16 giugno 2007
Telese, preoccupazioni per la criminalità
Gianluca Aceto

 

 

Telese Terme, 15 giugno 2007

 

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA - SINISTRA EUROPEA

GIOVANI COMUNISTE/I

 

Circolo "Vera Lombardi" - Telese Terme (BN)

 

 

COMUNICATO STAMPA n. 8/2007

 

Abbiamo atteso con fiducia che le istituzioni locali facessero sentire la loro voce, all’indomani del duplice omicidio di camorra che ha portato Telese e la Valle Telesina alla ribalta nazionale. Pensavamo che assumessero su di sé la responsabilità, morale prima che politica, di dare un forte segnale di rifiuto – e di sdegno – nei confronti della criminalità organizzata.

 

Abbiamo atteso con fiducia, ma invano.

 

Il sindaco e l’amministrazione di Telese stanno zitti: è evidente che il problema non li tocca. Forse ritengono che, dopotutto, quei due camorristi sono stati ammazzati chissà dove, e poi qui li hanno solo scaricati. Tuttavia giova ricordare un precedente.

 

Meno di tre anni fa, il sindaco Capasso chiese ed ottenne, dalla sua maggioranza, la delega a querelare un giornalista che aveva riportato le dichiarazioni di un pentito che ricostruiva la penetrazione dei Casalesi nel settore edilizio della nostra zona. Quelle dichiarazioni facevano parte di atti processuali, ed erano pertanto documenti pubblici. Il giornalista fu querelato perché ritenuto colpevole di aver infangato il buon nome di Telese e dei telesini. E quasi quasi ci scappava una querela anche nei confronti di noi comunisti, che avevamo affisso in bacheca quegli articoli.

 

Ci dica, signor sindaco, come è andata a finire la storia della querela? Lo ha fatto condannare, quel giornalista di cronaca giudiziaria? O è stato un clamoroso autogol? Non era meglio, già allora, aprire un pubblico dibattito, alla luce del sole, magari insieme a quel giornalista?

 

Negli ultimi anni, sul territorio telesino, sono accaduti vari fatti significativi: l’arresto di diversi ricercati napoletani; l’omicidio, a Solopaca, di un tabaccaio, freddato da un killer in pieno giorno; l’omicidio, nel pieno centro di Telese, di un camorrista del clan Schiavone, che si trovava in soggiorno obbligato nel nostro comune; l’omicidio, a Castelvenere, di un vigile urbano, assassinato con cinque colpi di pistola. Senza dimenticare che, la sera prima del consiglio comunale in cui fu deciso di querelare il giornalista, un altro episodio inquietante si era verificato nella stessa Castelvenere.

 

Il punto è che la Valle telesina non è zona franca dalla camorra. Non lo è più da tempo: basta leggere le relazioni semestrali della Direzione investigativa antimafia.

 

Diciassette anni fa cominciò il “sacco di Telese”, un'enorme speculazione edilizia nella quale è probabilmente passato di tutto. Ma chi doveva controllare non ha controllato, esattamente come oggi. Chi dovrebbe parlare non parla.

 

Noi continuiamo a non rassegnarci ad un esito che il silenzio colpevole delle istituzioni  rischia di far diventare realtà. Oggi come ieri, continuiamo a batterci contro le speculazioni e il malaffare, per Telese e per la Valle Telesina. Continuiamo a lottare anche per il futuro delle nostre distratte istituzioni.

 

Il segretario del circolo

Gianluca Aceto

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it