Benevento, 01-11-2008
Provincia,
la morte annunciata del Marsec Nei seminari di
settembre emerse chiaramente il disagio
dell’agenzia: “Abbiamo una nave da crociera ma
ce la fanno utilizzare per piccole rotte”. E
Cimitile fu tranchant: “Così com’è non ha più
senso”. Detto, fatto
Solo qualche giorno fa i
dirigenti e i dipendenti del Marsec (Mediterranean
Agency for Remote Sensing and Environmental
Control) hanno lanciato l’allarme. Siamo senza
stipendio e senza futuro. Sic transit gloria
mundi. L’agenzia più cara al past president
Carmine Nardone sta per chiudere i battenti.
L’addio al sistema di “monitoraggio satellitare
ambientale” è stato certificato con un documento
ufficiale che annuncia “la mancata
corresponsione degli stipendi e l'assenza di un
piano industriale che spinga l'azienda sul
mercato” “La mobilitazione - questa la nota dei
sindacati nei suoi tratti essenziali - è dettata
dal silenzio della Provincia sul futuro
dell'azienda e sulla mancata corresponsione
degli stipendi.
Il prossimo 6 novembre
(alle ore 9) presso il Palazzo del governo di
Benevento, dunque, i dipendenti della MARSec spa
sciopereranno per chiedere l'intervento del
Prefetto nella risoluzione del difficile stato
in cui versa l'azienda”. La decisione è stata
presa alla unanimità durante l'assemblea alla
presenza delle organizzazioni sindacali
provinciali in seguito al protrarsi del silenzio
a fronte delle diverse richieste di incontro
sollecitate negli ultimi mesi alla Marsec spa
(dirigenza, ente proprietario Provincia di
Benevento e lo stesso Prefetto) su argomenti di
fondamentale importanza sia per i lavoratori che
per il futuro dell'azienda.
“I dipendenti - continuava
la nota - rivendicano, ora, un legittimo diritto
all'informazione su quella che è la situazione
attuale di difficoltà economico-finanziaria,
giuridico-statutaria ed industriale dell'azienda
perchè tale silenzio non può più essere
considerato una semplice mancanza, ma una vera e
propria omissione di responsabilità nonchè una
scarsa considerazione per il futuro di trenta
persone (e delle loro famiglie) che su tale
lavoro hanno costruito le proprie aspettative di
vita ed operato importanti scelte”.
“La MARSec spa., oggetto in
questi giorni del dibattito sulle società in
house providing della Provincia di Benevento, -
avevano concluso i lavoratori - ha sofferto
della mancanza di un piano industriale che
indirizzasse l'azienda sul mercato, in modo da
garantirle un futuro stabile. Il tutto
nonostante gli ingenti sforzi fatti dal
personale per tradurre i risultati della ricerca
in servizi fruibili dalle pubbliche
amministrazioni per il controllo del territorio,
così come dimostrano i progetti e servizi
(conclusi e ancora in corso) per importanti
dicasteri ed enti pubblici”. Un fulmine a ciel
sereno? Macchè.
L’agonia dura da tempo.
Almeno da quando si è verificato il passaggio di
consegne tra Nardone e Cimitile. Ed è continuata
poi con tutta una serie di atti e provvedimenti
che hanno seppellito l’esperienza
politico-amministrativa del presidente uscente.
Il mancato coinvolgimento in giunta del fedele
Giorgio Nista, il siluramento della triade
dirigenziale (Iannella, Foschini e Muollo) che
aveva supportato Nardone nei suoi dieci anni di
gestione, i tentennamenti di Cimitile in difesa
delle agenzie, il che - chiariamo - potrebbero
essere interpretati come azione lodevole, se
avesse interessato tutte e quattro le società di
proprietà della Rocca dei Rettori, che erano e
restano, per molti versi, centrali dello spreco
e luogo di soddisfacimento della famelicità dei
partiti del centrosinistra.
E che l’aria fosse cambiata
per il Marsec lo si era capito meglio anche il
14 ottobre, allorquando l’ufficio stampa della
Rocca dei Rettori aveva fatto sapere che il
presidente Cimitile, a New York per il Columbus
day, aveva incontrato un gruppo di investitori
americani, dichiaratosi interessato a rilevare
l’agenzia Marsec. Un modo come un altro per dire
che la sorte del satellite era segnata. Ma c’è
di più. Che il “gioiello” di Nardone fosse
destinato al dissolvimento lo si era capito
all’atto dei seminari informativi. Facciamo,
allora, un passo indietro e torniamo al 15
settembre, allorquando, nell’aula consiliare
della Rocca dei Rettori, prendono il via,
appunto, i seminari informativi sulle attività
delle quattro Agenzie istituite dalla Provincia
di Benevento.
