Telese Terme, 15 giugno 2007
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA
EUROPEA
GIOVANI COMUNISTE/I
Circolo "Vera Lombardi" - Telese Terme (BN)
COMUNICATO STAMPA n. 8/2007
Abbiamo atteso con
fiducia che le istituzioni locali facessero
sentire la loro voce, all’indomani del duplice
omicidio di camorra che ha portato Telese e la
Valle Telesina alla ribalta nazionale. Pensavamo
che assumessero su di sé la responsabilità,
morale prima che politica, di dare un forte
segnale di rifiuto – e di sdegno – nei confronti
della criminalità organizzata.
Abbiamo atteso con
fiducia, ma invano.
Il sindaco e
l’amministrazione di Telese stanno zitti: è
evidente che il problema non li tocca. Forse
ritengono che, dopotutto, quei due camorristi
sono stati ammazzati chissà dove, e poi qui li
hanno solo scaricati. Tuttavia giova ricordare
un precedente.
Meno di tre anni fa, il
sindaco Capasso chiese ed ottenne, dalla sua
maggioranza, la delega a querelare un
giornalista che aveva riportato le dichiarazioni
di un pentito che ricostruiva la penetrazione
dei Casalesi nel settore edilizio della nostra
zona. Quelle dichiarazioni facevano parte di
atti processuali, ed erano pertanto documenti
pubblici. Il giornalista fu querelato perché
ritenuto colpevole di aver infangato il buon
nome di Telese e dei telesini. E quasi quasi ci
scappava una querela anche nei confronti di noi
comunisti, che avevamo affisso in bacheca quegli
articoli.
Ci dica, signor sindaco,
come è andata a finire la storia della querela?
Lo ha fatto condannare, quel giornalista di
cronaca giudiziaria? O è stato un clamoroso
autogol? Non era meglio, già allora, aprire un
pubblico dibattito, alla luce del sole, magari
insieme a quel giornalista?
Negli ultimi anni, sul
territorio telesino, sono accaduti vari fatti
significativi: l’arresto di diversi ricercati
napoletani; l’omicidio, a Solopaca, di un
tabaccaio, freddato da un killer in pieno
giorno; l’omicidio, nel pieno centro di Telese,
di un camorrista del clan Schiavone, che si
trovava in soggiorno obbligato nel nostro
comune; l’omicidio, a Castelvenere, di un vigile
urbano, assassinato con cinque colpi di pistola.
Senza dimenticare che, la sera prima del
consiglio comunale in cui fu deciso di querelare
il giornalista, un altro episodio inquietante si
era verificato nella stessa Castelvenere.
Il punto è che la Valle
telesina non è zona franca dalla camorra. Non lo
è più da tempo: basta leggere le relazioni
semestrali della Direzione investigativa
antimafia.
Diciassette anni fa
cominciò il “sacco di Telese”, un'enorme
speculazione edilizia nella quale è
probabilmente passato di tutto. Ma chi doveva
controllare non ha controllato, esattamente come
oggi. Chi dovrebbe parlare non parla.
Noi continuiamo a non
rassegnarci ad un esito che il silenzio
colpevole delle istituzioni rischia di far
diventare realtà. Oggi come ieri, continuiamo a
batterci contro le speculazioni e il malaffare,
per Telese e per la Valle Telesina. Continuiamo
a lottare anche per il futuro delle nostre
distratte istituzioni.
Il segretario del
circolo
Gianluca Aceto
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