21 giugno 2008
Provincia BN: resoconto lavori del consiglio
Antonio De Lucia

 

 

Provincia di Benevento

 

Comunicato Stampa n. 59 del 20 giugno 2008

 

Si è riunito stamani il Conisglio provinciale sotto la presidenza del consigliere Giuseppe Maria Maturo.

L’Assemblea ha affrontato una lunga schermaglia iniziale in merito all’approvazione del verbale della seduta precedete in ordine al contrasto esito della votazione sulla questione del Piano forestale stralcio. I consiglieri di opposizione Izzo e Mazzoni, infatti, hanno sostenuto che la seduta non poteva ritenersi valida per mancanza del numero legale. Il presidente del Consiglio Maturo ha tuttavia confermato in Aula la validità della procedutra seguita e la regolarità della votazione, citando norme regolamentari e statutarie, nonché alcuni precedenti registrati nella Stessa Aula. La maggioranza, dunque, ha tenuto ferma la propria posizione ed il verbale è stato dunque approvato.

E’ stata, quindi, trattata la interrogazione del consigliere Erminia Mazzoni relativa all’indicazione del sito di Sant’Arcangelo Trimonte quale sito di discarica. Secondo l’interrogante, il Sannio subisce ancora una volta imposizioni dall’alto in merito alla individuazione di discariche per i rifiuti napoletani per colpa della mala gestione da parte della Regione, ma anche per la mancata programmazione da parte della stessa Provincia. A suo giudizio c’è una passiva acquiescenza alle decisioni del Governo: secondo la Mazzoni non è stato nemmeno proposto dalla Provincia un emendamento al testo del decreto legge sui rifiuti attualmente in discussione in Parlamento.

Ha risposto l’assessore delegato Gianluca Aceto, secondo il quale il tema strategico dei rifiuti sta per giungere alla provincializzazione del ciclo, ma, per il momento, ha proseguito Aceto, siamo ancora nell’ambito della gestione accentrata dell’emergenza tanto che  lo stesso Governo ha già individuato nel Sannio un altro sito di discarica, quello di San Giorgio la Molara. E’ dal 1994 - ha proseguito Aceto - che la gestione dei rifiuti è sostanzialmente sottratta al controllo politico ed affidata ad un Commissariato. E’ mancata la programmazione a medio e lungo termine e si è andato avanti esclusivamente nell’individuare siti di discarica senza soluzioni di continuità.

Aceto ha ricordato che in questi anni 2 miliardi di euro sono stati spesi per la sola emergenza senza alcun controllo, con una pesantissima conseguenza, inoltre, sul consumo del territorio: la deresponsabilizzazione politica è stata, peraltro, funzionale alle politiche industriali di pochi gruppi che hanno fatto il bello e il cattivo tempo. E questo - ha detto Aceto - senza tenere conto delle infiltrazioni camorristiche. Solo lo scorso anno la Regione ha adottato un Piano regionale per i rifiuti, mentre De Gennaro è stato un Commissario corretto e trasparente, ma ancora oggi ci troviamo di fronte alla emergenza. Aceto ha ricordato che sono in corso di approvazione provvedimenti governativi su nuovi termovalorizzatori, e, comunque, siamo di fronte sempre alle drammatiche scelte dettate dall’emergenze sui nuovi siti di discarica.

La scelta di Sant’Arcangelo Trimonte è stata avversata dalla Amministrazione Cimitile, ma essa è stata confermata dal Governo centrale e, dunque, la Provincia è preoccupata dai prossimi trent’anni di gestione della discarica. L’unica nota positiva, ha proseguito Aceto,  è stata che la Provincia è riuscita ad ottenere che il Comune di Sant’Arcangelo Trimonte amministrasse l’impianto. La Provincia - ha detto quindi Aceto -  è già dotata di uno strumento di programmazione sulla gestione rifiuti sin dal 1998, poi rinnovato nel 2004, ma essi è stato come travolto dall’emergenza. Tra breve, ha rivelato Aceto, avremo una nuova programmazione sui seguenti punti: a) ridurre a monte la produzione dei rifiuti; b) differenziata porta a porta; c) riciclo e riuso dei materiali; d) superamento dell’incenerimento con il trattamento a freddo; e) superamento della tassa con la tariffa. Infine, Aceto ha affermato la contrarietà delle Province campane al trasferimento alle stesse Province dei Consorzi di bacino senza adeguato sostegno economico.

La consigliera Mazzoni si dichiarata insoddisfatta delle risposte ottenute in quanto la Provincia, a suo giudizio, non avrebbe esercitato alcun reale intervento di contrasto e di tutela delle popolazioni sannite

Si è quindi trattata l’interpellanza del consigliere Mazzoni relativa alla nomina del direttore generale ed agli intendimenti in merito alla riorganizzazione della struttura dell’ente. Secondo la Mazzoni, mentre nel Paese si pensa a ridurre la spesa, la Provincia la aumenta su un provvedimento certamente non obbligatorio ed ingiustificato rispetto alle necessità.

