8 settembre 2008
LEX: Lettera aperta al Ministro Brunetta
Aldo Maturo
 

 

                                                

Signor Ministro,

 

mi consenta di dissociarmi dal coro di quelli che da mesi La ritengono il salvatore della patria per aver finalmente preso il bastone contro i dipendenti pubblici, questi “fannulloni di Stato” ritenuti dall’immaginario collettivo vera causa del disastro economico, politico, sociale  e  culturale di questa nostra allegra Italia.

 

I suoi provvedimenti, osannati da una certa stampa,condivisi da una parte dell’opinione pubblica e nel sostanziale silenzio delle organizzazioni sindacali, stanno terrorizzando i sogni degli statali che prima di dormire pregano il loro Dio di farli svegliare sani al mattino.

 

Ora può essere soddisfatto, signor Ministro, perché dall’alto della Sua carica è riuscito a fustigare quei fannulloni che rubavano lo stipendio impunemente ed erano il vero scandalo della pubblica amministrazione.

 

Forse però Le è sfuggito che sta colpendo alla cieca. Per dirla come un Suo amico, mi consenta di ricordarLe che Lei sta violando alcuni diritti costituzionali fondamentali del cittadino, cosa per Lei forse trascurabile o comunque meno importante dell’ansia di fare terra bruciata sui manovali della razza padrona.

 

Il Suo decreto (il 112 del 2008) e le Sue circolari (la N.7 del 2008 e la n.8 del 2008 in fase di registrazione alla Corte dei Conti) violano disinvoltamente il principio costituzionale del diritto alla salute previsto dall’art.32 Cost. “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo” , riconosciuto dall’art.35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e dall’art.152 del Trattato CE.

 

L’art.71 del Suo decreto prevede infatti che “… anche in caso di assenza per un solo giorno l’amministrazione disporrà il controllo fiscale previsto nelle nuove fasce orarie 8.00-13.00 e 14.00-20.00 di tutti i giorni della settimana (compresi i festivi)…”

Bene, Signor Ministro, Le chiedo come siano compatibili tali fasce di “arresti domiciliari” con il diritto a curarsi, alimentarsi, acquistare farmaci, recarsi dal proprio medico.

 

Non Le è venuto in mente che una persona che vive da sola (e Le assicuro che ce ne sono tante, meno accudite di me e sicuramente di Lei) non ha alcuna possibilità di fare la spesa, alimentarsi, acquistare medicine o farsi visitare dal proprio medico, perché nella fascia oraria dalle 13 alle 14 i negozi, le farmacie e gli ambulatori medici sono chiusi?

 

 

E se dovesse andare dal medico durante le fasce orarie di reperibilità, Lei ricorda la normativa secondo la quale tale scelta deve essere giustificata da motivi “gravi, urgenti ed inderogabili” se non vuole vedersi decurtare tutto lo stipendio per i primi 10 giorni ove nel frattempo fosse arrivata a casa la visita fiscale? Ed allora, Ministro Brunetta, cose deve fare il cittadino ammalato?

 

Non ha pensato, Signor Ministro, che il Suo decreto – applicato solo ai dipendenti pubblici e non ai privati nè, per certi aspetti, ai dipendenti del comparto sicurezza – viola anche il principio costituzionale previsto dall’art.3 della Cost. secondo il quale “…Tutti i cittadini … sono eguali davanti alla legge…”

 

Lei ritiene che il diritto alla salute del dipendente pubblico sia meno protetto del dipendente privato o del poliziotto assente per causa di servizio? O ritiene che il dipendente privato sia in ogni caso più virtuoso del pubblico? L’ha forse spaventata l’idea di vedere le piazze piene di metalmeccanici e uomini in divisa?

 

         Rilegga le sue disposizioni, mi creda, e sorrida un po’.

 

Nel famigerato art.71 Lei aveva scritto che :  “….Nell’ipotesi di assenza per malattia protratta per un periodo superiore a dieci giorni e, in ogni caso, dopo il secondo evento di malattia nell’anno solare, l’assenza viene giustificata esclusivamente mediante presentazione di certificazione medica rilasciata da struttura sanitaria pubblica.”.

 

La disposizione aveva gettato nel panico i dirigenti degli uffici ed i dipendenti pubblici perché significava inequivocabilmente che gli unici abilitati a rilasciare certificazioni erano gli ambulatori delle ASL.

Lei se l’immagina signor Ministro il medico della ASL chiamato al domicilio per attestare la malattia del signor Fantozzi? Sarebbe stato il caos.

