15 gennaio 2008
Provincia, conferenza stampa di Nardone
Antonio De Lucia

 

 

Provincia di Benevento

 

Comunicato Stampa n. 2616 del 14 gennaio 2008

 

“Non posso conquistarmi un applauso facile per una decisione che non spetta a me, ma al Commissariato. Io non posso dire di no su una ipotesi che non è reale. Non posso cancellare un decreto che non c’è. Se vengono qui migliaia di persone per dire no ad una cosa che non esiste, cosa accadrà quando si dovrà dire no ad una decisione reale?”. Con queste parole il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone ha spiegato, nel corso di una Conferenza Stampa alla Rocca dei Rettori, la sua posizione sulla questione dell’indicazione di Colle Alto di Morcone quale area di stoccaggio.

“Quella località - ha proseguito Nardone - fu indicato solo come potenziale sito di stoccaggio da una Assemblea di Sindaci a voti unanimi, su precisa richiesta del Governo centrale e del Commissariato che chiese di sapere quali cave avrebbero potuto ospitare rifiuti. Noi abbiamo fatto un monitoraggio ed un censimento del territorio, ma non spettava, né spetta a noi come Provincia decidere alcunché su questa questione. La verifica della sicurezza del sito è del Commissariato e non di altri – ha ribadito Nardone”.

“Ho convocato la Stampa per dare una informativa completa ai cittadini” – ha detto Nardone, che ha indicato i seguenti punti sulla questione dei rifiuti:

1)      la Provincia di Benevento in via prioritaria nel 2004 ha posto come strada maestra la raccolta differenziata per i rifiuti solidi urbani;

2)      poiché, però, anche la migliore raccolta differenziata, comunque produce un residuo, la Provincia ha monitorato le tecnologie di trattamento di questa massa finale, puntando la propria attenzione sulla dissociazione molecolare, che al di là delle facili ironie, risulta essere adottata in molti Paesi e con buoni risultati. Infatti, ha proseguito Nardone, essa, in un ambiente ermeticamente chiuso, brucia a temperature moderate i rifiuti conferiti e produce un gas che può essere riutilizzato per alimentare la rete urbana del riscaldamento e/o produrre energia. La dissociazione lascia, però, dei materiali inerti, i quali sebbene non contengono carbonio, hanno comunque il problema di essere stoccati da qualche parte: e la Provincia, visto che il Governo centrale aveva indicato Sant’Arcangelo Trimonte quale sito di stoccaggio di ecoballe, lo aveva invece proposto come sito di stoccaggio di questi inerti perché certamente più sicuri. Ma anche su questo punto – ha precisato Nardone - la decisione finale non è della Provincia;

3)      per superare l’attuale fase emergenziale, in attesa che decolli definitivamente un ciclo di gestione dei rifiuti finalmente accettabile, la Provincia aveva proposto di migliorare l’insostenibile situazione, modificando la struttura produttiva dei CDR: invece di produrre, come accade oggi, le ecoballe, che oltretutto non danno alcuna garanzia di sicurezza, si può, a giudizio della Provincia, supercompattare il prodotto finale del CDR, rendendolo inerte con resine o cemento e con questo ricostruire e rinaturalizzare le cave. Ed anche su questo il presidente Nardone ha fatto presente che la scelta di utilizzare le cave non è stata della Provincia: la Provincia si è solo battuta affinché nelle cave non fosse buttato il rifiuto tal quale, ma un rifiuto lavorato e reso finalmente innocuo per la ricostruzione del paesaggio. Il presidente a tale proposito ha respinto con sdegno le ulteriori ironie anche su questo punto, chiedendo di sapere se si preferisce avere una cava piena di rifiuti tal quale, o una cava piena di mattoncini che non inquinano e non emanano olezzi nauseabondi, accompagnati da terrene vegetale. “Io – ha proseguito Nardone - ho semplicemente suggerito un correttivo rispetto al disastro attuale, pur non avendone alcuna competenza amministrativa, ma solo il dovere morale di cercare di risolvere i problemi dei cittadini”.

