3 novembre 2008
Provincia BN, la morte annunciata del Marsec
fonte: Epicentro.it

 

 

Benevento, 01-11-2008

 

 Provincia, la morte annunciata del Marsec Nei seminari di settembre emerse chiaramente il disagio dell’agenzia: “Abbiamo una nave da crociera ma ce la fanno utilizzare per piccole rotte”. E Cimitile fu tranchant: “Così com’è non ha più senso”. Detto, fatto   

 

Solo qualche giorno fa i dirigenti e i dipendenti del Marsec (Mediterranean Agency for Remote Sensing and Environmental Control) hanno lanciato l’allarme. Siamo senza stipendio e senza futuro. Sic transit gloria mundi. L’agenzia più cara al past president Carmine Nardone sta per chiudere i battenti. L’addio al sistema di “monitoraggio satellitare ambientale” è stato certificato con un documento ufficiale che annuncia “la mancata corresponsione degli stipendi e l'assenza di un piano industriale che spinga l'azienda sul mercato” “La mobilitazione - questa la nota dei sindacati nei suoi tratti essenziali - è dettata dal silenzio della Provincia sul futuro dell'azienda e sulla mancata corresponsione degli stipendi.

 

Il prossimo 6 novembre (alle ore 9) presso il Palazzo del governo di Benevento, dunque, i dipendenti della MARSec spa sciopereranno per chiedere l'intervento del Prefetto nella risoluzione del difficile stato in cui versa l'azienda”. La decisione è stata presa alla unanimità durante l'assemblea alla presenza delle organizzazioni sindacali provinciali in seguito al protrarsi del silenzio a fronte delle diverse richieste di incontro sollecitate negli ultimi mesi alla Marsec spa (dirigenza, ente proprietario Provincia di Benevento e lo stesso Prefetto) su argomenti di fondamentale importanza sia per i lavoratori che per il futuro dell'azienda.

 

“I dipendenti - continuava la nota - rivendicano, ora, un legittimo diritto all'informazione su quella che è la situazione attuale di difficoltà economico-finanziaria, giuridico-statutaria ed industriale dell'azienda perchè tale silenzio non può più essere considerato una semplice mancanza, ma una vera e propria omissione di responsabilità nonchè una scarsa considerazione per il futuro di trenta persone (e delle loro famiglie) che su tale lavoro hanno costruito le proprie aspettative di vita ed operato importanti scelte”.

 

“La MARSec spa., oggetto in questi giorni del dibattito sulle società in house providing della Provincia di Benevento, - avevano concluso i lavoratori - ha sofferto della mancanza di un piano industriale che indirizzasse l'azienda sul mercato, in modo da garantirle un futuro stabile. Il tutto nonostante gli ingenti sforzi fatti dal personale per tradurre i risultati della ricerca in servizi fruibili dalle pubbliche amministrazioni per il controllo del territorio, così come dimostrano i progetti e servizi (conclusi e ancora in corso) per importanti dicasteri ed enti pubblici”. Un fulmine a ciel sereno? Macchè.

 

L’agonia dura da tempo. Almeno da quando si è verificato il passaggio di consegne tra Nardone e Cimitile. Ed è continuata poi con tutta una serie di atti e provvedimenti che hanno seppellito l’esperienza politico-amministrativa del presidente uscente. Il mancato coinvolgimento in giunta del fedele Giorgio Nista, il siluramento della triade dirigenziale (Iannella, Foschini e Muollo) che aveva supportato Nardone nei suoi dieci anni di gestione, i tentennamenti di Cimitile in difesa delle agenzie, il che - chiariamo - potrebbero essere interpretati come azione lodevole, se avesse interessato tutte e quattro le società di proprietà della Rocca dei Rettori, che erano e restano, per molti versi, centrali dello spreco e luogo di soddisfacimento della famelicità dei partiti del centrosinistra.

 

E che l’aria fosse cambiata per il Marsec lo si era capito meglio anche il 14 ottobre, allorquando l’ufficio stampa della Rocca dei Rettori aveva fatto sapere che il presidente Cimitile, a New York per il Columbus day, aveva incontrato un gruppo di investitori americani, dichiaratosi interessato a rilevare l’agenzia Marsec. Un modo come un altro per dire che la sorte del satellite era segnata. Ma c’è di più. Che il “gioiello” di Nardone fosse destinato al dissolvimento lo si era capito all’atto dei seminari informativi. Facciamo, allora, un passo indietro e torniamo al 15 settembre, allorquando, nell’aula consiliare della Rocca dei Rettori, prendono il via, appunto, i seminari informativi sulle attività delle quattro Agenzie istituite dalla Provincia di Benevento.

