5 gennaio 2008
Provincia, una svolta per i rifiuti
Antonio De Lucia

 

 

Provincia di Benevento

 

Comunicato Stampa n. 2595 del 03 gennaio 2008

 

La Provincia di Benevento si sta avviando ad essere la prima in Campania a sperimentare una nuova via per il trattamento dei rifiuti. Le ecoballe come le conosciamo non esisteranno più. Esse infatti saranno supercompattate da presse speciali, inertizzate con resina o cemento, così da non creare pericoli per la salute pubblica. Il prodotto finale, una sorta di mattoncino, sarà utilizzato come scheletro per la ricostruzione e la rinaturalizzazione delle cave. Il CDR di Casalduni sarà riconvertito per questa nuova funzione sotto la sorveglianza dell’ARPAC (Agenzia per l’ambiente)”. 

 

Queste le principali indicazioni date dal presidente della Provincia Carmine Nardone nel corso della Assemblea dei sindaci del Sannio da lui convocata nel pomeriggio di oggi 3 gennaio, dopo aver avuto l’ennesima riunione in Napoli presso il Commissariato di governo per l’emergenza rifiuti. All’incontro erano presenti anche i dirigenti dell’ARPAC. “Il nuovo trattamento rifiuti – ha affermato Nardone - sarà autorizzato probabilmente a partire da lunedì prossimo dal Comitato Tecnico Scientifico del Commissariato rifiuti.

 

Occorrerà individuare le cave da rinaturalizzare: qui, per tale incombenza, si utilizzerà per l’80% il materiale inerte e per il restante 20% il terreno vegetale naturale. Intanto, la Provincia potrà avviare la sperimentazione della dissociazione molecolare dei rifiuti, affinché si possa giungere al solo stoccaggio del residuo inertizzato.

 

Il processo potrà essere avviato entro un mese; ma, per l’intanto, occorre individuare siti di stoccaggio provvisori di rifiuti, mediante un apposito censimento, per soddisfare i fabbisogni del Sannio in un contesto di compatibilità economica: la Provincia si farà carico finanziariamente di intervenire per mettere in sicurezza questi siti”.

 

 

Queste indicazioni costituiscono una novità rispetto all’evidente fallimento di quanto è stato fatto  nel corso degli ultimi quindici anni: infatti, la Regione Campania ha autorizzato la procedura di rinaturalizzazione delle cave mediante l’utilizzo della tecnica innovativa. Naturalmente, questa nuova filiera non preclude la strada della raccolta differenziata, che anzi, così ha precisato Nardone, deve essere incentivata: ma è ovvio che, da un lato, la stessa non potrà essere al 100%; e, dall’altro, occorre procedere a risolvere il problema dei rifiuti attualmente giacenti sia per le strade che nei siti di discarica come quella di Toppa Infuocata. 

 

Dopo la introduzione del presidente si è sviluppato un ampio dibattito che ha messo in luce le straordinarie criticità della situazione attuale, in relazione ad una serie persino paradossale di problemi. Tra questi, quello più volte evidenziato del sito di compostaggio di Molinara per il trattamento della frazione umida dei rifiuti – unico in Campania – nel quale improvvisamente sono state scaricate anche plastiche ed altro materiale incompatibile, con la conclusione che il sito è stato chiuso dalla Magistratura e con i Comuni costretti a spedire la frazione umida addirittura in Sicilia.

 

Comunque, nel corso delle prossime ore si cercherà di individuare quelle aree di stoccaggio nel quale depositare i rifiuti attualmente per strada in attesa che gli stessi vengano trattati secondo le modalità illustrate dal presidente della Provincia.

 

Nell’ambito della riunione, lo stesso presidente non ha mancato di rispondere con durezza alle accuse secondo le quali la Provincia avrebbe voluto impiantare 3 milioni di tonnellate di ecoballe nel sito di Colle Alto di Morcone: al massimo si era pensato a sole 30.000 tonnellate, ha precisato il presidente, che ha definito “ogni altra affermazione semplicemente falsa”. Quindi Nardone ha detto: “Noi ci dobbiamo caratterizzare per essere il territorio che presenta progetti e non fa proteste. Noi dobbiamo tutelare l’interesse generale e possiamo caratterizzarci per la nostra autonomia nella filiera del trattamento dei rifiuti”. Naturalmente, questa nuova filiera non preclude la strada della raccolta differenziata, che anzi, così ha precisato Nardone, deve essere incentivata: ma è ovvio che, da un lato, la stessa non potrà essere al 100%; e, dall’altra, occorre procedere a risolvere il problema dei rifiuti attualmente giacenti. 

 

In conclusione tutti i comuni sono stati invitati a presentare alla Provincia eventuali indicazioni di siti di stoccaggio provvisorio oppure le discariche che ancora possono essere riutilizzate.