 

Deve essersene reso conto anche Lei, perché subito dopo, con la circolare n.7 del 2008, ha dovuto rettificare scrivendo testualmente che bisognava dare al suo testo “….un’interpretazione che supera il dato meramente testuale della disposizione per cui deve ritenersi ugualmente ammissibile la certificazione rilasciata dalle persone fisiche che comunque fanno parte del Servizio in questione…”. Interlocuzione burocratica che significa: ho scritto una cosa, mi sono reso conto dell’assurdità e ora ne dico un’altra. Conclusione? OK, va bene anche il medico di famiglia. Prosit!

E meno male che almeno questo si è capito, visto che dal Dipartimento della Funzione Pubblica il 4.7.2008, con la circolare 0031725 pari oggetto, si erano dati “chiarimenti” al Ministero del Lavoro, scrivendo testualmente : “….Per una più corretta analisi della problematica è infatti necessario integrare la presente valutazione di alcune considerazioni che attengono il valore documentale che il vigente quadro giuridico riconosce a certificazioni che attestino la temporanea incapacità lavorativa di un dipendente” (sic!!). Ci vorrà una circolare scritta in chiaro che spieghi il testo della circolare scritta in burocratese! E meno male che doveva essere un chiarimento.

Signor Ministro, potrei continuare a lungo, specialmente poi se dovessi passare ad analizzare la sua ultima circolare, la n.8, quella sull’applicazione della legge 104 per chi assiste i portatori di handicap, non ancora in vigore perché  è in attesa del visto della Corte dei Conti (che spero provveda in merito).  Una delle tante chicche è quella sulle assenze per visite specialistiche, dove Lei dice:”… E’ opportuno evidenziare che, nel caso di imputazione dell’assenza per effettuare visite specialistiche, cure o esami diagnostici a malattia, l’amministrazione che ha conoscenza della circostanza a seguito della comunicazione del dipendente deve valutare di volta in volta, in relazione alla specificità delle situazioni, se richiedere la visita domiciliare di controllo per i giorni di riferimento”. Nel linguaggio comune questo significa che il dipendente che va a fare una visita specialistica  deve pagare lo specialista,  si vedrà decurtato lo stipendio dalle indennità accessorie (come da Sua disposizione) perché la visita specialistica equivale per Lei a un giorno di malattia e, al ritorno, potrà anche trovare nella cassetta postale l’avviso che è passato il medico fiscale mentre lui era dallo specialista, per cui gli scatta la decurtazione di tutta la voce stipendiale per quel giorno!!!

Ma pensando che possono esserci Capo Uffici fiscali che mandano la visita anche in questo caso – perché a loro discrezione -   ha pensato di giustificare gli inadempienti suggerendogli che se non la mandano sono giustificati perché in questi casi “ possono ricorrere quelle “esigenze funzionali ed organizzative” di cui si deve tener conto nel richiedere la visita fiscale secondo l’art. 71, comma 3, del d.l. n. 112 del 2008”(!?!)

 

Basta, ci ripensi, signor Ministro, non si lasci coinvolgere dai forcaioli di turno. Ho lavorato come dirigente per 35 anni  nella Pubblica Amministrazione ed ho avuto centinaia e centinaia di dipendenti da nord a sud. Negli ultimi 5 anni sono stato Direttore del Personale per tutta la Regione Marche, in un’amministrazione molto difficile, con circa 1000 dipendenti appartenenti a varie professionalità: ho imparato che i collaboratori si coltivano, si valorizzano e non si fustigano né si illudono con le noccioline e le carote, come pare voglia fare in questa seconda fase, che già sa essere  demagogica perché a favore di pochi favoriti, percentualmente irrilevanti, ma funzionali al divide et impera.

 

I suoi dati statistici puntano di certo verso l’alto, Lei avrà  più persone in servizio, ma Le assicuro che saranno demotivate, mi consenta, incazzate  e disponibili solo a girarsi i pollici attendendo l’ora dell’uscita.

 

Cerchi allora sistemi per colpire le mele marce e non butti via tutto il cestino! Lo so, è difficile, ma Lei è il Ministro ed ha illustri collaboratori che, dalla trasparenza del  Sito del Suo Ministero, risultano fruire di lauti stipendi ed alte indennità accessorie e di certo sapranno consigliarLa per il meglio.

 

La saluto e La ringrazio per l’attenzione. Mi scusi se non Le dico tutto. Le altre cose mi riservo di dirglieLe in un aula di TAR o davanti a un magistrato del lavoro. Ma questo è un altro discorso.

Distintamente

 

                                                                        Aldo Maturo *

 

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