6 marzo 2007
Telese, Liceo: uno per tutti….
Francesco Meglio

 

 

La vicenda del polo scolastico che sul finire dell’anno aveva alimentato polemiche e propositi da realizzarsi, è tornata con modalità diverse e ha contribuito ad accentuare il clima teso tra una parte della componente studentesca e la dirigenza. L’ultimo episodio è di martedì 27 febbraio. Prima del suono della campanella alcuni,rappresentanti degli studenti e non, chiedevano ai ragazzi di spostarsi nella piazzetta antistante per discutere di problematiche sollevate, lamentando l’indisponibilità della dirigente a dare la mensile assemblea d’istituto.

I cinque minuti, in cui sarebbero dovute essere comunicate le novità circa le fatidiche dieci stanze nelle quali trasferire classi del liceo per alleviare l’attuale disagio, si sono protratti fino alla fine della prima ora. Alcuni di essi con permessi sono entrati,altri, i più indugianti, hanno trovato i cancelli chiusi. Ecco allora partire la sommossa dei rifiutati, pagine e pagine di quotidiani informatici locali, sulle quali esprimere il proprio dissenso. Questo sarebbe normale se alle critiche si apponessero prove e ci si assumesse la responsabilità di ciò che si dice. Ma su un quotidiano è comparso qualcosa di ben più grave. Nel numero di mercoledì 28 febbraio del Sannio, veniva riportato un documento di un fantomatico comitato studentesco, in cui nettamente veniva criticato l’operato della dirigenza.

 Su quest’ultima non sta a me esprimere giudizi, ma sul comunicato sento di dire alcune cose. Un comitato studentesco è un organo collegiale chiamato a rappresentare le istanze e le esigenze annesse al fine di migliorare la vita scolastica. È tenuto quindi ad essere portavoce degli studenti, da esso devono partire proposte, suggerimenti, iniziative non individualistiche o settariche. Tutto ciò non è riscontrabile nel liceo in cui studiamo. Ma all’arbitrarietà del documento va aggiunta l’assenza di firme che sottoscrivessero quanto detto sopra.

Voltaire ci insegna quanto sia bello dire la propria opinione, anche a costo della vita, in questa situazione non solo ci si è arrogato il diritto di parlare a nome di una comunità, ma è venuta meno una componente necessaria in ogni tipo di relazione, la trasparenza per non dire l’illegalità. Ora a questi colleghi chiedo di essere meno precipitosi, di pensarci non una ma dieci volte prima di mettere nero su bianco,ma soprattutto di intraprendere nella scuola una maggiore concertazione con dirigenza e studenti, e che comitati e gruppi siano espressione della scuola e lo siano nella maniera più visibile e non come rifugio di pochi, la cui esistenza è sconosciuta ai più.

 

 

     

 Valle Telesina


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