14 luglio 2007
Telese, siamo capaci di fare turismo? (2a p.)
Nuccio Franco

 

 

In questi giorni, sempre a proposito di turismo, mi hanno particolarmente colpito due interventi rispettivamente del Sig.Vittorio Pagliarulo, che sottoscrivo e condivido pienamente, soprattutto con riferimento alla questione urbanistica e termale, e quello del Sig.Nicola Pacelli.

 

Lungi da me il solo pensiero di attribuire patenti di legittimità, mi limito semplicemente ad alcune riflessioni di carattere pratico quanto assolutamente personali, circa le questioni affrontate negli interventi in parola.

 

Ma andiamo per ordine.

 

Ambiente ed Urbanistica

 

Personalmente, ho sempre apprezzato la bontà dei cambiamenti, anche urbanistici, ma solo se ispirati da una logica illuminata di tutela dell’interesse pubblico, della collettività ed, in questo caso specifico, della città e del territorio come beni comuni.

 

Su tale argomento sarebbe auspicabile fosse realizzata una riflessione più approfondita tra Istituzioni e cittadini, un pacato confronto su idee ed ipotesi progettuali che possa portare alla condivisione di azioni utili alla collettività nel suo insieme.

 

Tentare di conciliare esigenze ed interessi contrapposti, seppur difficile, mi sembra apprezzabile e virtuoso ma soprattutto utile al fine di impossessarsi nuovamente e nel giusto modo di un bene comune:il territorio.

 

Le mie, sono semplici riflessioni dettate dal buon senso e dall’amore verso la terra nella quale sono fiero di essere nato e che amo.

 

Non entro in questioni specifiche di carattere prettamente tecnico, in considerazione della mia ignoranza in materia, preferendo soffermarmi su un altro argomento che, credo, stia a cuore a molti telesini:le Terme

 

Presunto fiore all’occhiello della nostra cittadina ma, da sempre, senza una effettiva osmosi con la comunità, quasi un oggetto misterioso.

 

Preferirei non parlarne perché rischierei di ribadire cose già dette tante, troppe volte.

Tuttavia, in coscienza,sento di avere l’obbligo di riaffermare ciò che in molti pensano (ma non dicono…) con assoluta determinazione.

 

Qualche giorno fa mi soffermavo sulla necessità di una più stretta collaborazione tra pubblico e privato finalizzata alla salvaguardia nonchè alla valorizzazione delle risorse turistiche, ognuno nel rispetto dei reciproci ruoli.

 

Come??Come afferma il Sig.Pagliarulo, ossia attraverso una serie di azioni volte alla programmazione, alla pianificazione condivisa di scelte economiche ed indirizzi di sviluppo concreti.

 

Nulla di tutto questo, appunto, ma non negli ultimi vent’anni ma da molto più tempo.

 

Le Terme come volano di sviluppo, di attivazione di flussi economici rilevanti, di opportunità per il territorio, per gli esercizi commerciali, per l’occupazione.Belle parole che sento ripetere con pedissequa costanza da trent’anni.

 

Come si concilia tutto questo con la circostanza che in piena stagione turistica la struttura termale sia ancora interessata dai lavori, con l’offerta di servizi di qualità non proprio all’altezza di un complesso termale che dovrebbe fungere da attrazione e/o cassa di risonanza per investimenti di capitali, turisti e visibilità??

 

Troppo semplicistico attribuire le responsabilità del caso ai lavori della Filiera Termale, mi sia consentito.

 

Cosa c’entra la Filiera, con tutte le possibili criticità operative che da essa possono derivare, con un’entità, quella rappresentata dalle Terme, da sempre asettica, abulica, approssimativa nell’offerta e nel servizio,nella formazione del personale,nella gestione;una struttura che vive sulla gloria di un unico evento rappresentato dalla festa dei Mastella boys e che poi, per un anno intero, si trascina nel più assoluto anonimato???

 

Per carità, in quella settimana Telese assurge all’effimera gloria della cronaca, c’è il gotha della politica nazionale ma il paese, cosa ci guadagna??Nulla, solo disagio!

Le terme, quelle vere, quelle che producono ricchezza,sono aperte (quasi) tutto l’anno e con iniziative utili a tutto il tessuto economico.

 

Se poi le terme “tirano forte”solo per l’impresa, che le gestisce pur non riuscendo a dare quel quid in più, in termini di gestione e programmazione, come sarebbe lecito aspettarsi da una gestione privata di un bene pubblico, non credo sia una colpa. O almeno lo è parzialmente.

L’impresa fa il suo mestiere e le responsabilità andrebbero ricercate anche altrove.

 

Certo, fa specie sentir evocare l’intervento del solito “Stato pantalone” auspicando l’accoglimento delle “giuste richieste di ammortizzatori sociali per fronteggiare le situazioni di crisi” nel settore turistico, “le cui imprese sono equiparate a quelle commerciali e, pertanto, come tali non hanno la possibilità di ricorrere alla integrazione di guadagni per gli addetti in eccedenza” o “la necessità di un turismo che serva da riferimento strategico per tutti i soggetti per sviluppare le potenzialità turistiche…”.*

 

Su tali affermazioni mi permetto di nutrire delle riserve di ordine pratico.