 

Seminari - si disse - voluti fortemente dal presidente Cimitile, per spiegare all’opinione pubblica ruolo, funzione e prospettive delle società partecipate dall’amministrazione provinciale, alla luce sia delle incombenti difficoltà finanziarie che per rispondere agli attacchi dell’opposizione, che da tempo chiede - a volte anche con forza e prestigio istituzionale - un riassetto se non una riunificazione, per evitare sprechi e partitismo e convergere verso un’unica Agenzia di sviluppo, alla quale tuttavia dovrebbero partecipare anche altri enti pubblici e soggetti privati. Siamo, come detto, al 15 settembre e consultando i comunicati ufficiali dell’ente, ricostruiamo l’intervento preliminare del presidente Cimitile.

 

«Dobbiamo avviare una approfondita ricognizione sulle agenzie per riflettere sull'efficacia delle politiche per i servizi locali impostate dalla Provincia sannita. Le leggi dello Stato si occupano dell'efficacia e dell'efficienza di tali strumenti operativi per l'impostazione degli interventi degli enti locali sul territorio, anche alla luce della necessità di garantire la libera concorrenza per gli imprenditori privati che operano sul mercato dei servizi. Le leggi finanziarie degli ultimi due anni, ha precisato poi Cimitile, impongono la riduzione del numero dei consiglieri e dei costi gestionali delle stesse ed inoltre recepiscono le problematiche della libera concorrenza nella gestione dei servizi.

 

In particolare, la legge finanziaria per il 2008 invita al monitoraggio delle attività di tali Agenzie al fine di decidere se debbono, e in che misura, essere riorganizzate e ristrutturate: entro il giugno del 2009, dunque, ha proseguito Cimitile, dobbiamo rispondere a questa ricognizione. C'è, poi, un problema politico da affrontare - ha aggiunto il presidente della Provincia: per la crescita dei servizi pubblici, sia in termini quantitativi che qualitativi, sono necessarie nuove e maggiori risposte. L'evoluzione della società civile moltiplica e differenzia i servizi e ciò significa che spesso non è possibile per gli enti locali rispondere a tali aggiuntivi bisogni con i servizi in economia o con quelli erogati da personale interno agli enti stessi.

 

Le Agenzie istituite dalla Provincia si sono collocate nel Sannio in postazioni strategiche per le loro mission ma è ora tempo di verificare cosa intendono e possono fare di qui innanzi». Da parte del presidente venne quindi una generica riflessione sul fatto che non era possibile discutere del ruolo e della strategia delle agenzie “senza avere le idee chiare e i dati precisi dei bilanci, dei costi e dei benefici”. «Non si può scherzare sulla gestione corrente di queste Agenzie; non è ammissibile - ammonì il presidente - una notte in cui tutte le vacche sono nere. I seminari informativi sono dunque un momento fondamentale di riflessione, anche perché le agenzie si sono presentate senza veli, in trasparenza, al confronto pubblico». Naturalmente il 15 settembre fu anche il giorno dell’esposizione delle attività del Marsec. Anche in questo caso ci affidiamo ai resoconti ufficiali.

 

«A conclusione della prima giornata dei Seminari informativi si è avuta la seconda sessione con l’illustrazione delle attività della Marsec spa, la società istituita dalla Provincia che si occupa di monitoraggio del territorio mediante il telerilevamento satellitare utilizzando l'interazione di una rete di satelliti in orbita e la Stazione di ricezione a terra nella storica Villa dei papi di Benevento, su progetto dell'Università del Sannio. In particolare, il Marsec si occupa del controllo degli inquinamenti sia terrestri che marini, delle frane, degli abusivismi edilizi su tutto il territorio regionale, etc. La presentazione è stata svolta dal presidente Giovanni De Gennaro (esponente Pd, provenienza Margherita e sindaco in scadenza di Paduli, ndr), dal responsabile della comunicazione Federica Rossi e dal direttore generale Ludovico Barone.

