25 dicembre 2008
Provincia, quale futuro per vini ed olii del Sannio?
Flaviano Foschini

 

 

 

 

ALLA PROVINCIA (PRESIDENTE ED ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA)

AI COMUNI DELLE CITTA’ DELL’OLIO

AI COMUNI DELLE CITTA’ DEL VINO

CONSORZIO DI TUTELA SAMNIUM

STRADE DEL VINO TERRE DEI SANNITI

CAMERA DI COMMERCIO DI BENEVENTO

ALLA STAMPA

 

Quale futuro per la viticoltura e l’olivicoltura del Sannio?

 

Forse non tutti gli agricoltori del Sannio si sono già resi conto che il loro destino è segnato.

E’ segnato da una chiara volontà di sacrificare l’intero territorio agli interessi forti di altre aree della Regione Campania, oltre che da incapacità ed inefficienza di istituzioni ed enti pubblici locali.

 

Con Decreti del 30 settembre 2008, pubblicati sulle Gazzette Ufficiali n. 238 e n. 239 del 10 e 11 ottobre, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha revocato le protezioni transitorie nazionali degli oli “Sannio Caudino Telesino” e “Colline Beneventane”.  Si conclude così l’iter amministrativo che ha visto archiviate, nei mesi scorsi, dalla Commissione UE, le istanze di registrazione per le due DOP olivicole del territorio Beneventano.

 

Nonostante che la bocciatura da parte della Commissione UE fosse nota da mesi, nessuno ha fatto nulla, tanto che ad oggi, alle aziende olivicole del territorio è negata la possibilità di poter accedere ai fondi previsti dai PSR - programmazione 2007-2013-, oltre a lasciare il Sannio privo di uno strumento di tutela determinante per le politiche di promozione e valorizzazione commerciale quale la DOP.

 

Mentre questa tragedia si consumava cosa facevano le Istituzioni, la Camera di Commercio, i Sindacati agricoli?. Chi si deve far carico di valorizzare e tutelare il territorio?

 

Solo in questa area non è possibile elaborare un progetto unitario di sviluppo per la tutela e valorizzazione dello stessa.

 

Stessa sorte tocca alla viticoltura. Infatti le opere, le parole e le missioni dell’Assessorato all’agricoltura e alle attività produttive della Regione Campania sembra che vadano tutte nella direzione di avvilire ed annientare la viticoltura del Sannio.

 

Per l’Assessorato il Sannio non è degno di avere un proprio Piano Integrato di Filiera, nonostante  rappresenti oltre il 60 % della produzione vitivinicola regionale.

 

In più di un convegno pubblico è stato ribadito da importanti esponenti dell’Assessorato che il Sannio, non usufruirà al pari di altre zone, di misure in grado di far accedere ai mercati vitivinicoli più gratificanti.

La Regione Campania, difatti non ha intenzione di porre a pari condizioni e dignità tutti i territori vitivinicoli.

 

Infatti, nella Cabina di regia per lo sviluppo della vitivinicoltura campana, che dovrà gestire oltre 2 milioni di euro nel prossimo futuro, il Sannio non è presente ma sono presenti solo le aziende commercialmente più forti e meglio tutelate politicamente (forse non è rappresentata proprio la vitivinicoltura regionale).

 

L’Assessore nella costituzione della Cabina di regia, pur dichiarando di essersi ispirato a criteri di rappresentatività della realtà, volutamente o meno, ha escluso il Sannio.

 

Gli agricoltori certo si renderanno conto che tutto ciò va in contrasto, con quanto è stato raccontato loro negli ultimi 20 anni. Oggi viene meno,  difatti, la coerenza delle strategie regionali, proprio nel momento in cui sul territorio le produzioni di qualità sono prevalenti, e c’è una diffusa imprenditorialità, obbiettivi raggiunti grazie all’impegno degli agricoltori che hanno da tempo riconvertito i vigneti ed accorciato la filiera (migliaia sono gli ettari ristrutturati e centinaia le cantine aziendali).

 

Nel momento in cui vi è una forte crisi del settore ed è massima l’esposizione finanziaria dei viticoltori che hanno investito, la Regione nega gli strumenti di valorizzazione e di creazione di valore aggiunto.

Inoltre, se le strategie regionali per il Sannio sono mutate, coerenza per coerenza, che senso ha imporre in questo territorio, con la nuova OCM, di riconvertire i vigneti solo con densità di impianti superiori a 3300 ceppi per ettaro?

 

Sono del tutto incomprensibili sia le eventuali  motivazioni di ordine tecnico (quali sono i dati scientifici di ricerca su questo territorio che sono stati analizzati?) sia di ordine economico (perché si costringe  ad aumentare i costi economici e dell’impianto  e di gestione,  per adeguare macchine ed attrezzature visto che quelle attualmente in dotazione non sono in grado di gestire impianti così fitti,  per giunta in aziende che hanno il parco macchine già  sovra dimensionato).

 

Certo a che serve aumentare la qualità delle uve e del vino se la Regione non consente di valorizzarli?

 

Molti agricoltori sono giunti alla conclusione che, per lo stato di fatto, POP, POR, PSR e OCM ecc.   sono stati utili e serviranno in futuro solo ad aiutare tecnici, chi vende trattori, barbatelle, pali, mezzi ed attrezzature varie, e per finanziare le Banche. Infatti visti i risultati economici, e la visione espressa dall’Assessorato, che bisogno c’era di far fare tutti questi investimenti? Il territorio era meglio organizzato  20 anni per fare vini di massa.

 

Il vero obiettivo per il Sannio è di essere un serbatoio di qualità e ricchezza dove tutti devono attingere meno chi ci vive e lavora.

 

L’agricoltura deve recuperare la centralità e la dignità che le compete ricordando alle istituzioni  e ai vari enti operanti nel settore quale è la loro missione, e che loro esistono perché esiste l’agricoltura e non il contrario.

 

Flaviano Foschini (portavoce dei firmatari)

 

F.TO

Carlo Lavorgna (ANPA-ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRODUTTORI AGRICOLI) IN RAPPRESENTANZA DI VITICOLTORI-PRODUTTORI

VIGNE DI MALIES DI FOSCHINI FLAVIANO

LA VINICOLA DEL TITERNO SNC DI TALIO E ALFREDO DI LEONE

VINICOLA DEL SANNIO SRL

SOCIETA’ AGRICOLA CARLO DE LUCIA SAS DI ENRICO DE LUCIA & C.

IACOBUCCI ARMANDO (AZIENDA VITICOLA)

PACELLI MARIA (AZ. VITIVINICOLA)

 

 

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it