Seminari - si disse -
voluti fortemente dal presidente Cimitile, per
spiegare all’opinione pubblica ruolo, funzione e
prospettive delle società partecipate
dall’amministrazione provinciale, alla luce sia
delle incombenti difficoltà finanziarie che per
rispondere agli attacchi dell’opposizione, che
da tempo chiede - a volte anche con forza e
prestigio istituzionale - un riassetto se non
una riunificazione, per evitare sprechi e
partitismo e convergere verso un’unica Agenzia
di sviluppo, alla quale tuttavia dovrebbero
partecipare anche altri enti pubblici e soggetti
privati. Siamo, come detto, al 15 settembre e
consultando i comunicati ufficiali dell’ente,
ricostruiamo l’intervento preliminare del
presidente Cimitile.
«Dobbiamo avviare una
approfondita ricognizione sulle agenzie per
riflettere sull'efficacia delle politiche per i
servizi locali impostate dalla Provincia
sannita. Le leggi dello Stato si occupano
dell'efficacia e dell'efficienza di tali
strumenti operativi per l'impostazione degli
interventi degli enti locali sul territorio,
anche alla luce della necessità di garantire la
libera concorrenza per gli imprenditori privati
che operano sul mercato dei servizi. Le leggi
finanziarie degli ultimi due anni, ha precisato
poi Cimitile, impongono la riduzione del numero
dei consiglieri e dei costi gestionali delle
stesse ed inoltre recepiscono le problematiche
della libera concorrenza nella gestione dei
servizi.
In particolare, la legge
finanziaria per il 2008 invita al monitoraggio
delle attività di tali Agenzie al fine di
decidere se debbono, e in che misura, essere
riorganizzate e ristrutturate: entro il giugno
del 2009, dunque, ha proseguito Cimitile,
dobbiamo rispondere a questa ricognizione. C'è,
poi, un problema politico da affrontare - ha
aggiunto il presidente della Provincia: per la
crescita dei servizi pubblici, sia in termini
quantitativi che qualitativi, sono necessarie
nuove e maggiori risposte. L'evoluzione della
società civile moltiplica e differenzia i
servizi e ciò significa che spesso non è
possibile per gli enti locali rispondere a tali
aggiuntivi bisogni con i servizi in economia o
con quelli erogati da personale interno agli
enti stessi.
Le Agenzie istituite dalla
Provincia si sono collocate nel Sannio in
postazioni strategiche per le loro mission ma è
ora tempo di verificare cosa intendono e possono
fare di qui innanzi». Da parte del presidente
venne quindi una generica riflessione sul fatto
che non era possibile discutere del ruolo e
della strategia delle agenzie “senza avere le
idee chiare e i dati precisi dei bilanci, dei
costi e dei benefici”. «Non si può scherzare
sulla gestione corrente di queste Agenzie; non è
ammissibile - ammonì il presidente - una notte
in cui tutte le vacche sono nere. I seminari
informativi sono dunque un momento fondamentale
di riflessione, anche perché le agenzie si sono
presentate senza veli, in trasparenza, al
confronto pubblico». Naturalmente il 15
settembre fu anche il giorno dell’esposizione
delle attività del Marsec. Anche in questo caso
ci affidiamo ai resoconti ufficiali.
«A conclusione della prima
giornata dei Seminari informativi si è avuta la
seconda sessione con l’illustrazione delle
attività della Marsec spa, la società istituita
dalla Provincia che si occupa di monitoraggio
del territorio mediante il telerilevamento
satellitare utilizzando l'interazione di una
rete di satelliti in orbita e la Stazione di
ricezione a terra nella storica Villa dei papi
di Benevento, su progetto dell'Università del
Sannio. In particolare, il Marsec si occupa del
controllo degli inquinamenti sia terrestri che
marini, delle frane, degli abusivismi edilizi su
tutto il territorio regionale, etc. La
presentazione è stata svolta dal presidente
Giovanni De Gennaro (esponente Pd, provenienza
Margherita e sindaco in scadenza di Paduli,
ndr), dal responsabile della comunicazione
Federica Rossi e dal direttore generale Ludovico
Barone.