4)      Il Comitato Tecnico Scientifico presso il Commissariato ha approvato questa soluzione tampone suggerita dalla Provincia ed ora si attende di metterla in atto, pur sapendo che la stessa è appunto una soluzione di emergenza per una crisi che è di enorme portata;

5)      La Provincia ha chiesto da anni poteri in materia: lo ha fatto anche con la precedente Amministrazione, quella presieduta da Russo di centro destra: ma non li ha mai ottenuti quei poteri. Anzi, secondo Nardone, si è arrivati addirittura la paradosso: l’ultima legge regionale aveva assegnato tutti i poteri agli ATO; poi quando la Provincia, di Benevento, prima in Campania, si è dotata dei questi Organismi, la legge dello Stato li ha cancellati di botto: anche questo, si è chiesto polemicamente Nardone, è colpa della Provincia?

6)      La Provincia di Benevento augura buon lavoro al prefetto De Gennaro, ma questi – ha proseguito Nardone, non è un manager. Del resto la gestione dei Commissari non ha prodotto risultati e ogni volta che cambiano i vertici, bisogna riprendere i discorsi daccapo. “Non è delegittimando le istituzioni locali elettive – ha detto inoltre il presidente - che si risolvono i problemi: in questo modo anzi si crea un deserto nel quale si dovrà aggirare anche chi verrà dopo il rinnovo di questo Consiglio provinciale”. Ed ancora: “Quelli che pensano di utilizzare la situazione attuale per occultare la propria mediocrità politica, sappiano che è dovere della classe politica risolvere il problema con l’unità di intenti”.

7)      Il presidente Nardone ha quindi affermato di trovare molto sospetto questo scatenarsi contro la Provincia che non ha poteri in materia di siti: “tutti, però, ha puntualizzato Nardone,  hanno taciuto però quando è stato consegnato nelle mani di un monopolio industriale la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti che ci ha portato al disastro attuale.

Sulla questione della partecipazione anche delle Istituzioni locali alla marcia di protesta dei cittadini per il sito di Colle Alto, Nardone ha detto: “Questo comportamento è di una gravità istituzionale enorme. Io ho sempre dato conto ai cittadini del Sannio di quello fatto; il presidente della Provincia di Campobasso e il presidente della Regione Molise diano conto ai loro amministrati. Agli insulti che ho ricevuto non replico: mi hanno detto che sono un inquinatore, quando è una vita che mi batto per il paesaggio e la natura, peraltro parti integranti della mia identità. Hanno fatto sfilare pure i bambini, ma nessuno ha detto a questi piccoli che il vero pericolo risiede nel fuoco che brucia la vegetazione spontanea dove la camorra nasconde i rifiuti tossici”.

Alla Conferenza Stampa ha partecipato anche il sindaco del capoluogo Fausto Pepe, che ha voluto così esprimere la solidarietà al presidente della Provincia. Pepe ha infatti detto: “La partecipazioni delle istituzioni molisane alla marcia su Benevento ha i connotati di una scorrettezza istituzionale senza precedenti, che crea una frattura tra istituzioni e i territori. Noi siamo come Sannio un punto di eccellenza in Regione Campania (perché noi siamo Regione Campania), e, in queste condizioni, noi non abbiamo avuto non atto di solidarietà, ma un atto di aggressione vile e senza precedenti. Io mi attendevo  - ha proseguito Pepe - che la Regione Molise ci potesse dare una mano accogliendo una moderata quantità di nostri rifiuti, ma, in un momento come questo abbiamo assistito ad una marcia di protesta per una ipotesi di insediamento che nemmeno c’è. Io ancora attendo che qualcuno mi spieghi perché non è arrivata, con un atto terroristico e di punto in bianco, l’acqua del Molise a Benevento, ed invece vedo che qualcuno viene ad insegnare a noi come fare e cosa fare”.

 

 

     

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