10 luglio 2007
LEX, Ma non è il Far West
Aldo Maturo

 

 

E’ vero, la legge sulla legittima difesa è cambiata e se un ladro entra in un appartamento  o fa una rapina in un negozio, deve mettere in conto che il proprietario potrà anche sparargli o ucciderlo senza correre il rischio di finire in carcere, anche se ha reagito in maniera sproporzionata rispetto alla minaccia ricevuta.

 

Con queste disposizioni il legislatore ha voluto stabilire in maniera assoluta il principio che il domicilio e la proprietà privata sono inviolabili.

 

 

 

La reazione della vittima non deve essere più condizionata al comportamento del ladro o del rapinatore o al fatto che questi abbia posto in essere azioni idonee in maniera inequivocabile a mettere in pericolo l’aggredito. Si deve tener conto invece di come quest’ultimo ha vissuto psicologicamente l’aggressione, alla percezione del pericolo da lui presunta  nel momento in cui ha visto mettere a rischio la sua incolumità,quella dei suoi cari, di altre persone presenti o dei suoi beni.

 

 La proporzione tra difesa ed offesa, ben valutata nella precedente normativa a volte anche con esasperato fiscalismo, è stata parzialmente superata dal principio di “proporzionalità presunta”.

La legge n.59 del 13.2.2006, infatti, ha voluto proteggere il diritto all’autotutela in un domicilio privato, stabilendo che in materia di legittima difesa esiste una proporzione “presunta” tra difesa ed offesa quando chi si difende - l’aggredito - utilizzi un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo a difendersi (bastone, coltello,sedia,etc..) e si trovi nella sua abitazione o in un luogo di sua privata dimora o  appartenenze (terreno, aia, garage,giardino etc.).Analoga difesa può essere esercitata da chi si trovi in un luogo ove venga esercitata attività commerciale,professionale o imprenditoriale (negozio,studio professionale,sede di un’azienda).

 

Vista così la cosa, sembra quasi che si va verso uno scenario da Far West,con proiettili che fischiano da tutte le parti e “i nostri” che arrivano al galoppo e spesso a cose finite.

In realtà non è esattamente così.

 

Infatti non è che  ci si possa mettere a sparare ed uccidere liberamente chiunque si introduce nella nostra proprietà per rubare o rapinare.

 

Perché possa applicarsi la nuova legge è necessario che la persona che si difende sia “legittimamente presente” nel luogo dove il fatto avviene (e questo in genere è quasi ovvio), che l’arma usata dall’aggredito sia legittimamente detenuta (non può essere quindi utilizzata un’arma detenuta illegalmente), che sia a rischio la propria o l’altrui incolumità (quella dei familiari o altre persone presenti).

Se la reazione è stata finalizzata  per difendere non la vita ma i propri beni o quelli altrui, la difesa sarà considerata  legittima se vi è stato pericolo di aggressione fisica e se il malvivente non ha desistito (cioè non ha rinunciato ai suoi propositi perché sorpreso dal proprietario, dalle sue urla, dai suoi inviti a uscire o addirittura gli si è avventato contro).

 

A guardar bene le cose, le condizioni richieste sono forse maggiori che nella legge precedente. Intanto prima non si poneva il problema della legittima presenza dell’aggredito sul posto del delitto né il giudice si chiedeva se il possesso dell’arma utilizzata era legittimo o meno.Ci si chiedeva invece se era stata proporzionata la reazione tra offesa e difesa.  Chi doveva difendere i suoi beni non poteva certo uccidere un ladro  disarmato o in fuga. Oggi il giudice dovrà accertare  la presenza di tutte le condizioni sopraesposte,  valutando ad esempio - in presenza di difesa di soli beni -   se dalla ricostruzione dell’evento si può dedurre che il ladro era pronto a desistere o se non aveva dato motivo al derubato per fargli temere un’aggressione da parte sua.

 

Ma la nuova legge offre lo spazio anche ad innumerevoli incognite che saranno sicuramente oggetto di valutazione giurisprudenziale.Ne esaminiamo solo qualcuna:  abbiamo visto che non si applica la nuova legge se, pur stando nella propria proprietà, l’arma è detenuta illegalmente. Significa che utilizzando un’arma detenuta illegalmente ci si può difendere per strada ma non ci si può difendere nella propria abitazione o negozio? Come è possibile affidare alla detenzione legittima o illegittima di un’arma il diritto a potersi difendere?

 

 

 

 

     

  LEX di Aldo Maturo


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