De Gennaro ha ricordato che
Marsec nasce, come società autonoma, nel 2006,
per volontà della Provincia per dotare il
territorio di servizi superiori ed esclusivi per
il controllo del territorio, inediti per la
Campania e per ampie aree del Paese. De Gennaro
non ha mancato di ricordare che Marsec pesa per
il 12% del proprio Bilancio su quello della
Provincia. La Società intende rafforzare le
proprie attività operative potenziando i propri
servizi di ricezione dei segnali satellitari
mediante una nuova antenna in corso di
realizzazione. Il Marsec, secondo Barone, ha
visto un incremento elevato del valore del
capitale fisso quasi interamente attribuibile al
costo del contratto Epod stipulato con la
società israeliana ImageSat International per
l'acquisizione dei diritti di sfruttamento di
180 passaggi annuali del satellite Eros B lungo
la maschera di visibilità dell'antenna di Villa
dei Papi, per sei anni decorrenti dal 1 gennaio
2008.
Tra il 2006 ed il 2007 il
capitale è passato da circa 400 mila Euro ad
oltre 6 milioni. L'incremento del capitale
circolante netto (cioè lo sbilancio tra crediti
e debiti correnti) riflette, ha precisato il
direttore generale, una circostanza positiva,
cioè che l'attività è aumentata ed una negativa,
e cioè che i corrispettivi dell'attività ci
vengono pagati con moltissimo ritardo, come
d'altra parte è abbastanza abituale per chi
lavora con enti pubblici. L'attivo patrimoniale
dunque - ha affermato il direttore - ha
un'articolazione molto semplice, come è lecito
attendersi visto che il Marsec gestisce il
centro satellitare di cui la Provincia di
Benevento detiene la proprietà, e quindi i beni
materiali. L'incremento delle passività a lungo
termine di 6 milioni di euro circa, rappresenta
l'importo dei canoni annuali che dovremo pagare
a Imagesat per i diritti satellitari, cioè un
milione all'anno per i prossimi sei anni. Lo
sbilancio tra il capitale totale investito e il
debito nei confronti di Imagesat rappresenta
l'investimento netto complessivo del Marsec, ed
ammontava al 31.12.2007 a 1,6 milioni di euro
circa.
La Provincia fino ad oggi
ha erogato risorse per circa 140 mila euro, di
cui 120 a titolo di capitale sociale iniziale
successivamente incrementato dell'importo degli
utili 2006. Il resto dell'investimento,
necessario a finanziare la complessa fase di
“start up” della società, è stato effettuato
ricorrendo al credito bancario ordinario. Queste
dunque le considerazioni di Barone:
“Considerando il basso livello dei mezzi propri
in proporzione al finanziamento bancario, e
considerando che il credito bancario è
ovviamente oneroso e comunque è limitato se non
si possiedono immobilizzazioni materiali da
offrire in garanzia, è evidente che un'azienda
come il Marsec, che si trova ancora in una fase
di consolidamento e di sviluppo, qualche disagio
lo soffre. L'esercizio 2007 è stato il primo
esercizio che ha abbracciato l'intero anno
solare, ed il primo nel quale la Società ha
avviato stabilmente la produzione e la fornitura
di servizi in favore degli enti locali, per
effetto soprattutto della sottoscrizione
dell'accordo quadro con la Regione.
Il valore della produzione
vendibile (cioè la somma dei ricavi venduti e
dei lavori in corso alla chiusura
dell'esercizio) del 2007 ammonta - ha precisato
il direttore Barone - a circa 2,6 milioni di
euro e registra un incremento di quasi 1,8
milioni di euro rispetto al valore del 2006.
Infatti nel 2007 hanno preso avvio le attività
di prestazioni di servizi prodotti con i dati
ricevuti presso la nostra stazione, nei
confronti della Regione Campania, di Telespazio
s.p.a. e di altri enti pubblici e privati. I
costi esterni sono lievitati, rispetto al 2006,
di circa 1,4 milioni di euro, in quanto - ha
spiegato Barone - la produzione dei servizi, in
buona parte sperimentali, ha comportato un
maggior consumo di materie prime (cioè di
immagini satellitari) e la necessità di
ricorrere a prestazioni esterne per alcune fasi
del processo produttivo di servizi per espletare
le quali la Marsec s.p.a. non si era ancora
organizzata autonomamente.