Diversa l’opinione del presidente della Provincia Aniello Cimitile che ha risposto all’interrogante. Egli ha, innanzitutto, precisato che non era stata assunta dalla Giunta provinciale alcuna decisione sul direttore generale, ma solo avviato un processo di ristrutturazione dell’ente in sintonia con gli Indirizzi di governo della provincia recentemente approvati dall’Assemblea consiliare in tema di riforma organizzativa. Il presidente ha quindi rimarcato le presunte manchevolezze dell’attuale pianta organica soprattutto perché essa è strutturata con due sole aree con cinque settori, con un modello gerarchico ormai superato dalla scienza della pubblica amministrazione. “Non possiamo continuare - ha detto Cimitile - a lavorare con modelli organizzativi dove funzionari coordinano, controllano e dirigono se stessi”. Il presidente Cimitile ha quindi richiamato recenti fonti governative del Ministero della funzione pubblica che attestano l’utilità della presenza del direttore generale nella macchina amministrativa degli enti locali: tale figura, ha ricordato Cimitile, è presente nella quasi metà delle cento Province italiane ed in tutte queste l’investimento si è rivelato proficuo. Il presidente ha infine rilevato che, nonostante la nomina del direttore generale, sia una sua prerogativa, egli intende avvalersi di una procedura di evidenza pubblica per individuare il candidato tra eventuali interessati.

Della questione comunque si discuterà in una prossima riunione del Consiglio provinciale, per decisione della stessa Assemblea, su proposta della consigliera Mazzoni.

L’Assemblea ha, quindi, trattato della messa in sicurezza della strada provinciale Cerreto Sannita - Cusano Mutri minacciata da un ampio fronte in frana del Monte Cigno. Sul tema c’è stata una relazione del consigliere Rubano. Questi ha fatto la cronistoria della chiusura al traffico dell’arteria, l’unica di collegamento tra Cusano Mutri ed il resto della Provincia (se non attraverso una alternativa lunghissima e disagevole), dopo un devastante incendio al termine della scorsa estate che aveva distrutto vegetazione e causato pesanti problemi di instabilità. Il consigliere Rubano, che aveva chiesto anche la convocazione del Consiglio provinciale a Pietraroja o a Cusano Mutri, aveva proposto la progettazione e realizzazione di una galleria paramassi sulla strada provinciale al fine di garantire la sua apertura e scongiurare la crisi economica e la pesante situazione sociale in atto nei comuni del Titerno.

Ha risposto all’interrogante l’assessore alle infrastrutture e vice presidente della Provincia Pompilio Forgione. Egli ha ricordato che il tratto di instabilità del Monte riguarda un fronte di riguarda circa 600 metri che incombe sulla carreggiata chiusa al traffico dal 30 agosto 2007. La Provincia, ha spiegato l’assessore Forgione, è ben a conoscenza del problema tanto è vero che negli ultimi mesi ha già speso circa 450 mila Euro nella zona al fine di rendere sicuro il traffico. Ma gli interventi effettuati, se hanno tamponato l’emergenza, non sono stati sufficienti a causa della vastità dei danni provocati dal fuoco. Pertanto, la Provincia ha già presentato alla Regione Campania progetti per realizzare una galleria paramassi e per il contestuale risanamento idrogeologico definitivo del costone: tali interventi richiedono circa otto milioni di Euro. C’è una ipotesi di Accordo di programma tra gli enti comunali interessati, la provincia e la Regione Campania per l’individuazione delle fonti di finanziamento.

Sulla questione si è aperta una discussione nella quale sono intervenuti il presidente del Consiglio nonché Sindaco di Cusano Mutri, Giuseppe Maturo, che ha evidenziato gli sforzi posti in essere per venire incontro ai gravi problemi per gli abitanti della zona (una delle più suggestive dal punto di vista ambientale e paesaggistico dell’intero Paese) e per le attività economiche, in particolare quelle legate al turismo. Maturo ha però sottolineato la difficoltà di reperire le ingenti risorse finanziarie necessarie sebbene il pericolo per la pubblica incolumità sia reale, quotidiano ed allarmante.

Il consigliere Izzo ha assicurato che interverrà preso il Governo centrale per una sinergia istituzionale capace di affrontare i nodi strutturali della crisi; per il consigliere Capocefalo il problema può essere affrontato cancellando le spese inutili che gravano sull’ente Provincia; il consigliere Capasso ha evidenziato i rischi gravissimi ed immediati che si vivono momento per momento nell’area di Monte Cigno; la consigliera Mazzoni ha auspicato una sinergia istituzionale tra Comune, Provincia, Regione e Ministeri delle Infrastrutture e dell’ambiente per la risoluzione del problema.

Alla fine, su proposta del presidente Cimitile, si è approvata la relazione dell’assessore Forgione ed istituito un Tavolo tecnico, allargato ai comuni e ai rappresentanti istituzionali in Parlamento al fine di individuare gli strumenti più idonei per risolvere alla radice il problema.

Il Consiglio si è chiuso infine attorno alla 16.00 rinviando ad altra seduta la discussione sul Rendiconto dell’esercizio Finanzio 2007.

 

 

 

     

 Valle Telesina


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