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ALLA PROVINCIA
(PRESIDENTE ED ASSESSORE
ALL’AGRICOLTURA)
AI COMUNI DELLE CITTA’
DELL’OLIO
AI COMUNI DELLE CITTA’
DEL VINO
CONSORZIO DI TUTELA
SAMNIUM
STRADE DEL VINO TERRE
DEI SANNITI
CAMERA DI COMMERCIO DI
BENEVENTO
ALLA STAMPA
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Quale
futuro per la viticoltura e l’olivicoltura del
Sannio?
Forse non tutti gli
agricoltori del Sannio si sono già resi conto
che il loro destino è segnato.
E’ segnato da una chiara
volontà di sacrificare l’intero territorio agli
interessi forti di altre aree della Regione
Campania, oltre che da incapacità ed
inefficienza di istituzioni ed enti pubblici
locali.
Con Decreti del 30
settembre 2008, pubblicati sulle Gazzette
Ufficiali n. 238 e n. 239 del 10 e 11 ottobre,
il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari
e Forestali ha revocato le protezioni
transitorie nazionali degli oli “Sannio Caudino
Telesino” e “Colline Beneventane”.
Si conclude così
l’iter amministrativo che ha visto archiviate,
nei mesi scorsi, dalla Commissione UE, le
istanze di registrazione per le due DOP
olivicole del territorio Beneventano.
Nonostante che la bocciatura
da parte della Commissione UE fosse nota da
mesi, nessuno ha fatto nulla, tanto che ad oggi,
alle aziende olivicole del territorio è negata
la possibilità di poter accedere ai fondi
previsti dai PSR - programmazione 2007-2013-,
oltre a lasciare il Sannio privo di uno
strumento di tutela determinante per le
politiche di promozione e valorizzazione
commerciale quale
la DOP.
Mentre
questa tragedia si consumava cosa facevano le
Istituzioni, la Camera
di Commercio, i Sindacati agricoli?. Chi si deve
far carico di valorizzare e tutelare il
territorio?
Solo in
questa area non è possibile elaborare un
progetto unitario di sviluppo per la tutela e
valorizzazione dello stessa.
Stessa
sorte tocca alla viticoltura. Infatti
le opere, le parole e le
missioni
dell’Assessorato all’agricoltura e alle attività
produttive della Regione Campania sembra che
vadano tutte nella direzione di avvilire ed
annientare la viticoltura del Sannio.
Per
l’Assessorato il Sannio non
è degno di avere un proprio
Piano Integrato di Filiera,
nonostante
rappresenti
oltre il 60 % della produzione vitivinicola
regionale.
In più di un convegno pubblico
è stato ribadito da importanti esponenti
dell’Assessorato che il Sannio, non usufruirà al
pari di altre zone, di misure in grado di far
accedere ai mercati vitivinicoli più
gratificanti.
La Regione
Campania,
difatti non ha intenzione di porre a pari
condizioni e dignità tutti i territori
vitivinicoli.
Infatti, nella Cabina di regia
per lo sviluppo della vitivinicoltura campana,
che dovrà gestire oltre 2 milioni di euro nel
prossimo futuro, il Sannio non è presente ma
sono presenti solo le aziende commercialmente
più forti e meglio tutelate politicamente (forse
non è rappresentata proprio la vitivinicoltura
regionale).
L’Assessore nella costituzione della Cabina di
regia, pur dichiarando di essersi ispirato a
criteri di rappresentatività della realtà,
volutamente o meno, ha
escluso il Sannio.
Gli
agricoltori certo si renderanno conto che tutto
ciò va in contrasto, con quanto è stato
raccontato loro negli ultimi 20 anni. Oggi viene
meno,
difatti, la coerenza
delle strategie regionali, proprio nel momento
in cui sul territorio le produzioni di qualità
sono prevalenti, e c’è una diffusa
imprenditorialità, obbiettivi raggiunti grazie
all’impegno degli agricoltori che hanno da tempo
riconvertito i vigneti ed accorciato la filiera
(migliaia sono gli ettari ristrutturati e
centinaia le cantine aziendali).
Nel
momento in cui vi è una forte crisi del settore
ed è massima l’esposizione finanziaria dei
viticoltori che hanno investito,
la Regione
nega gli strumenti di valorizzazione e di
creazione di valore aggiunto.
Inoltre, se le strategie
regionali per il Sannio sono mutate, coerenza
per coerenza, che senso ha imporre in questo
territorio, con la nuova OCM, di riconvertire i
vigneti solo con densità di impianti superiori a
3300 ceppi per ettaro?
Sono del
tutto incomprensibili sia le eventuali
motivazioni di
ordine tecnico (quali sono i dati scientifici di
ricerca su questo territorio che sono stati
analizzati?) sia di ordine economico (perché si
costringe
ad
aumentare i costi economici e dell’impianto
e
di gestione,
per
adeguare macchine ed attrezzature visto che
quelle attualmente in dotazione non sono in
grado di gestire impianti così fitti,
per
giunta in aziende che hanno il parco macchine
già
sovra dimensionato).
Certo a
che serve aumentare la qualità delle uve e del
vino se
la Regione
non consente di valorizzarli?
Molti
agricoltori sono giunti alla conclusione che,
per lo stato di
fatto, POP, POR,
PSR e OCM ecc.
sono stati utili e
serviranno in futuro solo ad aiutare tecnici,
chi vende trattori, barbatelle, pali, mezzi ed
attrezzature varie, e per finanziare le Banche.
Infatti visti i risultati economici, e la
visione espressa dall’Assessorato, che bisogno
c’era di far fare tutti questi investimenti? Il
territorio era meglio organizzato
20
anni per fare vini di massa.
Il vero obiettivo per il
Sannio è di essere un serbatoio di qualità e
ricchezza dove tutti devono attingere meno chi
ci vive e lavora.
L’agricoltura deve recuperare la centralità e la
dignità che le compete ricordando alle
istituzioni
e
ai vari enti operanti nel settore quale è la
loro missione, e che loro esistono perché esiste
l’agricoltura e non il contrario.
Flaviano Foschini
(portavoce dei firmatari)
F.TO
Carlo Lavorgna
(ANPA-ASSOCIAZIONE
NAZIONALE PRODUTTORI AGRICOLI)
IN RAPPRESENTANZA DI VITICOLTORI-PRODUTTORI
VIGNE DI MALIES DI
FOSCHINI FLAVIANO
LA
VINICOLA
DEL
TITERNO SNC DI
TALIO E ALFREDO DI LEONE
VINICOLA DEL SANNIO SRL
SOCIETA’ AGRICOLA CARLO DE LUCIA SAS
DI ENRICO DE LUCIA & C.
IACOBUCCI ARMANDO
(AZIENDA VITICOLA)
PACELLI MARIA (AZ.
VITIVINICOLA)
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