Il costo del lavoro nel
2007 è stato di 1,1 milioni di euro, con un
incremento di 394 mila euro rispetto al 2006;
l'incremento - ha spiegato Barone - è
attribuibile al fatto che nel precedente
esercizio le assunzioni del personale sono state
effettuate al termine del mese di febbraio,
all'assunzione di due operai manutentori e al
termine della fiscalizzazione degli oneri
sociali. Il risultato della gestione operativa,
prima cioè degli oneri finanziari e di
componenti straordinarie, è di sostanziale
pareggio. E' appesantito però dal costo
dell'indebitamento bancario cui Marsec ha fatto
ricorso per il ritardo, fisiologico, con il
quale gli enti locali pagano il corrispettivo
dei servizi acquistati, e per l'insufficienza di
mezzi propri di cui la Società è dotata. Marsec,
secondo la responsabile della comunicazione
Federica Rossi, ha potenzialità enormi perché ha
raggiunto standard qualitativi notevolissimi;
opera in un settore che molti individuano come
quello che ha le maggiori probabilità di
garantire nel periodo medio-lungo tassi di
sviluppo elevati, quali il controllo e la
salvaguardia dell'ambiente.
Marsec è l'unica stazione
satellitare europea che riceve immagini ottiche
ad altissima risoluzione, l'unica in Italia che
riceve dati Radarsat (in tutta Europa ne
esistono solo altre due; un'altra è in Turchia),
ed è l'unica in grado di processare i dati Modis
in tempo quasi reale, grazie al software
sviluppato in collaborazione con l'Università
del Wisconsin). La struttura Marsec - ha detto
Barone - ha contratti con numerose enti ed
agenzie nazionali ed internazionali ed ha
personale di altissima qualificazione
professionale; ma si trova in una condizione di
Bilancio “in equilibrio precario”. Tutto ciò
implica, ha detto Barone, che Marsec non può
restare nella condizione attuale: per forza di
cose è necessaria una strategia di sviluppo a
lungo termine. Le attività di una “società in
house” quale Marsec, così come prescrive la
legge italiana che impedisce alla società stessa
di poter esercitare le proprie attività fuori
dal territorio sannita, non è destinata ad avere
un futuro. Continuare le attività del Marsec,
che ha capacità operative per l'intero bacino
del Mediterraneo, per il solo territorio
campano, è evidentemente, ha concluso Barone,
assolutamente anti-economico: è come voler
andare da Napoli a Capri con una nave da
crociera anzichè con il tradizionale vaporetto».
Trattandosi di seminari voluti dal presidente
della Provincia, la conclusione non poteva che
spettare che al vertice dell’ente.
«Cimitile - peschiamo a
piene mani nel resoconto dell’ufficio stampa -
ha ricordato che Marsec nacque con alcune
prospettive, che tuttavia l'evoluzione
legislativa nel frattempo l'ha resa
improponibile perché una società con capitale
pubblico non può operare fuori dal territorio di
appartenenza, né può vendere i propri brevetti
fuori dallo stesso. La Provincia di Benevento
però ebbe il merito di aver investito su una
epocale e strategico settore di innovazione,
quale quello del monitoraggio del territorio
attraverso la rete dei satelliti: ma tutto
questo oggi non regge più perché una società
pubblica non può essere sul mercato
internazionale, ma può operare solo sul
territorio di competenza. Rispetto a tale
previsione normativa l'attuale Marsec non ha più
senso. Io credo molto nei servizi satellitari
perché sono servizi innovativi: non possiamo
rinunciare a queste conquiste per non condannare
il territorio sannita a un processo di
subalternità tecnologica, scientifica ed,
ancora, ad un depauperamento della forza-lavoro
di grande qualificazione.
Il know-how immesso sul
territorio, peraltro, viene evidentemente
apprezzato visto che la Regione stessa chiede al
Marsec i propri servizi, ma dobbiamo fare i
conti con l'insormontabile ostacolo legislativo.
Insomma, tutta questa ampia problematica ci
sollecita ad una riflessione seria, senza
pregiudizi ideologici e politici. Non si può
buttare via il bambino con l'acqua sporca».
Siamo al 1 novembre. Tra cinque giorni i
dipendenti del Marsec si porteranno nei pressi
della prefettura con le loro bandiere e i loro
cartelli. Svestiranno la casacca di privilegiati
e indosseranno gli stessi panni degli operai
della Benfil o della Tessival, tanto per citare
due aziende in crisi.
Chissà se riceveranno la
solidarietà di consiglieri regionali e
provinciali. Chissà se qualche deputato avanzerà
interrogazione al ministero del Lavoro. Chissà
se riusciranno a salvare la loro azienda. Chissà
se si aprirà un serio dibattito sull’utilità
delle società partecipate. Chissà se si farà
finalmente il punto sulla solidità economica e
finanziaria della Provincia e sui bilanci delle
agenzie, svelando i meccanismi di assunzioni e
consulenze e il rapporto tra costi e benefici.
Chissà.
bru.men. |