 

De Gennaro ha ricordato che Marsec nasce, come società autonoma, nel 2006, per volontà della Provincia per dotare il territorio di servizi superiori ed esclusivi per il controllo del territorio, inediti per la Campania e per ampie aree del Paese. De Gennaro non ha mancato di ricordare che Marsec pesa per il 12% del proprio Bilancio su quello della Provincia. La Società intende rafforzare le proprie attività operative potenziando i propri servizi di ricezione dei segnali satellitari mediante una nuova antenna in corso di realizzazione. Il Marsec, secondo Barone, ha visto un incremento elevato del valore del capitale fisso quasi interamente attribuibile al costo del contratto Epod stipulato con la società israeliana ImageSat International per l'acquisizione dei diritti di sfruttamento di 180 passaggi annuali del satellite Eros B lungo la maschera di visibilità dell'antenna di Villa dei Papi, per sei anni decorrenti dal 1 gennaio 2008.

 

Tra il 2006 ed il 2007 il capitale è passato da circa 400 mila Euro ad oltre 6 milioni. L'incremento del capitale circolante netto (cioè lo sbilancio tra crediti e debiti correnti) riflette, ha precisato il direttore generale, una circostanza positiva, cioè che l'attività è aumentata ed una negativa, e cioè che i corrispettivi dell'attività ci vengono pagati con moltissimo ritardo, come d'altra parte è abbastanza abituale per chi lavora con enti pubblici. L'attivo patrimoniale dunque - ha affermato il direttore - ha un'articolazione molto semplice, come è lecito attendersi visto che il Marsec gestisce il centro satellitare di cui la Provincia di Benevento detiene la proprietà, e quindi i beni materiali. L'incremento delle passività a lungo termine di 6 milioni di euro circa, rappresenta l'importo dei canoni annuali che dovremo pagare a Imagesat per i diritti satellitari, cioè un milione all'anno per i prossimi sei anni. Lo sbilancio tra il capitale totale investito e il debito nei confronti di Imagesat rappresenta l'investimento netto complessivo del Marsec, ed ammontava al 31.12.2007 a 1,6 milioni di euro circa.

 

La Provincia fino ad oggi ha erogato risorse per circa 140 mila euro, di cui 120 a titolo di capitale sociale iniziale successivamente incrementato dell'importo degli utili 2006. Il resto dell'investimento, necessario a finanziare la complessa fase di “start up” della società, è stato effettuato ricorrendo al credito bancario ordinario. Queste dunque le considerazioni di Barone: “Considerando il basso livello dei mezzi propri in proporzione al finanziamento bancario, e considerando che il credito bancario è ovviamente oneroso e comunque è limitato se non si possiedono immobilizzazioni materiali da offrire in garanzia, è evidente che un'azienda come il Marsec, che si trova ancora in una fase di consolidamento e di sviluppo, qualche disagio lo soffre. L'esercizio 2007 è stato il primo esercizio che ha abbracciato l'intero anno solare, ed il primo nel quale la Società ha avviato stabilmente la produzione e la fornitura di servizi in favore degli enti locali, per effetto soprattutto della sottoscrizione dell'accordo quadro con la Regione.

 

Il valore della produzione vendibile (cioè la somma dei ricavi venduti e dei lavori in corso alla chiusura dell'esercizio) del 2007 ammonta - ha precisato il direttore Barone - a circa 2,6 milioni di euro e registra un incremento di quasi 1,8 milioni di euro rispetto al valore del 2006. Infatti nel 2007 hanno preso avvio le attività di prestazioni di servizi prodotti con i dati ricevuti presso la nostra stazione, nei confronti della Regione Campania, di Telespazio s.p.a. e di altri enti pubblici e privati. I costi esterni sono lievitati, rispetto al 2006, di circa 1,4 milioni di euro, in quanto - ha spiegato Barone - la produzione dei servizi, in buona parte sperimentali, ha comportato un maggior consumo di materie prime (cioè di immagini satellitari) e la necessità di ricorrere a prestazioni esterne per alcune fasi del processo produttivo di servizi per espletare le quali la Marsec s.p.a. non si era ancora organizzata autonomamente.

