26 febbraio 2008
BN, Università: inaugurato l'anno accademico
Alfonso Grillo

 

 

Presso l'Auditorium Calandra dell'Università degli Studi del Sannio, il Presidente della Camera On.le Fausto Bertinotti ha inaugurato l'anno accademico 2007/2008.

 


25/02/2008 :: 15:23:58

Bertinotti inaugura l'anno accademico dell'Università del Sannio: nuovo patto tra politica e scuola

L’università quale punto di incontro e tensione tra ricerca, innovazione ed etica. Questo il messaggio emerso con forza questa mattina presso l’Auditorium Calandra durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2007/2008 dell’Università degli Studi del Sannio, decimo dalla fondazione. Ad aprire i lavori, alla presenza delle massime autorità civili, militari e sociali della città, Filippo Bencardino, rettore dell’Ateneo sannita.

“L’apertura dell’anno accademico – ha relazionato Bencardino – coincide con tre significativi anniversari: il 60° della promulgazione della Costituzione della Repubblica, il 20° della Magna Charta delle università europee, il 10° della conseguita autonomia dell’Ateneo sannita. In 10 anni l’università ha registrato un significativo aumento degli iscritti; l’attivazione di nuovi corsi di laurea; l’ampliamento delle risorse destinate alla ricerca, alle biblioteche, ai laboratori e alla sicurezza; la revisione dello Statuto e dei regolamenti per assicurare una maggiore partecipazione, trasparenza e democrazia nella vita dell’ateneo e nei rapporti esterni; la recente prefigurazione con la Regione Campania di un programma organico di ricerca per implementare la collaborazione scientifica su tematiche in grado di corrispondere alle esigenze del territorio; il potenziamento delle dotazioni infrastrutturali con l’acquisizione di nuovi spazi da destinare alla didattica e alla ricerca”.

In questo contesto si collocano l’acquisto dell’immobile ex Enel in via dei Mulini, la sottoscrizione del protocollo con il comune di Benevento per la cessione all’Università del complesso di S.Vittorino e la convenzione stipulata con la Provincia per la cooperazione scientifica e la realizzazione nell’area di Piano Cappelle di un complesso sportivo. A fronte di questa situazione un Fondo finanziario ordinario (Ffo) insufficiente.

“In più occasioni – ha incalzato il rettore – abbiamo segnalato alle istituzioni le difficoltà di gestione dell’Ateneo derivanti da un sottofinanziamento calcolato in circa 4milioni di euro l’anno. Ciò è maggiormente grave ove si pensi che il sistema universitario non può contare su finanziamenti privati. Per questo l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i paesi avanzati per numero di ricercatori. Il compito degli organi responsabili degli atenei è di garantire una formazione mirata alla qualità della persona e all’alto valore della coesione sociale, riconoscendo che il proprio compito non è quello di favorire una parte, ma svolgere una funzione politica a servizio della comunità. Un’università, espressione morale e scientifica nei confronti di ogni potere politico ed economico. Solo in tal modo si consente l’attuazione dell’eguaglianza sostanziale, principio contenuto nell’art. 3 comma 2 della Costituzione”.

E alla Costituzione si è appellato il presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, durante il suo intervento. “Tutti – ha dichiarato il rappresentante di Montecitorio – dobbiamo essere all’altezza di un lascito. La Costituzione Repubblicana ha 60 anni, ma non ha bisogno di troppi scalpellamenti. L’art. 3 resta un monumento per la civiltà: è un’idea per la politica e per la vita. La scuola, oggi, è all’interno di una contraddizione tra il dire e il fare. Se ne parla molto, ma si fa poco. Ciò fa presumere un mancato riconoscimento del valore della scuola.

Tre sono i passi da compiere per porre, quantomeno, un freno alla situazione. Innanzitutto, la politica deve scommettere sulla scuola per lo sviluppo del Paese. Ridisegnarla attraverso una rivisitazione della società. In ultimo, creare un sistema unitario educativo e formativo: il tempo della globalizzazione pur se ha messo in luce grandi potenzialità, ha accentuato le disuguaglianze. La società deve avere l’ambizione di intervenire attraverso un dialogo tra scuola, istituzioni e politica. Occorre contribuire a formare un senso comune. Necessita una formazione nell’educazione che sia allargata e specifica. Occorre combattere, con la scuola, le esclusioni. Per questo c’è bisogno di un’alleanza tra scuola e politica con un mediatore che deve essere l’etica del vivere comune”.

E il bisogno di etica nella tecnologia è emerso pure nella prolusione del docente Felice Casucci e dalla lectio magistralis di Francesco Paolo Casavola, presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana. “Se oggi si chiede – ha affermato l’ex presidente della Corte Costituzionale – una maggiore cura della cultura scientifica e tecnica nell’istruzione scolastica delle giovani generazioni, a quest’istanza si deve corrispondere con una migliore integrazione della tradizione umanistica, senza la quale non si dà memoria della storia dell’uomo e, dunque, consapevolezza etica dei suoi fini. Il primo passo da compiere sulla via dell’integrazione fra morale e innovazione è di intendere che la tecnologia non è, nel suo incessante sviluppo, estranea a conseguenze etiche”.

Durante la cerimonia hanno preso la parola anche Francesco Annaloro in rappresentanza degli studenti e Massimo Mastroianni per il personale tecnico-amministrativo.

Anna Liberatore

 

 

 

     

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