6 luglio 2007
Telese, turismo: occasione mancata
Vittorio Pagliarulo

 

 

Il Turismo a Telese una occasione mancata

 

Per esercitare proficuamente il grande filone dell’economia rappresentato dal turismo è necessario primo di ogni altra cosa l’ambiente e questo a Telese, con o senza terme, esiste, in quanto lo ebbe voluto il Padreterno (il trapassato remoto è d’uopo per mettere in luce tutto quello che è successo dopo, appena nell’ultimo ventennio); secondo, nell’ordine, la mentalità imprenditoriale degli operatori; terzo (ma di gran lunga più importante del primo e del secondo) le scelte politiche, gli indirizzi socioeconomici che le Amministrazioni Comunali che si sono succedute dal 1934 (anno in cui Telese ottenne l’autonomia amministrativa) hanno inteso adottare per consentire l’auspicato  sviluppo economico più congeniale in una cittadina che territorialmente rappresenta poco più che un fazzoletto di terra.

 

Chi legge non si aspetti un trattato di economia, in quanto non è mia materia; in questo settore navigo a vista, anzi a naso, al pari di chi apre la mano e conta partendo dal pollice sino all’indice e, se necessario, comincia da capo; chi legge non si aspetti nemmeno ch’io decanti le propensioni turistiche o agricole o industriali dei paesi che circondano Telese perché mi assale una rabbia incontenibile per non aver mai sentito parlare di comprensori allo scopo di unire le forze, o quanto meno coordinarle,  nell’interesse collettivo, in tutti i settori dell’economia e non solo per quello turistico, come dire: a ognuno il suo e tutti insieme per svilupparlo o razionalizzarlo.

 

Alle Comunità Montane avrebbero dovuto far fronte le Comunità (vogliamo chiamarle di pianura?)  di pianura.

 

Solo in una occasione un signore telesino fece qualche timido passo nella direzione di unificare i territori di Telese e San Salvatore. Ma questo è un altro discorso che si chiuse in una bolla di sapone quando i nostri vicini si accorsero che si trattava di un tentativo piuttosto maldestro di annessione, intentato dall’astro prepotentemente affermato nel  Municipio Telesino.

 

Mi permetto di citare il sig.Nuccio Franco che perentorio asserisce che “il turismo bisogna farlo” e poi aggiunge “ne siete capaci”, con tanto di punto interrogativo.

 

Io, sempre alla buona, mi rifaccio ai tre punti messi su, grezzamente in apertura soffermandomi principalmente sul terzo, il più importante: le scelte economiche e gli indirizzi di sviluppo adottate dalle Amministrazioni comunali che si sono succedute nell’ultimo ventennio; dico nell’ultimo ventennio in quanto molto prima nei Municipi funzionavano bene l’ufficio anagrafe, il rilascio dei certificati e qualcosa d’altro. Non era previsto un ufficio che studiasse indirizzi programmatici dello sviluppo; nello specifico nostro di qua il Comune, di la le Terme possibile volano per lo sviluppo economico di settore. Due entità distinte e separate, invece.

 

L’unico rapporto delle Terme con la popolazione era rappresentato da 2 litri di acqua sulfurea gratis da attingere perentoriamente dalle ore 14 alle ore 16 e i biglietti d’ingresso gratis se si era amico del dispensatore di turno che ne aveva a mazzette.

 

Torniamo all’ultimo ventennio evitando (ma non completamente) polemiche sui lavori della filiera termale in quanto ci allontaneremmo dal tema in discussione, e vediamo quali sono gli indirizzi di sviluppo economico adottati da questa Amministrazione dall’anno 1985 in avanti: edilizia abitativa, edilizia abitativa e ancora edilizia abitativa!!!

 

E le strade? E le fogne? E l’acquedotto? E l’industria ricettiva? E il grave problema dei rifiuti solidi urbani?

Di quale turismo vogliamo parlare: se si fa riferimento al turismo termale, in buona parte di tipo pendolare (basti vedere le macchine e le corriere che sostano a ridosso dell’ingresso delle terme) possiamo dire che tira forte ma non per l’economia del paese, bensì per l’impresa che gestisce gli stabilimenti, anche perché paga quasi completamente pantalone attraverso le impegnative per le prestazioni termali rilasciate dal Servizio Sanitario; il turismo, in senso lato, come settore economico prevedibile in zone particolarmente vocate come quella nostra e altra cosa che può affermarsi solo se si sceglie quello specifico indirizzo di sviluppo-

 

In ultimo mi sia consentito dire appena una cosina a riguardo del viale Minieri, quella parte del viale che va dall’incrocio di via Napoli all’ingresso delle terme: ritengo di essere nel giusto se affermo che stante effettivamente presenti nel territorio insediamenti diversi dai dormitori di cui il paese abbonda, voglio significare insediamenti che si collocherebbero nella direzione di rendere servizio ad una scelta protesa verso lo sviluppo del turismo, ebbene il viale Minieri avrebbe rappresentato il fiore all’occhiello come lo è la neve per Cortina D’Ampezzo. Bontà loro, però: (Amministratori, Progettisti, Imprese) avete previsto una corsia per le auto e una per i pedoni. Tra le due corsie vi è una lunga teoria di fioriere che, necessariamente, hanno il fronte basso verso la corsia pedonale, che è quella che dalle terme viene verso il quadrivio, per bearsi alla vista dei fiori.

 

Di fatto, il transito delle auto si sviluppa nella corsia ombreggiata, quella pedonale è soleggiata per cui un vecchietto come me, d’estate, se non vuole sbattere a terra per un colpo di sole, deve necessariamente passare dall’altra parte che è ombreggiata; il caso vuole, però che dall’altra parte il marciapiede è molto più a ridosso del transito delle auto e mi chiedo, anzi lo chiedo al Presidente del Consiglio Comunale, l’amico dr. Michele Martucci: come la mettiamo con la bronchite cronica severamente ostruttiva che mi ritrovo?

 

Ma allora serviva veramente la corsia pedonale se non è fruibile razionalmente? Guardate che il sole, quello di certe ore della giornata, non fa male solo ai vecchi ma a tutti e anche i prodotti della combustione di benzina, gasolio, GPL e metano sono veleno per tutti.

 

Siamo capaci di fare turismo?

 

La domanda è da fare ai signori del Palazzo. Come si dice…piove governo ladro.

 

 

 

Vittorio Pagliarulo

 

     

 Valle Telesina


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