 

Il costo del lavoro nel 2007 è stato di 1,1 milioni di euro, con un incremento di 394 mila euro rispetto al 2006; l'incremento - ha spiegato Barone - è attribuibile al fatto che nel precedente esercizio le assunzioni del personale sono state effettuate al termine del mese di febbraio, all'assunzione di due operai manutentori e al termine della fiscalizzazione degli oneri sociali. Il risultato della gestione operativa, prima cioè degli oneri finanziari e di componenti straordinarie, è di sostanziale pareggio. E' appesantito però dal costo dell'indebitamento bancario cui Marsec ha fatto ricorso per il ritardo, fisiologico, con il quale gli enti locali pagano il corrispettivo dei servizi acquistati, e per l'insufficienza di mezzi propri di cui la Società è dotata. Marsec, secondo la responsabile della comunicazione Federica Rossi, ha potenzialità enormi perché ha raggiunto standard qualitativi notevolissimi; opera in un settore che molti individuano come quello che ha le maggiori probabilità di garantire nel periodo medio-lungo tassi di sviluppo elevati, quali il controllo e la salvaguardia dell'ambiente.

 

Marsec è l'unica stazione satellitare europea che riceve immagini ottiche ad altissima risoluzione, l'unica in Italia che riceve dati Radarsat (in tutta Europa ne esistono solo altre due; un'altra è in Turchia), ed è l'unica in grado di processare i dati Modis in tempo quasi reale, grazie al software sviluppato in collaborazione con l'Università del Wisconsin). La struttura Marsec - ha detto Barone - ha contratti con numerose enti ed agenzie nazionali ed internazionali ed ha personale di altissima qualificazione professionale; ma si trova in una condizione di Bilancio “in equilibrio precario”. Tutto ciò implica, ha detto Barone, che Marsec non può restare nella condizione attuale: per forza di cose è necessaria una strategia di sviluppo a lungo termine. Le attività di una “società in house” quale Marsec, così come prescrive la legge italiana che impedisce alla società stessa di poter esercitare le proprie attività fuori dal territorio sannita, non è destinata ad avere un futuro. Continuare le attività del Marsec, che ha capacità operative per l'intero bacino del Mediterraneo, per il solo territorio campano, è evidentemente, ha concluso Barone, assolutamente anti-economico: è come voler andare da Napoli a Capri con una nave da crociera anzichè con il tradizionale vaporetto». Trattandosi di seminari voluti dal presidente della Provincia, la conclusione non poteva che spettare che al vertice dell’ente.

 

«Cimitile - peschiamo a piene mani nel resoconto dell’ufficio stampa - ha ricordato che Marsec nacque con alcune prospettive, che tuttavia l'evoluzione legislativa nel frattempo l'ha resa improponibile perché una società con capitale pubblico non può operare fuori dal territorio di appartenenza, né può vendere i propri brevetti fuori dallo stesso. La Provincia di Benevento però ebbe il merito di aver investito su una epocale e strategico settore di innovazione, quale quello del monitoraggio del territorio attraverso la rete dei satelliti: ma tutto questo oggi non regge più perché una società pubblica non può essere sul mercato internazionale, ma può operare solo sul territorio di competenza. Rispetto a tale previsione normativa l'attuale Marsec non ha più senso. Io credo molto nei servizi satellitari perché sono servizi innovativi: non possiamo rinunciare a queste conquiste per non condannare il territorio sannita a un processo di subalternità tecnologica, scientifica ed, ancora, ad un depauperamento della forza-lavoro di grande qualificazione.

 

Il know-how immesso sul territorio, peraltro, viene evidentemente apprezzato visto che la Regione stessa chiede al Marsec i propri servizi, ma dobbiamo fare i conti con l'insormontabile ostacolo legislativo. Insomma, tutta questa ampia problematica ci sollecita ad una riflessione seria, senza pregiudizi ideologici e politici. Non si può buttare via il bambino con l'acqua sporca». Siamo al 1 novembre. Tra cinque giorni i dipendenti del Marsec si porteranno nei pressi della prefettura con le loro bandiere e i loro cartelli. Svestiranno la casacca di privilegiati e indosseranno gli stessi panni degli operai della Benfil o della Tessival, tanto per citare due aziende in crisi.

 

Chissà se riceveranno la solidarietà di consiglieri regionali e provinciali. Chissà se qualche deputato avanzerà interrogazione al ministero del Lavoro. Chissà se riusciranno a salvare la loro azienda. Chissà se si aprirà un serio dibattito sull’utilità delle società partecipate. Chissà se si farà finalmente il punto sulla solidità economica e finanziaria della Provincia e sui bilanci delle agenzie, svelando i meccanismi di assunzioni e consulenze e il rapporto tra costi e benefici. Chissà.

 

bru.men.

 

 

     

 Valle Telesina


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