17 gennaio 2008

I galli sulla munnezza

Fulvio Del Deo

 

 

 

 

Sui giornali, in tivù e nel web si parla sempre più insistentemente di "munnezza".

 

E si assiste a spettacoli talvolta più immondi dell'immondizia stessa; anche qui su ViviTelese, dove c'è addirittura chi vorrebbe che Nardone fosse fatto santo... Uhm, che strano modo di manifestare la propria religiosità!

 

Nessuno però si è chiesto perché mai, dopo 14 anni dichiarati di "emergenza rifiuti" proprio oggi si stia scatenando il putiferio. Un putiferio che pretende l'urgenza di una soluzione de-fi-ni-ti-va.

 

E questa urgenza somiglia molto a una fretta costruita ad arte.

 

Una falsa urgenza che arriva un tantino in ritardo e sembra fatta apposta per far sì che possano essere accettate (supinamente, come d'abitudine da parte dei terroni del Sud) soluzioni altrove improponibili.

 

Oggi in Campania la grande e unica soluzione che si vuole imporre è: inceneritori qui e subito.

 

A parte la puzza che ormai ci è penetrata fin dentro l'anima, non sentite un'altra puzza ancor più schifosa? 

 

E' la puzza d'imbroglio?

 

Si parla da 14 anni di emergenza ma, da quando io sono in grado di ricordare, la munnezza ci ha sommersi da sempre... Da bambino, nel mio tragitto da casa a scuola, che non era certo in un quartiere degradato di Napoli (per l'esattezza da piazza Leonardo a via Salvator Rosa) camminavo accanto a cumuli di rifiuti che spesso raggiungevano le finestre dei primi piani!

 

A parte ricordi e digressioni, mi chiedo: perché ci sono voluti 14 anni per giungere alla conclusione che servono urgentemente degli inceneritori?

 

Forse la Camorra ha visto che l'affare munnezza come l'ha gestito fino a oggi non gli sta più bene e ha deciso di cambiare "modello di gestione"?

 

Forse s'è accorta che pretendere cifre enormi per terreni di stoccaggio è meno redditizio di altri affari sporchi? Forse ha capito che nascondere sotto il tappeto della nostra povera terra rifiuti tossici e pericolosi provenienti da ogni dove comincia a essere meno redditizio rispetto a un eventuale accaparramento del business in forme apparentemente meno criminali?

 

E poi ci sono anche le mozzarelle alla diossina invendute... Uhm... E se invece si gestisse un ciclo che sulla carta risulta tutto regolare... oliando un po' i controlli anche le emissioni sarebbero a posto... la diossina sparirebbe come per incanto... e ai malati di cancro gli si direbbe che dovrebbero fare solo mea culpa per le troppe sigarette fumate.

 

Così la Camorra aumenterebbe ulteriormente il suo giro di affari, e gli incalcolabili danni ambientali ed economici ereditati dal precedente "modello di gestione" sarebbero solo a carico dei contribuenti.

 

Intanto, per preparare il terreno, si inscenano i soliti teatrini coi galli sulla munnezza.

 

Fulvio Del Deo

 

 

     

  Il Crogiuolo


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