Telese Terme è sporca. Girare per la cittadina,
equivale a dribblare buste con immondizia e
resti delle stesse, oltre ad avere per compagnia
quasi stabile un odore nauseabondo. L’emergenza
rifiuti in tutta la regione Campania fino ad
oggi ha creato in valle telesina disagi
sicuramente inferiori rispetto alle altre
province e le zone interne sono state
interessate solo marginalmente dalla crisi della
mancata raccolta dell’immondizia. La situazione
degli ultimi tempi è peggiorata ed ha coinvolto
pienamente anche le zone interne della Campania
creando notevoli problemi dal punto di vista
igienico-sanitario dal momento che la raccolta
procede a rilento ed i cassonetti posti in
strada sono quotidianamente stracolmi con i
sacchetti che vengono anche depositati a terra e
sono preda di gatti e animali randagi.
Tale situazione è ancora più critica a Telese
Terme dal momento che la cittadina termale ha
una produzione giornaliera di rifiuti molto
superiore alla media dei paesi limitrofi in
considerazione della presenza sul territorio di
tre cliniche, di istituti scolastici, di servizi
e di numerose attività commerciali tra cui
alcuni centri di grosse dimensioni che accolgono
quotidianamente un numero elevato di persone.
La
quota assegnata di sversamento al Cdr è pari a
66 tonnellate per settimana che è insufficiente
rispetto a una produzione stimata in circa 90
tonnellate a settimana. Se a ciò si aggiunge che
la raccolta avviene con un metodo di ritiro
alternato su metà del territorio, si deduce che
ogni giorno Telese Terme è traboccante di
rifiuti depositati nei cassonetti stracolmi e
per terra.
Sebbene il sindaco Gennaro Capasso abbia
richiesto un ampliamento di tale quota sino ad
oggi non sono stati ottenuti risultati concreti.
E’ del tutto evidente che la mancata raccolta
dei rifiuti determina un danno notevole alla
cittadina che ha un numero consistente di
persone che quotidianamente si muovono sul suo
territorio o vi transitano, con soste brevi, per
raggiungere le città metropolitane. La non
rimozione dei rifiuti in punti critici come ad
esempio le tre cliniche crea ovviamente problemi
igienico-sanitari di indubbia gravità per la
salute sia ai residenti che agli utenti. “La
problematica dei rifiuti che ha raggiunto punte
insostenibili nell’area del napoletano e
casertano – dichiara il primo cittadino Capasso
- sta interessando oramai stabilmente anche le
nostre zone toccate in precedenza solo
marginalmente nei periodi di maggiore crisi. Le
attuali problematiche che attanagliano la crisi
dello smaltimento dei rifiuti richiedono oggi
più che mai uno sforzo comune a tutti i livelli.
Anche le emergenze, in attesa di piani ed
interventi strutturali definitivi che comunque
non possono essere attuati in breve tempo, vanno
gestite attraverso la messa in atto di azioni
che, sebbene non risolvono la problematica,
quantomeno riescono a limitare i disagi ai
cittadini divenuti oramai quotidiani e continui.
Devo mio malgrado evidenziare l’assenza di
iniziative concrete in tale direzione da parte
del Consorzio BN2 e l’assoluta assenza di un
piano di raccolta che nell’emergenza vada a
definire delle priorità nella rimozione dei
rifiuti. Priorità che non devono ovviamente
essere circoscritte al singolo ambito comunale
ma essere definite tenendo conto dell’intero
territorio di competenza del consorzio.
L’attuale organizzazione per ciascun Comune e la
messa in atto di azioni diverse e disomogenee
per ogni centro urbano fa venire meno i notevoli
benefici della gestione integrata sovracomunale.
Un esempio per tutti: il sistema di raccolta
porta a porta produce notevoli benefici nel caso
in cui sia adottato da tutti i comuni del
comprensorio; in caso contrario si rischia di
spostare il problema da un comune all’altro. Ho
sollecitato alcuni giorni fa – continua il
sindaco Capasso - il Presidente del Consorzio a
riunire l’Assemblea dei Sindaci al fine di
analizzare l’attuale situazione e definire un
programma emergenziale di azioni da porre in
essere, sulla base di dati concreti e veritieri
relativi ai quantitativi di rifiuti che vengono
prodotti dai singoli comuni. Pur comprendendo le
difficoltà del momento e quelle che un politico
deve affrontare quando una norma gli affida
poteri gestionali, non posso non evidenziare che
l’associazionismo tra comuni apporta benefici
solo quando si trasferisce dalle carte ai fatti
in una logica unitaria e razionale”.
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