intervento riferito a: Telese liceo, la casta e i cittadini

 

 

23 novembre 2007

Mulino/Liceo: riusciremo a sconfiggere la casta?

Maria Mucci

 

 

Sono pienamente d’accordo con quanto scritto da Giovanni Forgione nel suo articolo del 12 novembre, “ La casta e i cittadini “, in cui denuncia la degenerazione della politica e il suo arroccamento su posizioni di privilegio e di arroganza. La vicenda del Mulino/Liceo è solo un esempio tra tanti della inadeguatezza della nostra classe politica, incapace di programmare seriamente lo sviluppo dei nostri territori nell’interesse di tutti e non solo di pochi, nel rispetto delle vocazioni territoriali e dei bisogni delle persone.

La volontà di destinare a sede del Liceo di Telese un ex mulino fatiscente, ubicato su un corso d’acqua, su una strada molto trafficata con marciapiedi quasi inesistenti, vicino ad una centrale Enel, senza vie di fuga, per citare solo alcuni dei problemi che presenta, ha dell’incredibile. E’ così evidente la sua improponibilità che si stenta a credere che vi siano amministratori, eletti dai cittadini per attuare le politiche necessarie a garantire lo sviluppo e il benessere delle loro comunità, capaci di proporre una tale assurdità, e di difenderla senza provare nessuna vergogna. Solo una classe politica divenuta casta, lontana e indifferente alle esigenze e ai diritti delle persone che amministra, può pensare di proporre qualcosa di così indecente, sicura di far prevalere la propria volontà e di non subirne le conseguenze.

Ciò che non vedo, a differenza di Giovanni, è la reazione dei cittadini contro un sistema lesivo dei loro diritti. E questo perché, soprattutto qui al sud, oltre al mancato sviluppo, alla mancanza di servizi, ai disservizi, all’assenza di prospettive, ciò che il sistema della casta ha causato è il degrado sociale e l’annientamento delle coscienze che garantiscono un’accettazione passiva del malgoverno, percepito come un danno, ma subìto come inevitabile perché non è possibile, o non conviene, fare niente contro un tale sistema.

Allora, il problema dell’inadeguatezza dell’attuale sede del Liceo, e della soluzione persino peggiore del mulino, diventa un problema irrisolvibile contro cui è inutile lottare, tanto a decidere sono poteri forti contro cui nulla si può! Anzi, chi dovrebbe protestare, e inchiodare alle proprie responsabilità politici che nulla hanno fatto in tanti anni per dare una soluzione dignitosa ad un liceo importante e strategico per tutti i Comuni della Valle telesina, preferisce stare zitto per non urtare i potenti e difendere il proprio “ orticello “. L’orticello, nel nostro caso, è mantenere a tutti i costi la sede del Liceo, anche se in condizioni da terzo mondo, nel Comune di Telese, per la falsa convinzione che la sede a Telese attragga più iscrizioni e quindi garantisca la conservazione di un “ posto “ comodo.

 

Non importa che l’Amministrazione di Telese non abbia mai cercato di risolvere il problema, lasciandolo aggravare fino all’inverosimile. Non importa che la Provincia niente abbia fatto per risolvere un problema fondamentale nascondendosi dietro la mancanza di soldi, o la comoda possibilità di scaricare su altri le proprie colpe. Una Provincia che non si è minimamente preoccupata di garantire condizioni ottimali di lavoro e di studio ad una parte notevole di cittadini, ma che si vanta di essere tecnologicamente avanzata, inserita in un circuito internazionale per incentivare l’innovazione e le soluzioni tecnologiche più avanzate per il monitoraggio dell’ambiente, dovrebbe essere messa di fronte alle sue responsabilità, non agevolata nel perseguimento di scelte scellerate.

 

Come giustamente ricorda Giovanni, Benevento è la penultima città in Italia per vivibilità, indice di scelte sbagliate di cui si dovrebbe chiedere conto ai nostri “ illuminati “politici. Invece, la difesa dell’orticello, ha fatto sì che l’opposizione ad una proposta così irragionevole sia stata portata avanti solo dagli studenti, spesso ostacolati, criticati, accusati dai docenti di essere strumentalizzati, di non tener conto del fatto che il mulino sia l’unica soluzione possibile, di non capire il rischio dello spostamento di alcune classi in un altro comune, e che, invece, dovrebbero lottare per andare al mulino! Ho sentito docenti addirittura dire che gli studenti vogliono stare a Telese per poter camminare su Viale Minieri, andare per negozi o in qualche locale popolare tra i giovani. Non credo che l’attrazione di una scuola si debba basare su ciò che offre il posto in cui è situata. La scuola attrae quando crea condizioni ottimali per l’apprendimento, per la crescita e lo sviluppo dell’autonomia degli studenti.

 

In un mondo globalizzato, con continue delocalizzazioni, con infinite possibilità di comunicazione a distanza, ciò che si fa passare tra i giovani è il più bieco localismo e la necessità di rassegnarsi passivamente al gioco dei potenti. Come si dovrebbero rendere i giovani consapevoli dei problemi della globalizzazione e delle ingiustizie causate da un modello di sviluppo basato sul profitto, così si dovrebbero aiutare i giovani a leggere la propria realtà e a reclamare i propri diritti, ad indignarsi di fronte a scelte poco chiare e che negano il diritto alla partecipazione e a condizioni di vita dignitose. E tutto ciò per non disturbare la casta e distoglierla dalla cura dei propri interessi personali.

 

E’ possibile accusare chi si oppone al mulino di fare politica strumentale, ma non è possibile accusare di fare politica chi difende scelte dettate da puri interessi personali. E’ vero che alcuni si oppongono, ma la maggioranza della gente non prende posizione, nascondendosi dietro la cinica osservazione che così va il mondo, che se i politici hanno deciso una cosa la faranno perché comandano loro.

Il problema, allora, è come modificare questo atteggiamento di rassegnazione e di indifferenza, da

“ io speriamo che me la cavo “, frutto della degenerazione del nostro sistema politico, e che ha causato l’allontanamento dalla politica attiva di tanti cittadini e di tantissimi giovani, delusi dalla deriva della politica verso l’affarismo e la corruzione.

Nota positiva: vedo con piacere il rinnovato impegno del Comitato genitori, e spero che sia l’inizio di una nuova fase di lotta contro politiche scellerate e dannose per la qualità della vita nei nostri territori. E spero che sia da stimolo per un ritorno alla politica attiva dei cittadini e dei giovani, per affermare il loro diritto a partecipare alle scelte che li riguardano, ad essere ascoltati , e non solo usati e manipolati dalla casta quando utili per perseguire i suoi fini.

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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