbiamo fare come gli antichi
Sanniti, i nostri antenati, che vivevano
isolati ma, quando c’era da combattere,
si “federavano” e riuscivano a suonarle
di santa ragione anche alla
super-potenza romana”.
Non le sembra un paragone
un po’ esagerato?
“No. Siamo di fronte ad
un poderoso intreccio di politici
importanti e business man che dal Nord
sono “calati” qui da noi, in cerca di
affari d’oro, grazie ai finanziamenti a
fondo perduto dello Stato e a qualche
compiacenza locale, agitando la solita
arma di ricatto, la mancanza di lavoro
al Sud. “Tu mi fai costruire questa
schifezza che inquina, quantomeno
stravolge, l’ambiente. In cambio, io ti
do venti-trenta miserabili posti di
lavoro di basso livello da “spendere” in
campagna elettorale”.
Un po’ Davide contro
Golia?
“E’ proprio cosi! L’ha
detto molto bene il sindaco di Faicchio,
Borrelli a Puglianello, mi pare:
Dobbiamo essere compatti nel paese e tra
i paesi coinvolti, maggioranza e
minoranze. Questi signori hanno a
supporto stuoli di consulenti, soldi,
schiere di avvocati col coltello (anzi,
il codice) tra i denti… Non ci
regaleranno niente e certo non
torneranno indietro senza darci prima
molto filo da torcere… Business is
business! E chi se ne frega
dell’inquinamento e dei problemi delle
generazioni future…”.
Qualcuno avanza che
questo tipo di impianto non sia
inquinante.
“Guardi, non sono esperto
e non voglio scendere in dettagli
tecnici; ci sono altri, professori
universitari, addetti del settore, che
lo hanno fatto e continueranno a farlo,
evidenziando bene i rischi connessi a
questi impianti. In questa sede, voglio
fare una considerazione di carattere
esclusivamente politico, che già da sola
basta a motivare il mio no al progetto.
Non c’è dubbio che la decisione di
costruire proprio qui questo impianto è
passata sulle teste dei cittadini e
della popolazione locali. Una decisione
che è stata presa altrove, in alto,
senza consultare i diretti interessati,
cioè gli abitanti della Valle Telesina.
Alla faccia della democrazia!”.
In democrazia, si può
anche non essere d’accordo…
“E se non sei d’accordo,
passi pure per retrogrado,
“oscurantista”. E’ questo il grande
imbroglio: uno si oppone perché ha seri
dubbi, perché si preoccupa della salute
dei suoi figli, perché non è stato
consultato prima e i Politici (con la P
maiuscola) ti dicono che sei un uomo del
medioevo! Che se la facciano a Bergamo o
a Roma la centrale per biomasse… Io
preferisco essere medievale e tenermi
questi posti, questi paesaggi intatti,
così come li ho conosciuti da bambino e
come intendo lasciarli ai miei figli”.
Pensa che ci sia qualche
forma di protesta efficace per
scongiurare le costruzione
dell’impianto?
“La mobilitazione dei
sindaci e delle popolazioni, la
creazione dei comitati civici è stato un
segnale importante, che ha dato i suoi
frutti… Bisogna andare oltre, con
iniziative ancora più clamorose: Penso,
per esempio, alle dimissioni contestuali
di tutti i sindaci dei comuni
interessati. Questo si che sarebbe un
bel pugno nello stomaco della classe
politica e dei mass-media. Ma penso che
i sindaci non lo faranno questo passo:
non ci conto molto. Un’altra iniziativa
clamorosa sarebbe “lo sciopero del
voto”: rifiutarsi di andare a votare
alle prossime provinciali,
pubblicizzando la protesta e agendo
sempre in sintonia tra i vari paesi. In
fondo, cosa siamo, noi cittadini per i
nostri politici? “Carne da voto”, un tot
di voti, di schede elettorali, comunque
importante per la loro affermazione e la
loro sopravvivenza. Benissimo:
facciamogli mancare questa “carne”, e
mettiamoli a dieta. Questo si che li
spaventerà, più di cento convegni e
“tavoli di lavoro”… Come si
giustificheranno, cosa diranno ai loro
referenti politici, alle segreterie dei
loro partiti?”.
In conclusione, assessore
La Fazia, è ottimista o pessimista per
il futuro?
“Pessimista. Troppi
poteri forti, troppi soldi in ballo e
noi siamo isolati: possiamo contare solo
sulla forza delle nostre convinzioni”.
Cosa farà nell’ipotesi
che l’impianto sarà legittimato a
livello politico-istituzionale e si
costruirà comunque?
“Mi dimetterò dalla mia
carica, come ho già detto, il giorno
stesso. Non me lo ha prescritto il
medico di fare l’assessore. Ma
continuerò a lottare con quanti si
oppongono ai termovalorizzatori imposti
dall’alto e più in generale ai soprusi
dei potenti di turno. Starò sempre dalla
parte della mia gente, quei Sanniti che
oggi si vogliono far passare, con un pò
di condiscendenza e molta malafede, per
anti-progressisti e retrogradi, solo
perché rivendicano un loro sacrosanto
diritto: vivere in pace sulla loro terra
e farne l’uso che ritengono opportuno,
senza prevaricazioni e senza
“invasioni””.
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