7 febbraio 2008
Cerreto, le cattive compagnie
Lorenzo Morone

 

 

Lo strano sodalizio Cerretese tra FI e UDEUR: qualcosa non fila

 

Capita spesso che i nostri figli facciano degli errori. A volte anche pesanti. Un pò per salvarci la faccia di fronte alla gente, un pò per dar loro la possibilità di redimersi, di fronte al popolo critico diciamo: sapete, mio figlio è bello e buono, ma si è fatto trascinare dalle cattive compagnie. E’ un pò la vicenda che ha visto coinvolto il primo cittadino di Cerreto Sannita. Non vogliamo parlare di quanto successo a Sapri. Vogliamo credere ed augurargli che non fosse al corrente che, quanto da lui chiesto ed ottenuto  dagli amici-nemici dell’UDEUR,  comporta-va il rischio inondazione con conseguenze devastanti per la città famosa per la spigolatrice.

 

Ma, parlando solo di quanto successo a Cerreto, durante la umanamente comprensibile “Festa della Liberazione” avvenuta dopo dieci giorni di devastante fermo ed in attesa che venga celebrato il processo, il Sindaco, a sua discolpa, ha attribuito il suo sbaglio alla cattiva compagnia di un assessore dell’Udeur che ha dovuto nominare sotto minaccia. La giustificazione sarebbe plausibile se non fosse stata fornita avendo accanto l’assessore stesso e gli altri Consiglieri Udeurrini “incriminati”. Ma contenti e plaudenti.

 

Praticamente la replica dello spettacolo tragicomico andato in onda quando, parlando dell’ospedale di Cerreto, il Consigliere Regionale alleatino Della Ratta giustamente tuonò contro la gestione sanitaria Campana. Gli applausi di molti esponenti Udeurrini locali furono scroscianti. Scusate, ma che tessera bisogna avere per entrare nei quadri direttivi della Sanità?  E che fate, appoggiate ed applaudite chi vi addita come responsabili di tutti i mali cerretesi e Campani, pur avendo da anni, come partito, le leve, e che leve, del potere? Qualcosa non funziona!

 

Se ho mangiato un cibo che mi ha intossicato, la cosa più logica, se ho avuto la fortuna di cavarmela, è farlo sparire per sempre dal tavolo apparecchiato. Se uno o più amici mi stanno portando sulla cattiva strada, la cosa più logica è lasciare dette compagnie. Se è vero il contrario, sono gli amici che, offesi, devono lasciare me. Comunque la compagnia va sciolta. Altrimenti è difficile capire. A meno che… Se un allenatore schiera in campo un calciatore su richiesta del Presidente, se  ne assume poi tutte le conseguenze, positive o negative che siano. E’ troppo comodo schierare il calciatore e, se si vince, gridare ai quattro venti: come sono stato bravo a fare la formazione, se si perde, invece, dare la colpa al Presidente che ha imposto certe scelte. Giusto sarebbe stato dire: caro Presidente, io non accetto questi compromessi. Pertanto mi dimetto, rinuncio alla carica e denuncio l’accaduto. La gente capirà.

 

Ma la strada scelta a Cerreto è troppo comoda e diversa: tu e il tuo partito (UDEUR) mi avete concusso (FI), mi avete obbligato a farti assessore liberando una casella già occupata da chi è stato fatto Presidente di qualcosa che non c’è, io ho dovuto accettare, ma adesso, passata la buriana, state tutti intorno a me, vicini vicini, e vivremo felici e contenti. E, soprattutto, “comandanti”. Come sempre. Tanto il processo, se ci sarà o se non interverrà una nuova leggina ad hoc, vedrà la luce nel 2023…e la gente preferisce avere la memoria corta. Qualcosa, indubbiamente, non fila! Né servirà un cambio di casacca per mettere le cose a posto. Se uno è abituato a ricattare, sempre ricattatore sarà, anche se all’anagrafe cambierà nome. Pensare di risolvere tutto con il solito “salto della quaglia” sarebbe l’ennesimo spettacolo deprimente della politica intesa come  “unione di interessi” da portare avanti ad ogni costo, un “déjà vu” stucchevole ed offensivo per la intelligenza di tutti.

 

La “munnezza” che puzza ed offende non è solo quella sparsa per le strade della Campania.

 

Il GRUPPO CONSILIARE DEL BLOCCO PER CERRETO

 

 

 

     

 Valle Telesina


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