Parlare genericamente di non meglio specificati ammortizzatori sociali non fa altro che confondere le idee. Ciò, in virtù del fatto che è risaputo che la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria è da sempre applicabile a vari settori, tra i quali, anche quello turistico, così come ribadito dalla Legge 296/2006 (Finanziaria 2007), art. 1156, lett.c e dal Dm Lavoro 12.4.2007 - GU n. 94 del 23.4.2007.

 

Senza contare poi gli accordi intercorsi in varie regioni d’Italia sui cosiddetti ammortizzatori sociali in deroga (Friuli, Valle d’Aosta, Lombardia e Piemonte, solo per citarne alcune) e che la Legge Finanziaria 2007 riserva, a mio modesto avviso, una sostanziale attenzione al comparto. Tralasciando le forme di incentivazione alle imprese termali mediante leggi emanate da varie Regioni.

Sono mie opinioni e, come tali, possono lasciare il tempo che trovano….

 

E’tuttavia certamente avvilente leggere, ancora una volta, che “la qualità è un’ottima strada da percorrere per contrastare la crisi interna e la competitività internazionale” e che “è necessario fare innovazione di prodotto e promozione coordinata, assistiti da processi di formazione continua….”.*

 

Innovazione di prodotto, qualità, formazione professionale continua,siamo tutti d’accordo ma tali concetti devono essere tradotti in azioni concrete altrimenti restano , parole, parole e ancora parole;i fatti stentano a decollare e certe situazioni sono identiche da anni.

 

Il discorso Terme è ormai datato ma vediamo l’aspetto positivo della cosa: passano gli anni e tutto resta uguale, fermo, assolutamente identico a com’era. Confortante, da sicurezza!!

 

Telese e le Terme, due entità distinte e separate, appunto,Sig.Pagliarulo, ma questo è un discorso sul quale si sono scontrati, da sempre o almeno da quando ne ho memoria, gli schieramenti politici del nostro paese nelle varie tornate elettorali.

 

Sulla “questione” Terme, anche se non pienamente palesata nei programmi politici, si sono costruite campagne elettorali,si è creato consenso, si sono vinte (bene) o perse (male) elezioni!!

E non mi si venga a dire che la mancata evoluzione della situazione, sia da imputare al fatto che c’è un Consorzio Idrotermale che, come se non bastasse, è chiamato a conciliare le diverse esigenze di due Comuni.

Troppo poco per giustificare un atavico immobilismo che ha antiche radici e ragioni.

 

Io preferisco concentrare la mia attenzione sulla perseverante approssimazione,la sufficienza ed il pressapochismo, logiche non propriamente imprenditoriali che, unite ad una dubbia competenza, formano una miscela deflagrante che certamente non aiuta il trentennale, auspicato, salto di qualità.

 

La sfida non si vince con l’improvvisazione bensì attraverso la riqualificazione del personale, un approccio diverso alla clientela di riferimento, studiandone i gusti, le esigenze, gli interessi, adattando ad essi l’offerta mediante la passione, la competenza ed anche un pizzico di fantasia.

A Telese, purtroppo, più che di turismo sarebbe molto meglio parlare di fantaturismo termale.

 

Quanto all’intervento del Sig.Pacelli, pur comprendendo gran parte dei disagi causati dall’inquinamento acustico, dalle gaffes del presentatore, dalla pressione di cantanti, istruttori, nani e ballerine (che ho avuto personalmente modo di sperimentare….nel vano tentativo di mangiare una pizza con due amici e chiacchierare senza dover urlare), mi limito ad una semplice considerazione.

 

Per anni ci siamo lamentati (almeno quelli della mia generazione…) del desolante quadretto rappresentato dalle “accorte decisioni aziendali” che si sostanziavano nel complessino di turno, nella mancanza di iniziative di rilievo che rendessero effervescente la fruibilità del parco, almeno nelle ore serali.

 

Ed ora che dei giovani di buona volontà, apprezzabili per il semplice fatto di aver voluto contribuire ad offrire alternative alla passeggiata al fresco degli alberi, decidono anche a costo di sacrifici personali, di fare qualcosa, che si fa, si critica??

 

Personalmente apprezzo, e non poco, il lavoro svolto dall’amico Enzo Neri (e dai suoi collaboratori…) cui va il mio plauso unito all’augurio circa la miglior riuscita della manifestazione “Estate al Villaggio”.

 

Certe scelte possono essere opinabili, per carità, ma il semplice fatto che si faccia (!!) è già di per sé un risultato apprezzabile, vista la situazione e non meritevole, a mio avviso, di critiche che reputo ingenerose.

 

Quanto all’immagine dell’azienda, beh, non hanno bisogno di aiuti…….

 

Nuccio Franco

 

 

* da Lo Specchio Economico – Intervista di Nicola Imberbi al Presidente di Federturismo e Tourism Network Connecting

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it