 

 

 


 

Comunicato Stampa n. 2597 del 04 gennaio 2008

 

Commissariato, Regione e Provincia si accordano per la sperimentazione nel Sannio

RIFIUTI SOLIDI URBANI: UNA SVOLTA

Le ecoballe saranno inertizzate e utilizzate per ricoprire le cave dismesse. Riconvertito il CDR

Al via ossidoriduzione e dissociazione molecolare. Sarà trattata la frazione umida.

 

 

Il Sannio apre la strada per giungere ad una innovativa gestione della filiera dei rifiuti. Si avviano i programmi sperimentali di dissociazione molecolare, ossidoriduzione, trattamento della frazione umida, supercompattazione ed inertizzazione delle ecoballe, riconversione degli impianti di CDR.

 

E’ quanto prevede un Accordo programmatico siglato oggi pomeriggio presso la Regione Campania tra la stessa Regione, il Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti e la Provincia di Benevento. L’accordo, siglato dai vertici degli enti, Antonio Bassolino, Umberto Cimmino e Carmine Nardone, ha lo scopo di individuare azioni ed interventi finalizzati al superamento delle più gravi emergenze ambientali registratesi nel territorio del Sannio ed in particolare in Casalduni e Fragneto Monforte nel contesto delle ricorrenti crisi per il trattamento dei rifiuti solidi urbani.

 

Il programma degli interventi prevede:

 

1)       un programma di rinaturalizzazione delle cave dismesse, secondo progetti “personalizzati” in rapporto alla condizione di ciascuna di esse e del contesto paesaggistico ed ambientale in cui si trovano, mediante l’utilizzo del materiale inertizzato, da utilizzare quale “scheletro”, nonché con la predisposizione di idonee ed ulteriori misure atte a garantire la sostenibilità ambientale dell’intervento (quale, ad esempio, impermeabilizzazione);

 

2)       un impianto di depurazione in Casalduni per il trattamento degli scarichi idrici inquinanti;

 

3)       rimozione dei residui delle ecoballe stoccate e date alle fiamme nel CDR di Casalduni;

 

4)       avvio, con la supervisione del Comitato tecnico scientifico del Commissariato, di un processo innovativo di trattamento dei rifiuti delle ecoballe mediante la triturazione, la compressione, la inertizzazione con resina dei residui finali;

 

5)       conversione dell’impianti di CDR in impianto di supercompttazione delle ecoballe medesime con la supervisione del Comitato tecnico scientifico del Commissariato;

 

6)       interventi di rinaturalizzazione e ricomposizione paesaggistica dei siti di stoccaggio delle ecoballe di Casalduni;

 

7)       interventi di rinaturalizzazione e ricomposizione paesaggistica dei siti di stoccaggio delle ecoballe di Fragneto Monforte (loc. Toppa Infuocata);

 

8)       monitoraggio delle tecnologie innovative per la valorizzazione della frazione umida dei rifiuti;

 

9)       delocalizzazione nel Sannio di un impianto sperimentale di ossidoriduzione dei rifiuti (realizzato da Italia Lavoro);

 

10)   realizzazione di un impianto sperimentale di trattamento dei rifiuti mediante la dissociazione molecolare (nelle quantità previste dalla legge vigente);

 

11)   avvio di un programma strategico di riqualificazione delle strade provinciali:  Fondo Valle Tammaro – Casalduni; Casalduni – Pontelandolfo; Fragneto Monforte – Pesco Sannita; Campolattaro – Fragneto Monforte, interessati dal transito dei TIR di ecoballe.

 

I soggetti attuatori di queste misure saranno, a seconda della rispettiva competenza, la stessa Provincia, i Comuni di Casalduni e Fragneto Monforte, il Commissariato di governo e la stessa Regione Campania. La Provincia si è impegnata a rinunciare a qualsiasi pretesa sulle somme anticipate, pari a circa un 1 milione di Euro, per la salvaguardia del territorio in Casalduni, San Bartolomeo in Galdo ed altre località dall’insediamento di discariche o siti di stoccaggio.

 

La Regione si è impegnata a finanziare il programma complessivo dell’Accordo e a sostenere la metodica della dissociazione molecolare su tutto il territorio provinciale e regionale in caso di successo della sperimentazione.

Il Presidente della Provincia di Benevento, commentando l’avvenuta sottoscrizione dell’atto, ha affermato: “dal punto di vista sostanziale e concreto, sebbene ancora sia vigente la potestà del Commissariato di governo, si avvia con questo documento la provincializzazione del ciclo dei rifiuti.

 

Le comunità locali, attraverso le Istituzioni rappresentative, sono investite di precise responsabilità nell’ambito della gestione della filiera dei rifiuti. La Provincia di Benevento si è candidata a presentare progetti e proposte innovative: oggi ha ottenuto il via libera alla sperimentazione di un nuovo modo di gestire il ciclo dei rifiuti. Siamo consapevoli della delicatezza del momento, ma siamo fiduciosi sulla riuscita delle sperimentazioni da noi proposte. Desidero ringraziare i Commissari di Governo Cimmino e Pansa, nonché il presidente Bassolino per aver voluto ascoltare i programmi della Provincia e dare fiducia alle sue capacità operative.”

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it