25 gennaio 2008
L'Italia dei mazzi quadrati e degli uomini morti
Fulvio Del Deo

 

 

 
Dopo lo spettacolo vergognoso di una Campania presentata a tutto il mondo come un grande cumulo di rifiuti, su tutti i giornali e su tutti gli schermi dà mostra di sé il più benestante degli uomini politici campani (a detta dei sondaggisti è il parlamentare italiano più ricco, dopo Berlusconi) sfoggiando il suo linguaggio più raffinato: "ti faccio il mazzo quadrato", "vi sputo in faccia a tutti quanti". E sua moglie non è da meno, esprimendosi come un boss della mala: "Quello è un uomo morto."
 
Espressioni soprattutto violente, oltre che scurrili. Una "famiglia di potere", come viene definita.
 
Su SkyNews24 c'è lo sfogo di uno dei figli: http://www.youtube.com/watch?v=Z0_kjAaajcw 
 
Elio Mastella, piuttosto che sfuggire all'insidia della Iena che lo intervista, approfitta del microfono messogli a disposizione per parlare a ruota libera.
 
Forse a ruota un po' troppo libera... dimostrando di essere di stoffa del tutto diversa da quella di suo padre: non un leader, bensì un ragazzo vissuto sempre all'ombra della presenza troppo ingombrante dei suoi genitori.
 
Lui è "il figlio", quello che s'è "laureato in ingegneria elettronica a 24 anni con 110 e lode".
 
Adesso, è possibilissimo che lui sia stato effettivamente uno studente modello, uno tutto casa, università e libri e che abbia superato gli esami a pieni voti perché davvero li meritava... ma, conoscendo l'andazzo delle cose d'Italia, dove anche il figlio dell'ultimo degli uscieri di un qualunque Ministero sa di poter contare su un trattamento di favore... figuriamoci se il figlio di Mastella poteva mai essere bocciato a un esame o prendere 18!
 
Poi, continuando il suo sfogo, dice: «Tu lo sai quanto guadagno? Milleottocento euro al mese, milleottocento euro al mese!», non come lo direbbe uno di noi, cioè che è un ottimo stipendio, con la consapevolezza che ben pochi alla sua età qui al Sud percepiscono regolarmente tutti i mesi una tale cifra.
 
No, lui dice 1.800 euro al mese, per dire: "cazzarola, capisci, io sono il figlio di Mastella e mi accontento di quei pochi soldi!"
 
E continua, credendo di sfoggiare ancora povertà: «Ma ci ho un contratto da metalmeccanico di settimo livello... Cioè, se io sono il figlio del boss, ditemelo... State spulciando e spulciatemi, sto qua!»
 
Poi si rivolge a uno dei suoi intervistatori: «Tu quanto guadagni, sono cittadino e ti voglio chiedere quanto guadagni!»
 
Non si capisce quale sia il nesso fra "sono cittadino" e la pretesa di conoscere lo stipendio altrui... Forse pensa che esiste una norma del codice civile che dà diritto a ogni cittadino di conoscere lo stipendio altrui? Non credo. Una legge del genere non esisteva neanche in Russia durante il regime Sovietico.
 
«Io, laureato a 110 e lode a 24 anni. Scrivetele 'ste cose, anzi riprendetele. Cioè io, su tutti i giornali del mondo?» e a questo punto sorride. Poi continua: «No, non ci sto. Cioè, la mia famiglia non è questo.»
 
E come la mettiamo allora con "ti faccio il mazzo quadrato", "vi sputo in faccia a tutti quanti" e con "l'uomo morto"?
 
«I primi due anni sono entrato sesto livello. In Selex, mi sono fatto 24 chilometri all'andata e al ritorno da casa; alla Tiburtina. E voi sapete dov'è.» e mette l'accento su quei 24 chilometri, come fossero un sacrificio enorme che lui ha dovuto fare; ignaro di ciò che accade ai suoi coetanei normali, non figli di ministri.
 
Insomma, il povero ragazzo crede di guadagnare pochissimo (solo 1.800 euro al mese!) e di aver dovuto viaggiare moltissimo (24 Km!). E' evidente che fino a oggi ha vissuto sotto una campana di vetro.
 
In alcuni momenti sembra davvero sorpreso di apprendere quelle cose pazzesche su suo padre e sua madre. Poi, a modo suo, prova a darne una spiegazione:
 
«Mia madre sta agli arresti domiciliari per non aver fatto nulla, per una dinamica che ho spiegato adesso... Cioè, e riportate la dinamica! E' una dinamica normalissima di qualsiasi rapporto in una qualsiasi organizzazione, sindacale, in un'organizzazione fra giornalisti, quando fanno i contratti...»
 
Una "dinamica normalissima" in qualsiasi organizzazione?? Non mi risulta.
 
E continua: «Cioè, quante volte uno ha detto per telefono io quella persona non la voglio più vedere,  mi sta sulle palle?»
 
E no, un momento, fanciullo! Qui non si tratta solo di dire al telefono che un tizio ti sta antipatico, c'è ben altro!! Ma li hai letti i giornali?
 
«Ma una persona così si mette agli arresti domiciliari, ragazzi!? Cioè, agli arresti domiciliari! Io non voglio parlare dell'altro, io l'altro non lo so, cioè... ma quest'è mia madre!»
 
Dev'essere terribile sapere che la mamma, la persona che ci è più cara al mondo, sia considerata una fuorilegge; sia quando lo è per davvero, sia quando è vittima di un errore giudiziario.
 
Ci si augura sempre che si tratti del secondo caso, perché nel primo caso il dolore diventerebbe insopportabile, costringendoci a combattere fra l'amore filiale che la vorrebbe ai nostri occhi sempre amorosa e angelica, e i valori di onestà e giustizia (forse da lei stessa inculcatici?) che ci impongono di rispettare la legge e di pagare quando si è commesso uno sbaglio.
 
Infine, dopo un battibecco con la Iena riguardo i padri che fanno raccomandazioni, ribadisce per l'ennesima volta che lui è un bravo ragazzo studioso che conosce la fatica; poi va via:
 
«IO faccio l'ingegnere elettronico a 24 anni, 110 e lode e so Inglese e Francese, capisci!? E lavoro in una grande azienda come dipendente. Tu ci hai diecimila contratti e sei il figlio... ma io basta, cioè non ho più da dire nulla. Arrivederci.»
 
Uno spettacolo triste, di un'Italia nata male a fine Ottocento e mai stata bene in salute.
 
Fulvio Del Deo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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